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Autore: JAPAN_LOVER    02/11/2018    1 recensioni
Misa fece spallucce e, inarcando maliziosamente un sopracciglio, punzecchiò il ragazzo rachitico che le era affianco:
“Non sarai mica gay, Ryuzaki?”
“No, Misa – rispose lui, con la solita voce priva di emozioni – non sono affatto gay!”
“Allora dimostramelo – lo incalzò, con tono di sfida – baciami!”



Sospettata di essere il secondo Kira, Misa era tenuta sotto stretta sorveglianza al Quartier generale. Questo, in fondo, le stava bene perché avere accanto un Light che sembrava non volerne sapere niente di lei, era più facile da riconquistare.
Se è vero che le migliori armi di seduzioni per una donna sono la bellezza e la gelosia, lei su queste cose era sicurissima di poter contare.

L era il più grande detective del mondo impegnato sul caso Kira. Lucido, freddo, razionale, era disposto a ricorre a ogni mezzo pur di catturare il suo nemico. Figuriamoci se si fosse fatto scrupoli ad approfittare di un’ingenua e innamoratissima modella, per raggiungere i suoi scopi.

Uniti da un tacito accordo, chi per primo tra i due verrá meno al patto?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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AL FREDDO E TUTTA SOLA...


“Ti amo tanto…perciò ti scongiuro, non dirmi che te ne andrai. Resta sempre accanto a me!”
“…”

“NO, NO, NO! Così non ci siamo! – gridò il regista adirato, dal suo megafono – Misa, dovresti avvicinarti di più a Ryuga! Diamine, non è un appestato! A questo punto devi essere tu a baciarlo! Perché te ne stai imbambolata? Oggi sei troppo distratta!”
Misa era sul set. Indossava un lungo abito rosa antico molto avvitato e stava girando la scena clou del suo prossimo film. Il problema non era tanto girare la scena d’amore, quanto i ricordi che quel bacio avrebbe potuto rievocare.
Semplicemente aveva paura, per cui la bionda aveva esitato troppo nel baciare il suo collega, scatenando l’ira impetuosa del regista.
“Scusi tanto, signor regista!” supplicò la bionda, accarezzandosi la nuca.
“Se continui così non riusciremo mai a finire le riprese – borbotto spazientito il regista, lanciando poi un’occhiata all’orologio – e va bene. Per oggi possiamo andare, ma domani vi voglio tutti più concentrati, d’accordo?”
Il cielo cominciava a tinteggiarsi dei colori della sera. Faceva piuttosto freddo e, mentre la troup andava sciogliendosi a poco a poco, Misa era alla ricerca del suo manager.
“Matsui…. Matstui! – lo chiamava, girando e in lungo e in largo per il set, adibito in un piccolo parco nel cuore di Shibuya – Matsui, dove ti sei cacciato?”
Misa tremava convulsamente e guardava insistentemente l’orologio che segnava ormai le 6 PM. Si stringeva nella giacca offertale gentilmente dal tecnico ai suoni, cercando si placare i brividi di freddo che la scuotevano tutta. Quello sciocco di Matsuda aveva deciso di sparire e piantarla lì, proprio in una sera gelida come quella.
Se solo avessi il suo numero… – si trovò a pensare mestamente – lui non mi abbandonerebbe mai così… al freddo e tutta sola…
Misa serrò i pugni e scacciò quel pensiero della mente, vergognandosi profondamente.
Ormai non c’era giorno che non le tornasse in mente quella notte.
Ryuzaki e le sue parole dure e risolute contro Kira….
Ryuzaki e le sue mani grandi che vagavano timide e calde sul suo corpo…
Ryuzaki e la disarmante tenerezza di quel momento…
No, non devo più pensare a Ryuzaki – si redarguì severa – io amo Light, per me esiste solo lui. Punto.
Si portò una ciocca bionda dietro all’orecchio e si diede della stupida nel rimanere ancorata al pensiero di un ragazzo che probabilmente non l’avrebbe mai amata.

