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Autore: Vanya Imyarek    31/10/2018    15 recensioni
La scrittura è un fantastico hobby per una ragazza giovane, magari con qualche difficoltà a comunicare col mondo esterno.
Sofia Merini lo sa benissimo, e adora la scrittura e il gruppo di amicizie che si è venuto a creare tra lei e altre autrici: nella vita reale è una ragazza disadattata e stramba, non appena si siede a un computer il suo lavoro è apprezzato e ha delle grandi amiche.
Del resto, cosa può andare male in un sito di scrittura creativa?
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'The Clockwork Society's Files'
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Sofia Merini aprì la porta di casa, salutò in fretta sua madre, rispose alle solite due o tre domande di rito (com’è andata la scuola, non ci sono state comunicazioni per i genitori, ha chiacchierato un po’ con qualcuno), poi schizzò in camera, mollò la cartella e finalmente poté accendere il computer.

 Fu immediatamente sul suo account di Young Writers, e per prima cosa controllò che le sue fanfiction non avessero, per caso, ricevuto qualche commento. Nessuno dall’ultima volta che aveva controllato (quella mattina, appena prima di andare a scuola).

 Uffa, ragazzi, che avete da fare tutto questo tempo?

 Sconfitta, controllò chi fosse disponibile a chattare nel loro piccolo gruppo Facebook, e lì ebbe finalmente qualche soddisfazione: c’erano tutte. Brillantina, Nicky the Witch, Kiki Moonlight e Blackmagic03: la sue migliori amiche, che non aveva mai visto in vita sua.

 Era raro che riuscissero a trovarsi tutte quante nello stesso momento, a meno che non si mettessero d’accordo: scuole diverse, famiglie diverse, impegni diversi, supponeva. Nicky aveva iniziato con un post, era il caso di rispondere.

 

 Nicky the Witch: ehiiii

 Zolphy02: ciau.

 Nicky the Witch: come stai tesoro?

 Zolphy02: al solito. Una palla.

 Brillantina: Ma no dai.

 Zolphy02: due ore ininterrotte di Aristotele.

 Brillantina: Chiedo scusa, una grossa palla roteante.

 Kiki Moonlight: Ma se non ti interessano queste cose, perché hai fatto il classico scusa?

 Zolphy02: perché al classico ci vanno i geni, e mia mamma voleva dire su Facebook che aveva la figlia genia.

 Nicky the Witch: oddio che palle i genitori sempre attaccati a Facebook

 Kiki Moonlight: Concordo. Anche se basare il futuro della figlia sui post mi pare un po’ estremo.

 Brillantina: Dai Zolphy, guarda il lato positivo: non ti fa conoscere più libri interessanti da leggere?

 Zolphy02: non sono da leggere, sono da studiare. Fidati che fa la differenza.

Kiki Moonlight: E tu fa’ finta che siano da leggere per piacere. Io poi trovo sempre un sacco di spunti interessanti per le mie storie nei classici.

 Nicky the Witch: sì, ma chiamare la ragazza popolare, antipatica e troia Helen non è molto sottile

 Kiki Moonlight: quello si chiama riferimento!

 Nicky the Witch: che poi scusa se te lo dico, ma mi sembra un po’ esagerata. Va bene che vuoi chiarire che Penelope sia la ragazza migliore per il protagonista, ma una persona reale non può avere così tanti difetti. Non capisco perché non sia chiusa in carcere, figurati come faccia ad essere tanto popolare!

 Kiki Moonlight: E’ basata su una ragazza che conosco davvero. Fa’ un po’ te.

 Zolphy02: ti sono vicina Kiki. Io ne ho due di quel tipo, sempre in coppia.

 Kiki Moonlight: Condoglianze.

 Brillantina: Ma BlackMagic che fine ha fatto? Guarda che ti vediamo che lurki in chat!

 Nicky the Witch: Black apparici. Ti invochiamo

 Zolphy02: ti mandiamo Helen, la tipa su cui è basata e le mie compagne di classe.

 BlackMagic03: ghghhghjjdfrekjrerekj

 Kiki Moonlight: ?

 BlackMagic03: stavo prendendo a pugni la tastiera. Non so perché, ma non mi lasciava scrivere niente fino a due minuti fa.

 Nicky the Witch: come non sai perché? Ma non sei tu l’esperta di computer? Programmazioni, hacking, deep web e tutto?

 BlackMagic03: Sarò anche esperta, ma quando Internet-sama decide di bloccare i programmi, non c’è nulla che una misera umana possa fare.

 Zolphy02: comunque ora sei tra noi?

 BlackMagic03: certo che lo sono. E ho anche fatto in tempo ad aggiornare Lurking, giusto per farvelo notare! XD

 Brillantina: Allora recensisco tra pochissimo!

Kiki Moonlight: Sarà la prima cosa che faccio quando esco dalla chat.

 Zolphy02: non vedo l’ora.

 BlackMagic03:

Nicky the Witch: finisco il mio capitolo di Poisoned Hearts and Demented Brains e corro a recensire anch’io!

 Nicky the Witch: anzi no, mi sta chiamando mia mamma per mangiare. Dovessi beccarmi l’ultimo capitolo horror in piena notte, giurò che recensirò!

 BlackMagic03: sei bellissima ♥♥♥

 

“Sofia! Se non scendi subito giuro che arrivo a tirarti giù per i capelli!”

Zolphy02: tocca andare pure a me. Ci risentiamo dopo?

Non si risentirono dopo.

 Sua madre passò metà della cena a lamentarsi di Sofia che viveva in un mondo suo, sempre così attaccata al telefono e al computer con quelle fesserie che scriveva, ed era meglio che si concentrasse sullo studio, a meno che non pubblicasse qualcosa che almeno la facesse guadagnare un po’; l’altra metà immersa in Facebook a chattare con qualche sua stupida amica.

 Suo padre rimase tutto il tempo zitto a mangiare il suo minestrone a testa bassa. Sua sorella maggiore sembrava ansiosa di filarsela quanto lei, ma ciò non era davvero sufficiente a trovare terreno comune abbastanza da chiacchierare.

 Quando finalmente ebbe finito le ultime cucchiaiate e poté schizzare di sopra, le ragazze avevano quasi tutte mollato la chat. C’era solo BlackMagic, ma non rispose ai suoi appelli: forse era di nuovo il suo problema di computer.

 Come premio di consolazione, Brillantina le aveva lasciato una recensione a RosePsycho: si diceva eccitatissima della svolta che avevano preso gli eventi, e che il conte Winsford la affascinava sempre di più con l’aria di mistero che si portava a dietro. E ci credeva, con tutto il lavoro che aveva fatto per studiarne il carattere!

 Lesse, come da promessa, il nuovo capitolo di Lurking, e praticamente a metà si maledisse per quella promessa a Black. Ma proprio la sera tardi doveva andarsi a leggere gli horror?

 E fosse stato un horror classico, alla Piccoli Brividi che aveva smesso di farle paura da un pezzo: BlackMagic aveva un vero talento nascente per mischiare splatter e horror psicologico, così non importava cosa ti spaventasse di più, ti cagavi sotto lo stesso.

