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Autore: Adhafera    31/10/2018    1 recensioni
Asteria Cagnoli ha poche certezze che considera impossibili da mettere in discussione, una di queste è l'assoluta certezza che il conflitto che massacra il suo continente non la riguardi, in quanto giovane laureata in scienze Astronomiche l'unica cosa che cattura davvero la sua attenzione è il cielo. Con il coinvolgimento nell'indagine dell'apparente suicidio di sua cugina queste certezze verranno messe in discussione, facendo crollare quel velo di ignoranza che la teneva al sicuro dalla cruda realtà, realtà nella quale la sua fuga a Vienna da Torino trascinerà lei e i suoi amici in una lotta per la loro vita, facendole comprendere quanto quella guerra le abbia tolto e quanto ancora può perdere, sarà Theoderic Von Anhalt con i suoi modi glaciali ed efficienti a costringerla, per la terza volta nella sua vita, ad un brutto risveglio.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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orchidea d'autunno 1

Vienna, Austria, Febbraio 1940.



Camminando lungo i ciottoli di Elisabethstrasse con gli occhi puntati sul suolo e le narici piene di un misto di odore di neve e cioccalata, Asteria Cagnoli continuava a ripetersi che l' Austria in poco più di un anno e mezzo nel quale era stata lontana non poteva essere troppo cambiata.

Lo diceva ovviamente perché i suoi occhi, normalmente impegnati in studi assai più piacevoli di quello che riguardava il percorso da far fare ai suoi piedi senza inciampare, prestavano ben poca attenzione all'ambiente circostante, non si soffermavano né sugli edifici che negli ultimi mesi passati a Torino le erano mancati così tanti, né sulle divise tedesche alle quali non aveva ancora avuto modo di abituarsi.

La verità era che in quel momento l'entusiasmo dell'essere di nuovo a Vienna, e quindi in Austria, e quindi non in Italia, e quindi non a Torino, e quindi lontana dai suoi zii, era davvero troppo e sovrastava l'inquietudine di quel conflitto che in qualche modo ancora non la riguardava.

Insipirò profondamente prima di affondare la chiave, la sua chiave, nella serratura del suo palazzo per poi godersi la vista della scala che l'avrebbe condotta finalmente, dopo poco più di un anno e mezzo, dentro il suo appartamento.

Sì, quel momento era davvero troppo perfetto e lei troppo entusiasta per poter pensare ad altre cose.

Ah... è tornata signorina Cagnoli... alla buon ora”

la felicità così come era arrivata scomparve, fagocitata dalla bocca da anfibio della signora Haas, portinaia del suo palazzo e cane da guardia per chiunque lo abitasse, la ragazza mise su il sorriso più educato del suo repertorio, quello che le metteva in evidenza le fossette delle guance e del mento, sperando che l'esasperazione dei suoi occhi fosse meno evidente della palese scontentezza di quelli della grassa signora.

è bello vederla Frau Haas, il mio appartamento è ancora intatto?”

la risposta a quella domanda non era affatto scontata, in quel periodo in cui era stata lontana Asteria aveva ceduto il suo angolo di felicità lontano da Torino a sua cugina Angela che, con movenze maldestre, testa tra le nuvole e indole distratta sarebbe stata capacissima da sola di radere al suolo il quartiere intero.

Per miracolo, i vicini si sono lamentati del rumore che fa e poi va in giro in modo in strano... con gente strana, è una fortuna che lei sia tornata, così finalmente quella pazza scatenata se ne tornerà in Italia vero? Non vedo l'ora che passi il confine, poi c'è la questione dei nuovi inquilini dell'ultimo piano...la casa verrà riassegnata e il palazzo si riunisce per conoscere i nuovi residenti, non è obbligata a venire ovviamente... ma sarebbe meglio che fosse presente pure lei, è gente importante”

Certo... ci mancherebbe”

prima che la donna potesse farle qualche altra raccomandazione, Asteria inforcò le scale percorrendole così velocemente che rischiò di dimenticarsi che stava trascinando una valigia dietro di sé.

