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Autore: Plando    01/11/2018    6 recensioni
Se l'esterno era messo male, l'interno era ancora peggio, tutto faceva pensare che la baracca stava su per miracolo, si diede degli sguardi veloci in giro, non voleva stare li un minuto di più, a terra nulla più che dei vestiti a brandelli, logorati dagli anni, delle vecchie foglie secche probabilmente formavano quelli che potevano sembrare due letti di fortuna, un vecchio orologio da polso rotto, poi nient'altro, ci rimase deluso, non aveva scoperto nulla che potesse far capire chi fosse stato, anche solo per far sapere ad eventuali famigliari della sua sorte, fece per uscire quando pestò qualcosa che attirò la sua attenzione, semi-nascosto sotto le foglie secche ci stava qualcosa.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Mi dispiace...”.

Eccola, la risposta che lei si aspettava dal primo momento in cui aveva messo gli occhi su quella volpe, alla fine lui non era per nulla diverso da tutti gli altri, non importava di chi si trattasse, in quei cinque anni era riuscita a farsi piacere da mammiferi che una coniglietta non se la sarebbero filata neppure di striscio, il primo, un furetto di nome Robert, sembrò anche molto interessato, almeno finchè lei non gli disse, entusiasta come non mai, che aveva sette figli con poco più di un anno, il “gentilmammifero” in questione decise quindi che era il caso di dileguarsi senza lasciare traccia, usando una scusa stupida come il dover andare in bagno, per poi abbandonare il ristorante senza più farsi rivedere, avendo almeno il buon senso di pagare il conto, al contrario del secondo pretendente, un castoro di cui neppure ricordava il nome, che dopo un non proprio garbato “Ma tu sei completamente fuori di testa” se ne andò, lasciandole due cene non proprio economiche da saldare, e gli altri non erano stati da meno.
Era quasi tentata di non lasciargli nemmeno finire la frase, tuttavia le parole da dirgli le mancarono, facendo scena muta, non prestando la minima attenzione a quello che la volpe le stava dicendo.

“...ma immagino che avere tre maschi in casa sia dura per te, pensa come ti si complicherà la vita ora che ne hai un quarto”.

Lei, completamente sconsolata abbassò china il capo, per un attimo ci aveva creduto davvero che fosse la volta buona.
“O...ok...capisco, in fondo tu...Aspetta, cosa?”.

La volpe a questo punto si avvicinò, posando delicatamente le zampe sulle spalle della coniglietta.
“Ascolta, a me piace dire le cose come stanno, se non mi fossi interessata te lo avrei fatto capire fin dal primo momento in cui ho inteso cosa avevi per la testa, mi piaci e mi trovo bene in tua compagnia, il fatto che hai già figli non cambia questa cosa”.

In quello stesso istante un gemito proveniente da li vicino interruppe la coppia, si voltarono entrambi verso Judy, la coniglia si era girata nel sonno, posando di poco il muso sul cuscino quel tanto che basta a provocarle un lieve dolore.

“Che ne dici se prima ci occupiamo di lei? Anche se non sembra potrebbe essere ancora pericolosa ed inoltre bloccandola eviteremo che si faccia male da sola”.

La coniglietta annui, per poi guardarsi attorno.
“Qua non c’è nulla per legarla, ma credo ci siano delle corde di sotto, andiamo a controllare”.

“Vuoi lasciarla sola? Non mi pare il caso”.

Judith a quel punto esortò la volpe ad uscire, seguendolo per poi chiudere la porta a chiave.
“Non preoccuparti, anche bene che si svegli non andrà da nessuna parte”.





Un altro movimento nel sonno e stavolta il dolore al naso rotto fu sufficiente a svegliare la vecchia leporide, che una volta di nuovo cosciente, si portò una zampa al muso, per capire meglio cosa avesse che non andava, non appena lo tocco ritrasse la zampa con una smorfia per poi cominciare ad osservarsi attorno, per un attimo le prese il panico, era al chiuso in un posto che non riconosceva, stava per alzarsi quando un rumore vicino a lei la convinse a girarsi in direzione della porta, era poco più che un gemito soffocato e sofferente, che lei riconobbe subito.

<< Ju...Judy >>.