L aveva radunato attorno a sé tutti i membri del quartier generale per fare il punto della situazione e spiegare nel dettaglio il piano che aveva elaborato.
“Sono molte le probabilità che ci sia un collegamento tra Kira e il gruppo Yotsuba – disse a conclusione L – dobbiamo quindi indagare sull’azienda e chiarire chi e quanti di loro hanno il potere”.
“Se si tratta solo di avvicinarlo lasciate pure fare me” disse risoluto Aiber.
“Mentre io e Watari non dobbiamo fare altro che eludere il sistema di sicurezza e le telecamere di sorveglianza della sede di Tokyo della Yostuba, dico bene?” chiese conferma Wedy, incrociando le braccia al petto.
“Giusto – rispose L, rannicchiato sulla sua sedia e poi si raccomandò: – ricordativi che alla Yotsuba non devono accorgersi che stiamo investigando sul loro conto. Nell’esatto istante in cui verremo scoperti, non potremo più catturare Kira. Mi raccomando, non siate impazienti o frettolosi e non prendete iniziative personali”.
In quell’esatto momento squillò il telefono di L. Colto da un brutto presentimento, il detective estrasse il cellulare dalla tasca dei pantaloni e rispose:
“Che c’è, Watari?”
“Ryuzaki, Matzuda mi ha appena inviato un segnale di emergenza con la cintura”
L corrugò la fronte.
“Da dove lo ha inviato?” chiese il detective, pur intuendone già la risposta.
“Pare proprio che provenga dall’interno della sede centrale della Yotsuba”.
Il detective, spazientito, alzò gli occhi al cielo e ruotò la sedia girevole verso il computer e i monitor:
“Dimenticate quanto ho appena detto. Proverò a ideare una nuova strategia – disse tra i denti – quell’idiota di Maztuda!”
Che nervi. Quello sciocco poliziotto aveva proprio esagerato questa volta! L sapeva che probabilmente si era preso la libertà di introdursi nell’azienda, uscendo fuori dall’unico incarico che gli aveva assegnato: fare da manager a Misa, così da tenere sotto controllo quello che un tempo era stato per certo il secondo Kira.
A grandi linee, Light aveva captato ciò che aveva detto Watari dall’altra parte del telefono.
“L, cos’è successo a Matzuda?” domando il ragazzo castano, con apprensione.
Il detective dai capelli corvini non rispose, limitandosi a lanciargli un’occhiata seccata. Poi, prese il telefono in mano e digitò il numero di Matzuda, il cellulare squillò diverse volte prima che il detective ricevesse risposta.
“S…si, pronto?” rispose il manager.
“Ehilà, Matsui! – rispose L – sono io, Asahi! Quanto tempo!”
Il poliziotto si sentì riavere quando udì la voce di Ryuzaki. In quel momento si trovava in una saletta un po’ appartata della Yotsuba. Quando era stato beccato ad origliare davanti alla sala riunioni si era presentato agli otto uomini riuniti attorno al tavolo in qualità di manager di Misa Amane asserendo di voler proporre la ragazza come testimonial per la loro azienda. Adesso, però, due ceffi lo avevano portato in quella saletta, ma era pienamente consapevole che nella sala riunione gli altri stavano decidendo del suo destino.
“Oh! Asahi – rispose il manager, accarezzandosi nervosamente la nuca – è una vita che non ci sentiamo!”
“Non mi sembra che tu sia fuori – continuò L sperando che il poliziotto poco sveglio afferrasse al volo le sue frasi criptate – sei già tornato a casa?”
“Si…” rispose Matzuda.
“E sei solo o con altra gente?” fece L, chiedendogli se Misa si trovasse con lui.
“Si, sono da solo – confermò Matzuda – che c’è?”
Allora Ryuzaki allontanò il capo dal telefono e, bisbigliando, si rivolse a Light:
“Amane non è con lui adesso, dice di essere da solo – poi tornò a rivolgersi a Matzuda dall’altro capo del telefono – ti va se andiamo a berci qualcosa?”
“Eh? Adesso? Scusa, ma oggi proprio non posso” rispose il poliziotto.
“Ma come? Non dirmi che hai avuto di nuovo un altro guaio con la banca?” lo incalzò Ryuzaki.
“Eh si, in effetti ho avuto qualche problemino di recente – rispose il manager, cogliendo al volo la parola ‘guaio’ che il detective aveva lievemente accentuato – mi hai scoperto!”
L alzò gli occhi al cielo, i suoi sospetti erano tutti fondati.
“Matzuda si è cacciato nei guai” confermò allontanandosi dal telefono.
“Pazienza, vorrà dire che sarà per un’altra volta – tornò a dire semplicemente il detective – ciao!”
Accanto a lui, Light e il resto della squadra stavano con il fiato sospeso. Ciascuno di loro si domandava quali sarebbero state le prossime mosse di Ryuzaki.
Dal canto suo, L era tentato di lasciare Matsuda esattamente dove si trovava: se quel tonto di un poliziotto fosse morto, i sospetti sul gruppo Yostuba avrebbero trovato definitivamente conferma. D’altro canto, però, i suoi non avrebbero approvato una simile soluzione, chissà quale putiferio si sarebbe levato tra le fila del sovrintendente Yagami!
