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Autore: Ciuffettina    31/10/2018    6 recensioni
Un'anima in Purgatorio, in attesa di approdare in Paradiso.
Storia scritta per il giornalino del mio paese in occasione del 2 novembre (e si sente!)
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto era grigio e caliginoso come una giornata di nebbia.
L’anima si guardò in giro e pensò: “Questo è dunque l’Aldilà… Strano però, il Paradiso me lo immaginavo diverso.
«Certo che è diverso ma questo non è il Paradiso, è il Purgatorio» disse una voce dolcissima alle sue spalle.
Si voltò e vide un essere splendente che doveva essere un angelo: ali viola, intensi occhi verdi e lunghi capelli neri un po’ arricciati.
«Purgatorio?» domandò sorpreso. «Ma che cosa ho fatto di male perché debba essere punito?»
«Ti sbagli. In Purgatorio non si viene puniti ma purificati…» L’angelo guardò in alto, come se ascoltasse qualcosa che poteva sentire soltanto lui. «Puoi pensare a una bellissima statua di marmo annerita dallo smog» riprese, «o a un bel cancello di ferro battuto ricoperto di ruggine, tal è ora la tua anima, deve mondarsi prima di poter accedere alla beatitudine eterna. La buona notizia è che qui è impossibile peccare, si può solo migliorare.»
«Prima hai sentito i miei pensieri… Chi sei?»
«Sono Rochel, il tuo angelo custode. Ogni tanto verrò a trovarti per incoraggiarti.»
«Quanto tempo dovrò star qui?»
«Qui il tempo non esiste, sei in una dimensione ultraterrena e ultratemporale, comunque se vuoi che quantifichi il tempo in modo umano non posso risponderti, la durata dipende dal numero e dalla gravità dei peccati, però messe e preghiere in tuo favore, possono accorciare la tua permanenza.»

Non era l’Inferno ma l’anima soffriva ugualmente, la differenza era che non era un dolore fisico ma spirituale: le maldicenze, i risentimenti, le invidie, le meschinità, le vanità, le permalosità, le pigrizie, le intemperanze, che aveva commesso in vita con leggerezza, gli si presentavano alla mente in tutto il loro orrore. Anche le occasioni mancate per fare il bene non mancavano di affliggerlo, inoltre era diventato consapevole della sua totale dipendenza dal Creatore, fuori del quale nulla è degno di essere desiderato e niente lo faceva soffrire di più quanto non poterLo ancora vedere. Percepiva la presenza di altre anime ma era come isolato, non poteva comunicare con loro.

«Se solo avessi saputo che il Purgatorio esiste davvero…» mormorò l’anima a Rochel quando gli ricomparve.
«Probabilmente non sarebbe servito a evitarlo. Sono davvero poche le anime che vanno direttamente in Paradiso. Voi umani dovreste comportarvi bene per dimostrare al Signore il vostro amore e la vostra gratitudine non perché temete di essere puniti.» Stette zitto un attimo poi recitò: «Chi fa ben solo per paura, non fa niente e poco dura. Chi fa ben per puro amore, dona a Dio l’anima e il cuore.»
«Questa filastrocca… Me la recitava sempre mia madre…»
«Lo so» rispose sorridendo, «come tuo angelo custode ero sempre al tuo fianco e prendevo nota di ogni cosa che facevi.»
«Allora perché non mi hai fermato? Perché non mi hai mai detto quello che dovevo fare?» domandò con foga l’anima.
Rochel inclinò la testa, un po’ stupito della domanda. «Non potevo fermarti perché noi angeli dobbiamo rispettare il vostro Libero Arbitrio» rispose. «In quanto a non parlarti… ogni tanto non sentivi una vocina dentro di te che ti diceva che quello che facevi era sbagliato? O che avresti potuto comportarti in maniera migliore? Ero io che cercavo di suggerirti la cosa giusta da fare ma non sempre mi ascoltavi» concluse mesto.

Un giorno (ma era impossibile stabilire un susseguirsi di tempo) l’anima sentì una musica meravigliosa che lo distrasse dai suoi dolorosi pensieri.
«Buone notizie» gli disse Rochel apparendogli, «stanno celebrando una messa in tuo suffragio e questo significa che è diminuito il tempo della tua permanenza qui.»
«Di quanto?»
«Di 200 dei vostri giorni umani» gli rispose sorridendo. «Tieni duro, prima o poi tornerai a casa.»

Finalmente Rochel venne a prelevarlo annunciandogli che la sua purificazione era terminata.
Man mano che l’angelo lo portava verso l’alto, l’anima si accorse di diventare sempre più luminosa, proprio come il suo angelo.
Quando arrivò il Paradiso, la gioia che provò era indescrivibile: fu accolto dagli angeli e dai santi. Reincontrò i suoi genitori che gli dissero che, mentre lui era in Purgatorio, avevano pregato tanto perché potesse raggiungerli al più presto e finalmente poté contemplare in eterno il volto di Dio.
Ma la missione di Rochel non era terminata: sulla Terra era nata un’altra creatura che aveva bisogno di un angelo custode.
   
 
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