Cheat si accarezzò la
testa lucida, formata da scaglie
violette, sfiorando le sue piccole antenne. Guardava attraverso lo
schermo la
figura di Rachel, intenta a camminare lungo la strada.
La giovane si strinse più
forte nel cappotto che indossava,
gli spifferi la facevano rabbrividire. Indossava delle ballerine rosso
fuoco,
come le finta corna sul suo cerchietto, la sua pelle era infreddolita a
causa
del babydoll rosso semitrasparente, che non copriva l’intimo
abbinato, che
nascondeva sotto il cappotto.
“Dannazione, questa
è l’ultima volta che vado a una festa di
Halloween vestita così” gemette.
L’aliena si
leccò i denti aguzzi e triangolari.
“Non capisco
perché non possiamo semplicemente attaccare e
sterminare questa razza aliena. In fondo è una vera e
propria guerra tra noi e
questo ‘bestiame’” borbottò.
Accavallò la terza gamba
sulle altre due.
“Invece no. Dobbiamo
catturarli a piccoli gruppi e
sostituirli con alcuni dei nostri, costretti a prendere le loro
rivoltanti
sembianze. Sono così pallidi e flaccidi, ma i succhi che
producono non sono
niente male” rifletté.
Vide Rachel rischiare di cadere e
roteò gli occhi.
“Avrei dovuto accettare
l’invito del mio ex a quella festa
anni ’80, spero almeno di divertirmi quanto promesso con
Debby” si lamentò
ancora la terrestre.
Il campanello della vecchia casa
risuonò nel vicoletto
deserto, facendo fuggire un gatto e Debby aprì la porta.
“Amore, finalmente, credevo
che non saresti arrivata più”
disse a Rachel. Si sporse e la baciò.
L’aliena
giocherellò con una delle sue antenne e girò la
manopola per aumentare il volume.
“Questa è la
prima volta che capita a me di trovare due
soggetti dello stesso sesso che raggiungono insieme la maturazione per
i
succhi. Perfetto, così potrò raccogliere queste
due alla svelta e passare a
qualche capo di stato.
Controllare i punti cardine
è un passo essenziale in una
guerra” rifletté.
Osservò Rachel seguire
Debby in casa e chiudere la porta.
Attivò delle piccole sonde a forma di zanzara che forzarono
una delle finestre
al piano di sopra della casa, aprendo un passaggio.
“Ultimamente sono scomparse
fin troppe persone, i pervertiti
sono ovunque. Non so perché mi sono lasciata convincere a
uscire conciata così”
gemette Rachel.
“Dai, non puoi credere a
tutte le voci che si sentono in
giro. Ultimamente si è parlato di innumerevoli strani luci
nel cielo notturno.
L’intero pianeta ha la febbre da UFO. Come se non ci fossero
mille spiegazioni
più plausibili a delle illuminazioni misteriose”
disse Debby, raddrizzando uno
dei pipistrelli appesi al soffitto.
“Credevo che Martin fosse
già qui. In fondo questa idea di
farlo a tre è stata sua” sussurrò
Rachel. Si versò un po’ di punch in un
bicchiere di plastica, recuperato sulla tavolata apparecchiata.
“Vedrai che
arriverà” la rassicurò Debby.
Cheat rise, facendo ondeggiare i
tentacoli che aveva sulle
spalle.
“Perfetto, ho trovato la
giusta vittima da utilizzare per
catturare le altre” disse.
Premette un pulsante che brillava di
un colore ultravioletto
impercettibile agli occhi umani e dalla navicella venne sganciata un
pallone
candido. Quest’ultimo atterrò dietro la casa e si
sgonfiò, da esso scivolò
fuori un cilindro di carne bluastra, da cui si alzavano dei tentacoli
simili a
liane.
La creatura aliena scivolò
lungo il prato, controllando non
ci fosse nessuno nella zona e attese dietro un cespuglio.
Martin fischiettava, travestito da
marinaio, diretto verso
la vecchia casa. Un tentacolo gli afferrò la bocca,
conficcandoglisi in gola,
trasformandogli ogni lamento in un mugolio soffocato.
Altri tentacoli lo avvolsero e lo
trascinarono via. Il
giovane venne tenuto bloccato dall’alieno che lo
spogliò.
L’aliena guardò
che la sua creatura ultimasse il suo
compito, alla fine del quale Martin era steso immobile
sull’erba, con occhi e
bocca spalancati, esattamente sotto il veivolo spaziale. Un raggio
traente,
invisibile come il mezzo, trascinò la vittima dentro la
navicella.
“Ecco il primo rapito di
questa notte” disse Cheat,
guardando il portellone aprirsi.
Il cilindro con i tentacoli
sputò un uovo, che con un
bagliore azzurrino si trasformò in una copia di Micheal, che
indossò i vestiti
dell'originale.
"Devo ancora capire perché
questi umani amano indossare
i rimasugli delle pelli dei loro animali" si lamentò
l'aliena.