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Autore: Ghen    30/10/2018    5 recensioni
Halloween è arrivato anche alla CatCo e tutti si divertono a giocare scherzi spaventosi ai propri colleghi: pure Kara Danvers sta al gioco, ma riuscire a spaventarla davvero come una persona comune sembra un'impresa, dannati super sensi. Tuttavia, Lena Luthor ha un piano...
Storia partecipante all’iniziativa Nightmare Before Femslash del gruppo facebook LongLiveToTheFemslash
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Super sensi


Finalmente Halloween! La CatCo si riempì di maschere, scherzi e risate. Era norma cercare di impaurire i propri colleghi con qualche trucco: c'era chi aveva lanciato un maxi ragno in ascensore e in quattro erano saltati dallo spavento; una testa di plastica galleggiava vicino la sala conferenze; qualcuno aveva lasciato una mano scheletrica sotto la scrivania di James Olsen che era saltato sulla sedia. Era divertente; quasi tutto era concesso ad Halloween.
Anche Kara Danvers rideva e stava al gioco. Si spaventava. Sembrava. Lena lo sapeva, lo sapeva che fingeva. Provare a spaventare Kara Danvers sarebbe stato facile se non fosse anche Supergirl. Era una dannata guastafeste: captava e sentiva chi commetteva il fatto nell'istante stesso in cui lo faceva. Era ovvio: si aspettava qualcosa e restava in allerta. Avevano provato a nascondersi dietro una porta. A lanciarle insetti di plastica sulla scrivania. Un buontempone l'aveva chiamata verso di lui e poi l'aveva accolta con una maschera. Quella screanzata emetteva sgomento come una vera attrice di Hollywood e si portava una mano sul petto. Durante quella settimana, Lena Luthor l'aveva seguita da lontano, tenendola sotto stretta sorveglianza.
«Sono quasi certo che sia stata lei a mettermi quella mano sotto la scrivania», le disse James la sera del trentuno, prima che si preparasse per andare a casa.
«Probabilmente», sibilò lei. Mano sul mento, teneva d'occhio Kara attraverso i vetri. Poi la vide alzare lo sguardo, incontrare il suo e sorriderle. Lena sbuffò, voltandosi di nuovo verso il ragazzo. «Dannati super sensi! Come si coglie impreparata una ragazza che può sentirti arrivare dall'altro lato dell'edificio?».
James indossò il giaccone e sospirò. «Attenta… potrebbe sentirti anche adesso».
«Sta parlando», aguzzò la vista, «Dovrebbe essere impegnata e non sospetta di me». Assottigliò i suoi occhi.
«Sei la sua donna, no?», si avvicinò, recuperando anche la borsa. «Sei non riesci tu, chi altro potrebbe?». La salutò e aprì la porta dell'ufficio, ripetendo super sensi e ridacchiando.
Lena continuò a osservarla, alzando il mento e, per un attimo, lasciandosi sfuggire un sorriso. «Super sensi… già».