Giunta al terzo piano con ginocchia e caviglie miracolosamente intatte si sistemò i capelli neri, cercando di farli apparire assieme alla fronte meno sudaticci di quanto non fossero in realtà, si passò una mano sul cappotto verde per il quale sua zia le aveva fatto rischiare l'assideramento ma che le avrebbe permesso di mantenere quell'aria dignitosa che ci si aspettava da una giovane nobile piemontese di ventiquattro anni.

Bussò con insistenza, iniziando a sorridere irrazionalmente non appena sentì i passi leggeri di Angela muoversi dietro la porta, appena questa si aprì le due ragazze si bearono per pochissimi istanti della felicità che riempiva i loro volti per poi saltarsi al collo come se non si vedessero da una vita intera, cosa che in qualche modo era vera.

Ahhhh non ci posso credere sei qui!”
“Sono qui!”

Sei più alta!”
Asteria fece cenno alla cugina di osservarle le scarpe con un tacco leggermente più alto del normale suscitando una risata soffocata nella cugina maggiore che il più delle volte si esprimeva esclusivamente attraverso smorfie antipatiche.

Entrata dentro casa non si sorprese neanche un po' del disordine che regnava sovrano, ne approfittò per appoggiare la valigia e levarsi le scarpe abbandonando tutto come capitava, un po' come se il disordine fosse il modo giusto per togliersi Torino dalla pelle.

Come sta zia Elisabetta? Ti ha trattata bene? Siediti qui...”

Lo sai che non tratta bene nessuno...ultimamente neppure se stessa, grazie!”

prese e finì in pochi sorsi il bicchiere d'acqua sotto lo sguardo attento di Angela che moriva dalla voglia di sapere quello che aveva fatto nell' ultimo periodo.

Il rapporto che legava le due cugine era più simile a quello che legava due sorelle, Angela era la maggiore tra le due, con una natura che cambiava repentinamente come il clima di qualche paese tropicale, alternava gentilezza a settimane di cattiveria gratuita, carattere che unito a due occhi ramati sui quali si rifletteva inquietantemente il rosso dei capelli la rendevano un ossimoro ambulante... chiunque avesse avuto la malsana idea di chiamarla Angela doveva aver capito ben poco della sua natura, sebbene tutti dicessero che già da neonata era una creatura inquieta e scatenata, che aveva quasi ucciso sua madre venendo al mondo.

Sì me lo aspettavo, insomma una persona che si sforza di far trascorrere delle vite così miserabili a tutti quelli che le stanno attorno deve avere un po' di miseria anche per se stessa giusto?”

Non essere maligna... è stato pesante non lo nego, i miei fratelli non c'erano, con Edoardo in Giappone e Corrado chissà dove tutte le sue frustrazioni erano concentrate su di me, andare a Bologna o ad Arcetri per qualche seminario diventava impossibile”
“Credo che non abbia ancora digerito il fatto di avere una nipote laureata in Astronomia, che vive da sola e che non è ancora sposata a ventiquattro anni”

Senti chi parla!”

Non capisco perché tu abbia lasciato Vienna in primo luogo, potevi startene qui anziché passare per forza da Torino se essere vittima delle attenzioni di nostra zia Elisabetta ti turba così tanto”

Il fatto era che a turbarla non era tanto la presenza ingombrante di sua zia, che era ingombrante per chiunque in realtà, ma il fatto che ogni membro della sua famiglia, inclusa Angela nei suoi momenti di cattiveria gratuita, non perdeva occasione per farla sentire una caricatura, cosa che era effettivamente diventata.

Sin da bambina mal sopportava i riferimenti che le persone facevano al suo nome, chiamandola Stellina, figlia del cielo o in altri fastidiosi soprannomi per i quali accusava sempre il cattivo senso del giudizio dei suoi genitori. Come si fa, infatti, a chiamare una figlia Asteria e ad aspettarsi che abbia una vita facile? Non si può, a questo punto le cose da fare diventano due, o la si chiama in un altro modo, o si dà poco peso alle prese in giro altrui sperando che una volta adulta e una volta raggiunti determinati meriti tale persona venga lasciata in pace, i suoi genitori optarono per questa seconda possibilità, il problema si presentò quando gli unici meriti nei quali Asteria aveva deciso di distinguersi erano quelli riguardanti le scienze Astronomiche, ovvero lo studio del cielo e delle stelle, trasformandosi inesorabilmente nella caricatura di se stessa.

