Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: ManuEL73    31/10/2018    1 recensioni
Royce Rollster è un 29 enne inglese naturalizzato statunitense trasferitosi in Transilvania per motivi di lavoro. L'agenzia per cui lavora va molto forte in tutto il mondo, ma hanno bisogno di sfondare anche in Romania per detenere il record mondiale di entrate e uscite. Royce ha tutto: soldi, donne, e un ambiente dove puo’ rilassarsi e fare quel che gli pare e piace. E’ molto popolare tra le donne dato il carattere molto aperto e solare, oltre che al suo fascino irresistibile nel circondarsi di auto di lusso. La sua vita è un misto tra movimentate serate a base di donne ed alcol e la monotona vita dell’impiegato in ufficio Promozioni di Agenzia di viaggi All ‘round the World. C’è una sola cosa che gli impedisce di vivere la vita correttamente: è un vampiro.
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Finito il cocktail di sangue, Royce si era messo a navigare col cellulare su Google Maps alla ricerca di altre agenzie di viaggi, e la cosa era confermata: in Transilvania ed in tutta la Romania non c’era un straccio di agenzie di viaggi. Intanto aveva ricevuto un messaggio da una sua amica, a cui aveva prontamente risposto.
  • Royce!!! Che stai facendo di bello??
  • Sono in viaggio bellissima, tornerò tra un annetto.
  • Oh mio Dio ma davvero? Peccato
  • Non preoccuparti sto bene, ci vediamo!
  • Già te ne vai? già mi manchi!! :(
 
Qualche minuto dopo gli era arrivato un altro messaggio ancora, e da un’altra sua amica:
  • Ho un problema.
  • Ehi dolcezza! Dimmi tutto
  • Mi sento strana, non è che per caso si era rotto il preservativo, qualche settimana fa?
  • Ero lucidissimo, non ti succederà nulla!
  • Lo spero per te, altrimenti ti ritroverai la sorpresina.
Royce aveva riso leggendo l’ultima risposta. Il suo dopotutto era un auto controllo non soltanto per il sangue, ma anche per il sesso. Sapeva perfettamente come controllarlo, se uscire o rimanere dentro all’eventualità. Ed in ogni caso, andava a periodi. Ci sono settimane in cui lo faceva a volontà, così tanto che prima di arrivare a destinazione, ci volevano minuti e minuti. A volte, non ci arrivava proprio a destinazione, e quando era quello il caso, nonostante si sentisse eccitato, non ce la faceva proprio, e finiva per sbattere la partner facendole provare piacere per oltre un’ora. Ci sono anche casi in cui non era per niente eccitato, ma riusciva comunque a farlo drizzare. Era capace di reindirizzare il sangue verso il membro a comando. Finito il drink, Royce si era preparato per andare a dormire, mettendosi un pigiama piuttosto curato. Cominciava a fare freddo, di conseguenza indossava una maglia a maniche lunghe di lana dal colore beige, non troppo imbottita perché in ogni caso aveva delle coperte su cui mettersi sotto. Stessa cosa per i pantaloni, in tinta con la maglia ma con delle striature nere. Il letto si intonava col suo essere vampiro, difatti si cominciava dalle lenzuola di un marrone più scuro, arrivavano a metà con delle coperte nere, ed infine delle decorazioni tribali rosse.