Aspettò che Kara finisse per tornare a casa insieme. Durante il viaggio, Lena tenne lo sguardo basso, pensierosa. Il suo cuore era agitato e Kara non poteva esserselo lasciato sfuggire.
«Lena? Qualcosa non va?». Aprì la serratura ed entrarono in appartamento. «Avresti voluto festeggiare da qualche parte?».
«No, no. Sono stanca», abbozzò un sorriso che spense a breve, scuotendo la testa, mentre si liberava del giaccone.
«Cosa ti prende?», le si avvicinò, prendendole le mani con le proprie. «Se qualcosa non va, puoi dirmelo».
«Nulla… Dai, lascia perdere». Mise su uno sguardo atterrito e provò ad allontanarsi, lasciando Kara confusa. Guardò nella sua borsa e tornò indietro di colpo. «Anzi, no. C'è qualcosa che… che voglio dirti».
«Oh… O-Okay», annuì, mettendo le braccia sui fianchi.
Era sua. Lena si avvicinò. Le prese una mano e la accompagnò sul divano, passando la mano libera dietro di lei. «Stiamo insieme da quasi un anno e non posso essere più felice. Ma c'è qualcosa che… che voglio dirti adesso, Kara, perché un giorno potrebbe essere troppo tardi». Lena la vide deglutire e non le servivano i super sensi per sapere che doveva essere in apprensione, in quel momento. «Kara, io…», le prese le mani, accarezzandole. Scorse la sua bocca fremere. «Vorrei avere un bambino».
Kara spalancò gli occhi e le mani, sotto quelle di Lena, tremarono. «Un… un», cercò di sorridere, ma le labbra la tradirono subito, «bambino? Un bambino?». Inarcò la schiena, squadrando Lena: ma qualcosa non andava.
La stessa Lena, lentamente, spalancò gli occhi. Ma non guardava Kara: il suo sguardo colmo di paura fissava alle sue spalle. «Kara….», sussurrò con voce tremante, «Dietro di te…».
La ragazza si voltò subito. Presa di soppiatto e tanto distratta che, nel trovare quei due occhi gialli sulla spalliera del divano, per un attimo balzò dallo spavento e Lena rise soddisfatta. «Ma che…». Quando Kara si voltò verso di lei, afferrando quella mascherina da zombie, Lena rise ancora più forte, portandosi una mano contro la bocca.
«Scusa», soffocò tra le risa, «È che…».
«Era tutto uno scherzo?».
Lena annuì, continuando a ridacchiare. «Dovevo darti un diversivo se non volevo che i tuoi super sensi mi rovinassero il gioco! Davvero, ti chiedo scusa».
«Ti sento chiedermi scusa, ma continui a ridere», s'imbronciò. Poi si infilò la mascherina e Lena si nascose il viso con le mani. «Baciami, se hai il coraggio». Le prese le mani con le proprie e Lena la guardò, costretta.
«No», scosse la testa, «Sei proprio brutta». Riuscì a sfuggirle, ma non corse a lungo: era difficile seminare una super ragazza.

Andarono a letto tardi, quella notte. La maschera dagli occhi gialli sul pavimento, i loro vestiti a bordo del letto, una gamba di Lena su quelle di Kara. La prima prendeva sonno, rilassata. La seconda aveva ancora gli occhi azzurri sbarrati; troppo occupata a pensare per riuscire a dormire.
«Lena…». La chiamò, ma non ottenne risposta. «Lena? … Lo so che non stai ancora dormendo».
«Mmh… Di certo ora no», brontolò. «Dannati super sensi».
«Quindi tu non stavi pensando davvero… beh, davvero, insomma, che noi… noi due-».
«No, Kara. Non sto pensando di avere un bambino, era solo per farti abbassare la guardia».
Kara tirò un sospiro di sollievo, formando un sorriso. «Beh… Voglio dire», le sussurrò col fiato sul suo collo, «Se tu volessi un bambino, lo capirei, ma è-».
«Presto», le sorrise, voltandosi verso di lei. «Adesso dorm-», si bloccò, spalancando la bocca e, pian piano, gli occhi.
«Cosa c'è? Non ci casco di nuovo. Non c'è niente dietro di me».
«Kara…», biascicò con voce strozzata. «Kara, dietro… dietro di te».
Sbuffò e si voltò, sentendola ridacchiare. Così si tirò più su le coperte, sistemando il cuscino. «Buonanotte, Lena».
«Buonanotte, Kara. Felice Halloween», le lasciò un bacio sulla base del collo, abbracciandola e riprendendo sonno.
































:bwahahahah:

***

Piccola pausa halloweenesca dalla mia long Our Home :D In realtà, se riesco, dovrebbe arrivarne almeno un'altra sullo stesso tema ma ehi, non prometto nulla, la long ha la priorità e devo bacchettare la mia dannata ispirazione XD
È giusto un'idea veloce, ma spero vi sia piaciuta :)
La fan fiction partecipa alla Nightmare Before Femslash del gruppo FB LongLiveToTheFemslash (Fanfiction&Fanart).




   
 
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