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Autore: Soul Mancini    01/11/2018    4 recensioni
[TUTTE LE PERSONE DA ME CITATE IN QUESTA STORIA SONO DI MIA INVENZIONE. Tutti i riferimenti a fatti e persone reali sono puramente casuali; ci tengo a specificarlo, essendo questo un racconto ambientato su EFP.]
Camilla ha ventotto anni e ha già dato alle stampe tre libri, due dei quali sono divenuti dei bestseller. Nonostante ami la sua vita da scrittrice affermata e il contatto con i suoi lettori, decide di iscriversi a EFP: almeno sul sito potrà sentirsi al pari degli altri utenti e nascondere la sua identità.
E rimarrà completamente incantata da un'autrice dolce e insicura, che si cela dietro il nome di DreamingAwake.
DAL TESTO:
«Chiunque si celasse tra quelle righe, era riuscito a trovare un equilibrio vincente.
Recensii il primo aggiornamento con entusiasmo, elencando nel dettaglio quelli che secondo me erano i punti di forza dello scritto, poi passai al capitolo successivo.
I minuti scivolavano via veloci e con loro anche la stanchezza: ero curiosissima di leggere il seguito e non riuscivo a fermarmi.»
- QUARTA CLASSIFICATA al "Scegli il tuo mandala e ti dirò chi sei... Contest!" indetto da Freeshane sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ReggaeFamily

IV




Mi veniva da piangere.

Dreamy non mi aveva detto una parola, si era limitata a rintanarsi nei bagni del centro commerciale, in lacrime. E del resto come potevo darle torto? Aveva appena scoperto qualcosa di sconvolgente sia sul conto della sua migliore amica, sia su quello della sua autrice preferita.

Maddy, come faccio? Come dovrei fare adesso, eh? Di sicuro non mi vorrà più vedere!” sibilai, la voce strozzata dal nodo che mi si era formato in gola. Avevo stretto entrambe le mie mani attorno a quelle di mia sorella e cercavo di trarre da lei la forza per non lasciarmi andare alle lacrime.

Era strano come anche le persone più positive ed energiche potessero crollare in certe situazioni.

Ehi, calmati, respira” tentò di tranquillizzarmi mia sorella, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio con la mano libera. Puntò i suoi profondi occhi nei miei e proseguì: “Vai da lei, stalle vicino. Magari non aprirà la porta, non ti vorrà vedere, ma tu stai nell'antibagno e spiegale come stanno le cose. Ora lei sarà arrabbiata e non ti vorrà ascoltare, ma lo farà lo stesso e poi ci ragionerà su.”

I suoi lineamenti dolci esprimevano una gran determinazione, che riuscì a tranquillizzarmi e darmi la forza per reagire.

Non l'avrei mai ringraziata abbastanza per la vicinanza e i preziosi consigli.

Annuii e le sorrisi. “Ce la posso fare!”

Oh, così ti voglio! Io intanto faccio un giro in libreria, mi è sembrato di vedere il nuovo roman...”

Camilla Giurato, oh mio dio! Mi sembra un sogno!” Un'acuta e stridula voce fece sobbalzare entrambe: mi voltai e mi ritrovai davanti a una donna sui cinquant'anni, con una chioma di capelli arancione sbiadito e il viso già solcato da numerose rughe, che stazionava davanti alla porta della libreria e mi fissava con gli occhi sgranati.

Dovetti ammettere che aveva un'aria inquietante.

Mi sforzai di sorriderle. “Buonasera!” esclamai.

Lei, dopo un momento di esitazione, si precipitò da me e cominciò a elogiarmi, elencando le mie opere e ciò che più aveva gradito di ognuna.

Essere un personaggio famoso non era affatto facile non era affatto semplice, me ne stavo accorgendo giorno dopo giorno: dovevo sempre essere gentile, mettere da parte ansia e malumore, ricacciare le lacrime e non essere mai scortese, anche quando avevo di meglio da fare.