 
 Era Lunedì mattina, e Royce si era alzato alle cinque in punto. Sapeva essere molto puntuale agli appuntamenti, ma questo era un caso particolare, perché si trattava di farsi ricevere da un medico per la prima volta. Sapeva anche che la sanità pubblica in Romania era la più efficiente che ci potesse essere paradossalmente a quella privata che invece era praticamente assente. Royce si sentiva a suo agio negli ospedali ma allo stesso tempo non poteva fare a meno di schifarsene. Principalmente perché sapeva di andare in contro ad un’aria intrisa di batteri che potevano farlo ammalare, con tutta quella gente che starnutiva o tossiva. Era per questo che avrebbe preferito andare da un privato, ma sapendo il buon servizio della SST Romena, un tentativo era da fare. Il Serviciul de Sănătate din Huedin vantava diverse strutture tappezzate in tutta la città, anche più rispetto a quanto Royce si aspettava. Il sistema sanitario Americano era tutto un altro paio di maniche, sebbene i servizi sanitari degli Stati Uniti fossero aperti al pubblico, era comunque necessario pagare i medici per la prestazione attribuita. E non era comunque più avanzata di quella Romena. Data la scarsa economia che girava nello stato Romeno, Royce si domandava come era possibile quindi che la sanità pubblica fosse così… tecnicamente avanzata ed efficiente. Aveva appena preso un numero per mettersi in fila con una coda di dieci persone davanti a sé, per fare l’accettazione e quindi farsi ricevere dal medico. Ed il tutto, senza pagare niente. Era una cosa che Royce aveva apprezzato particolarmente malgrado avrebbe potuto benissimo sostenere la spesa con tutti i soldi che aveva. La struttura ospedaliera era costruita perlopiù da muri di vetro e alcune parti che la sostenevano in metallo e ferro, organizzate così bene da dare l’impressione di un edificio futuristico e minimalista. Poche decorazioni, ma ben fatte e studiate. L’accettazione era composta da un grande bancone a cerchio verde acqua al centro di un grande atrio che portava a diverse direzioni e corridoi. Il pavimento che circondava il cerchio era un anello di vetro. Dietro il bancone rotondo e all’interno di questo, vi si trovavano cinque infermiere che si occupavano di scritturare i documenti dei pazienti e registrarli all’interno dei server dell’ospedale. Ognuna possedeva una postazione numerata, dalla quale andare in base al proprio biglietto. Royce le stava contemplando tutte, partendo dalla sua estrema sinistra, seduto davanti a loro tra le numerose poltroncine d’aspetto. La prima era molto giovane, ben truccata con un eyeliner nero che le passava contornando gli occhi, ed un fondo tinta rossiccio. Il viso era uno di quelli che ti bastava guardarlo per farti rilassare, o… indurire, col naso piccino, una bocca altrettanto piccola, degli occhioni grandi dall’iride verde ed un taglio di capelli a caschetto. Le altre erano dalla quarantina in poi, ma a Royce non gli interessavano, preferiva quelle giovani. Lui era altrettanto giovane ovviamente, ma soltanto con l’aspetto fisico…
“Roooyce--- Rollllste?” Il vampiro stava detestando come l’infermiera che lo aveva chiamato, proprio la più anziana, pronunciava il suo nome. Con enorme delusione che il suo biglietto non coincidesse con l’infermiera più giovane, si era avviato da quella che lo aveva chiamato. “Americcano?” Gli aveva gentilmente domandato l’infermiera col suo inglese meccanico. “Sì, sono Americano.” Royce le aveva passato il proprio documento con il foglio dell’appuntamento col medico. Dopo qualche minuto di scansione del foglio di codici a barre, e qualche digitazione sulla tastiera di un PC che Royce non riusciva a vedere perché troppo dentro al bancone rispetto a lui, l’infermiera gli aveva dato via libera. “Aspetta, ma dove devo andare?” Le aveva chiesto Royce, essendo la prima volta non aveva la più pallida idea di dove il suo futuro medico fosse. L’infermiera alla fine gli aveva risposto come poteva, col poco inglese che sapeva. “Tu andare al piano quattro di ospedale qui, il nome è MALATTIE SANGUE” Royce ci era rimasto di stucco, perché del nome non aveva capito niente e le scritte sulle insegne dell’ospedale erano tutte in Romeno. Armandosi di pazienza, si era incamminato verso l’ascensore che si trovava dal lato opposto dell’atrio dove lui si trovava, passando per tutto il perimetro del grande e largo bancone tondo. Il vampiro americano pensava che se avrebbe voluto cominciare a promuovere la propria agenzia di voli, sarebbe stato necessario imparare il Romeno, o assumere una persona che sapesse già entrambe le lingue. I pulsanti dell’ascensore era tattili, gli era bastato passare il dito sopra quello per richiamarlo che questo si era illuminato.

