Questa è la storia di come un bambino era convinto di star allungando la propria mano verso la morte. Era indifeso, pensava a già quanto tragicamente la sua vita sarebbe stata annientata.
Tra le lacrime e il sangue si chiedeva cosa fosse giusto, e cos'era sbagliato. Nel sangue vi era il male, nelle lacrime che si infrangevano nel terreno trovava invece la luce.
Alla fine si disse che era più difficile capire cosa fosse il bene, non il male. Il male era più reale della luce, il male era palpabile, fattibile.
Forse, tra Dio e Satana, era Satana ad esistere davvero. E se era lui, pensò, sarebbe potuto essere quasi consolante. Trovava una malsana tranquillità nel pensiero dell'esistenza del male puro come una forma di vita reale che, chissà perché, stava benedicendolo e maledicendolo con il suo dolore.
"Non rimarrò a lungo in questo mondo così sbagliato."
Già, il bambino era davvero convinto di star allungando la mano verso la santa morte.
Poi, l'esitazione, la vita che si aggrappava alla terra, l'oscurità che si insediava nella mente, nel cuore, nel corpo. Scuri artigli lo graffiavano da dentro e la sua nuova fede chiedeva di esser professata, richiedeva un battesimo per poter esser consacrata.
Le sue labbra pensavano di mimare le ultime parole d'addio quando il corpo diede infine inizio ad un valzer con il diavolo. Lo sentì strisciare contro la sua pelle, incontrò i suoi occhi gelidi bramosi di sangue e di male. Puro, genuino, profondo male. Era rivestito di nero e di piume, era avvolto dall'oscurità più nera e cupa.
Il bambino doveva esserne terrorizzato, invece ne era solo attratto. Già, Satana aveva già portato con sé il suo cuore e ora lo teneva tra le mani, lo contemplava come l'ultimo trofeo ottenuto. E lui ballava, ballava con il diavolo; iniziò a farlo dapprima a passi lenti, poi con un ritmo sempre più incessante, interminabile, estenuante.
Lui ballava, ballava con il diavolo.
E la vita gli veniva rubata, mercificata al servizio della subdola vendetta; un patto, sì, questa è la storia di un patto del novello bambino di Satana che aveva ceduto la vita stessa in nome di una delle alte emozioni del Grande Demone, della Stella del Mattino che illuminava la notte di macabra, affascinante bellezza. Il novello bambino di Satana che si lasciò ammaliare da uno dei servitori del nuovo dio, e che lo aveva ammaliato a sua volta.
"Il mio nome è Ciel Phantomhive. Tu sarai Sebastian, Sebastian Michaelis."
Questa è la storia di Ciel, il bambino che ballò con il diavolo e lo incantò.
Questa è la storia di Sebastian, il demone che concesse la sua danza ad un bambino che ammaliò.
Il tutto al cospetto di Satana che sorrideva, sì sorrideva.
Sorrideva rivolto a Dio, per avergli rubato una dolce bambola, creandone il proprio somigliante modello. Un angelo spietato, ancora legato alla vita e alle emozioni. Un angelo bellissimo, che teneva in serbo oscurità e luce.
Un angelo destinato alla Morte, alla morte per mano del suo diavolo.
Ma dopo aver ballato tanto a lungo, con i piedi sanguinanti, il contratto non avrebbe mai potuto esser svincolato. In memoria della luce spedita nelle tenebre, le tenebre scelte dal fanciullo per ricordare che anche i diavoli soffrono, e a loro modo, sentono, sentono sì. I loro cuori non sono morti, perché il loro creatore prima era un angelo e le sue ali brillano ancora.