Grazie mille per i complimenti, sono felice che i miei libri le piacciono” dissi, a seguito di un suo lungo monologo.

Ma grazie a te, è stato un piacere conoscerti! Ora vado, devo ancora fare la spesa e... oh, chissà dove si è cacciato mio figlio! Sempre in giro, questi ragazzi d'oggi, e noi mamme sempre lì a preoccuparci! Beh, ciao cara, e scrivi tanto!” concluse finalmente la mia interlocutrice, lasciandomi due baci sulle guance con tanto di schiocco.

Buona giornata anche a lei, signora” borbottò ironicamente Maddalena qualche secondo dopo, dato che la mia seguace non si era nemmeno degnata di salutarla o rivolgerle uno sguardo.

Feci spallucce. “Meglio se corro in bagno, prima che qualcun altro mi intercetti!”

E così feci: mi fiondai verso la porta verde che conduceva ai bagni delle donne. Mi ritrovai su un pavimento dello stesso colore, immersa in una luce forte e bianca. Alla mia sinistra si trovava una lunga fila di lavandini, mentre dal lato opposto affacciavano tre porte del solito verde prato.

Eliana? Dreamy?” chiamai piano, quasi impaurita.

Un malcelato singhiozzo mi giunse ovattato attraverso la porta chiusa del bagno più in fondo: la ragazza si trovava lì.

Mi avvicinai cautamente e posai una mano sul legno colorato. “Ehi. Scusami, so che ti ho fatto del male, ma... ho molte cose da spiegarti, spero che tu me ne darai modo” provai a convincerla in tono dolce e malinconico al tempo stesso.

Perché mi hai mentito per tutto questo tempo?” Udii appena la sua domanda, che aveva sussurrato tra i singhiozzi.

Credimi se ti dico che non sapevo come dirtelo: avevo paura che non mi avresti creduto, e poi... la nostra amicizia era bella così, non mi andava di rovinarla. Insomma, tu mi hai voluto bene da subito così, per quella che ero, e non volevo che le cose tra noi cambiassero. E poi c'è stato quel firmacopie in cui...” mi interruppi, incapace di continuare.

L'occhio mi cadde sulla mia immagine allo specchio: solito viso pallido, soliti occhi sgranati, soliti lineamenti delicati. In quel momento mi sentivo tremendamente umana e vulnerabile, non ero per niente la figura sempre sicura di sé e quasi eroica che tutti credevano. Anch'io sbagliavo, mentivo, ferivo gli altri.

Scoppiai a piangere.

In quel momento nell'antibagno entrarono tre ragazze di circa sedici anni, che ridevano e battibeccavano tra loro. Non appena mi videro in lacrime, ammutolirono e mi lanciarono occhiate perplesse, ma non osarono rivolgermi la parola.

Mi hai riconosciuto e non mi hai detto niente, quel giorno!” esclamò Dreamy dal bagno, improvvisamente rendendosi conto che la situazione era più grave di quanto avesse pensato.

Non potevo, stavo lavorando! Oddio, sono così dispiaciuta, ho sbagliato tutto e non merito di essere perdonata!” Cercavo invano di camuffare il tremore della voce, sperando che la ragazza dall'altra parte del pannello verde non si accorgesse del mio pianto.

Stavo perdendo il controllo della situazione.

Quando le tre ragazzine ebbero finito in bagno, ci lasciarono nuovamente sole.

Vorrei solo sapere perché hai aspettato tanto a dirmelo” affermò Dreamy rompendo il silenzio, evidentemente più calma.

Io intanto mi torcevo una ciocca di capelli tra le dita. “Non l'ho deciso: il tempo è semplicemente passato. Ma avevo intenzione di dirtelo. E... in realtà avrei un'altra cosa da confessarti.” Inspirai profondamente, sentendo un'altra ondata di lacrime pronta a straripare dai miei occhi.

La mia amica non rispose, ma intuii che era in attesa che proseguissi.

