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Autore: Nao Yoshikawa    04/11/2018    10 recensioni
Billy/Cole
Cole sorride. Sorride molto. E ciò ti fa morire dentro. Ti fai più vicino, non vuoi che la tua facciata da duro e invalicabile crolli, ma allo stesso tempo senti che non puoi fare altro.
Si lascia cadere sul terreno e l'erba bagnata. Strisci accanto a lui, lo raggiungi. E in silenzio guardate il fiume che scorre lento, indisturbato, imperterrito.
Fino a poco tempo prima non avresti mai pensato di ritrovarti così, accanto a lui, a conversare come due persona normali. È strano, ma ti piace. Così come ti piacciono i delicati raggi estivi che baciano la vostra pelle. E ti piace lo scrosciare dell'acqua contro le rocce e le cicale che cantano.
Il sole si riflette negli occhi di Cole, per un breve attimo li illumina ed è allora che ti soffermi a guardarlo, incantato. Lui è sempre stato diverso da tutto e tutti, un'anima solitaria, tormentata, compresa da pochi. Adesso, solo adesso, sembri voler protrarti su di lui per poterlo capire.
- Questa storia partecipa alla Freedom Challenge indetta dal gruppo Boy's love: Fanfic & Fanart's World
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti sembra passata una vita dall'ultima volta in cui l'hai visto. Eppure è passato appena un anno da quando Cole è andato via da Avonlea e tre giorni da quando è tornato. L'hai incontrato per caso sulle rive di un fiume, i capelli e i vestiti sembravano umidi, come se poco prima si fosse tuffato in acqua. Ma questo non lo sai. E non sai perché si trova lì, in quel momento. Sai soltanto che nell' istante in cui ti guarda e ti sorride - senza rancore né remore - torna a galla tutto. Esattamente tutto ciò che hai compreso in quei mesi di lontananza. Hai sempre detestato Cole per via del suo essere così diverso, per via della sua aria da artista incompreso. Ma allo stesso tempo ne eri incuriosito e conscio di non poter accorciare le distanze ti limitavi a prenderlo in giro, umiliarlo, infierire sulla sua anima all'apparenza fragile.
Ti viene in mente il giorno in cui è arrivato in classe e ti ha preso a pugni - pugni più che meritati - l'unica volta in cui abbia osato reagire. Ricordi quando è venuto a casa tua e ha pronunciato quelle parole che hanno cambiato tutto, che hanno cambiato te:
"Pensa al perché ti piace distruggere tutto".
Eri talmente sciocco da non esserti neanche accorto di ciò che ti stava scivolando tra le dita. Cole era stato l'imprevisto, l'anima solitaria che aveva attirato la tua attenzione. E tu eri stato il motivo per cui si era allontanato.
Sciocco, stupido, arrogante ragazzino. Lo avevi preso tanto in giro e alla fine, forse, sei esattamente come lui.
Ripensi a tutto ciò. È un attimo, ma a te pare che siano trascorse ore.
"È passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti".
È proprio Cole a interrompere il silenzio. E ti agiti, scalpiti, il cuore batte forte. Odi non riuscire a controllarti.
"Già. Sei tornato", affermi con tono freddo.
Lui ti pare diverso. Cresciuto. È un po' più alto, il viso ancora un po' da bambino, l'espressione innocente. È la sua determinazione ad essere cambiata.
"Solo per l'estate. Me ne andrò con l'arrivo dell'autunno".
"Sei da solo?".
"Ero con Anna".
"Eri con la brutta orfana?".
"Ero con Anna, sì", sottolinea piccato. "E c'era anche Gilbert, ma adesso si sono allontanati. Dovevo immaginarlo".
Non avresti mai creduto che vi sareste un giorno ritrovati a parlare così. La cosa ti rende felice in modo inspiegabile.
Cole sorride. Sorride molto. E ciò ti fa morire dentro. Ti fai più vicino, non vuoi che la tua facciata da duro e invalicabile crolli, ma allo stesso tempo senti che non puoi fare altro.
Si lascia cadere sul terreno e l'erba bagnata. Strisci accanto a lui, lo raggiungi. E in silenzio guardate il fiume che scorre lento, indisturbato, imperterrito.
Fino a poco tempo prima non avresti mai pensato di ritrovarti così, accanto a lui, a conversare come due persona normali. È strano, ma ti piace. Così come ti piacciono i delicati raggi estivi che baciano la vostra pelle. E ti piace lo scrosciare dell'acqua contro le rocce e le cicale che cantano.
Il sole si riflette negli occhi di Cole, per un breve attimo li illumina ed è allora che ti soffermi a guardarlo, incantato. Lui è sempre stato diverso da tutto e tutti, un'anima solitaria, tormentata, compresa da pochi. Adesso, solo adesso, sembri voler protrarti su di lui per poterlo capire.
"La mia assenza si sentiva a scuola?", domanda lui ad un tratto, la sua voce si accavalla al rumore dell'acqua.
Alzi le spalle.
"Mi mancava qualcuno da tormentare, in effetti".
"Oh, e così? Sbaglio o l'ultima volta sono stato io a picchiare te?".