Abbassò lo sguardo per vedere che, seduta a terra, ci stava sua sorella Sofia, e non era messa affatto bene, era completamente nuda, stava a capo chino ed il corpo era coperto di lividi e graffi, non appena la vide in quelle condizioni Judy scese in fretta e furia dal letto per andare da lei, appena fu abbastanza vicina le afferrò la testa con entrambe le zampe per sollevarla delicatamente, quello che vide dopo la lasciò sconvolta, il viso della sorella era completamente tumefatto, era stata pestata con estrema violenza, l’occhio destro era nero e talmente gonfio che non riusciva nemmeno ad aprirlo ed aveva tre profondi graffi sulla guancia destra che sanguinavano copiosamente.

“So...Sofia, rispondimi...chi ti ha fatto questo”.

<< Ni...Ni... >>.

Judy scosse la testa, intuendo quello che stava per dire la sorella.
“No, non lui, è stato suo figlio, è stato James vero? Ti ha fatto lui questo?”.

Nel mentre che formulava questa domanda, mollò la presa sulla testa della sorella, che nuovamente finì china, non avendo forze per tenerla dritta, Judy aspettava una risposta.

“Sofia?”.

<< Nick...l’altra...volpe, volevano farti...volevano... >>.

“Shh, zitta”
. Judy si voltò osservando l’interno della stanza, le pareti in legno e l’oblò rotondo, nonché il lieve ondeggiamento, le fecero capire che si trovava su di una imbarcazione, prese il telo che fino ad un attimo prima aveva addosso e lo usò per coprire il corpo della sorella ferita, per poi parlare sottovoce.
“Adesso fai silenzio, do un’occhiata in giro e ce ne andiamo”.

Convinta di ciò, la coniglietta si avvicinò alla porta per poi abbassare la maniglia, non si stupì nemmeno tanto che l’avessero chiusa a chiave, diede quindi uno sguardo a Sofia, ebbe un sussulto e respirava a fatica, doveva portarla via da lì il prima possibile, prese un po' di rincorsa e poi si lanciò contro la porta, quest’ultima non si mosse di un millimetro e lei finì a terra di schiena, portandosi la zampa sulla spalla dolorante.

<< Ah ah...che cre...tina >>.

“Zitta ho detto”.
Dopo averla rimproverata riprese ad osservarsi attorno, cercando una via di fuga, la sua attenzione si focalizzò sull’oblò.





Subito dopo essere usciti dalla stanza dove avevano rinchiuso Judy, la coppia aveva raggiunto William, chiedendogli dove potevano trovare qualcosa per immobilizzare la coniglia, indirizzandoli ad un ripostiglio poco distante, sfortunatamente la corda che volevano utilizzare era troppo in alto e non ci stava neppure una scala, per cui decisero che per prenderla Judith sarebbe montata sulle spalle della volpe, tuttavia anche con quello stratagemma ci arrivava a fatica.

“E stai un po' fermo, come puoi pensare che riesco a prenderla se continui a muoverti così?”.

“Scusa dolcezza, ma potevamo aspettare che tuo fratello arrivasse con la scala, e poi mi è difficile stare immobile davanti a questa bella vista”.

“Ma che diavolo stai a dire? Siamo in un ripostiglio, che bella vista può esserci?”.
Mentre diceva questo accennò un sorriso, soddisfatta di essere finalmente riuscita ad afferrare la corda.

“Le tue tenere coscette a cui darei volentieri un morso, per esempio”.
La volpe sorrise, immaginandosi già la reazione di lei a quella frase, tuttavia fu molto più movimentata del previsto, dato che, dopo un attimo di blackout da parte della coniglietta, quest’ultima si agitò non poco, perdendo l’equilibrio per poi cadere all’indietro, fortunatamente ebbe la prontezza di afferrare la scaffalatura che, almeno in teoria, doveva essere saldamente ancorata alla parete, ma a quanto pare non era così solida, visto che gli andò dietro ad entrambi, riversandogli addosso ogni genere di oggetto che conteneva.

“Ouch, porca...che botta”

“È solo colpa tua, creti...”

Prima che riuscisse a terminare la frase una lattina, probabilmente contenente salsa di pomodoro, cadde dal ripiano più alto, colpendo la coniglietta in testa, facendola gemere dolorante.

“Ahio...ecco guarda, mi sono tagliata”.

Dicendo questo lei le mostrò la zampina appena sporca di sangue, lui la fece scendere dal suo petto per poi afferrarle la testolina.

“Vieni qua, fammi vedere...”.

Cominciò quindi a scostare il rado pelo sulla testa dell’interessata, trovando subito la ferita e scoprendo che si trattava di poco più che un graffietto.

“Non preoccuparti, credo che sopravvivrai, comunque tranquilla, ora ci penso io”.