L’interno dell’ascensore era illuminato sotto ai piedi, più che altro ai bordi del quadrato, anche questo era fatto in vetro, ma non si vedeva niente sotto perché dietro al vetro c’erano delle mattonelle decorate da striature in rilievo dal colore nero. Le pareti avevano le stesse striature in rilievo, come colline nere che si rialzano dalla pianura, dalle rientranze in basso nascoste dalle striature, cercava di farsi largo della luce soffusa. Royce stava per andare al quarto piano. Uscito dall’ascensore, il corridoio che lo aspettava era in linea con i colori dell’atrio. Abbiamo quindi un bianco onnipresente e un verde acqua per le insegne. Il vampiro stava cominciando ad attirare l’attenzione dei presenti nel corridoio, probabilmente a causa della sua chiarissima carnagione. C’era una persona su di una sedia a rotelle ed una flebo attaccata al braccio, qualche infermiera e diverse persone ad aspettare di entrare dal medico. Un’infermiera lo aveva approcciato, parlandogli in una lingua che Royce non capiva. “Io non capire!” Le aveva detto disperato, l’infermiera si era subito scusata e corretta. “Oooh! Tu inglese, me si scusa… tu bisogno aiuto? Non hai buono aspetto.” Royce pensava che è ovvio che sembra di non avere un bell’aspetto con quella pelle bianca che si ritrovava. “Anemico, anemia, capisce?” Le aveva domandato. L’infermiera lo guardava strano, come se non avesse capito quel che il vampiro le aveva detto. Royce ripeteva. “A-N-E-M-I-A.” Ma niente. All’infermiera era però venuta un’idea, e se ne era scappata via per questo. Ma non per chissà cosa, qualche minuto dopo la tipa se ne era tornata indietro con un’altra donna. “Mi dica pure.” Oltre ad essere bella d’aspetto, Royce si era sorpreso dell’inglese perfetto che l’infermiera Romena aveva sfoggiato. “Oh, finalmente. Senta, devo incontrare un certo Constantin Drahulen.” Le aveva detto Royce, leggendo il nome dal foglio che aveva in mano. “Prego, mi segua.”

Il caro vampiro aveva appena letto un nome che non gli pareva affatto familiare, ma avrebbe dovuto. Ingenuità o semplicemente aveva voglia di concludere subito la cosa? Royce quindi si era messo a seguire l’infermiera che, superando di porta in porta le varie camere dei pazienti, avevano raggiunto l’ufficio di Constantin Drahulen. La porta aveva affisso una bella targa dorata col nome per esteso come per trasmettere agli altri della propria importante posizione. Royce aveva appena aperto la porta e ciò che si era ritrovato davanti era… un normalissimo ufficio di un dottore. Un curatissimo dottore. L’infermiera farfugliava qualcosa in lingua romena al dottore, mentre salutava Royce prima di andarsene. Royce camminava con passo timido quasi non volersi sedere, si sentiva osservato da Drahulen che inizialmente gli aveva passato un’occhiataccia, come per dire “Ho scoperto già chi sei, ho sentito la tua sete di sangue vampirica già da fuori l’ufficio.” Che a proposito, l’ufficio di Constantin era molto spazioso, ai lati vi si trovavano librerie piene di libri che pareva di essere in una biblioteca, poi le linee dell’ingresso convergevano al centro dando importanza alla scrivania appostata su di un piano rialzato. “Prego, accomodati. Tranquillo, conosco i tipi come te. Anemico, vero? No, no, non c’è nemmeno bisogno che legga le carte. Scommetto che soffri anche di tachicardia.” Il già poco calmo cuore di Royce aveva cominciato a fare la maratona dei duecento battiti al minuto dopo che si era fermato un secondo a causa di un’emozione fin troppo forte per poter essere contenuta. “Dio! Mica mi avrà già scoperto? E perché è così bianco in faccia, pure lui? Dio!” Pensava Royce, avvicinandosi con un passo ancora più lento di prima alla poltrona che aveva a qualche metro più in là. “Lei deve essere veramente un bravo dottore…” Gli aveva risposto Royce con voce tremolante. Costantin cercava di restare modesto ma non ci riusciva. Mentre parlava agitava la mano su e giù con fare effemminato. “Scommetto anche che hai bisogno di qualche sacca di sangue, vero? Dai, ammettilo. Non sono niente male, eh?” Una volta raggiunta inevitabilmente la poltrona davanti alla scrivania del dottore, si guardavano occhio per occhio. Royce era ormai disperato. “Tu… tu…” Constantin Drahulen gli aveva messo una mano sulla sua spalla. Aveva ormai rotto il ghiaccio. “Ogni giorno ti svegli con una sete da paura. Non puoi saziarla senza far del male a qualcuno, ma tu sei quel tipo che diamine non farei del male ad una mosca! E quindi vieni qui, ti fingi anemico, la tachicardia ti accompagna tutti i giorni come ogni vampiro si rispetti, e supplichi sacche di sangue.”