è arrivata questa a proposito” Angela le porse una lettera distrattamente, per poi toglierle il bicchiere da davanti e lasciarla da sola seduta al tavolo della cucina “Quasi una settimana fa, non sapevo che farci così l'ho lasciata chiusa, temevo che se te l'avessi rispedita a Torino non ti sarebbe arrivata in tempo”

la cugina si voltò di nuovo verso di lei, giusto in tempo per cogliere in suo volto pervaso da un altro sorriso smagliante e sgargiante, come sei i pori stessi della sua pelle trasudassero positività. Asteria conosceva bene l'indirizzo e il mittente di quella lettera e il suo contenuto non aveva fatto altro che renderla ancora più di buon umore rispetto a prima, quella giornata le stava regalando una tale varietà di emozioni positive che si ritrovò a sperare che non durasse solo per ventiquattro ore.

Allora?”
“Allora cosa?”

Angela le levò la lettera di mano, permettendole di mettere da parte il suo entusiasmo e di affrontare quella piacevole situazione con calma e compostezza, gli eccessi, positivi o negativi che fossero, non erano molto amati dalla cugina o da nessuno della sua famiglia in generale, se ne era quasi dimenticata Asteria mentre leggeva quelle poche righe che le erano state recapitate dalla facoltà di Scienze, Fisica e Astronomia di Vienna.

Chi è questo Niklas Gruber? Un tuo ammiratore segreto?”

Sì... un ammiratore di 58 anni che vuole vedermi alla mia vecchia facoltà”

Prego?”

Asteria aveva l'abitudine di prendere in giro Angela quando questa mostrava di viaggiare un po' troppo con la fantasia, eppure questo suo atteggiamento anziché convincere la cugina che era opportuno stare con i piedi ben saldi al terreno sembrava incoraggiarla a sparare assurdità sempre più grosse.

è uno dei miei ex professori... credo che voglia offrirmi un lavoro come assistente, è per questo che sono tornata in Austria di corsa”
“Confortante sentire quanto io ti sia mancata cuginetta! Davvero confortante... aspetta ma ci vai adesso?”
“No assolutamente no, Edel e Kurt mi aspettano e se avessi dato la precedenza a qualcun altro Edel sarebbe capace di riportare in vita l'impero Asburgico solo per radere al suolo il nostro palazzo”

Non ti lavi via di dosso manco l'odore della stazione così”

Oh non credo che si scandalizzeranno per così poco... ci vediamo tra qualche ora al massimo e stasera ci prepariamo qualcosa di buono o andiamo da qualche parte... decidi tu d'accordo?”

stampò un bacio sulla guancia della cugina che la accompagnò alla porta, fu quando era sul punto di uscire che Asteria notò la pianta di orchidea abbandonata sul loro pianerottolo senza biglietti e senza indirizzi, ma appena vide Angela che la tirò dentro nascondendola furtivamente dentro l'appartamento scoccò un'occhiata tutt'altro che disinteressata al volto della cugina improvvisamente pallido e teso.

Ma guarda guarda! E menomale che ero io quella con gli ammiratori segreti...chi la manda?”

Nessuno di importante...”

Sì Angie certo...come no ahahahah”

la tensione nel volto di Angela era davvero divertente, sua cugina non era il tipo di persona che parlava della sua vita sentimentale, in quelle rare occasioni nelle quali sembrava averne una, e per una volta Asteria voleva godersi appieno l'opportunità di punzecchiarla come era opportuno e legittimo in quella circostanza.

Ti dico che non è nessuno di importante davvero...anche se dovrò trovare una sistemazione per tutte queste orchidee... stanno diventando davvero troppe”
“Ce ne sono altre?”

Ho la cemera piena e le sto sistemando anche in quella di tuo fratello”

Quindi quando verrà a trovarmi che faremo? Lo sistemeremo con i fiori?”

