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Autore: LanceTheWolf    31/10/2018    2 recensioni
Lan-Chen aveva una vita normale, un lavoro normale, una famiglia normale e dei sogni come tutte le giovani donne delle sua età. Poi la sua vita è cambiata, Lei è cambiata. In pochi sanno cosa è successo: la sua famiglia è allo scuro di tutto e ritiene che i suoi continui viaggi, le strane persone che frequenta, non siano altro che un periodo. Che stia semplicemente passando uno di quei momenti assurdi che prendono a tutti e che prima o poi passeranno proprio come sono giunti. Per lei, al contrario, ogni parola non detta ha il solo scopo di difenderli.
Si svolge molti Avatar dopo Korra.
NB: Questa raccolta partecipa al Writober 2018 a cura di Fanwriter.it
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Iniziativa: Questa storia partecipa al “Writober 2018” a cura di Fanwriter.it.
Numero Parole: 1661
Prompt: Halloween (Red List – 31/10/2018)
 


Halloween


“Non è possibile! Che razza di costume è quello?”, si lamentò Liang, vedendo la sua mamma scendere le scale circondata da un enorme zucca di stoffa imbottita, tenuta su da vistose bretelle verdi.
Lan sfarfallò un paio di volte le ciglia. “Daaa… zucca?!”, rispose incerta, convinta fino a quel momento che la cosa fosse abbastanza evidente.
“Ma, ma, ma…”, bofonchiò il ragazzino, “…perché? Tutte le altre mamme si vestono da cose incredibili e spaventose, questo…”, indicò Lan-Chen con entrambe le mani, “… non fa paura, è… tenero!”.
Lan scoppiò a ridere, tirandosi in braccio Tori. “Allora sarò la zucca più tenera di tutte!”.
“Ma mamma, perché?”, tentò di protestare, mentre la madre gli rifilava tra le mani un secchiello arancione puntinato dalle sagome nere di pipistrelli-lupo. “Cosa ti ho fatto di male? Sarò lo zimbello di tutti i miei amici! Uff!”, sbuffò il ragazzino vestito da mummia, prendendo il secchiello e ritrovandosi in strada senza che se ne fosse reso conto.
“Allora fortuna che ci se tu a essere spaventoso per tutti e due”, disse lei divertita.
 
***
 
Fuori casa, ogni bambino aveva in mano il suo cestello.
“Lo sapevo che sarei dovuto andare con Kimo, lui almeno si è travestito da Zombie. Gli zombie sì che sono forti, mica le zucche!”, protestava ancora Liang.
“Non sei tu quello che si è offerto di venire a darmi una mano con i piccoli, dicendo che potevo contare su di te, perché sei grande ormai?”, gli ricordò Lan-Chen.
“Ma sono grande, solo…”, sbuffò, prima di lasciar cadere la frase con fare arrendevole.
“Liang è arrabbiato?”, chiese Tori.
“È che vuole sempre fare come fanno Kimo e Nala, ma in realtà è ancora un bambino come noi”, spiegò Pete.
“Vero, vero!”, confermò Miori, tenendosi stretto alle mani di Lan-Chen e del fratellino.
“Non sono un bambino”, mise il broncio il più grande, decidendo comunque di seguire la madre per fare incetta di dolcetti, bussando alle case della loro via.
 
Tanti bambini necessitavano di tanti controlli e così Lan-Chen, Kimo e Nala si erano divisi i piccoli e tutto inizialmente era sembrato andare per il meglio non fosse stato che Miori, di punto in bianco, si fosse impuntato per andare con la sua mamma e che Pete non potesse assolutamente rinunciare a fare dolcetto o scherzetto con lui, il fratello preferito. Tori aveva piagnucolato di voler stare con Liang, come sempre del resto, e a quel punto il ragazzino si era offerto di aiutare.
 
***
 
Come era prevedibile, le proteste di Liang cessarono appena bussarono alla prima porta e le caramelle cominciarono a tintinnare nei secchielli accompagnate da fiumi di complimenti.
Presto incontrarono diversi compagni di scuola e le relative mamme o papà, proprio come temeva la mummietta.
“Che bel costume”, si complimentò un’amichetta di Liang col bimbo tra le braccia di Lan-Chen, mentre questa parlava con la mamma della bambina, “sei vestito da dominatore dell’acqua?”.
Tori negò con la testolina, per poi dire tutto fiero: “Io sono l’Atavar!”
“L’Avatar Kuruk?”, domandò la bambina, ricordando che i vari Avatar dell’acqua (perché dell’acqua doveva essere visti i colori che indossava) erano soliti portare un copricapo di pelliccia di lupo, mentre il piccolo non solo non l’aveva, ma sfoggiava sulla testolina un’alta coda di cavallo.
“Sono l’Atavar Korra”, dichiarò impettito. “ sa tutto tutto e ha detto che è stata l’Atavar Korra a far tornare gli spiriti e oggi è la festa degli spiriti”.
“Maaa… l’Avatar Korra era una femmina”, provò a far notare lei.
Liang fece cenno alla ragazzina di sorvolare sulla questione e questa acconsentì senza fare problemi.
 