Royce si era abbandonato allo schienale della comoda poltrona, con la testa abbassata all’indietro ed il naso all’insù. “Sei un vampiro pure tu, eh?” Dice Royce, rassegnato. “No, io li caccio, i vampiri.” Aveva risposto Constantin con un tono severo. Ma poi si era abbandonato ad una sonora risata, lasciando Royce spiazzato. “Sto scherzando, ma ti pare? Cioè vuoi dirmi che non mi hai avvertito pure tu col il mio battito accelerato?” Ritornato serio, Constantin riprendendo il ruolo di dottore, cominciava a parlargli con professionalità, brandendo una penna e afferrando un foglio che aveva preso dalla risma che aveva fatto svolazzare per poi buttarlo sulla scrivania. “Dunque, per la tua anemia ti prescrivo cinquanta sacche di sangue di tipo AB0 mentre per la tachicardia di cui ho già fatto un esame…” Constantin stava indicando l’elettrocardiogramma che aveva dietro di sé facendo l’occhiolino a Royce. “…di tipo sinusale, ogni giorno una pillolina di alcuni diversi betabloccanti che ti aiutano a rallentare quel cuore così vigoroso e bisognoso di sangue.” Non appena aveva finito di scrivere, Royce si era preso il foglio che prontamente ha letto. “Polilolo?” Constantin aveva risposto alla domanda di Royce facendogli l’occhiolino in maniera costante. “Un farmaco sperimentale fratello, vuoi mettere prendere una pillola sola che contenga tutto ciò che ti serve anziché prenderne più di una con ognuna che ha soltanto una delle medicine di cui hai bisogno? Fatta da fratelli di sangue per i fratelli di sangue.” Royce si sentiva soddisfatto. Finalmente aveva trovato quel che cercava. Ma aveva anche fatto una scoperta interessante: non soltanto il dottore e capo responsabile del reparto cardiologico era un vampiro, ma ci sono molti altri vampiri in circolazione che praticavano scienza medica e coi suoi stessi problemi. Il dottore non poteva fare a meno di domandare, analizzando Royce da capo a piedi. “Quindi, da quanto lo sei diventato?” Il vampiretto era ormai rilassato e stava pian piano snocciolandosi. “Avevo 27 anni… 3 anni fa.” Royce ricordava alla perfezione il momento in cui quella mattina si era svegliato ritrovandosi quei due minuscoli fori nella pelle del collo. Il dottore era molto curioso del suo passato, ma anche del suo presente. “Oooh, ma sei molto giovane! E cosa fai nella vita, se posso chiedere?”
“Sono un promoter, lavoro per conto di un’agenzia di viaggi, è da poco che sono qua.” Diceva Royce fiero del lavoro che faceva. “Mica male, effettivamente ci vorrebbe un’agenzia di viaggi qui. Nessuno si muove mai, il tenore di vita è troppo basso e nessuno riesce a permetterselo. Magari chissà, la transilvania rimane un luogo affascinante, perfetta per il turismo.” Royce si trovava molto d’accordo con ciò che Constantin aveva detto. “Già, ho intenzione di spingere molto anche per il turismo immigratorio. Tu invece da quanto… lo sei diventato?.”