 Fece sapere tutto questo alla sua amica nella recensione, poi lesse un capitolo da una one-shot comica a caso, giusto per tranquillizzarsi un attimo prima di andare a dormire. Non funzionò granché, ma dopo un’ora a rigirarsi nel letto cercando di scacciare le paranoie finalmente riuscì ad addormentarsi.

 

Il giorno seguente fu praticamente uguale. Finalmente in Filosofia finirono Aristotele, per poi passare a studiare Culostene o Cosostippo o comunque si chiamassero quei due o tre filosofi mezzi dimenticati che avevano la sfiga di essere piazzati, nei manuali, dietro al grande genio pensatore, ed essere menzionati in una sparuta lezione prima di riaffondare nell’oblio, neanche materia di verifica.

 In compenso, la prof di Greco chi decise di far tradurre? Aristotele. Stava iniziando a odiare quell’uomo.

 Almeno l’ultima ora fu religione, e il prof lesse il giornale tutto il tempo, lasciando così liberi quei selvaggi dei suoi compagni di fare tutto il casino del mondo e lei di buttare una furtiva occhiata a Young Writers da cellulare. Nessuna recensione dalla sera prima. Almeno il nuovo capitolo era quasi pronto, ne sarebbero arrivate di nuove per quello.

 Andò a casa, disse qualcosa senza senso a madre e sorella prima che potessero tornare ognuna a farsi i fatti propri, e si buttò sullo studio nel modo più svelto che poté. Finita la quota obbligatoria giornaliera, finì le ultime righe, diede una rilettura di controllo al capitolo, e pubblicò. Postò poi un messaggio sulla sua chat, giusto per farlo sapere alle ragazze.

 Tutte erano occupate in qualcos’altro, al momento, che noia.

 Tanto valeva iniziare a stendere le prime righe del capitolo a venire, inframmezzando questa attività con controlli alla chat – nessuno – alle recensioni – nessuna – alla chat – sembravano tutte morte – alle recensioni … sì! Ce n’era una nuova. Andò immediatamente a controllare… bandierina rossa, recensione negativa.

 Il suo cuore sprofondò. Era la prima recensione critica che riceveva. Dove aveva sbagliato? Chi l’aveva lasciata? BlackMagic03?!

 Ma come! Lei aveva sempre apprezzato la sua storia! Si erano sempre riempite di complimenti a vicenda nelle loro storie! Erano diventate amiche proprio per quello! E ora eccola lì di come blaterava che la trama fosse scontata e prevedibile, e le situazioni anacronistiche (ma per forza, era steampunk, non un romanzo storico!), e il conte di Winsford un personaggio stereotipato e ormai stravisto, che avrebbe potuto impressionare solo delle ragazzine. Ma se fino a due giorni prima era stato il suo personaggio preferito!

 E non si fermava lì. Quella non era l’unica valutazione negativa di Black: era andata a cambiare la bandierina a tutte quelle che aveva già lasciato, sostituendo i complimenti e l’interesse verso la storia con altre critiche dello stesso stampo. Ma che le era preso? Che era successo? Adesso la sua storia aveva otto recensioni negative, una a capitolo; restavano salve quelle delle altre sue amiche, ma chiunque avesse aperto i commenti per capire che razza di storia avrebbe potuto leggere avrebbe avuto  i suoi ripensamenti.

 Ma dannazione, se Black aveva delle critiche non poteva farglielo sapere per messaggio privato? E poi, come aveva fatto a cambiare idea così repentinamente? Quella cosa non aveva senso! Aprì immediatamente la chat: urgeva un confronto.

 

 Zolphy02: BlackMagic03, mi spieghi perché hai lasciato quelle recensioni? Se è uno scherzo non è divertente, ci sono rimasta di merda!

 

 Per un tempo totale di due minuti, che a lei parvero una vita intera, il messaggio andò senza risposta. Poi, la notifica che Black stava scrivendo qualcosa.

 

 BlackMagic03: Oh povera bimba! Ci è rimasta male! Non le hanno detto che la sua insulsa storiellina è degna del premio Nobel! L’hanno fatta piangere!

 Zolphy02: ma che cazzo dici? Io non ho mai preteso complimenti! Sei tu che ne hai dati, e ricevuti da me tra l’altro!

 BlackMagic03: Naturalmente, una ragazzina stupida non può che apprezzare le storie di una ragazzina stupida. Fa parte del copione per avere più recensioni e far sembrare la propria storia popolare, vero?

 Brillantina: Black, anche a me le recensioni sono diventate tutte negative. Mi spieghi che ti è preso? Hai passato una  brutta giornata? Possiamo aiutarti in qualche modo?

 BlackMagic03: Non dirmi che ci credi davvero a questa cosa delle ‘migliori amiche’. Non sai manco chi io sia, come pretendi di aiutarmi in qualunque modo?

 Nicky the Witch: Blacky carissima, ti sei fumata qualcosa? Fatto le prime esperienze con l’alcol? Litigato col moroso? Convertita al comunismo e deciso di decorare le nostre storie a tema?

BlackMagic03: Questa era abbastanza carina, inseriscila in qualche modo in una tua storia e forse non sarà tanto degna dello scarico del cesso.

 Zolphy02: ma vaffanculo, ci vuoi dire che ti è preso?

 Kiki Moonlight: E’ uno scherzo. Vi ricordate che Black scrive storie horror, sì? Ha voluto crearne una più realistica facendo uno scherzo a tutte.

 BlackMagic03: Sempre a fare da paciera, tu? E’ un buon modo per sentirti più intelligente delle altre, in effetti.

 Nicky the Witch: sono insulti un po’ patetici, tra l’altro. Se vuoi spaventarci, devi fare di meglio.

 BlackMagic03: E già da questo commento si capisce che sei spaventata. Oltre al fatto che le maiuscole ti stanno antipatiche. Cosa che si nota anche nelle tue storie, tra l’altro.

 BlackMagic03: NON HO SCRITTO NULLA DI TUTTO QUESTO

 BlackMagic03: Ragazze il mio computer è impazzito. Giuro. Mi sa che ho fatto qualche casino nel deep web, e un qualche hacker mi ha preso il controllo da remoto. Giuro che sistemerò tutto con le vostre storie!

 Kiki Moonlight: Scusa un attimo, un hacker riesce a controllare il tuo computer da remoto, e invece di fregarti password di Facebook o banca o dati personali ti rovina le recensioni e ti fa scrivere cazzate su una chat di cui probabilmente ignorava l’esistenza? Ma dai.

 Brillantina: Lo scherzo è bello quando dura poco.

 Zolphy02: o in alternativa è un buon modo per salvarsi il culo.

 BlackMagic03: Ce n’è di gente che hackera i computer solo per fare scherzi, e sarebbe bastato controllarmi la cronologia per scoprire che scrivo qui. L’ho sbattuto fuori, però. Adesso aggiorno il mio antivirus e poi corro a riparare alle recensioni, okay? Mai pensato niente di tutto quello!

 Kiki Moonlight: Secondo me è sempre uno scherzo.

 

Scherzo o meno che fosse, BlackMagic ripristinò effettivamente alcune delle sue vecchie recensioni. Solo alcune, le altre rimasero rosse, forse era andata a mangiare o dormire. Avrebbe anche potuto finire il lavoro, però, che le costava rimanere in piedi un attimo? Intanto lei rimaneva con delle recensioni negative!