Lasciai andare la ciocca di capelli e strinsi convulsamente la tracolla della mia borsa. “Ho presentato Il Limbo dei Bugiardi alla mia casa editrice, la Corbaccio, ed è piaciuto moltissimo. Inizialmente ho dichiarato che era una mia opera, e quando ho ottenuto l'approvazione del mio editore ho confessato la verità. Ora mi vogliono mandare via, ma questo è un altro discorso. Sta di fatto che qualche tempo fa ti ho promesso che il tuo racconto sarebbe stato pubblicato e ho fatto il possibile perché ciò avvenisse. E sai cosa? Credo che il mio editore vorrà presto tue notizie, perché è rimasto molto colpito. Ecco, so che anche questo non è molto corretto perché non te l'ho detto prima, ma volevo farti una bella sorpresa. Pensaci.”

Mi stai... offrendo un contratto?” sibilò lei, sempre più confusa.

In un certo senso... ma io e te siamo amiche, siamo semplicemente Cindy e Dreamy, ed è normale che io voglia aiutarti in tutti i modi.”

Calò il silenzio. Furono attimi di vuoto straziante, in cui mi accasciai alla parete accanto a me, esausta. Attendevo una risposta.

Vai via” concluse infine Dreamy in tono glaciale.

Per me fu come una pugnalata. Le lacrime ripresero a scorrere sulle mie guance, come se ormai seguissero un sentiero ben definito sulla mia pelle.

Se questo è il tuo volere, ti accontenterò. Ma pensaci, almeno alla mia proposta per quanto riguarda la casa editrice. Di me, invece, che posso dire? Se deciderai di non perdonarmi, ti capirò, ma sappi che io non smetterò mai di volerti bene. Ho sbagliato, ma non l'ho fatto per ferirti; sono stata travolta da una situazione più grande di me. Ma l'affetto che provo nei tuoi confronti non cambia, né in veste di Camilla, né in veste di Cindy. Se vuoi prendere un caffè con me e parlarne a quattro occhi, io sarò qui a Modena per tutto il fine settimana, fino a domenica sera.”

Pronunciai quel discorso tra lacrime, singhiozzi e fazzoletti: ormai non mi importava più di nascondere la mia debolezza.

Lasciai il bagno con gli occhi gonfi e il viso stravolto dal pianto.

Subito Maddalena mi avvistò e mi venne incontro per abbracciarmi. “Non si è risolta come speravi?”

Per niente. Penso che non ne vorrà più sapere di me.”

Non dire così, dai tempo al tempo. Le cose si risistemeranno!”

Forse aveva ragione, ma in quel momento non riuscivo a crederci.

Allora, via quel muso lungo: mi avevo promesso di portarmi a prendere lo zucchero filato!” cercò di tirarmi su lei.

Accennai un sorriso. “E va bene, andiamo.”

A proposito: mentre tu eri dentro ho fatto un bel giro in libreria e sono inevitabilmente finita sui classici! Ho finalmente trovato Piccoli Uomini, che stavo cercando da secoli, ma quell'edizione era orribile e costava un patrimonio! Mi sa che mi conviene comprarlo su Libraccio, che dici?” cominciò a raccontare mia sorella, subito pronta a distrarmi.

Quando arrivammo alla bancarella dello zucchero filato, Maddalena mi convinse a prenderne un bastoncino.

Divoravo la nuvola, cercando di addolcire un minimo i miei pensieri.

Non stavo affatto bene.



Quella sera pubblicai la mia prima poesia su EFP.



Anche gli angeli


Anche gli angeli sono imperfetti:

non sempre reggono il peso

della rugiada sulle ali.

Anche gli angeli piangono

e strillano e s'arrabbiano

e perdono. Sono umane,

queste creature di luce;

a volte si feriscono, a volte feriscono.

Anche gli angeli sanguinano,

soffrono e cadono.

E sono creature splendenti,

gli angeli, scolpite nell'avorio:

si stagliano bianchi contro il cielo,

dolci e fieri, come stelle polari.

Ma anche loro treman di paura,

temono la loro stessa forza.