Un’alternativa però c’era, ma avrebbe dovuto coinvolgere anche lei in tutto questo.
Con un po’ di riluttanza, il detective afferrò Light per un lembo della maglia. Il ragazzo dai capelli castani e dai grandi occhi gianduia, si voltò verso di lui con una nota di stupore.
“Mh?”
“Ascolta, Light, c’è la possibilità di salvare Matsuda – si rivolse al figlio del sovrintendente – ma ci serve la collaborazione di Misa. Sono sicuro che se glielo chiedessi tu, acconsentirebbe. Non è così?”
Bel modo di mettere le cose – non poté fare a meno di pensare Light.
Ryuzaki era un abile manipolatore, ma non gliela raccontava giusta.
Erano due settimane esatte che Misa non si intrufolava nella sala monitor e, da allora, Ryuzaki aveva perso tutto il suo entusiasmo e si comportava in modo ancora più strano del solito, se è possibile. No, non poteva essere una semplice coincidenza!
“Si…immagino di si...” rispose Light, con un po’ di esitazione.
Il detective spiegò velocemente il suo piano alla Task force, un piano un po’ rischioso per il povero Matsuda ma l’unico in grado di potergli rendere salva la vita.
Come da accordo, Ryuzaki digitò il numero di Misa sul cellulare a prova di intercettazione e lo porse a Light.
“Light, mi dispiace se sto facendo tardi!” si sente strepitare dall’altra parte del telefono una Misa tutta affannata.
“Misa, dove sei?” domandò Light.
“Sono ancora, fuori dagli studi!” cinguettò la ragazza, e Light capisce che la voce è malferma per il freddo più che per un reale sforzo fisico.
“E’ ancora a Shibuya! – dice Light, prima di tornare a rivolgersi alla bionda – Misa, Mastuda non è lì con te, vero?”
“No, accidenti a lui! Mi ha mollata qui tutta sola e al freddo…”
“Ascoltami, Mastuda è in pericolo, ci serve il tuo aiuto! Hai delle amiche a cui chiedere un servizio extra?”
“Si, ma cosa succede? Dov’è Matsui?”
Misa non ottenne risposta alle sue domande. Light andava di fretta e, quando finì di impartirle le direttive per la riuscita del piano, riattaccò.
Il figlio del sovrintendente Yagami si voltò un pò interdetto verso il detective rachitico raggomitolato sulla poltrona girevole. Inspirò profondamente e poi si fece coraggio.
“Ryuzaki, esattamente cosa è successo a Misa?”
“Probabilmente è stata piantata lì al freddo, da quell’idiota di Mastuda che si è messo in testa di fare l’eroe!” fu la neutra risposta di Ryuzaki.
“…”
“…”
“Intendo, cosa le è successo in questi giorni – lo incalzò Light ancora una volta – è da un pezzo che non si vede qui, non viene in sala monitor, non mi cerca… tutto questo non è normale!”
“Caspita, Light, il tuo ego deve aver subito un duro colpo” mormorò L, divertito.
“Non dire sciocchezze, sono solo preoccupato per lei!” biascicò Light.
L inarca impercettibilmente un sopracciglio, sotto la folta capigliatura corvina.
“Preoccupato per lei, per via di me?”
Adesso è tutto chiaro! – ghignò il detective.
“Si, Ryuzaki, è così, sono convinto che tu possa farle del male – ammise il castano – sei ancora convinto che lei sia il secondo Kira e, se ho imparato bene a conoscerti, non ti faresti scrupoli nel manovrarla a tuo piacimento! Ti avverto, se sei convinto che plagiarla possa aiutarti ad arrivare a me, stai sbagliando di grosso! Quindi puoi lasciarla in pace…”
L solleva placidamente i suoi occhi neri su quelli acuminati di Light, sembra davvero preoccupato per Misa.
L lo ha imparato, lui e Light sono simili....molto più di quanto possano ammettere.
“E se ti dicessi che Misa mi piace veramente?” domandò L, più che altro incuriosito dalla sua risposta.
“Non ti crederei!”
L incurvò a le labbra in un sorriso divertito, questa sfida all’ultimo sangue lo intrigava sempre di più.
***
***
***
BUONASERA!
CHIEDO SCUSA PER IL RITARDO, SONO VERAMENTE IMPERDONABILE. MI ERO UN PO’ BLOCCATA SU QUESTO CAPITOLO E IMPEGNI, ISPIRAZIONE ASSENTE E ISPIRAZIONE SOPRAGGIUNTA PER UNA NUOVA STORIA ECC… MI HANNO FATTO RITARDARE DI MOLTO L’AGGIORNAMENTO DI “THE LIAR GAME”.
COSA NE PENSATE DI LIGHT IN QUESTO CAPITOLO? SINCERAMENTE NON RIESCO A INQUADRARLO NEMMENO IO. I DISCORSI DI QUESTO PERSONAGGIO SEMBRANO ESSERSI SCRITTI DA SOLI QUESTA VOLTA…NON SONO RIUSCITA A CONTROLLARLO.
SICURAMENTE HA INTUITO CHE QUALCOSA BOLLE IN PENTOLA, MA NON PUO’ ASSOLUTAMENTE IMMAGINARE COSA SIA SUCCESSO TRA L E MISA!
IL MORIGERATO FIGLIO DEL SOVRINTENDENTE YAGAMI INCASSA SEMBRA CON MOLTA ELEGANZA LE STOCCATE DI L! XD
SPERO DI AGGIORNARE PRESTO, INTANTO RINGRAZIO TUTTO VOI SEGUITE QUESTA STORIA. CHI LA LEGGE, CHI COMMENTA, CHI L’HA INSERITA FRA LE SEGUITE, PREFERITE E RICORDATE! GRAZIE DI CUORE, SONO COMMOSSA PERCHE’ SIETE IN TANTI.
IN CAMBIO, SPERO DI NON DELUDERE LE VOSTRE ASPETTATIVE,
A PRESTO,
JAPAN_LOVER < 3
   
 
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