 A quanto pareva la situazione era abbastanza diffusa: Kiki la contattò in chat già nel primo pomeriggio, l’indomani, per avere spiegazioni. Non ricevette risposta per un’ora. Poi, finalmente, comparve la notifica del messaggio di Black.

 

 BlackMagic03: ambarabà ciccì coccò tre civette sul comò.

 Kiki Moonlight: ?!

 BlackMagic03: la fIne e’ VicInA.

 Zolphy02: senti Black, adesso basta con gli scherzi! Stai diventando ripetitiva!

 Nicky the Witch: io veramente ho voglia di vedere fin dove arriva.

 BlackMagic03: noscherzo

 BlackMagic03: nOn cnt0llo pù computer

 BlackMagic03: Nonresce scr1vere. POPuP ovunque.

 Brillantina: Okay, se non è uno scherzo, questa cosa potrebbe anche essere seria. Dovresti portarlo da un tecnico o un qualche esperto, se anche col tuo antivirus continuano a succedere queste cose.

 BlackMagic03: .

 

Sofia fissò per qualche istante quel singolo puntino, in attesa di un tentativo della sua amica di scrivere qualche spiegazione. E poi il puntino esplose nell’immagine di un mostro scheletrico e semidecomposto che schizzava verso di lei, con un urlo acutissimo.

 Sofia cacciò un urlo a sua volta, schizzò istintivamente indietro, perse l’equilibrio e cadde dalla sedia.

 “Ma che cazzo stai facendo?” le urlò sua madre dal piano di sotto.

 Sofia rimase per qualche istante a fissare l’immagine horror che stazionava sullo schermo, prima che questa sparisse, rimpiazzata dalla chat. Uno screamer. Un fottutissimo screamer. Non ne aveva mai ricevuto uno, ma ne aveva sentito parlare, sapeva cosa fossero.

 “Sofia! E allora!”

 “Va tutto bene! Era solo uno stupido scherzo!” urlò di rimando, prima di mettersi a digitare.

 

 Zolphy02: okay, adesso basta. Mi hai fatto venire un infarto, contenta? Adesso finiscila però, non è divertente!

Nicky the Witch: da dove hai preso l’immagine? Voglio farci un poster da appendere in camera mia, è carina.

 

 BlackMagic rispose con un altro screamer.

 

 Le ore a venire furono segnate dall’ansia e dalla confusione più totale. BlackMagic03 inviò altri screamer, sempre più raccapriccianti: sempre meno horror soprannaturale e sempre più simili a persone vere orribilmente sfigurate o mutilate. Altre volte, invece, inviò immagini pornografiche.

 Sofia non era sicura cdi come reagire a queste: manifestare il suo disgusto? Un sarcastico apprezzamento come stava facendo Nicky? Esprimere sollievo perché almeno era porno normale e non snuff, date le immagini cui era mescolato?

Tutto questo inframmezzato da confusionarie e sgrammaticate richieste di aiuto.

 Noooo0n le ivio I. C0mputer è 1mpazz1to. Enter eD sce da d&&&&&&ppw&b. N0sssssssssssssssssssssssssssssso cosa fare.

 La spiegazione di Kiki rimaneva la più razionale in tutto quel caos: Black stava facendo loro uno scherzo. Di pessimo gusto, troppo lungo, probabilmente voleva dar loro l’impressione di star vivendo in un racconto horror con i mezzi che aveva a disposizione? Ci stava riuscendo abbastanza bene, ma non le sembrava il caso di farglielo sapere. Metti caso che decidesse di continuare.

 Nessuna di loro intervenne in mezzo a quel delirio, fino a Kiki.

 

 Kiki Moonlight: Black, lo scherzo è bello quando dura poco. Ragazze, adesso basta chat finchè non la smette. Che dici, Black?

 BlackMagic03: SATANA666GLIILLUMINATI!

Nicky the Witch: questo si chiama esprimere un’opinione.

 Kiki Moonlight: Nicky, finiscila!

 

Nei giorni seguenti, si attennero tutte ai consigli di Kiki: nessuna interagì sulla chat. Si venne a creare un’atmosfera quasi surreale: l’unica che postava, costantemente, era BlackMagic03, con le sue immagini horror e porno. Sofia sperava solo che a furia di quello scherzo Facebook non se ne accorgesse e non le costringesse a chiudere il gruppo.

 E poi arrivarono gli altri messaggi di Black.

 

 BlackMagic03: S0No appαrsi graffiti strANI su casa mya. Ha troVao DoVe Habb1to.

 BlackMagic03: H detto a miei. Nn conoscono ComPUter. PenzANO shcerzo.

BlackMagic03: RagAZze Rispnd&te. Per favore. No0n è scheroz.

BlackMagic03: Grafytti anche Su muri Likeo. Dic0no che facc110 la puttana. La Prsie C0nvocata. Non mi ha neanche chiesto quanto per le prestazioni, figuratevi un po’!

 BlackMagic03: Nessվno m1 parla +. Tutti insultANO per graffiti. Mamma e papàmEssA in pun1zione. R1sp0ndete.

 BlackMagic03: Quccuno Mì sEgUe. N0n vedo, ma SO che c’è. Cosa fare.

Brillantina: Senti, se è uno scherzo, sta davvero diventando di pessimo gusto. Se non lo è, chiama la polizia, cosa che avresti dovuto fare da un pezzo!

BlackMagic03: P0lizia inUUtle. F0ttono.

Brillantina: Vuoi dire che se ne fregano di queste cose? Ma è il loro lavoro, dannazione! Almeno provaci!

BlackMagic03: ME.

BlackMagic03: D&ntro% C0mp=uT3R. Fu=R!! C0mp=ter. DApp&rt/tto. N0n psssssssssssso scapppar£

 

Nei giorni seguenti, BlackMagic03 non lasciò più nessun altro messaggio. Non comparve più nemmeno la segnalazione della sua presenza nella chat.

 Sofia e le altre, che all’inizio si erano aggrappate saldamente alla teoria dello scherzo, erano sempre più sconcertate.

 Brillantina: Ragazze, stiamo a vedere che veramente le è successo qualcosa?

 Zolphy02: oddio, e allora noi che l’abbiamo ignorata? Cosa facciamo, chiamiamo la polizia?

 Kiki Moonlight: Datevi una calmata. Ho fatto qualche ricerca, e devo ancora sentire di virus che si comportino in modo simile. Di solito si limiterebbero a fregarle dati sensibili, tipo il conto corrente, se ne ha uno. Questa sceneggiata ha senso solo se la si vede come uno scherzo.

Nicky the Witch: uno scherzo un pelino stressante, è una settimana che va avanti

 Nicky the Witch: ho provato a controllare la sua pagina, ma è l’account che usa per le sue storie, e non ha scritto niente da un pezzo. Non ha nemmeno risposto alle recensioni.

 Zolphy02: mah, potrebbe essere parte dello scherzo …

Brillantina: Io non ne sono così sicura. Mi sembra un po’ estremo.

Nicky the Witch: Brilly le hai lette le sue storie? Quella le cose estreme le mette nei cereali a colazione

 Zolphy02: e poi è la spiegazione più logica. Ha anche fatto il crescendo di tensione, come in una bella storia horror che si rispetti!

 Kiki Moonlight: deufkwfhb2ifhbifh

Kiki Moonlight: Scusate, mi si era bloccata la tastiera.