"Sì. E poi sei scappato".
"Per forza, mi ero spaventato. Avevi battuto la testa".
"Già... una gran bella botta. E poi sei venuto da me. E mi hai chiesto scusa. Hai detto che non volevi essere ricordato così. Beh, sembrerà incredibile, ma non è così che ti ho ricordato, nei giorni a venire".
Cole ti guarda, è curioso.
"E come, allora?".
Come la persona che con poche semplici parole mi ha aiutato a cambiare. E anche se sono lungi dall'essere perfetto, penso che in qualche modo, quel giorno, la parte migliore di me tu l'abbia tirata fuori.
"In nessun modo", ti affretti a dire.
Sorride, nasconde le labbra incurvate dietro una mano, timidamente.
"Sei cambiato, Billy".
"Ma di che parli? Non è vero".
"Parliamo normalmente. Questo non era mai successo".
Certo che non era mai successo. Per colpa tua. Cole ha scorto il tuo cambiamento, ha scorto ciò che si nasconde dietro la tua maschera imperfetta. Adesso non puoi fare a meno di chiederti se lui ti odi. Dovrebbe, alla fine, ma sai anche che non è in grado di odiare. Cole è un'anima troppo pura, troppo candida. E tu, oh tu sei solo un arrogante, sei colui che ha reso un inferno i suoi giorni di scuola. Sei colui che ha sporcato i suoi disegni di inchiostro e la causa per cui non riuscirà più a disegnare. E nonostante tutto, non sembra provare rancore.
"Sei ancora un artista?".
"Non riesco ancora a disegnare come prima. Non ho il controllo della matita. Ma lavorare l'argilla mi aiuta. E poi si possono creare delle cose interessanti", Cole aggrotta la fronte. "Perché ti interessa saperlo?".
Forse è perché ti senti in colpa. Devi, è per colpa tua se il suo polso si è rotto, mesi e mesi prima.
"Era tanto per parlare".
Cole sorride di nuovo. Maledizione, ti dici, proprio non puoi frenare il tuo batticuore.
"Billy Andrews, non è che per caso dici così perché in fondo ti senti in colpa?".
"Ma piantala!", esclami, le guance si colorano di rosso e te ne vergogni. E lui torna a guardare il fiume.
"Comunque non devi. Non ce l'ho con te. Ormai è passato. Tutto passa e si va avanti. Magari anche quello era necessario per arrivare fin qui".
Non sai perché, ma quelle parole ti fanno fremere da dentro. In quel momento è come se una luce risplendesse attorno al suo corpo, una luce di cui sì, sei geloso, perché vuoi essere l'unico a poterla vedere. Hai pensato a lui costantemente per tutto l'anno in cui  è mancato, cercando di reprimere quel sentimento che si stava facendo largo nel tuo cuore. Non ti ci è voluto molto per capire che tu e Cole siete uguali. Condividete lo stesso prezioso e inconfessabile segreto.  Non sai neanche com'è successo. Forse nel momento in cui è andato via. O forse anche da prima, solo che non te n'eri reso conto.
Adesso lui però è lì, ha le labbra rosate, le guance arrossate, forse per il caldo. E tutto quello che vorresti è baciare ogni angolo del suo viso. Ci hai provato, hai provato con tutto te stesso a reprimere certi istinti, ma quest'ultimi tornavano sempre, imperterriti come l'acqua del fiume, a tormentare le tue notti insonni.
Potresti realizzare i tuoi desideri, mandare all'aria tutto. Ciò che ti ferma è la paura. Che motivo avrebbe lui di accettare i tuoi sentimenti dopo che per tanto tempo l'hai tormentato per quel suo essere così diverso?
È esattamente quello che ti meriti, Billy Andrews. La tua punizione per non aver pensato ai sentimenti altrui.
"Ti prego, smettila", sussurri con gli occhi chiusi.
"Di fare cosa?".
"Di essere così. Sarebbe molto più facile se solo dicessi di odiarmi. Sì che sarebbe più facile, ma tu hai ovviamente deciso di torturarmi, non è vero? Me lo merito, forse così saremo pari. Avanti, prenditi ancora gioco di me, Cole".
Ti guarda con un'espressione da bambino, quegli occhi languidi che non ti fanno capire più nulla. Forte è in te il desiderio di tirargli un pugno, ma ancora di più è forte il desiderio di baciarlo.
Non sei forte fino a questo punto.
"Mi spiace, ho detto qualcosa che non dovevo?", domanda serio.
Non ce la fai più. Hai aspettato anche troppo, senti che è il momento di mandare all'aria tutto e seguire l'istinto. Il vostro primo bacio è strano. È morbido, le tue labbra premono contro le sue. Cole è fermo, immobile, è stupito, ma non puoi vederlo perché hai chiuso gli occhi. Vuoi prolungare quel momento, perché temi la sua reazione. Cosa farà? Ti insulterà? Ti maledirà? Sì, è così ed è quello che ti meriti. Hai paura e per questo ti allontani poco. Abbassi la testa, Cole ti guarda senza parlare. Ha il viso arrossato, ma questa volta la colpa non è tutta del caldo.