***
 
“Complimenti, davvero una gran bella zucca”, disse una voce maschile dal tono strafottente e incredibilmente famigliare. Lan-Chen piegò le labbra in un sorriso, già prima di voltandosi, mentre il ragazzo continuava: “anche se ti avrei visto meglio in un vestito da strega. È più nelle tue corde”.
“Krong, gentilissimo come sempre”, ironizzò lei, mentre il dominatore della terra le si avvicinava, mimando un baciamano. “Cosa ci fai da queste parti? Non sei un po’… ehm… fuori zona?”.
“Volevo vedere come se la passava la mia strega preferita”.
“Zucca, la mamma è una zucca”, arrivò immediatamente Miori a correggere il tiro del nuovo venuto, con tono particolarmente piccato, notata la confidenza mostrata da questi verso la sua mamma.
“Giusto. Zucca”, si corresse Krong, piegandosi per guardare il bambino in viso, “e tu da cosa saresti vestito?”.
Il bimbo inorgoglito puntò le mani sui fianchi e disse: “Da mamma Lan, ovvio!”.
Krong rimase un secondo interdetto, prima di guardare la giovane mamma singol al suo fianco che spiegò divertita: “Vedi… lui vuole fare l’inventore”.
 
“Ma…”, chiese sottovoce l’amichetta di Liang al suo compagno di classe, “…anche tua madre è femmina”.
“Lascia stare, vivo in una famiglia di pazzi!”, si difese il ragazzino rassegnato.
 
“Sicuramente l’originalità non ti manca”, esordì sorpreso Krong.
“Forzaaa!”, si lagnò Pete, arrivando di corsa, agitando in aria il suo uncino da pirata e afferrandosi al braccio di Lan-Chen. “Mamma non abbiamo tempo per le chiacchiere, dobbiamo finire il giro prima di Kimo e Nala”.
Lan sorrise al bambino, prima di volgersi dispiaciuta verso Krong. “Scusa, ma…”, tentò di spiegare la giovane donna.
Il ragazzone scosse la testa con un sorriso: “Vai tranquilla, ero solo passato per vedere come stavi, te l’ho detto. Ti ho vista: va bene così”.
“Lascia, ci penso io a questi marmocchi ululanti”, intervenne la mamma dell’amichetta di Liang, porgendosi a prendere la mano del piccolo pirata, “stiamo facendo lo stesso giro, non mi costa niente. Tu rimani ancora un po’ con il tuo amico”, terminò in tono allusivo.
Lan arrossì fino alla punta delle orecchie.
“Ma… sono delle pesti, non vorrei che ti creassero problemi…”, tentò di spiegare, cercando di dissimulare l’imbarazzo.
“Tranquilla mamma, ci sono io, non dimenticarlo”, rincarò Liang, togliendole Tori dalle braccia e prendendo Miori per mano.
La dominatrice osservò i suoi bambini accostarsi all’uscio della casa accanto a quella appena visitata.
“Quindi sono questi i tuoi bambini”, disse Krong alle sue spalle.
Lan sorrise annuendo appena e, voltatasi verso il ragazzo, lo squadrò dalla testa ai piedi per poi commentare sarcastica: “Un costume da mafioso? Non me lo sarei mai aspettato”. Gli si accostò con un’espressione gentile che aveva davvero poco a che fare con quel dire canzonatorio.
“Sai com’è, i completi gessati mi donano”, rispose a tono e con un pizzico di malizia nello sguardo.
“Quindi… sei passato solo per vedere come stavo? Lo sai, vero, che ci troviamo a Senlin e che Zaofu non è esattamente dietro l’angolo?”.
A quelle parole Krong ghignò, facendo spallucce con apparente non curanza.
 
***
 
Qualche ora, diverse chiacchiere e caramelle dopo, il piccolo gruppo di razziatori di dolciumi era sull’uscio di casa.
Nala e Kimo erano già tornati e i bambini affidati loro erano in salotto a controllare il bottino di dolcetti e bonbon.
Liang, Pete e Miori corsero immediatamente a mostrare ai fratelli quanto avevano raggranellato grazie ai loro fantasmagorici costumi. Lan-Chen li seguì con lo sguardo, sorridendo stanca, quando la voce di Nala giunse a chiederle: “Ma… Tori?”.
“Tori?”, ripeté lei stupita da quella richiesta. Liang non aveva fatto altro che trascinarselo da per tutto, quindi… “è con Liang”, disse sicura.
Nala si sporse per controllare in sala poi, volgendosi vero Lan-Chen, dissentì con il capo, impallidendo.
 