Nicky the Witch: be’, questo è senz’altro rassicurante

Kiki Moonlight: XD XD XD

Brillantina: Ma sei sicura che non sia davvero un virus? Potrebbe averlo passato al tuo computer.

 Kiki Moonlight: Direi di no, adesso tutto va a meraviglia. Lasciamo passare ancora qualche giorno prima di agitarci sul serio, okay?

 

Il giorno dopo, Sofia scoprì che le recensioni che aveva ricevuto da Kiki erano diventate tutte negative.

Passò qualche secondo a fissarle, cercando di inquadrare la cosa in un qualsiasi senso logico, poi rinunciò e le lesse. Aveva usato più o meno le stesse argomentazioni di BlackMagic03: trama scontata e banale, personaggi stereotipati. Cambiava leggermente solo il tono: prima le critiche erano state sarcastiche e riferite solo ai contenuti della storia, ora lei stessa tirata in ballo, definita un’idiota e una ragazzina piagnucolosa e incompetente.

 In chat, Nicky aveva già protestato un evento simile, e dopo pochi istanti comparve un post di Brillantina che riportava a galla la possibilità di virus. Sofia passò le ore seguenti a studiacchiare, buttando regolarmente occhiate allo schermo per controllare eventuali risposte di Kiki. Sua madre entrò un paio di volta a sistemare qualcosa e lagnarsi del suo stare al computer, ma lei fece finta di niente: onestamente, qui la faccenda iniziava a farsi strana, e aveva ancora meno diritto di giudicarla del solito.

 Finalmente, la risposta arrivò.

 

 Kiki Moonlight: Sempre a frignare? Ma non fate mai niente di diverso?

 Nicky the Witch: okay, tu hai sempre smontato la possibilità di virus. Quindi eri complice di Black?

 Brillantina: Se è uno scherzo, finiscila immediatamente. Non si sta divertendo nessuno.

 Kiki Moonlight: Se volete le coccole andate da mamma e papà. Oppure se ne fregano di voi, ed è per questo che vi siete riunite a leccarvi il culo a vicenda?

Brillantina: Okay, io sto per contattare lo staff di Facebook. Quindi, se è uno scherzo, finitela se non volete ritrovarvi gli account bloccati.

 Kiki Moonlight: Fai un porno amatoriale e girarglielo, magari se sei abbastanza gnocca ti danno anche retta.

 Nicky the Witch: sei un po’ monotematica

 Kiki Moonlight: Qui la vera Kiki.

Kiki Moonlight: Ritratto tutto quello che ho detto sullo scherzo. E’ un virus.

 Zolphy02: oh cazzo, e adesso che facciamo? Ci ha già rintracciate tutte?

 Brillantina: Chiudiamo la chat e i nostri account su Young Writers, poi aggiorniamo antivirus e firewall. Solo quando saremo sicure, ci rimetteremo in contatto.

 Kiki Moonlight: Sì, è il piano più sensato. Se non siete smanettone, chiedete a un parente o amico che si intende di computer.

 Zolphy02: e intanto le nostre storie si perdono tutte le recensioni. Se trovo questo hacker gli faccio un culo come un capanno.

 Kiki Moonlight: non vedo l’ora.

 

Cancellare le sue storie e chiudere il suo account le mise addosso una tristezza indicibile.

 Certo, aveva ancora i documenti Word per RosePsycho, una volta che tutto quel casino fosse finito avrebbe ripristinato tutto, ma non era sicura che i suoi lettori sarebbero stati disposti a recuperare le recensioni. Senza contare che BlackMagic sembrava svanita nello spazio …

Fu più difficile installare l’antivirus. Il suo l’aveva scaricato in versione economica, con la possibilità soltanto di rilevare virus, non di fare da firewall o altre opzioni disponibili con la modalità a pagamento. Lei una carta di credito vera e propria non ce l’aveva, essendo ancora minorenne, quindi le toccò chiedere aiuto in famiglia.

 Sua madre rispose con una serie di sbuffi alla sua richiesta e la dichiarazione che se fosse stata attenta, non si sarebbe cacciata nei casini e non avrebbe avuto bisogno di firewall e cose simili (Sofia ritenne più saggio non dirle che nei casini c’era già). Suo padre rispose con ‘cos’è un firewall?’. Sua sorella per una volta nella vita si rese utile e aggiornò il suo antivirus, pagando con la propria carta e promettendo che le sarebbe stato tutto addebitato per il suo diciottesimo compleanno.

 Riavviò il computer, e aspettò ben un giorno, giusto per essere sicura. I continui controlli col suo nuovo antivirus riferirono che il computer era completamente pulito.

Il giorno dopo ancora era sabato: passò una mattinata di assoluta irrequietudine e incapacità di concentrarsi a scuola, non si accorse neanche di chi o cosa stessero parlando, e appena arrivata a casa si fiondò a ricreare il suo account. Ricreò con lo stesso username, scelse una password diversa, e ripubblicò tutti i capitoli di RosePsycho che aveva scritto fino a quel momento, aggiungendo una spiegazione di quel che era successo nelle sue Note dell’Autore. I suoi lettori, a parte le sue amiche, erano quattro gatti che recensivano sporadicamente, ma meritavano un chiarimento.

 Dopodiché fu costretta a chiudere il computer, a sorbirsi la spettacolare strigliata di sua madre per non essere scesa a mangiare con tutta la famiglia, e trangugiare una pasta fredda da sola al tavolo della cucina. Oh, non era importante. Alla fine, era comunque riuscita a ripristinare l’account, ora restava solo Facebook. Chissà se le altre avevano già riaggiustato tutto con i loro computer?

 E chissà che fine aveva fatto BlackMagic. Sarebbe stata tagliata fuori dal nuovo gruppo, ma se avesse ricominciato ad aggiornare le sue storie, avrebbero potuto contattarla e spiegarle cos’era successo.

 Sì, ma perché quel suo silenzio, dopo quel messaggio inquietante? Sofia iniziava ad avere dei brutti sospetti. Aveva scritto di qualcuno che apparentemente sapeva dove abitava, e non aveva contattato la polizia. Era stata vittima di bullismo a scuola. Che altro le era capitato? Perché non aveva scritto più niente?

 No, probabilmente erano solo preoccupazioni inutili. Magari i suoi genitori avevano deciso di isolarla dal mondo del web dopo quel che era successo. Forse il computer era in riparazione, o ne stava cercando un altro. Potevano essere successe mille cose. Le cose gravi succedevano solo agli altri, non a lei o alle sue amiche.

 

Brillantina: Okay, ci siamo tutte? Tutto bene negli ultimi giorni?

 Kiki Moonlight: Sì, molto bene. Avevo scritto che la fine era vicina, ma a quanto pare non così vicina. Un po’ di tempo a disposizione!

 Zolphy02: oh cazzo. Non è possibile! Kiki Moonlight: n0n cap!!!sco cosa sssstia succedendo.H0 XXancellllllllllat0 tutto. M&ssoo firewall. N0nn FUUUUUUUUUUUnzIonA n1Ente….

Brillantina: Tutto questo non ha senso. Un virus non può fare così, abbiamo fatto tutti i controlli del mondo! E’ uno scherzo, ragazze. Vi abbiamo sgamate. Ora finitela.

