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Autore: wildwindahinequ    03/11/2018    1 recensioni
Con mia grande sorpresa però realizzai una cosa: Alessandro non era cambiato anzi, stava benone ed era sempre lì, sempre uguale. Forse era a me che stava succedendo qualcosa.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Iniziai a comprendere che la mia felicità l’avrei trovata solamente se avessi seguito lui, tuttavia non avevo ancora capito quali fossero le sue intenzioni verso di me; andavo lì da lui, lo osservavo e lui faceva altrettanto con me e ciò bastava a mettermi di buon umore, anche quando le giornate non andavano nel verso giusto.
Man mano che passava il tempo trascorrevo tutte le mie giornate nella totale solitudine, pensando a lui, e quando lo vedevo, mi fermavo sempre di più a guardarlo intensamente ed attentamente: fu in una di queste occasioni che notai che possedeva un aspetto vagamente familiare; manteneva sul viso perennemente un’espressione imbronciata e preferiva ridere piuttosto che sorridere. Mi assomigliava così tanto che un giorno gli chiesi addirittura se per caso fossimo parenti ma lui negò con convinzione, evitando di fare riferimenti alla sua famiglia.
 
Ovviamente ricommisi l’errore di prima, ovvero iniziai a passare molto tempo con lui non badando a tutto ciò che accadeva attorno a me.
Mi impegnai sempre di meno a scuola e col tempo abbandonai anche tutte le amicizie: non perché esse avrebbero potuto rubarmi del tempo prezioso che avrei potuto trascorrere con Alessandro, ma più che altro perché sentivo che c’era qualcosa che stonava tra me e gli altri, non capivo bene che cosa fosse, so soltanto che evitai di pensarci invece di affrontare il problema, se così si poteva chiamare.
Questo fu il mio più grande errore.
Il mio isolamento infatti mi procurò non pochi problemi: a scuola, soprattutto con i professori, che iniziarono a prendermi di mira. Ricordo in particolare che la professoressa di matematica mi iniziò ad odiare profondamente dopo che corressi un suo esercizio che aveva svolto in modo errato alla lavagna. Quella fu l’ultima volta che parlai in classe.
Inoltre iniziai ad avere problemi anche con Alessandro. Sentivo ormai che tra di noi si stava instaurando un rapporto strano, ciò che provavo per lui – e lui provava per me – non era amicizia, ma non era nemmeno amore. Lui era troppo simile a me, poi il fatto che non rivelasse molte cose sul suo conto mi fece insospettire. Dovevo saperne di più.
 
Così un giorno mi diressi al solito posto e, armata di coraggio, gli chiesi spiegazioni.
Quella discussione, al contrario delle mie aspettative, mi lasciò amareggiata e confusa. Alessandro mi prese in contropiede; fu un libro aperto, mi spiegò tutto con molta semplicità, nonostante fosse un ragazzo estremamente riservato. Evitò soltanto di parlare del suo paese di origine e della sua famiglia, ma non me ne preoccupai, impegnata com’ero ad elaborare tutte le innumerevoli informazioni che mi aveva appena rivelato su di lui.
Ma ciò che mi sconvolse di più fu il fatto che realizzai di essermi fatta un’idea completamente sbagliata di Alex e iniziai a guardarlo con occhi diversi. Realizzai infatti che in effetti era un ragazzo normalissimo, aveva un aspetto comune e aveva sogni e desideri tipici della gioventù. Insomma non era niente di speciale, sembrava un tipo a posto, eppure dai suoi occhi, nonostante fossero sempre vivaci e luminosi, trapelava sempre un velo di tristezza.
Insomma scoprii tutto e niente allo stesso tempo, l’unica cosa che alla fine mi domandai fu se per caso fosse proprio tutta quella normalità a renderlo infelice.

 
   
 
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