A volte gli angeli sbagliano.



La mattina dopo mi svegliai e feci fatica a ricordare dove mi trovassi: davanti ai miei occhi svettava un soffitto verde pallido, mentre una fioca luce filtrava dalle tende dello stesso colore.

Alla mia destra, sul letto matrimoniale, Maddalena dormiva profondamente, rannicchiata su se stessa.

Mi trovavo a Modena, in un alberghetto carino e sobrio, ed era soltanto sabato mattina. Dovevo trascorrere altri due giorni lì e, se Dreamy non si fosse rifatta viva, non avevo assolutamente nulla da fare in quel posto.

Afferrai il mio cellulare, cercando di non svegliare mia sorella, ed entrai su EFP per controllare se la mia poesia avesse ricevuto qualche recensione. In effetti trovai due commenti positivi da due autori che non avevo mai visto.



alessandroago_94

Recensore Master


Cap. 1: Anche gli angeli


Buongiorno.

Un componimento davvero forte e allo stesso tempo delicato ^^

Hai utilizzato frasi molto brevi e frammentate, che trasmettono una certa malinconia.

Complimenti, ottimo lavoro ^^

Buona giornata e a presto :)


Rispondi




Kim WinterNight

Recensore Master


Cap. 1: Anche gli angeli


Ciao Cindy! :)

È la prima volta che leggo un tuo scritto – e mi è parso di capire che questa è la tua prima pubblicazione su EFP – e non me ne sono affatto pentita! Questi tuoi versi mi hanno completamente coinvolto, sei stata bravissima!!!! *-*

Questo tuo componimento fa riflettere, ha un senso metaforico molto forte: gli angeli – o le persone che apparentemente sembrano perfette – possono sbagliare, anche loro hanno dei difetti ed è impossibile che non deludano mai, perché in fondo anche loro sono esseri umani. Capita a tutti di sbagliare, ecco, e l'importante è cercare di porre rimedio!

Comunque, non posso che farti tantissimi complimenti, hai creato un incastro di parole magico *-*

Alla prossima, spero di leggere presto qualcos'altro di tuo ♥


Rispondi



Risposi a entrambi, ringraziandoli per le belle parole che mi avevano rivolto. Ricevere tanti complimenti aveva risollevato il mio umore e mi aveva aiutato a sorridere. Quei due utenti poi mi avevano fatto sentire compresa, come se stessero vivendo la vicenda al mio fianco.

Di Dreamy nessuna traccia. Non mi aveva scritto né recensito la poesia. Era un brutto segno, che mi gettò nuovamente nello sconforto.

Un sonoro sbadiglio di mia sorella mi riportò alla realtà: la vidi rigirarsi e stiracchiarsi tra le lenzuola, poi mi rivolse un'occhiata incuriosita e ancora appannata dal sonno. “Buongiorno sorellona. Oggi si fa baldoria, che dici?”

Sorrisi e le scompigliai i capelli già arruffati. “Ehi. Baldoria?”

Ma sì, dai. Andiamo a ballare e ubriacarci stanotte, come due vere irresponsabili in gita” farfugliò, mettendosi faticosamente a sedere.

Sai che non mi ubriaco mai” le feci notare con una risatina.

Fa lo stesso. Ora vado a darmi una sistemata in bagno, poi se ti va scendiamo a fare colazione: ho notato che nel bar di quest'albergo hanno delle paste ripiene più grandi della mia faccia!”

Le cedetti il bagno e nel frattempo cominciai a cercare in valigia gli indumenti che avrei utilizzato quel giorno. Optai per una semplice maglietta verde con una stampa nera astratta, un paio di jeans attillati e i miei bassi stivaletti in velluto nero. Mentre radunavo tutto sul materasso, ricevetti un messaggio da Enrico.


Donzelle, siete in quel di Modena alla faccia mia e non mi mandate neanche un selfie? Malvagie!!! A parte questo, com'è andata con Eliana? Come l'ha presa? Se qualcosa non va, chiamami ☺


Sorrisi tra me: era sempre il solito, allegro e premuroso.