 Kiki Moonlight: .

 

A questo punto Sofia sapeva cosa aspettarsi, quindi lo screamer non la terrorizzò quanto la prima volta.

 Malgrado fosse stata suggerita da Brillantina (voce della razionalità) non credeva più di tanto all’ipotesi dello scherzo. Far cancellare loro gli account e la chat pareva decisamente esagerato. Ma allora era davvero un hacker? E il suo nuovo firewall che fine andava a fare?

 Avrebbe dovuto fare qualche ricerca su hacker, virus e come contrattaccarli, ma l’unico mezzo che aveva in mente per farla era Internet. Chi le diceva che non sarebbe stata controllata, e il suo hacker non avrebbe saputo in anticipo cosa contava di fare? Avrebbe potuto controllare da cellulare, ma se fosse stata tenuta d’occhio anche da lì?

 La soluzione migliore sarebbe stata usare un altro dei computer di casa, ma avrebbe dovuto dare spiegazioni troppo lunghe per una speranza di permesso di utilizzarlo che non era nemmeno garantita. Fosse stata una persona diversa avrebbe chiesto di usare l’internet di un’amica … ma lei non aveva amiche, al di fuori delle ragazze di Young Writers.

 Era in un vicolo cieco e non poteva fare niente, e cioè no, non poteva trovarsi a non poter far niente, questo non era un cavolo di gioco in cui potevi abbandonare, questa situazione era terribilmente reale e rischiava di giocarcisi la sua capacità di usare il computer, la sua pace quotidiana, la sua reputazione a scuola … e cos’altro ci aveva rimesso Black?

 Parlarne con i suoi familiari non era neanche in discussione: sarebbe stata presa in giro e insultata a vita per quanto era stata stupida a farsi hackerare.

 La polizia? BlackMagic ci aveva provato, ma non aveva avuto successo, a quanto pareva, oppure non se ne era fidata? Non si era capito esattamente cosa fosse successo.

 E poi, non avrebbe saputo a chi rivolgersi. Poteva sporgere denuncia a sedici anni? E contro chi? E se anche i poliziotti le avessero riso in faccia? Dannazione, a chi poteva rivolgersi, a chi?


Kiki Moonlight: Son= Appars1 i graff!ti davanti a casssssssssssssa m1a. Solo insulti .  .  . 

Kiki Moonlight: .

Kiki Moonlight: .

Kiki Moonlight: il contenuto di questa immagine è stato rimosso in quanto viola gli standard della comunità di Facebook.

Kiki Moonlight: appppppars1 graff!ti acke davan/i a scuuila, il Pr&side mi a conv0katav.

Kiki Moonlight: .

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Kiki Moonlight: .

 Kiki Moonlight: n&ssuno a Ca£a e a scu0la m1 par1a piùùùù. V0i ci $iete ank0ra?

Kiki Moonlight: .

Kiki Moonlight: .

Kiki Moonlight: .

 Kiki Moonlight: il contenuto di questa immagine è stato rimosso in quanto viola gli standard della comunità di Facebook.

Kiki Moonlight: h4 in!ziat0 a pedin%rmi. Nn l0 v£do, ma so che c’è.

Kiki Moonlight: .

Kiki Moonlight: m! & add0sssssssssss s s

 

Quei giorni erano stati uno stillicidio per Sofia.

 La loro pagina era dominata da null’altro che screamer e immagini pornografiche sempre più strane e inquietanti, raffiguranti persone con strane deformazioni e … altre cose … che voleva sperare fossero solo protesi di attori. In tutto quello, gli occasionali post di quella che supponeva essere la vera Kiki, sempre più spaventata e disperata.

Dannazione, neanche lei aveva potuto fare niente? Non ce li aveva, lei, una famiglia, degli amici … no che non li aveva. Nessuna di loro li aveva.

 Ne avevano discusso già tante volte, quando ancora andava tutto bene: genitori assenti o con chiodi fissi per il rendimento scolastico, che se ne fregavano dei loro veri interessi (quelli di Brillantina neanche sapevano che scrivesse, e il suo account era attivo da due anni. Lei e le altre avevano menzionato la cosa a vari membri della famiglia, ma ne avevano ottenuto solo sbuffi o insulti e prese in giro per un passatempo così inutile).

 Certo, probabilmente questo non voleva dire che le avrebbero lasciate a marcire nei loro casini … ma glielo avrebbero fatto pagare per il resto della loro vita. Del resto, i genitori di Black e Kiki non avevano incolpato loro per quei graffiti, invece di difenderle e sostenerle?

 Quanto ad amicizie, erano tutte e tre viste come aliene dalla testa persa tra le nuvole della loro immaginazione dalle coetanee: non avevano stretto molte amicizie, nessuna di loro, o almeno non abbastanza profonde da essere di aiuto in una situazione del genere.

 Bella presa per il culo: si erano spesso quasi vantate di essere anime così perse, uniche a potersi capire tra loro perché non c’era in giro nessun altro come loro cinque, e adesso la cosa si era trasformata in una trappola.

 Come Black prima di lei, anche Kiki smise completamente di scrivere dopo quel post inquietante; nei giorni successivi non ci fu neppure alcuna attività sul suo account Young Writers. Dopo quello, il nuovo post di Nicky sembrò la conclusione di una battaglia.

 

 Nicky the Witch: okay ragazze seriamente, che sta succedendo? Che cazzo facciamo?

 Brillantina: Io sono maggiorenne, potrei sporgere denuncia, ma vivo ancora con i miei e non mi sosterrebbero mai in questo casino. Tutto quello che mi viene in mente è acquistare dei nuovi computer per avere dei nuovi indirizzi IP.

 Zolphy02: sì, ma i computer costano un casino. Ci faranno domande anche per quelli.

Nicky the Witch: potremmo lasciar perdere tutto, e tornare a scrivere e a sentirci dopo … qualche settimana? Mese? Magari questo pazzo malato si stanca di giocare al gatto col topo

 Zolphy02: oppure viene a cercarci direttamente a casa.

Nicky the Witch: vero anche quello. Ci chiudiamo in casa per tutto il tempo? Ci assicuriamo di non restare mai da sole da qui agli anni a venire?

 Zolphy02: sì, però in effetti non sappiamo cosa aspettarci. Cioè, in realtà non sappiamo chi siamo tra noi. Magari alle altre è successo qualcosa, noi ne abbiamo pure sentito alla tele, ma non sappiamo che sono loro.

 Nicky the Witch: sai ho anche controllato notizie sul web, nel caso qualche ragazza della nostra età avesse avuto un brutto incidente in questi giorni o roba simile … non immagini quante ne siano scomparse o morte

Zolphy02: sì, ma qui abbiamo similitudini. Prima o poi qualcuno si accorgerà pur della sequenza graffiti a casa-graffiti a scuola – ragazza scomparsa o morta, no?

 Nicky the Witch: poi magari scopriamo che sono vivissime e gli è andato solo fuori uso il computer

 Nicky the Witch: Brilly tu cosa ne pensi?

 Brillantina: ei           fehi      efip1gyf1gy

 Nicky the Witch: merda

 

Il giorno dopo, Sofia non si sorprese neanche che le poche recensioni che Brillantina aveva recuperato in quei pochi giorni fossero diventate tutte negative. Gli insulti si erano fatti ancora più pesanti, suggerendole di andare a fare pompini a qualche editore se proprio sognava di farsi pubblicare.

