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Autore: Hebi_Grin    01/11/2018    1 recensioni
Katsura aveva sempre pensato che le tradizioni fossero importanti.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kotaro Katsura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: io non so davvero che cosa mi faccia quest'opera o questo personaggio per tirar fuori una vena demenziale e uno stile di scrittura che non sapevo neppure avrei mai osato su questo sito. Ma d'altra parte è anche il bello di Gintama, sentire questa “libertà”, ed evidentemente ne avevo bisogno dato che ormai pare aver sbloccato il blocco che avevo da anni. Il tutto mentre sul pc nella cartella per questo fandom ho solo iniziato tre robette Angst e introspettive (che un tempo mi venivano naturali, ahah).

Forse prima o poi riuscirò a finirne qualcuna interrompendo la serie di scemenze.

 

Venendo a cose più utili: ho usato parole giapponesi per indicare cose tipicamente giapponesi perché essendo una fic col pov di Katsura in una fic che prende il via dall'importanza delle tradizioni mi pareva appropriato. In ogni caso ho messo un piccolo glossario in fondo.

 

Buona lettura!

 


 

 

Paese che vai, usanze che trovi


 

Katsura aveva sempre pensato che le tradizioni fossero importanti. Le reputava essere parte fondamentale e integrante di una società come quella giapponese era fino a vent'anni prima e sarebbe nuovamente stata una volta che avesse tagliato la testa allo Shogunato e abbattuto lo Shogun. O forse il contrario; ultimamente si confondeva spesso. E i samurai erano parte essi stessi di quella tradizione, oltre che avere il dovere di proteggerla dalle brutture straniere. Per questo il suo personale elenco di punti che fanno di un samurai un buon samurai comprendeva anche l'indossare il kimono dignitosamente (coltivando estremo disappunto per il modo in cui due certe persone di sua conoscenza si mostravano refrattarie al decoro esponendo invece chi un braccio, chi il torace per via dell'ostinazione a non indossare lo juban) e mangiare cibo tradizionale.

E finalmente si trovava in un ristorante giapponese, per la prima volta dopo parecchie settimane in cui non aveva potuto per i numerosi impegni nelle attività Joui (che andavano dal trovare finanziatori per la causa al raccogliere allo stesso tempo informazioni e fondi vestito da monaco; dallo sfuggire dalla Shinsengumi al gestire una complicata questione informatica finalizzata ad impedire che le mail di reclutamento finissero automaticamente nella cartella spam). Insomma, nessuno avrebbe potuto negare che si fosse meritato un pasto come si deve.

Chiuse gli occhi quando portò alla bocca la tazza della sua misoshiru, beandosi del calore che irradiava sulle proprie mani; prima di metter mano alle hashi e iniziare a mangiare lentamente e alternativamente il tofu e gli tsukemono, interrompendosi ad ogni assaggio per darsi il tempo di gustare le pietanze.

Katsura chiuse ancora gli occhi portando nuovamente la ciotola di miso alla bocca.

Aah.

Un sospiro soddisfatto sfuggì mentre manteneva gli occhi chiusi; le mani ora sospese a metà strada tra le sue labbra e il tavolo. All'orecchio dell'uomo giungevano frammenti di conversazioni degli altri avventori e i rumori tipici di un ristorante: i bicchieri posati sul tavolo, i risucchi di zuppe e soba, le hashi posate sugli appositi hashioki. Finché non percepì un rumore metallico che non avrebbe dovuto assolutamente sentire e aprì gli occhi guardandosi attorno, allarmato e circospetto, posando la ciotola sul tavolo.

La mano destra si mosse immediatamente e istintivamente alla katana nascosta sotto le vesti; le dita si contrassero quasi spasmodicamente sulla tsuka. Una goccia di sudore si formò sulla tempia sinistra, costretta a un tortuoso percorso tanto era intensa la sua contrazione muscolare per il nervosismo di qualcosa che prima aveva sentito e successivamente visto.

Amanto. Luride, spregevoli creature che osavano appestare la sua Edo con simili nefandezze, calpestando tanto laidamente le tradizioni del suolo su cui avrebbero dovuto ringraziare di poter camminare!

Come si permettevano a mangiare il sushi con le forchette?!

 


 

Juban: “sottoveste” che si utilizza sotto il kimono

Misoshiru: zuppa di miso

Hashi: bacchette

Tsukemono: sottaceti

Hashioki: portabacchette

Tsuka: impugnatura della katana

   
 
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