“E sentiamo, che avresti in mente di fa...”.

Non finì la frase che sentì la ruvida e calda lingua del canide darle una lappata sopra la testa, inumidendole un po' il pelo e facendola imbarazzare a livelli critici, non si era di certo preparata per una cosa del genere, e quello che fece e disse poi la volpe non l’aiutò per nulla.

“Mmmh, gustosa”.

Mentre lo diceva accennò un ghigno, per poi leccarsi i baffi, questo comportamento ebbe effetti a dir poco confusi nei riguardi della coniglietta, che non riusciva a capire se il brivido lungo la schiena che stava provando in quel momento fosse paura o eccitazione.

“Ehi, tutto ok?”.

L’apparente stato di trance della compagna aveva un po' allarmato James, che cominciò ad agitare la zampa davanti al muso dell’interessata, destandola, la coniglietta senza dare bado alla volpe raggiunse la porta del ripostiglio, per poi chiudersela dietro.

“Ora io e te facciamo i conti”.

Qualche minuto dopo Daryl era in direzione del ripostiglio armato di scaletta, consapevole che non sarebbero mai riusciti a raggiungere la corda da soli aveva deciso di andare a prenderla, una volta arrivato la posò sul muro a fianco ed aprì la porta per poi osservare all’interno, si bloccò immediatamente facendo schizzare le orecchie come due soldati che si mettono sull’attenti, la scaffalatura era ribaltata e posata sul muro di fronte, sotto di essa, in mezzo a diversi oggetti caduti da quest’ultima, corda compresa, vi stavano sua sorella e James che, oltre a non essersi minimamente accorti della sua presenza, si baciavano con passione.

“Vabbè, vedo che avete già fatto, ci vediamo dopo”.

Detto questo il coniglio si allontanò, chiudendo poi la porta, solo in quel momento Judith si rese conto che era successo qualcosa, interrompendo il bacio per poi voltarsi verso la porta.

“Che cavolo è stato?”.

“Niente, era solo tuo fratello che...”.

Sentendo queste parole la coniglietta schizzò in piedi allarmata.

“Cosa? Ma quindi lui ci...ci ha visti che...”.

“Ma si, che t’importa, tanto qua se ne sono accorti tutti che ci stavi provando con me”.

“Cosa? Stai scherzan...”.

Lui la zittì prima posandole una zampa sul musino, per poi riprendere a baciarla.

“Taci, e piuttosto riprendiamo da dove eravamo rimasti”





Passò un altro quarto d’ora buono prima che i due si decidessero ad uscire, dopo aver sistemato tutto il casino creato.

“Papà sembrava un po' scocciato quando gli abbiamo chiesto la corda”.

James la guardò di sbieco, mentre camminavano uno di fianco all’altra.
“Eh ti credo, ci vogliamo legare quella matta di sua sorella”.

“James...”.

La volpe si volse ad osservare la compagna, aveva il muso corrucciato, le zampe conserte e tamburellava il piedino a terra, era seriamente tentato di fare una battutina o due su quanto fosse adorabile in quella posa, tuttavia non era il momento ideale, preferendo rimandare ad un’altra occasione.
“Ok, scusa, ma dopo quanto accaduto ieri mi riesce difficile vederla in altro modo”.

“Va bene, questo te lo concedo, ma evita di fare battute a riguardo con mio padre presente, gli stai simpatico ed è già una buona cosa, cerchiamo di non rovinare tutto, ok?”.

“D’accordo”.

La coniglietta infilò la chiave nella serratura, facendole fare un paio di giri, quando quest’ultima si sbloccò la spinse fino a spalancarla, la prima cosa che notò fu la coperta gettata a terra vicino la porta, osservandola bene sembrava quasi che fosse stata riposta apposta in quel punto e non semplicemente buttata li, poi alzò lo sguardo verso la brandina vuota, la prima sensazione che la pervase fu più che altro paura, ricordandosi perfettamente di cosa fosse stata in grado di fare quella coniglia giusto la sera prima, si fece prendere dal panico, indietreggiando di qualche passo fino a sbattere contro James.

“È scappata...come ha fatto?”.

“Tranquilla, la porta era chiusa”.
Dicendo questo la volpe si guardò attorno, notando fin da subito l’oblò aperto.
“Probabilmente è uscita da li”.

Judith osservò per qualche secondo l’apertura che dava all’esterno, poi la sua espressione mutò, era ancora spaventata, ma non più per se stessa.
“James...quell’oblò...dà sul mare, non ci sta nulla li fuori”.