 Non ci fece neanche più caso, magari l’amministrazione sarebbe intervenuta, magari no, non avrebbe portato comunque a nulla di buono. Lo studio che riuscì a fare fu assolutamente misero, un’occhiata ai libri ogni tanto mentre controllava lo schermo davanti a sé, per seguire quel che sarebbe successo. Fu Nicky la prima a pubblicare un post.

 

 Nicky the Witch: okay ragazze, visto che siamo troppo povere e sfigate per permetterci un mezzo di contrattaccare, diciamoci almeno chi siamo, così possiamo tenere d’occhio i nostri nomi. Se compariamo per qualunque motivo al telegiornale, portiamo il computer alla polizia. Ok?

 Zolphy02: Sofia Merini.

 Nicky the Witch: Nicoletta Traglia.

 Brillantina: Cicciolina.

Nicky the Witch: la monotoniaaaaaa

Brillantina: M4R$&a G40Hola

Nicky the Witch: non si capisce un cazzo

Brillantina: n==n r1%sc0 piùùùùùù sc!vvere.

Nicky the Witch: senti, se ce la fai, prova a scrivere il tuo nome.

Brillantina: .

 

Sofia pensò, a quel punto, che non potevano fare altro che aspettare.

 Non lo scrisse: non avrebbe certo incoraggiato la povera Brillantina. Sembrava quasi che si stessero abbandonando al proprio destino a vicenda, no?

 A un occhio esterno, certo: loro erano solo vittime delle circostanze, avevano visto le proprie amiche sparire senza una spiegazione chiara e senza poter far niente. E senza poter contare su nessuno a parte sé stesse. Avevano fatto, stavano facendo tutto il possibile. Erano amiche, vere amiche anche senza sapere le rispettive identità, e sarebbero andate fino in fondo a questa cosa, tutte insieme. Amiche. Sì.

Ma visto che non conosceva davvero nessuna di loro, che ne sapeva che non era stata qualcuna del gruppo ad hackerare i loro vari computer? Avevano sempre pensato che quello di BlackMagic03 fosse uno scherzo o un incidente col deep web, non un attacco intenzionale.

 E come poteva? Loro erano solo un gruppo di scrittrici! Non facevano robe davvero pericolose, tipo droga o sesso o gruppi pro-ana! Sua madre l’aveva sempre messa in guardia riguardo a profili falsi e gente che ti può adescare su internet, ma in un gruppo di scrittura creativa? Raccoglieva solo ragazzi di un certo livello, avrebbe dovuto essere immune!

 Certo, non era sicuro che l’hacker fosse una di loro. Non era nemmeno sicura di quale: Black era stata la prima ad essere attaccata, ma magari l’attacco era partito dal computer di una delle altre, che poi si era finta vittima a sua volta. Sofia pensò all’improvviso che qualcuna avrebbe potuto proporre di incontrarsi fisicamente, per affrontare il problema faccia a faccia … se avesse ricevuto un invito simile da Nicky, avrebbe rifiutato a prescindere: all’inizio avrebbero avuto la forza numerica dalla loro e facilmente smascherato la talpa, ora un incontro poteva essere solo preludio a un adescamento.

 O forse no, forse in quel caso l’avrebbe solo contattata una Nicky spaventata e in cerca di conferme, ma lei avrebbe dovuto rifiutare lo stesso, per precauzione. Merda, ma perché era iniziato tutto quello? Non poteva succedere a qualcun altro, cazzo? Lei non sapeva cosa fare!

 

Brillantina: il contenuto di questa immagine è stato rimosso in quanto viola gli standard della comunità di Facebook.

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Brillantina: 4ppars! Grafffffffffffffffiti davanti c4sa.

Brillantina: .

Brillantina: i m1ei mi h4nN0 vietato d! uscir& la s£ra.

Brillantina: E’ un peccato, dovrò ingegnarmi diversamente per darla in giro. A voi intanto, do questa! ♥ il contenuto di questa immagine è stato rimosso in quanto viola gli standard della comunità di Facebook.

Brillantina: .

Brillantina: app4rs1 GRAFF!TI D4vant/ univ3rs/t4. Dix=no che sc0po co1 prof.

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Brillantina: c0nvoc4ta dal pr£sident6 dek cors0 di l4urea per i gr4ffffffffffff!ti. Non ha chiesto dimostrazioni pratiche della veridicità, purtroppo.

Brillantina: .

Brillantina: .

Brillantina: rag4zze scr!vet& qualkosa. M1 sembr4 d/ esser£ in v&trinàààà 1n att&sa di cr£pare. & orrìbile.

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Brillantina: Scr1v&&&t3.

Brillantina: .

Brillantina: .

Brillantina: .

Brillantina: f4nculo ttttt3 v0i.

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Brillantina: !niZiA st4lKing. belLo av3re Qualcùn0 cHe m! coNs1derA.

 Brillantina: .

Brillantina: n=n p0SSsSSSSs0 sk4 pppar &. F0tTet&v! tutT£.

 

Sofia avrebbe voluto rispondere a quei messaggi, davvero. Ma se la situazione fosse peggiorata? Se tramite i messaggi, l’hacker fosse riuscito a risalire a loro?

 Del resto, non era ancora stata attaccata. Forse quel tizio non era così pericoloso come avevano pensato? Se non avesse più risposto, le avrebbe lasciate in pace? E comunque, chissà che avrebbe risposto a un qualsiasi tentativo di conforto a Brillantina. Non rispondere era stata la mossa migliore, chiaramente non c’era altro da fare.

 Doveva essere stato lo stesso ragionamento di Nicky, e sapere di non essere l’unica a pensarlo la confortò.

 Nei giorni seguenti, Brillantina non pubblicò più nulla da nessuna parte, come Black e Kiki prima di lei. Sofia controllò su internet eventuali articoli relativi a ragazze universitarie accusate di essere andate a letto con i docenti, ma ne trovò fin troppi, localizzati in tutta Italia.

 Il che, a pensarci bene, forse era un bene: se nessuno aveva notato connessioni tra i vari casi, voleva dire che non era successo nulla di davvero grave. Tipo, nessuno parlava di un serial killer che ammazzava ragazze dopo aver rovinato la loro reputazione. Le altre dovevano essere vive, qualunque fosse la ragione per cui nessuna aveva più risposto (da Black, erano passate diverse settimane). Espose questa sua teoria a Nicky, e ne ricevette approvazione.

 

 Nicky the Witch: quindi finché c’è vita c’è speranza. Al massimo ci rimetteremo i computer, immagino

 Zolphy02: eh già. Magari riusciremo pure a ritrovarci tutte, una volta che ne avremo di nuovi?

 Nicky the Witch: sicuro. Siamo amiche, del resto, non lasceremo un cazzo di hacker mandare a puttane tutto il divertimento che abbiamo avuto insieme.

Zolphy02: quindi è deciso. Io direi di cancellare ancora i nostri account, così ricominceremo daccapo coi nuovi computer e saremo completamente irrintracciabili.

Zolphy02: ma anche le varie password email, Facebook, eccetera.

 Zolphy02: Nicky ci sei?

 

 Passò circa un quarto d’ora prima della risposta.