Feci partire la chiamata al suo numero, così da potergli raccontare gli eventi della sera prima in maniera più rapida.

Milla, buongiorno! Mi devo preoccupare?” esordì la sua voce, ancora un po' impastata dal sonno.

Ridacchiai, poi mi feci nuovamente seria. “Un po'. Dreamy ieri non l'ha presa bene.”

Mi lanciai in un dettagliato racconto, in cui inclusi le mie sensazione a riguardo di tutto ciò che era successo.

Abbi pazienza, aspetta che ti contatti. E ti assicuro che lo farà: hai cercato di fare del bene e lei lo deve solo assimilare, riflettere e capire. Tornerà, ne sono certo” affermò con sicurezza alla fine del mio discorso.

Dici davvero? Io lo spero. Non mi va di fare il primo passo, ho paura di infastidirla... quindi non mi resta che aspettare.”

Stai tranquilla, e non ci pensare troppo. In fondo sei a Modena insieme a tua sorella: divertiti e rilassati!”

Grazie Rick, sei un tesoro!”

Bagno libero!” gridò Maddalena, spalancando la porta del bagno e facendomi sobbalzare.

Okay, con calma!” la ammonii, scoppiando in una risata.

C'è quella peste di Maddy?” mi chiese Enrico divertito.

Se è quel criminale del tuo collega, passamelo: gliene devo dire quattro!” esclamò Maddalena contemporaneamente, in finto tono minaccioso.

Così passai il cellulare a mia sorella e mi avviai in bagno ridacchiando sotto i baffi. Quei due erano diventati cane e gatto da quando, qualche mese prima, si erano incontrati: avevo invitato loro e qualche altro amico a bere qualcosa fuori la sera del mio compleanno, e da allora i due avevano legato un bel po'. Ero davvero contenta che andassero d'accordo, del resto erano caratterialmente molto simili.



Ciao Cindy,

scusa, ma non posso fare a meno di chiamarti così, anche se ormai ho scoperto il tuo vero nome e la tua vera identità. Ma del resto tu mi hai sempre chiamato Dreamy.

Ho riflettuto tanto su quello che è accaduto ieri sera e nel frattempo la rabbia che provavo nei tuoi confronti è svanita. Certo, penso che tu abbia commesso degli errori, ma chi non ne fa nella propria vita?

Mi hai mentito sulla tua identità ma, come tu mi hai spiegato, l'hai fatto per una giusta causa: non dev'essere facile essere un personaggio famoso, che viene idolatrato da tutti e raramente trova delle persone veramente amiche nella sua vita. Io e te stavamo così bene, con il nostro equilibrio... e onestamente non so se sarebbe andata allo stesso modo, se io avessi scoperto la verità troppo presto. Sarebbe stato difficile per me essere neutrale.

E poi l'offerta che mi hai fatto... insomma, hai praticamente messo a repentaglio la tua carriera per darmi un'opportunità alla Corbaccio, e questo è un comportamento da vera amica. Non potrei mai pensare che tu abbia fatto qualcosa per farmi del male.

Ho letto anche la tua poesia e mi sono resa conto che non posso pretendere la perfezione da nessuno: tu sei un vero angelo, ma capita anche a te di sbagliare, di ferire gli altri, di lasciarti sfuggire una situazione di mano. È il tuo caso, ma non l'hai fatto con malvagità, l'ho capito.

E io non sono rancorosa, anzi, voglio perdonarti e provare a recuperare il rapporto con te.

Spero che accetterai.

Domani potremmo fare colazione insieme se ti va, il luogo sceglilo tu.

Grazie per aver letto ♥

- DreamingAwake

...o, più semplicemente, Eli.

Ma in fondo, qualsiasi cosa accada, sarò sempre la tua Dreamy *-*


Quasi caddi dallo sgabello accanto al bancone quando lessi quel messaggio.

MI vuole rivedere!” esclamai, balzando in piedi e rischiando di rovesciare il bicchiere con il mio drink.