Angela la spinse fuori di casa tenendo la porta aperta con un piede e cercando allo stesso tempo di sistemare la pianta sulla credenza dell' ingresso, furono attimi di puro terrore nei quali Asteria iniziava a fare i conti con le due possibili opzioni che quella situazione le lasciava: sua cugina che si spezzava il collo cadendo e sua cugina che distruggeva la credenza nel tentativo di non cadere.

Inutile dire che, alla fine dei conti, per lei era certamente meglio la prima opzione.

Sei in ritardo, vattene dai tuoi amici, divertiti, prenditi una cioccolata...mercato nero permettendo e torna ad un'ora decente così possiamo cenare assieme”

Devi dirmi chi è il misterioso uomo delle orchidee più tardi, non accetterò scuse e cerca di non distruggere l'appartamento”

Asteria si lasciò alle spalle il viso scomposto e ancora un po' pallido di Angela che non sembrava troppo incline a dare spiegazioni su quello che pareva essere un ammiratore ormai non troppo segreto. Scese le scale di corsa incrociando per qualche istante il viso contratto in una smorfia di disapprovazione di frau Haas, prima o poi quella donna le avrebbe buttate entrambe fuori di casa risparmiandosi perfino il biasimo delle persone che le stavano accanto.

Si rituffò nel gelo pungente di Vienna, quel freddo che le era così tanto mancato nel periodo che aveva trascorso a casa, guardandosi di nuovo attorno per esser certa di essere di nuovo a casa si incamminò per la vastità di elisabethstrasse col cuore trepidante all'idea di incontrare di nuovo coloro che erano di fatto diventati la sua famiglia in quella città sconosciuta.


***


C'erano tante cose che guastavano senza possibilità di rimedio l'umore cangiante e incostante Edelweiss Lechner, la pioggia debole e fitta ad esempio, o il ritardo, o la poca accuratezza nel fare ciò che desiderava, o il non mantenere la parola data, non c'era dunque da stupirsi se in quel particolare momento, in cui la pioggia aveva iniziato a cadere debole e fitta fuori dal caffé nel quale si era data appuntamento con amici che non vedeva da tanto i quali, tradendo la parola data, avevano deciso di farla aspettare ormai cinque minuti in più rispetto all'orario stabilito. Fu dunque naturale per lei esibire una smorfia di disappunto non appena la figura leggermente minuta e visivamente accaldata di Asteria Cagnoli fece il suo ingresso nel luogo designato per il loro incontro, si rese conto di aver aggiunto giusto un' ombra minacciosa di troppo quando l'espressione dell'italiana più mortificata del previsto le fece improvvisamente dimenticare tutti i nefasti propositi che si era ripromessa di portare a termine.

è passato un anno da quando ci siamo viste l'ultima volta...e tu hai anche il coraggio di farmi aspettare?”

Edel le fece cenno di sedersi spostando la sedia di fronte a lei con un movimento del piede e Asteria non se lo fece ripetere due volte, si abbandonò distrattamente sul velluto rossiccio senza curarsi neanche di appendere il cappotto a uno degli attaccapanni che erano stati resi disponibili all'ingresso, si concesse una breve occhiata all'ambiente circostante prima di affrontare lo sguardo glaciale della sua amica

Lo so, lo so, ti prego non farmi la predica, sono già abbastanza distrutta senza, non mi sono ancora fermata un attimo, e poi dai, ti avrò fatto aspettare al massimo dieci minuti, se abituata a molto peggio generalmente... e non dirmi di no, sono certa di aver avuto più di dieci minuti di ritardo in almeno sei o sette occasioni”

Comincio a pensare che stare tutto questo tempo a casa tua ti abbia di nuovo irrimediabilmente rovinata” le disse Edel prima di allungare leggermente il collo per raggiungere la sua guancia.