“Da tanto. Avevo 40 anni… 118 anni fa. Una tragedia a dire il vero, una ferita pronta a riaprirsi ogni volta che ne parlo.”
“Mi dispiace… io invece so solo che… una mattina mi sveglio e puff, non posso espormi al sole e ho sempre sete. Diamine, ti sembro dispiaciuto? No, non lo sono ma ecco, non mi importa più di tanto. L’unica cosa che considero un problema è l’interminabile sete… che non c’è modo di soddisfare senza un medico…” Constantin lo guardava mentre si parlavano, con un interesse e fascino mai provati prima. Certo, ne aveva visti tantissimi di simili a Royce, ma Constantin capiva esattamente quel che aveva, e per questo provava anche una certa compassione, ed è qui che iniziavano i discorsi seri, da vampiro, a vampiro. “Dimmi Royce, hai mai ucciso qualcuno per quella sete?” A Royce era venuta la nausea, perché il solo pensiero era sufficiente a farlo star male. “No! Non ce la farei mai. Impossibile. E poi è brutto trasformare qualcun altro in vampiro. Mi faccio persino i cocktail alla frutta mischiata ad una sacca!” Constantin a quel punto solleva un punto interrogativo. “Quindi alla fine non ti piace essere un succhia sangue…” Royce diceva di no con la testa. “Non dico che non mi piace, cioè non è nemmeno vero che mi piace, ma essere un normale umano sarebbe meglio. E non mi va che qualcun altro viva la mia stessa vita a causa mia.” Il dottore alla fine saluta Royce con una pacca sulla spalla. “Mi piaci. Non tutti sono come te, sei spinto da nobili motivazioni.” Dopodiché Royce si correggeva un po’. “In realtà mi fa semplicemente schifo, trovo deplorevole mordere il collo di una persona. In parte è anche per questo.” Constantin si era messo a ridere mentre accompagnava Royce alla porta. “Anche questa è un’ottima motivazione, ah ha ah!” Prima parevano perfetti sconosciuti, anzi, addirittura c’era un sottilissimo velo di minaccia, ma i due alla fine si sono scambiati un saluto come da amici che non si vedevano da una vita.

Fuori dall’ufficio del dottore, Royce pensava. E’ ironico che l’ospedale della Transilvania, terra natia del conte Dracula nato dalle fantasie letterarie di uno scrittore, fosse in parte gestito da un vampiro. Fa capire di come a volte le storie che si credeva fossero inventate, siano in realtà trascrizioni della realtà. Che il Conte Dracula quindi fosse davvero esistito? Sarebbe stato il caso di indagare. Ma da una parte, cosa gliene fregava di un tizio morto centoventuno anni fa? Niente, ma era pura e semplice curiosità. Ed in ogni caso, casa sua era molto simile a quella in cui Dracula viveva ma non c’è nessuna documentazione esistente in merito. E’ più corretto dire che sebbene potrebbe esser vissuto davvero anziché essere un personaggio inventato, nessuno ne ha mai parlato. Nessuno sa dell’esistenza del vampiro in sé. Tutti si nascondono. E per ovvi motivi. Probabilmente è proprio questo il motivo per cui anche se Dracula fosse esistito davvero, non c’è alcuna prova tangibile. Ciò nonostante non sorprenderebbe se la sua famiglia discendente si trovasse a vivere nei dintorni, oppure altrove nel caso si fossero spostati. D’altronde, Royce aveva appena incontrato un vampiro come lui e questo magari sarebbe stato l’inizio di tanti incontri. Piacevoli o meno, chissà. Non è detto che un vampiro debba essere per forza malvagio. Un po’ come gli umani, esisteranno i buoni e i cattivi. Ma non è questo il momento di pensare a cose del genere, l’agenzia deve aprire i battenti e cominciare a sviluppare del sano turismo in Transilvania! Questo Royce si ripeteva motivandosi, dopo essere uscito dall’ospedale ed essersi fatto consegnare le numerose sacche di sangue, tramite un carrello, dal magazzino, che ha successivamente conservato in auto, fino al ritorno a casa.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: ManuEL73