"Coraggio, avanti", anche parlare ti costa un grande sforzo. "Ridi di me. Puoi farlo. Non sono poi così grandioso come sembro, vero? Ironico il fatto che io e te siamo uguali, non  trovi? Potrai dirmi quello che vuoi e io non parlerò. Ogni parola sarebbe vana. Ridi di me, merito solo questo".
Provi vergogna a guardarlo negli occhi. Eppure lo sai, lo sai che Cole non è capace di odiare, di fare del male. Lui sa creare solo tanto bene, è un artista in tutti i sensi. Per questo motivo, con delicatezza, ti afferra il viso e lo solleva fin quando  i vostri occhi non si incrociano. Sono lucidi i suoi e lo sguardo è dolce, troppo perché tu possa meritarti di essere guardato così.
Ha le dita morbide e ti sfiora il viso con accuratezza. Non riderà di te.
"Fallo ancora", sussurra. E ti senti morire dentro. C'è una certa sensualità nella sua richiesta, probabilmente involontaria, ma è proprio questo a farti vacillare.
"Perché?", domandi a bassa voce. "Ti diverti a vedermi così inerme, così fragile? Così piegato a qualcosa che non so spiegare?".
Scuote il capo, si fa vicino e riconosci il suo respiro, ora tutt'uno con il tuo.
"Fallo ancora". Alla seconda richiesta non resisti. Sei debole e ne sei conscio. Cedi e lo baci, ma questa volta c'è foga, disperazione e prepotenza nel tuo gesto. Dopo qualche secondo, Cole schiude le labbra e tanta audacia ti lascia sbigottito. Vuole approfondire il contatto, esattamente come lo vuoi tu, assaggiare la sua essenza. Approfondisci il bacio, perdendo coscienza di te, ti spingi in avanti e senza che ve ne rendiate conto siete caduti. Cole ha la schiena contro l'erba, tu sei sopra di lui, i vostri corpi sono vicini, così come i cuori. Le sue braccia si stringono alla tua schiena, ti chiedono silenziosamente di stringerlo più forte. E tu lo fai, lo stringi e ad occhi chiusi godi di quel bacio che sa di fiori.
Sono proprio i fiori, intorno a voi, silenzioso e colorati, i custodi del vostro segreto, del vostro primo bacio. Cole ti sembra così fragile fra le tue braccia e trovi ironica la tua voglia di proteggerlo, dopo tutto il male che gli hai fatto. Quel ragazzo, se dovessi paragonarlo a qualcosa, lo paragoneresti ad una rosa. Inerme all'apparenza, ma forte contro le intemperie. E forse due rose lo siete entrambi. Vi siete presi il vostro tempo e siete fioriti in ritardo, ad estate inoltrata. Questo vi rende unici, speciali.
Ti stacchi per respirare. Lo guardi. E ti sorride, quel sorriso è solo tuo. La sua rabbia è stata tua, lo sono state le sue lacrime. Adesso lo è anche la sua felicità.
"Non avrei mai sperato questo", confessi. "Pensavo mi odiassi".
"Pensavi ti odiassi? Io pensavo tu odiassi me. Sono stato la tua rovina".
"Sei stato la mia sfida. L'ho superata, non lo pensi anche tu?".
Non riesci a non sorridere. È più forte di te.  Ti chini su di lui e allora gli baci la fronte, poi le guance, tutto il viso e lo senti ridere e divincolarsi sotto di te, gli accarezzi i capelli, vuoi riservargli tutti quei gesti che fin ora hai tenuto solo per te.
Adesso comprendia, capisci perché ci hai messo tanto. Voi siete rose tardive, sbocciate sotto i caldi raggi del sole estivo, sulle rive di un fiume.
Ti soffermi e lo guardi negli occhi.
"Posso sperare che tu rimanga?". Cole china la testa di lato.
"Stringimi forte e impediscimi di andarmene. Io mi arrenderò al tuo volere", risponde, quasi come se stesse recitando. Lo cogli in parola, lo stringi e soffochi l'ennesima risata in un altro bacio. Adesso sai cosa hai perso. Adesso sai che vuoi tenerlo con te, sempre, fin quando avrai respiro.
Hai colto la rosa e ne hai baciato i petali.


 
The end.

 
Nota dell'autrice
Questa storia partecipa alle Freedom Challenge indetta dal gruppo "Boy's love: Fanfic & Fanart's World. Sono stati proposti dei temi tra cui scegliere e io ho scelto il tema fluff, nella speranza di essere riuscita a scaldare i vostri cuori.
"Chiamatemi Anna" è una serie che ho scoperto grazie a Mudblood98, che non ringrazierò mai abbastanza per avermi introdotta a questo mondo (e per avermi fatto conoscere quel figo di Gilbert, ma questa è un'altra storia). Non pensavo mi sarei ritrovata a shippare una coppia slash in una serie tv del genere ma... credetemi, è una cosa estremamente possibile :D Ringrazio la pagina, perché mi ha dato l'ispirazione per scrivere finalmente su questa coppia, quindi sono molto contenta, direi di sì **.
Alla prossima ^-^
   
 
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