 

 Nicky the Witch: frfurwroif2rorfo3

 

 Sofia chiuse la chat. Ecco la penultima. Poi sarebbe toccato a lei?

 

Nicky the Witch: Ciao troietta? Perché non mi rispondi? Mi fai sentire trascurata!

 Nicky the Witch: ti mando questa come offerta di pace? Il contenuto di questa immagine è stato rimosso in quanto viola gli standard della comunità di Facebook.

Nicky the Witch: .

Nicky the Witch: .

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Nicky the Witch: .

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Nicky the Witch: c0mPar$! I grRrrRrrafiTì d4vant7 a ca$a.

Nicky the Witch: .

Nicky the Witch: .

Nicky the Witch: 0gGi a che a Sqòl4. G&nItoR1 inc4zZatisSim1. ScR!v7 qualkooos4.

Nicky the Witch: .

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Nicky the Witch: $crIvi pER fav0Re. N&s$Uno m! paRlA piùùùùùùùùùùùùùùù. N0n ce l4 faCcio.

 Nicky the Witch: .

Nicky the Witch: .

Nicky the Witch: .

Nicky the Witch: .

Nicky the Witch: mI Arr1Van0 soLo insUlti. D4 in$sgnaNtI, cpMp4gNi kLa$$$$$$&, geN1TorI, tTttttttttttTi. V0gLi= paRl4Re con Q§aLCUno.

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Nicky the Witch: In!Ziat= $TalKing, ScRivi. N0n c& lA f$cccciiio pùùù.

Zolphy02: ma scrivere cosa! Cosa c0è da sscrivere! Che ne so di chi mi rispinde! Credi che non stia uscendo di testa, io? E’ quello he abbiamo fatto anche con le altre! Sembra di stare ins silenzio a vedere qualcino crepare! Loodio, cazzo! Vaffanncueko, Vaffajncolu, cazzo, hacker di merda, chje ti abbiamo fatto di male! Fottiti!

Nicky the Witch: Dovresti prendere corsi di gestione della rabbia. Lasciarla così incontrollata potrebbe condurre a problemi in età adulta. A parte la troiaggine di tutte voi, s’intende.

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Nicky the Witch: st$ P&R F!n)R%, AdeS$$$o e Tuo

 

Da quel momento in poi, nel loro gruppo regnò il silenzio più assoluto.

 A Sofia non passò neanche per la testa di fare nuovi post, non le avrebbe potuto rispondere nessuno. Ora era solo questione di tempo.

 In un momento migliore, avrebbe definito la sua vita simile a quella di un agente segreto in missione speciale: fingeva di essere normale a casa e a scuola, e viveva aggrappata al computer e ai notiziari. Al primo, scriveva cose a caso, per controllare il momento in cui la tastiera avrebbe cominciato a dare di matto; nei secondi, aspettava che venisse fatto il nome di Nicoletta Traglia.

 Finchè non accadde.

 Nicoletta Traglia, diciassette anni, morta di overdose di eroina. Servizio su come la famiglia non immaginasse nulla, su come pensassero che Nicoletta fosse sempre stata una ragazza tranquilla e studiosa, su un episodio di bullismo che coinvolgeva dei graffiti e sui giovani d’oggi sempre più vuoti e soli e allo sbando e interessati a cercare rifugio in un divertimento facile.

 Nicky the Witch aveva sempre criticato chi usava droghe, sia all’interno delle sue storie che nelle discussioni in chat. Non aveva senso. Allora aveva mentito a tutte loro? Quella ragazza che era stata loro amica cos’era, un maschera? Oppure era una soluzione recente, cui si era rivolta per scappare a quel che le stava succedendo?

 Oppure, non era più probabile che qualcuno l’avesse costretta ad assumere la sostanza?

 Nicoletta Traglia … e non poteva essere un’omonima, si era parlato dei graffiti … era morta. Quindi dovevano essere morte anche tutte le altre. E sarebbe morta anche lei, Sofia.

 No.

 Cioè … no. Lei non poteva morire. Non riusciva neanche a concepire l’idea della morte, della sua morte. Come si era passati da un hacker pestifero che faceva scherzi di pessimo gusto a morire?

 No, l’avrebbe impedito. Le ragazze non erano riuscite a parlare con nessuno, ma lei non avrebbe fatto lo stesso errore. Avrebbe acchiappato sua madre, suo padre, sua sorella, chiunque fosse a portata di mano.

 Si alzò dalla sedia, e scese le scale fino al soggiorno al piano di sotto. Trovò sua madre semisdraiata sul divano, intenta a chattare con qualcuno su Facebook. Sofia rimase qualche istante in piedi a fissarla, prendendo ampi respiri, cercando di capire come introdurre un argomento simile.

 “Che c’è?” sua madre le risparmiò la fatica. “Hai avuto problemi a scuola? Hai preso brutti voti?”

 Sofia scosse la testa.

“Ti sei fatta mettere incinta da qualcuno? Hai preso qualche malattia?”

 “No!”

 “Ti droghi?”

 “No!”

 “E allora che hai da stare lì impalata?”

 Sofia cercò di mettere in fila le parole necessarie. Non ci riuscì.

 “Ho avuto dei problemi con il gruppo di scrittura” fu tutto quello che le uscì.

 Sua madre sbuffò. “Quelle cose inutili te le sei volute tu e te le gestisci tu, va bene?”

 L’attenzione della donna tornò alla sua chat. Sofia provò a parlare, a spiegare che la situazione era fottutamente seria qui, ma non le uscì nulla. Era come se qualcuno le stesse infilando a forza una pallina da tennis in gola, impedendole di parlare e facendole far fatica anche solo a respirare. Girò sui suoi tacchi, e tornò in camera sua.

 Lì si lasciò sfuggire un singhiozzo. Possibile che non fosse riuscita a parlare a sua madre neanche in quel frangente? Non era una semplice richiesta di attenzione, qui rischiava di farsi ammazzare!

 Lei ci aveva provato, cazzo … ma perché a sua madre poteva fregare solo dei suoi voti e della sua reputazione? Non parlava mai d’altro! Non gliene fregava di altro!

 Suo padre: cercò di parlargli quella sera, quando tornò da lavoro, ma la degnò a malapena di un saluto prima di andare a chiudersi nel suo studio a fare chissà cosa. Ma da quando cazzo la sua famiglia era così, piena di gente che si isolava e si salutava a malapena? E facevano tante critiche a lei!

 Sua sorella maggiore era fuori sede, a studiare per l’università. Provò a mandarle un messaggio su Whatsapp, spiegandole solo che aveva avuto un problema grosso, ma ricevette il consiglio solo di parlarne con un insegnante, che lei aveva troppo da fare con lo studio.

 Un insegnante, grazie al cavolo: l’avrebbero presa per un’esagitata, se avesse detto loro che c’era un serial killer sulle sue tracce. Se poi avessero iniziato coi graffiti, probabilmente la sua reputazione sarebbe scesa anche più in basso di quanto già non fosse, quindi quale dei suoi compagni avrebbe voluto associarsi con lei per aiutarla?

 Sofia era una cretina: non riusciva a fare altro che stare lì, a cercare di piangere il più silenziosamente possibile, a picchiettare sulla tastiera per metterla alla prova. A un certo punto, smise di funzionare.