Chi? Cosa? Eliana?” domandò mia sorella, cadendo dalle nuvole.

Ero fuori di me dalla gioia: non ci potevo credere! Nonostante tutto il casino che avevo combinato, Dreamy voleva ancora riporre fiducia in me! Mi sembrava un sogno.

Trascinai Maddalena giù dal suo sgabello e la abbracciai forte, continuando a lanciare urletti di tanto in tanto. “Oh mio dio, mi vuole perdonare! Tu e Rick avevate ragione!”

Lei ricambiò il mio abbraccio e lanciò un grido entusiasta a sua volta. “Vedi? Che ti avevo detto? Adesso la smetti di farti paranoie?”

Sì, sì, promesso!” Afferrai il mio cellulare, che avevo abbandonato sul bancone. “Un attimo: le rispondo e poi ci lanciamo in pista! Che ne dici?”

Ci puoi scommettere! E ora ordino anche qualcos'altro da bere, lascia fare a me!”



Era una fredda giornata di fine novembre e io, insieme ad altre tre persone, stavo facendo il mio ingresso nella sede toscana della Corbaccio.

Oddio, che ansia! Chissà cosa vorrà dirmi!” esclamò Eliana – ormai mi stavo abituando a chiamarla così – visibilmente agitata.

Sicuramente vorrà offrirti un contratto, non ti preoccupare! Semmai sono io a dovermi agitare” commentai con un sospiro.

Mauro Stefanelli è un brav'uomo, vedrai che ti perdonerà!” Enrico mi strizzò l'occhio mentre giocherellava con le chiavi della sua auto. Il mio amico era molto rilassato e cominciavo a pensare che sapesse qualcosa che non mi aveva detto.

Non ero mai stata in una casa editrice, che bello!” squittì Eliana, esaminando ogni angolo dell'ampio ingresso: sulle numerose mensole e sulla scrivania al centro della stanza erano disposte pile di libri, mentre sulle pareti panna spiccavano dei manifesti che pubblicizzavano le nuove uscite a cura della Corbaccio.

Se per me quel luogo era ormai divenuto un'abitudine, costituiva invece una nuova esperienza per la mia amica emiliana.

Carino il luogo dove lavoriamo, eh?” commentò Enrico picchiettandole su una spalla.

Una favola!” Eliana annuì vigorosamente.

Ragazze, andate e spaccate tutto. Noi vi aspettiamo qui e poi vi porto a mangiare in un posticino delizioso!” esclamò Maddalena, dando di gomito a Enrico.

I nostri amici ci abbracciarono e ci diedero l'in bocca al lupo; io ed Eliana ci scambiammo un ultimo sguardo complice e ci avviammo insieme verso lo studio di Mauro.

Busso?” domandai sottovoce alla mia amica, chiedendo conferma.

Vai.”

Battei piano le nocche sul legno scuro.

Avanti” tuonò il solito vocione del mio editore, all'interno della stanza.

Con il cuore in gola, abbassai la maniglia e lasciai che Eliana entrasse per prima nell'ufficio.

Mauro si alzò e le tese subito la mano. “Lei dovrebbe essere la signorina Eliana Martini, giusto? Piacere, Mauro Stefanelli, capo editore della sede toscana della Corbaccio. Prego, si accomodi.”

Il piacere è tutto mio” mormorò lei con un sorriso; gli strinse la mano, poi si accomodò su una delle due sedie di fronte alla grande scrivania blu.

Io la raggiunsi e presi posto a mia volta. “Salve” salutai cordialmente.

Camilla, rieccoci.” Mauro mi rivolse una lunga ed eloquente occhiata. “Bene ragazze, vi ho convocato qui perché ho delle comunicazioni da darvi. Comincerei da Eliana.”

Vidi la mia amica trasalire e sperai che non si lasciasse travolgere proprio in quel momento dall'ansia.