Cosa? Dov’era il suo Tori?
Lan si voltò di scatto, afferrò la maniglia della porta e l’aprì, pronta a gettarsi alla ricerca del suo bambino.
 
Si sentiva morire. Non poteva essere!
Una cosa del genere non sarebbe dovuta succedere, non sarebbe “mai” dovuta succedere.
Si maledisse intimamente per aver perso tempo con Krong, per essersi distratta.
 
Disperata, urtò contro due ragazze appena fuori la porta d’ingresso e… il suo bambino.
Senza guardare chi gliel’avesse riportato scoppiò in lacrime, rubando Tori dalle braccia di una delle sconosciute e stringendolo come se temesse che potesse sparire di nuovo.
“Piccolo, grazie al cielo!”, si ritrovò a piagnucolare come una bambina.
“Perché piangi, mamma? Ero qui con le mie amiche”.
Alle parole del bambino, sembrò riaversi e anche Nala si accostò loro, riprendendo colore.
 
Le due sconosciute sorrisero difronte a quella scena.
“Salve!”, salutò quella tra le due con il sorriso più ampio.
“Non so come ringraziarvi, stavo per… ero nel panico, non…”, cercò di spiegare la giovane madre, ancora sconvolta.
“Non preoccuparti Lan, abbiamo visto che era rimasto indietro, e…”, intervenne la ragazza che aveva salutato.
“E... non potevamo lasciare solo un Avatar tanto carino”, concluse la seconda il dire della prima.
“Soprattutto se è vestito come me!”, commentò divertita l’altra, più bassa e dall’aspetto tipico delle Tribù dell’acqua, vestita anch’essa, per l’appunto, da Avatar Korra.
Lan-Chen si asciugò gli occhi col dorso della mano, prima di scattare e abbracciarle entrambe, mentre il piccolo Tori passava nelle braccia di Nala.
Le due ragazze sorrisero sorprese. Ci vollero diversi secondi prima che la giovane mamma decidesse di liberarle dalla sua stretta.
“Dobbiamo andare. Abbiamo lasciato soli i nostri cari e non abbiamo molto tempo”, spiegò dolcemente la più alta tra le due.
“Oh, sì sì, certo, scusate e… grazie ancora”, disse Lan imbarazzata per quel gesto convulso.
 
La ragazza in azzurro si sporse verso Tori. “Ancora complimenti per il costume, ottima scelta”, disse, facendogli l’occhiolino.
“Grazie,” rispose tronfio, “ma il tuo è più bello!”.
“Direi… perfetto”, intervenne la più alta, travestita da Asami Sato, inconfondibile per le tinte rosso scuro e la cascata di ricci corvini.
L’altra, a quel dire, si tirò indietro, puntando le mani sui fianchi e ridendo di gusto.
 
“Grazie ancora”, disse Lan-Chen, mentre un saluto, accompagnato dal cenno della mano, precedette allontanarsi delle due ragazze: scesero i gradini di quella abitazione e si avviarono lungo la via, sorridendosi amorevolmente.
 
***
 
Un oretta dopo, mentre Tori mangiucchiava caramelle al tavolo e Lan era intenta a spazzar via carte di caramelle dal pavimento…
 
“Mamma, conoscevi già Sami e Korra?”.
“No, Tori”.
“Perché allora ti hanno chiamata per nome?”.
“Ma… non glielo hai detto tu?”.
“No, no”, dissentì il bimbo vivacemente.

 
Fine.


Note dell’autrice: Wow! Siamo alla fine. Non mi sembra vero, ma bisogna dire che è stata davvero una gran bella avventura! Grazie di cuore a chi ha organizzato l’evento e a tutti quelli che hanno dedicato un po’ di tempo a leggere queste mie “cosette”, non credevo di riuscire ad arrivare fino alla fine, e invece… eccoci qui. :3

Grazie ancora!

Lance.

PS: Un bacione a Donnasole che con le sue dritte ha reso il finale di questa storiella più interesante. :3
PS2: Essendomi ridotta a scriverla all'ultimo momento questa è la versione, rigorosamente, non corretta, quindi chiedo venia, provvederò quanto prima a sistemare i miei soliti obrori, per il momento, però... Felice Halloween a tuttiii!!! :3
   
 
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