“Cosa? Vuoi dire che...”.

“Si, è sicuramente finita fuoribordo”.

La volpe non perse tempo e si avvicinò all’apertura, mise la testa fuori e diede una rapida occhiata, le pareti lisce dello scafo lasciavano pochissimo margine di dubbio sulla sorte di chiunque avesse provato ad uscire da li, il mare era abbastanza mosso ed era impossibile vedere se qualcuno si fosse allontanato a nuoto.

“James, dobbiamo fermare la barca e recuperarla”.

La volpe tirò nuovamente dentro la testa e poi in fretta e furia corse fuori, passando di fianco a Judith ed osservandola un attimo, era ancora scossa dalla scoperta e le tremavano le gambe.
“Vado ad avvisare tuo padre, te mettiti seduta e calmati, la recuperiamo”.

Detto questo sparì oltre la porta, lei accettò il consiglio e si sedette su di uno sgabello, osservando prima la porta poi l’oblò, le stava salendo l’ansia, nonostante la reazione che la sua parente le aveva mostrato la sera prima era veramente preoccupata per lei, aveva visto come zoppicava, in quelle condizioni non avrebbe potuto nuotare tanto a lungo ed ormai si erano allontanati parecchio dalla costa, al punto che l’isola già non si vedeva quasi più.

“Pss, ehi”.

I pensieri della coniglietta vennero interrotti da una vocina dietro di lei che ormai aveva imparato a riconoscere fin troppo bene, le si gelò il sangue e la paura prese velocemente il sopravvento, si volse con la velocità di un bradipo e quando riuscì a vedere dietro di sé poté notare che sua zia era appena uscita da un armadio presente nella stanza, tenendo un remo tra le zampe a mo’ di mazza, oltre ad essere terrorizzata dalla situazione che si era creata si sentì pure stupida, si erano fatti fregare come dei polli, ed ora era lì da sola in balia di una pazza.

“A...aspetta, non vogliamo farti del male...”

“Perdonami se non ti credo, non dopo quello che avete fatto a Sofia”

La coniglietta più giovane sussultò, era terrorizzata e non aveva idea di come la zia avrebbe preso la notizia che sua sorella era già morta da un pezzo, che quella che vedeva ed aveva visto per tutti quegli anni era solo una sua allucinazione, tuttavia si rese pure conto che più passava il tempo e più aumentavano le probabilità di venire attaccati, per cui raccolse un po' di coraggio, decidendo di dirle tutta la verità.

“Zia, tua sorella, Sofia, lei...insomma lei è morta molto tem...”

Non riuscì a terminare la frase che venne interrotta dall’espressione che si stampò sul volto di Judy in quel momento, la coniglia più vecchia aveva gli occhi spalancati e lo sguardo perso mentre osservava un punto dietro sua nipote, precisamente dove aveva lasciato la sorella ferita, la osservò per interminabili istanti, con estremo orrore si rese conto che non respirava più, perdeva sangue dal naso e dalla bocca, non dava segni di vita.
Judith non capiva cosa le succedeva, ma un campanello d’allarme le rimbombava nella testa, doveva scappare più in fretta possibile, per cui senza perdere altro tempo si volse verso la porta, iniziando a correre urlando a squarciagola.

“Jame...”

Non finì il grido che venne colpita in piena testa dal remo tenuto da Judy, facendola cadere a terra con un singolo colpo, con quest’ultima che prima si avvicinò a lei, una volta assicurata che non potesse più nuocere passò a sua sorella, quando le fu quasi di fianco si ritrovò James che le saltava addosso, la volpe era talmente furiosa per aver visto la compagna a terra temendo il peggio, che senza nemmeno pensarci si ritrovò a sovrastare Judy, preparandosi a colpirla con gli artigli per quello che aveva fatto.





Note

Eccomi qua, insomma, questo capitolo mi ha dato parecchio filo da torcere, ho avuto un periodo che tra lavoro e casini vari sono andato parecchio a rilento, ma non si molla mai, ormai siamo quasi alla fine ed ho intenzione di completare questa storia prima di riprendere l’altra, vorrei ringraziare in particolar modo Redferne, Sir Joseph Conrard, EnZo89, Djmathew e MizukiZukishima28 per le recensioni degli ultimi capitoli, grazie davvero.

Ne approfitto anche per dire che ho apportato delle sostanziali modifiche ai primi capitoli fino all’ottavo.

2538 parole
   
 
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