Edelweiss era stata la sua prima vera amica in Austria, erano stati gli studi ad unirle per via di un progetto riguardante le stelle, Edel si occupava di storia antica, una materia apparentemente scollegata dalle normali occupazioni accademiche di Asteria eppure quando si erano ritrovate nella stessa stanza nessuna delle due aveva potuto fare a meno di iniziare a gravitare attorno all'altra. Tra le altre cose Edel divideva con lei una cosa fondamentale, ovvero un pessimo rapporto con il proprio nome di battesimo. Edelweiss era forse il più germanico dei nomi e in egual misura il meno aggraziato nonostante il suo significato e il meno musicale, ragion per cui, di comune accordo con Asteria, si presentava sempre e solo come Edel.

Allora... come sono andate le cose in Austria mentre ero via?”
“Non saprei da dove cominciare...insegno in una scuola media per ora, anche se i miei vorrebbero che la smettessi di lavorare per accasarmi e donare dei figli alla nazione, la nazione in questione inoltre non è più una nazione come ben saprai”
“Sshh” con una gomitata l'italiana costrinse la compagna ad abbassare il tono della voce appena si rese conto che diversi tra i clienti del caffè avevano iniziato ad osservarle con curiosità, e di quei tempi la curiosità altrui poteva rivelarsi fatale.

Dicevo la nazione non è più la nazione, non esiste più l'austria ma solo la grande Germania, Heil Hitler

Non era facile, non lo era davvero e Edel aveva la brutta abitudine di affrontare le cose non facili con una dose sfacciata di arrogante sarcasmo che di quei tempi non era consigliabile, ma del resto la sua intera persona era di per sé poco consigliabile ed era forse per questo che Asteria era riuscita a volerle subito così bene.

Oh sono certa che in questo clima di purezza della razza tu non avrai nessun problema” disse tirandole con misurata dolcezza una ciocca di capelli biondissimi aboccolata sulla spalla, con i suoi capelli biondissimi, gli occhi come il ghiaccio e un'affinità per diverse discipline sportive che avrebbe messo in difficoltà molti uomini Edel era esteriormente tutto quello che un bravo rappresentante della razza Ariana, termine che ancora le creava qualche difficoltà, avrebbe dovuto aspirare ad essere, certo sarebbe stato assai più semplice se il Germanico aspetto della sua amica si fosse accompagnato a un altrettanto Germanico ordine di pensieri, ma in fondo la vita non era vita se non la si rischiava con opinioni scomode espresse al momento sbagliato.

Non mi hai detto per quale motivo mi hai voluto vedere oggi a tutti i costi, insomma sei appena arrivata e io non vado da nessuna parte, potevamo rimandare se ti volevi riposare” lo sguardo colpevole che l'italiana mise su fecero assumere all'austriaca un aspetto ancora più intimidatorio di quello che aveva solitamente, ed Edelweiss era davvero molto intimidatoria.

Non me lo dire... non lo voglio sentire”
“Ho detto anche a Kurt che sarei tornata, e che mi avrebbe fatto piacere se ci fossimo incontrati tutti assieme, e questo è l'unico giorno della settimana in cui lui avrebbe potuto...ed è desolato e vuole parlare con te e visto il clima Dio solo sa dove verrà mandato la prossima volta” Asteria aveva iniziato a stringere convulsamente le mani dell'amica che non pareva troppo impressionata dalla sua confessione ricamata da scuse strappalacrime davvero niente male. Kurt era arrivato nelle loro vite poco dopo il loro incontro, giunto in Austria per ultimare le ricerche della sua tesi aveva poi deciso di fermarsi a lavorare nel paese per un medio-lungo periodo, ci sarebbe rimasto più che volentieri, uno come lui che amava la storia dell'arte e il restauro a Vienna era praticamente di casa, poi era iniziata la guerra e con la guerra era arrivata la leva, per cui dopo essere tornato in Germania per iniziare il suo addestramento era stato dislocato ironicamente proprio nella capitale. Non era un cattivo ragazzo, era solare, allegro, inopportuno e un po' troppo espansivo... in sostanza non molto tedesco e fino a poco tempo prima lui e Edel andavano d'amore e d'accordo, situazione che era cambiata tragicamente con i fatti concomitanti all' Anschluss che aveva visto Kurt come soldato semplice della Wermacht e Edel come ordinaria civile che aveva visto il suo paese sparire dalle cartine nel giro di poche settimane.