 

La ragazza non fece neanche troppo caso alle varie email che ricevette dai vari gruppi internet cui era iscritta, che la informavano di ban temporanei o permanenti per la sua condotta aggressiva nei confronti degli altri utenti e per aver postato contenuti non idonei.

 A un certo punto le era venuta la tentazione di chiedere aiuto alla massa del web, ma le avrebbero sicuramente dato della stupida, e anche se le fossero arrivati consigli, non avrebbe potuto leggerli per via dei ban imminenti. Forse poteva giocarsi un’ultima carta, andare dalla polizia … ma chi sarebbe stato disposto ad ascoltarla? Nessuno aveva fatto la connessione tra la morte di Nicoletta Traglia e quella delle altre, avrebbero pensato che fosse una stupida ragazzetta in cerca di attenzioni.

 Sofia non aveva più nessuno a cui chiedere. Era da sola. Le era andata male. Era nata nella famiglia sbagliata nella società sbagliata e con gli interessi sbagliati e le amiche sbagliate, una delle quali era andata nel sito sbagliato … oppure era lei stessa una persona sbagliata nel vero senso della parola. Era fottuta. Capolinea.

“Sofia Merini! Mi spieghi da dove esce quella scritta?!”

 La causa dell’urlo di sua madre era un ‘Sofia Merini scopa in autostrada’ scritto a caratteri cubitali sulla facciata della casa dei suoi dirimpettai. No, ma davvero a caratteri cubitali. Ammirabile da tutta la strada. Come aveva fatto l’hacker a scriverlo senza, che so, impalcature o qualcosa di cui la gente si potesse accorgere?

 “Qualche coglione della mia scuola, immagino” commentò. Si sorprese di quanto la sua voce suonasse atona.

“Eh, bel coglione! Adesso sta’ a vedere che ci tocca pagare i danni ai vicini … io chiamo la scuola, giuro che se non lo beccano gli faccio un culo così …”

La scuola, naturalmente, non riconobbe alcuna responsabilità nella vicenda, siccome l’accusa era basata su una frase buttata lì dalla ragazza. E in effetti i vicini protestarono per avere un qualche tipo di risarcimento. I suoi genitori litigarono: avrebbero dovuto portare la questione in tribunale, o pagare per evitare di fare troppi casini?

 Nel frattempo Sofia, la cosa più simile a qualcuno con cui ce la si potesse prendere in circolazione, fu punita con la segregazione in casa per tutto il tempo in cui non era a scuola. Chissà cosa si proponevano di ottenere i suoi, ristabilire la sua reputazione mostrando la severità con cui era allevata?

 Naturalmente, sua madre non fece parola di tutto ciò con le sue amicizie, ma qualcuno che viveva nel quartiere fece sapere la cosa lo stesso, Sofia si beccò un’altra sfuriata per le sue brutte compagnie, e poi silenzio per diversi giorni a venire.

 La ragazza iniziò a capire quel che dovevano aver provato le sue amiche nei giorni dei loro attacchi: il silenzio sembrava quasi opprimerla fisicamente. Qui non si trattava di avere poca vita sociale o non parlare con i propri genitori, si trattava di non avere contatti umani punto. Chi era che diceva ‘nessun uomo è un’isola’? Chiunque fosse, non aveva mai neanche potuto concepire una situazione come quella.

 E Sofia sapeva che sarebbe potuta solo peggiorare: quando i graffiti fossero comparsi davanti al suo liceo la gente l’avrebbe sì notata, ma per insultarla. Decise che non valeva neanche la pena di prendersi la briga: quando vide davanti all’edificio scolastico campeggiare un grosso ‘Sofia Merini succhia cazzi a 1 euro a persona’, bigiò.

 Semplicemente, senza più l’auto di sua madre in vista, non entrò nell’edificio scolastico e imboccò tutt’altra strada, vagando senza meta per le cinque ore successive. Nonostante il suo scarso interesse per lo studio, non aveva mai saltato la scuola: era una cosa strana, andare così in giro per le strade, senza nessuna idea di dove andare, pregando di non imbattersi in amici dei suoi genitori o insegnanti in giorno libero. Avrebbe dovuto giustificare qualcosa?

 No. O la scuola avrebbe chiamato sua madre, e in tal caso la faccenda dei graffiti si sarebbe ingigantita perché sua madre avrebbe insistito per portare qualcuno in tribunale, oppure avrebbero pensato che avrebbe fatto più giorni di assenza.

 E poi Sofia non avrebbe avuto più niente da giustificare a nessuno.

 

Sofia aspettava.

 Nei giorni seguenti, non tornò più a scuola: memorizzò percorsi e luoghi della sua città che non aveva mai visto prima, scoprì nuovi negozi e scorciatoie che le avrebbero risparmiato molta strada se solo le avesse trovate prima, e in tutto questo tempo riuscì a non farsi sgamare da nessuno.

 Camminava, aspettando. Era sicura che sarebbe successo lontano da casa, dove nessuno sarebbe potuto arrivare in suo soccorso.

 Aveva già iniziato a seguirla. Passi dietro di lei, e o nessuno o più persone diverse quando si voltava. Ogni tanto trovava piccoli graffiti con sorrisi e cuoricini per lei nelle strade che attraversava più spesso. Mai che riuscisse a individuare qualcuno, però: anche quando osservava le persone attorno a lei, non c’era mai un volto ricorrente. Magari il famoso hacker era in realtà composto da più persone diverse. O magari era una specie di entità soprannaturale, che possedeva i computer. Avrebbe spiegato come faceva a oltrepassare i firewall.

 Teoria stupida, ma a suo modo più confortante dello stalking umano: faceva sembrare tutto una finzione, qualcosa di lontano. Come se lei fosse la protagonista di un film, da cui lo spettatore si sarebbe allontanato senza danni alla sua vita. O magari non aveva voglia di pensare agli umanissimi modi in cui sarebbe stata ammazzata. Che ne poteva sapere.

 Sofia aspettava.

 Camminava, con quell’unica persona che in qualche modo pareva riconoscere la sua esistenza, e aspettava che agisse. Aspettava che ponesse fine all’attesa. Aspettava che ponesse fine all’ansia.

 Aspettava.

 

 

 

 

Ladies & Gentlemen,

dopo più di un anno finalmente riprendo a scrivere storie horror, e Halloween mi è parsa la ricorrenza più appropriata.

L’idea per questa storia mi è venuta osservando certi account qui su EFP: storie abbandonate e nessun aggiornamento da mesi o anni, gente che si iscrive, lascia una o poche recensioni, e poi più niente … noi possiamo pensare che si siano stancati di scrivere o del sito, ma che ne sappiamo di preciso?

 Siamo tutti dietro pseudonimo, per quel che ne sappiamo il tizio che ha fastidiosamente abbandonato la storia che stavamo seguendo con tanto interesse è la vittima del brutale omicidio o incidente areo o attentato terroristico di cui abbiamo sentito al telegiornale. Da qui, l’idea di un gruppo di ragazze il cui non conoscersi davvero è parziale causa di una gran brutta fine (oltre alla non capacità o volontà di comunicare i loro problemi al mondo esterno).

Sperando che sia riuscita almeno a inquietarvi un pochino, ringrazio chi vorrà recensire o mettere la storia tra preferite o seguite, e auguro a tutti un buon Halloween!


  
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