Ho letto il tuo scritto Il Limbo dei Bugiardi e, devo ammetterlo, mi è piaciuto molto. Inizialmente pensavo fosse della qui presente Camilla, dato che lei l'ha presentato a nome suo... ma, a prescindere da firme o autori, l'opera è valida. Quella di Camilla è stata una grande mancanza di rispetto, ma questo non cambia le cose: mi sono trovato davanti a un'opera meritevole e originale, dallo stile maturo e accurato, decisamente degno di nota. Voglio darle fiducia e investire su di lei, perché penso che sia in grado di sfondare e fare grandi cose: se lei è d'accordo, pubblicheremo Il Limbo.”

MI dovetti trattenere dall'esultare e stringere il mio editore in un abbraccio, anche perché non avevamo tutta quella confidenza.

Gli occhi di Eliana, che poco prima erano colmi di ansia e terrore, ora avevano iniziato a brillare e riempirsi di lacrime. “Sta... dicendo sul serio? Io, sotto contratto con la Corbaccio?” balbettò.

Allungai la mano e strinsi una delle sue.

Esattamente” confermò l'uomo con sicurezza.

Una silenziosa lacrima abbandonò gli occhi di Eliana e prese a scorrere sulle sue guance. “Grazie. E non dico altro, perché tutte le parole del mondo non basterebbero per dimostrarle la mia riconoscenza.”

Mi lasciai sfuggire un sorriso, che subito mi morì sulle labbra quando Mauro affermò: “Camilla, veniamo a noi”.

Sgranai gli occhi e strinsi ancora più forte la mano della mia amica; il cuore mi batteva a mille, mi sentivo come un coniglio in fuga dal suo predatore.

Mi dica.”

Ne abbiamo già parlato: il suo gesto è stato molto scorretto e di cattivo gusto. Come sicuramente saprà, ho sempre riposto molta fiducia in lei e non mi aspettavo un comportamento del genere, quasi imperdonabile. Tuttavia, so bene chi è la ragazza che ho davanti, ho imparato a conoscerla per la sua bontà e il suo grande cuore. Lei è una grande scrittrice, un'affidabile lavoratrice e una bella persona; per questo ho deciso di chiudere un occhio per stavolta. Ma, mi raccomando: da oggi righi dritto e non mi combini più scherzi di questo tipo, intesi?”

Distolsi lo sguardo dai suoi occhi, che ora si erano fatti più dolci e bonari, e mi lasciai sfuggire un “oddio” strozzato.

Lanciai un'occhiata a Eliana, che sorrideva come poche volte l'avevo vista fare.

Grazie Mauro, è stato veramente troppo buono con me e non la ringrazierò mai abbastanza per questa seconda opportunità! Le prometto che non la sprecherò e mi comporterò al meglio!”

Solo quando lasciai l'ufficio del mio editore, circa un minuto dopo, realizzai che non avevo perso il mio lavoro e addirittura l'avevo trovato per la mia amica.

In corridoio mi lasciai sfuggire un gridolino di gioia e abbracciai la mia amica, incapace di trattenere le lacrime.

Se ti avessero mandato via per colpa mia, non me lo sarei mai perdonato” mormorò tra i singhiozzi.

Non dirlo nemmeno: è stata una scelta mia. Ma ora non ci pensiamo: entrambe siamo sotto la Corbaccio!” esclamai, tirando su col naso.

E siamo unite, e da oggi lo saremo ancora di più.”

Sciogliemmo l'abbraccio, poi subito ci precipitammo nell'atrio, dove ancora Maddalena ed Enrico ci attendevano, stravaccati su due sedie.

Appena ci videro, con gli occhi colmi di lacrime e due grandi sorrisi sulle labbra, scattarono in piedi. “Com'è andata?” chiesero quasi all'unisono.

Pronto a un nuovo tour di firmacopie?” dissi io con un occhiolino.

Solo che stavolta vengo anch'io!” aggiunse Eliana.

Ci stringemmo tutti e quattro in un abbraccio, mentre i nostri amici esprimevano il loro entusiasmo con grida ed esclamazioni colme di entusiasmo.