Quindi ci degnerà della sua presenza immagino...evviva”

Edel non essere severa...c'è la leva obbligatoria cosa ti aspettavi che facesse? Che si facesse arrestare?”

Per quel che mi riguarda poteva anche farsi fucilare”

Non lo pensi davvero”
“Certo che lo pensa davvero”

nel voltarsi Asteria fu sorpresa del cambiamento del suo amico e un leggero sussulto provenire dalla bocca di Edel le fece intendere che no, lei non pensava davvero quello che diceva, Kurt sorrise lievemente alle due ricambiando lo sguardo dolce dell' Italiana ma evitando saggiamente il confronto con Edel la quale sembrava sul punto di mangiarlo vivo. Non era cambiato molto, era sempre alto uguale anche se la divisa lo slanciava di più, aveva sempre le mani grandi forse leggermente meno delicate visto l'addestramento, le sopracciglia folte e scure che facevano sembrare i suoi occhi ben più chiari di quanto non fossero in realtà, i capelli castani coperti da una copricapo militare e qualche medaglia appuntata nel petto, segno evidente di una recente promozione. Non erano sorprese, di quei tempi le promozioni erano abbastanza comuni, sono il risultato di nervi saldi in situazioni di pericolo e in una guerra è necessario avere entrambi per non farsi ammazzare.

Sei venuto!”
“Scusa per il ritardo Schatzi” lo disse con una dolcezza così disarmante che abbinata a quegli occhi tristi avevano sciolto il cuore perfino di Edel che per un brevissimo istante esitò sulla figura del ragazzo con una punta di senso di colpa negli occhi, espressione che mutò di nuovo prima che Kurt potesse riuscire a liberarsi dall'abbraccio di Asteria per poterlo notare.

Allora signor soldato, cosa ci racconti?”

E Kurt raccontò, facendo uscire dai polmoni una quantità di informazioni tali che a fatica Asteria e Edel riuscivano a stargli dietro, non che lo biasimassero, erano perfettamente consce che tra addestramento militare, arruolamento e guerra Kurt fosse quello con più bisogno di sfogarsi, i drammi familiari di Asteria non potevano competere con l'avere a che fare con sangue e cadaveri, così come non poteva competere il senso di inadeguatezza di Edel che storceva il naso mentre passava per strada osservando tante divise uguali a quella del suo amico. Per Edel non era facile, sentirsi in colpa per Kurt e allo stesso tempo usarlo come capro espiatorio per mettere a tacere quella vocina che le diceva che il suo paese non sarebbe più stato come prima, anche se c'era da ammettere che lei si metteva molto d'impegno per mortificare il ragazzo ad ogni parola sbagliata che pronunciava.

Avete più avuto notizie di Silke da quando... beh... lo sapete”

Sebbene la domanda fosse rivolta ad entrambe Asteria sapeva che Kurt più che a Edel stava chiedendo a lei, Silke Von Anhalt era forse la sua più vecchia amica, o perlomeno quella con cui aveva mantenuto il rapporto più stretto nel corso del tempo, lei e suo fratello Theoderic, Eric per tutti e Theo per sua sorella, passavano sin da bambini le vacanze in trentino in una tenuta non troppo lontana da una delle case della sua famiglia, si erano incontrate per caso e per caso si erano perse nel bosco, erano bastate poche ore assieme nelle quale Silke non parlava italiano e Asteria non parlava tedesco ma in qualche modo erano riuscite a cavarsela, solo a fine giornata Theoderic era riuscito a recuperarle. Per molto tempo Asteria si chiese se non fosse stato proprio quel momento a mandarle in pappa il cervello facendole definitivamente perdere qualsivoglia forma di buonsenso per quanto riguardava gli uomini, il fratello di Silke era il genere di persona attorno alla quale chiunque avrebbe desiderato gravitare e quando le aveva soccorse entrambe Asteria rimase così impressionata che lo avrebbe volentieri scambiato con entrambi i suoi di fratelli, solo col tempo avrebbe compreso che non sempre la prima impressione è quella giusta, e che non è mai troppo tardi per cambiare idea.

...no... e dubito che lei voglia averne di mie, non che non abbia provato, ho provato eccome. Ho scritto spesso all'indirizzo della sua famiglia in germania e anche in trentino, ma non ho mai ricevuto una risposta, credo che abbia ancora bisogno di tempo, comunque non escludo che possa ritornare qui a Vienna ora che finalmente il fratello si è levato di torno”

Questo non è propriamente esatto”

Che vorresti dire scusa?” ad Asteria non piaceva affatto quando le sue aspettative venivano disattese e amava ancora meno che qualsiasi fatto che implicava l'avere Theoderic Von Anhalt lontano da lei fosse messo in pericolo da un banale non è propriamente esatto.

Cercò di non dare a vedere il fastidio fisico che quella situazione le creava, eppure non riusciva a darsi pace e se Kurt non si fosse sbrigato a darle una più che convincente giustificazione sarebbe passato dal non propriamente esatto al non propriamente vivo.

Come sapete sono parecchie le unità dell'esercito tedesco che sono state traferite in Austria”

Ho come la sensazione che il resto di questa conversazione non mi piacerà per niente”

Non vorrei implicare niente... insomma potrebbe anche essere stato mandato da qualche altra parte, io stesso verrò ricollocato tra poco per...lasciamo perdere, quello che voglio dire è che non è assolutamente improbabile che il membro di una famiglia influente come i Von Anhalt venga mandato in una zona tanto importante per il Reich”

Tu mi hai fatto prendere un colpo solo per una tua supposizione?”

Kurt non ebbe davvero il cuore di comunicarle che no, Theoderic Von Anhalt non aveva per niente lasciato l'Austria definitivamente, tutt'altro, ma non voleva neanche morire per mano di una delle sue più care amiche, specialmente quando già Edel mostrava un atteggiamento molto poco accomodante nei suoi confronti, per non parlare del fatto che non poteva di certo infischiarsene degli ordini e della discrezione e sbandierare in un caffè nomi e cognomi di un membro del Reich appena dislocato. Vienna era grande e l'Universo era magnanimo, le possibilità che Asteria si imbattesse di nuovo in Theoderic nei suoi tragitti dal suo appartamento alla facoltà di Astronomia erano davvero piccole, non inesistenti ma quantomeno improbabili.

Senti lascia perdere e non ti preoccupare... ah maledizione”
“Che c'è?”
“Niente, è solo tardi, devo ritornare dal mio reparto...ma ci rivedremo presto...sempre che voi lo vogliate”

Certo che lo vogliamo!” l'entusiasmo di Asteria non rispecchiava appieno quelle che erano le intenzioni di Edel, che si decise a fare una sorriso molto poco convincente solamente quando il gomito dell'amica minacciò l'incolumità dei suoi fianchi che quel pomeriggio era stata già messa a repentaglio diverse volte.

Le due osservarono l'amico mentre si allontanava lasciandole indietro e l'italiana non poté fare a meno di sentire una leggera stretta allo stomaco, improvvisamente la freddezza di Edel non le pareva più così fuori luogo, erano passati dal parlare di università, vacanze estive e famiglia al parlare di arruolamenti e occupazioni, se appena tornata quella mattina era certa che quella guerra non l'avrebbe toccata più di tanto adesso non ne era più così sicura.

Ti va se ci facciamo preparare qualcosa per cena? Visto che ormai è così tardi?”
“Vorrei ma ho giurato ad Angela che sarei tornata a casa per cena... ma puoi sempre venire da me, quello che basta per due basta anche per tre, soprattutto quando cucina lei”

Edel sorrise ripensando ai racconti che aveva sentito sulla svampita e aggressiva cugina dell'Italiana, in effetti quando Edel pensava agli italiani era proprio persone come Angela che si immaginava, di certo non come Asteria, le due si avviarono fuori dal caffé infilandosi nel primo taxi disponibile. Giunte in prossimità di Elisabethstrasse Edel iniziò a guardarsi attorno con eccitazione,non era un segreto che quel quartiere fosse fosse uno dei migliori di Vienna e per lei restava ancora un mistero il come i due fratelli della sua amica fossero riusciti ad acquistarle un appartamento di più che confortevoli dimensioni proprio in quella strada.