E ora andiamo: ho un pranzo da offrirvi!” annunciò infine Maddalena.

Lasciammo la casa editrice e ci infilammo tutti in macchina di Enrico. Io mi sedetti nel posto del passeggero accanto a lui, mentre Eliana e Maddalena chiacchieravano tra loro sui sedili posteriori.

Amavo il mio gruppo di amici: tutti avevano stretto amicizia tra loro e ormai eravamo divenuti inseparabili. L'unico problema era la distanza tra noi ed Eliana, ma non era un ostacolo insormontabile. Inoltre avremmo lavorato per la stessa casa editrice, quindi lei sarebbe dovuta venire spesso nella mia zona e io l'avrei sempre accolta a braccia aperte in casa mia.

Tutto bene?” Enrico interruppe il flusso dei miei pensieri.

Sì, perché?”

Ti vedo pensierosa.”

Alzai le spalle. “Meno male, questo vuol dire che penso.”

Lui ridacchiò. “Ti voglio bene, Milla.”

Anche io” ribattei dolcemente con un sorriso.



Presi un lungo respiro e cliccai sul pulsante per confermare.

In quel momento mi resi conto che Cindy_Fallingstars non esisteva più. Faceva male, ma in fondo sentivo che era giusto così.

EFP mi aveva dato tanto, era stato il mio mondo per quasi un anno, ma sentivo di dovermene separare in modo da cominciare la mia nuova vita.

Osservai la home page del sito, ormai diventata così familiare: il logo celeste e bianco, la grafica blu, la scritta Registrati o Accedi in cima alla pagina, le icone che stavano a simboleggiare le categorie.

Grazie” mormorai, prima di uscire da internet e spegnere il computer.

Grazie, perché senza EFP non avrei mai trovato un'amica speciale come Eliana.

E non avrei mai capito di poter sbagliare.



♠ ♠ ♠



Ehilà ^^

Innanzitutto ringrazio chiunque sia giunto fin qui: questo vuol dire che ha letto tutta la storia, mi ha supportato e sopportato! Grazie di cuore!

Ma prima di passare ai ringraziamenti più approfonditi e i saluti finali, vorrei spiegare alcune cose.

Prima di tutto, non so come si chiamano operatori e dipendenti della Corbaccio (casa editrice realmente esistente, come molti sapranno) e non so se abbia una sede in Toscana, quindi luoghi e persone da me citati sono da me inventati. Se poi ho azzeccato qualcosa, beh... tanto meglio XD

Il libro che ho citato, “Piccoli Uomini”, è di Louisa May Alcott ed è il terzo della saga di Piccole Donne. Meglio specificarlo, per chi non lo sapesse ^^

Poi... i due utenti che hanno recensito la nostra Camilla sono realmente esistenti – sono due miei carissimi lettori – e ho voluto omaggiarli inserendoli in questa storia, “copiando” il loro modo di recensire e usando le parole che userebbero loro... insomma, fingendomi loro per una volta! Spero che i diretti interessati abbiano apprezzato! ^^

Non ho inserito data e ora nelle recensioni per scelta: non ho voluto attribuire un tempo preciso alla storia. Non è stata una mia dimenticanza, eh :D

Voglio anche spendere due parole su com'è andata questa storia: ho dovuto scriverla in fretta perché il contest sarebbe scaduto breve e ho avuto tardi l'illuminazione, quindi forse può sembrare un po' frettolosa... mi dispiace non essermi potuta prendere più tempo per curare i dettagli, ma nulla mi vieta di tornarci per una revisione, più avanti :)

Ringrazio tanto la giudice del contest per la bellissima opportunità, ringrazio tutti i lettori silenziosi, ma soprattutto un immenso GRAZIE va a Kim e Ale, i miei super lettori super presenti e super preziosi, che hanno recensito con affetto tutta la storia! Siete i miei Dreamy, VI ADORO :3

Ancora grazie a tutti e alla prossima avventura!!! ♥



   
 
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