Mi piacerebbe conoscerli”
“Chi?”
“I tuoi fratelli... devono essere in gamba se sono riusciti a fare tutti questi soldi”
“Hanno quel che si chiama naso per gli affari e hanno ereditato un sacco di roba, ma credimi se ti dico che non ti perdi niente”

le due si infilarono nel palazzo sfregandosi le mani nel tentativo di scacciare il freddo, Edel seguì l'amica che aveva già inforcato le scale incurante del rumore molesto che proveniva dai suoi stivaletti, era certa che la signora Haas, altro personaggio curioso dei racconti di Asteria, non sarebbe stata felice di essere disturbata.

Accidenti non ci credo”
“Che ha fatto Angela?”

le due si fermarono di fronte alla porta spalancata della casa notando diverse luci accese venire dall'interno, Asteria visibilmente irritata per una tale mancanza di attenzione entrò in casa scaraventando gli stivaletti nell'ingresso, certa che Edel avesse assistito a comportamente ben peggiori della sua mancanza di educazione.

Angela...Angela maledizione dove sei?”
“Ma tua cugina è sempre così distratta?”
“Macché anzi, cioè è distratta il più delle volte, ma non lascia mai tutto aperto... Angela?”

incurante dell'aria improvvisamente sospettosa dell'Austriaca Asteria continuò a girare a vuoto nell'appartamento, passando una alla volta tutte le stanze, cominciava a capire perché la signora Haas avesse sua cugina così tanto in antipatia, la distrazione era una cosa ma l'irresponsabilità un'altra, e non fare attenzione neanche alla porta di casa non era di certo il genere di cose che una portinaia faceva passare inosservate.

Asteria la cucina!”

Prestando di nuovo attenzione all'amica l'italiana ripercorse il tratto della casa che le separava per poi accorgersi del leggero luccichio di uno dei fornelli, iniziando a farsi prendere da una leggera inquietudine entrò nella cucina buia notando quello che doveva essere un pentolino del té abbandonato su un fornello con l'acqua che ormai colava lungo il mobile della cucina, ma non fu quella la vista che la atterrì maggiormente, tentò di urlare appena vide il corpo esanime di sua cugina sul pavimento ma quello che uscì dalle sue labbra fu solo un rantolio disperato, abbastanza per attirare l'attenzione di Edel che, una volta accesa la luce della cucina, sbiancò alla vista del corpo di Angela accasciato a terra.

No, no no no no... Angie” Asteria invocò il nome della cugina come una preghiera, sentendo la presa forte delle mani di Edel avvolgerle le spalle, l'amica sembrava volerla tenere lontana da quello che rimaneva dell'allegria di sua cugina, un corpo freddo, immobile e rigido abbandonato su un pavimento altrettando freddo, immobile e rigido.

Cristo Santo...dobbiamo chiamare qualcuno, e tu devi allontanarti”
“Non posso, non posso serve un medico...chiama la signora Haas, ci serve un medico”

Asteria... Asteria guardami, non serve un medico, non più...ci serve la polizia”

osservò gli occhi dispiaciuti e decisi di Edel, che in qualche modo riusciva a tenere in controllo in quella situazione orribile, eppure le premure della sua amica non erano in grado di ridurre la brutalità delle sue parole... parole giuste... a loro non serviva un medico, i medici servono per i vivi, loro avevano appena rinvenuto il cadavere di sua cugina nella cucina di casa sua e nessun medico del mondo avrebbe potuto farci niente.

Asteria rimase inginocchiata sul pavimento a guardare per qualche altro istante il viso con gli occhi ancora aperi di Angela, pochi secondo dopo sentì la porta di casa sua socchiudersi, segno evidente che Edel doveva essere uscita per cercare aiuto, segno ancora più evidente che quello che stava affrontando non era un incubo ma la realtà.

   
 
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