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Autore: Napee    04/11/2018    1 recensioni
Domestic!AU - Future!AU - [IwaOi]
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Oikawa ha iniziato a giocare per la nazionale di pallavolo e Hajime studia lettere all’università di Tokyo. Il trasferimento si è visto necessario, così come la convivenza un po’ prematura dei due novelli fidanzati.
***
Erano anni che Tooru lavorava come modello per le riviste minori, fin da quando andavano alle superiori e la sua bellezza era sbocciata improvvisamente tanto da attirare gli sguardi dei passanti. Era solo questione di tempo prima che venisse notato da qualche fotografo alla ricerca di volti nuovi.
Hajime ricordava ancora la prima volta che Tooru gli aveva spalmato una rivista da teenager sulla faccia sopra la quale vi era stampata in copertina la faccia del suo migliore amico.
E tutto sommato, Tooru aveva un bel viso, uno di quei volti che stanno davvero bene in copertina, quindi Hajime non si era stupito più di tanto quando il suo amico aveva iniziato ad acquisire una certa popolarità anche fuori dal campo.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1-   Candele









Secondo l’immensa e sconfinata conoscenza in fatto d’arredamento di Oikawa Tooru, le candele erano essenziali in una camera da letto.
Servono per creare atmosfera, intimità e, se profumate, a diffondere un buon aroma nella stanza.
Tutti elementi essenziali e di rilievo se si vuol sorprendere il partner.
Forse un po’ troppo influenzato dalla visione di Tooru, Hajime aveva da sempre associato le candele al romanticismo, all’amore e a tutte quelle cose sdolcinate che riguardano le coppie.
E forse era per questo che, quando andavano ancora alle superiori e si ritrovavano a casa per studiare, Tooru accendeva le candele di tutta la stanza e modificava la luminosità dei neon creando una luce soffusa. Col senno di poi, se Hajime non fosse stato un cinghiale grezzo per quel genere di cose, forse si sarebbe accorto prima che il suo migliore amico gli stava mandando dei segnali ben più che eloquenti.
Con il tempo però era migliorato ed aveva iniziato a notare tanti piccoli indizi che di solito chi è interessato a qualcuno, lancia verso il diretto interessato affinché quest’ultimo li colga al volo.
E forse era solo paranoico o soltanto geloso perché il suo fidanzato era molto popolare sia fra gli uomini che fra le donne, ma Hajime proprio non riusciva a farsi andate giù che quel pomeriggio, sul set fotografico allestito appositamente per degli scatti a tema Halloween, Tooru fosse disteso fra un sacco di lenzuola scure, mezzo nudo, coperto di sangue finto, con dei canini finti che spuntavano dalle labbra, circondato di candele e con il fotografo a dieci centimetri da lui.
È per l’atmosfera
È un artista, il sensei Takoyama, non avrebbe mai secondi fini!
Tante belle parole che gli risuonavano in testa con la vocetta squillante di Tooru, ma, invece che calmarlo, sortivano soltanto l’effetto opposto facendolo imbestialire.
E poco importava che quello fosse il secondo lavoro di Tooru, che pagassero dannatamente bene e che il suo ragazzo fosse estremamente richiesto come fotomodello. Ad Hajime tutta quella situazione andava davvero stretta e starsene in un angolo a guardare come quel fotografo mangiasse letteralmente con gli occhi il suo fidanzato iniziava ad essere un’impresa pressoché impossibile.
Erano anni che Tooru lavorava come modello per le riviste minori, fin da quando andavano alle superiori e la sua bellezza era sbocciata improvvisamente tanto da attirare gli sguardi dei passanti. Era solo questione di tempo prima che venisse notato da qualche fotografo alla ricerca di volti nuovi.
Hajime ricordava ancora la prima volta che Tooru gli aveva spalmato una rivista da teenager sulla faccia sopra la quale vi era stampata in copertina la faccia del suo migliore amico.
E tutto sommato, Tooru aveva un bel viso, uno di quei volti che stanno davvero bene in copertina, quindi Hajime non si era stupito più di tanto quando il suo amico aveva iniziato ad acquisire una certa popolarità anche fuori dal campo.
Dopo che si erano fidanzati, Hajime aveva iniziato a seguire Tooru sui vari set fotografici. Non c’era stato un motivo particolare, semplicemente Tooru gli aveva chiesto di accompagnarlo e lui aveva risposto di sì.
Non si era mai divertito particolarmente alle sessioni di fotografia, anzi, si annoiava a morte e finiva per scaricare completamente la batteria del cellulare giocando a Clash of Clans.
Ma quella volta, Hajime non aveva neppure preso il telefono fra le mani: troppo occupate a stringersi a pugno fino a far sbiancare le nocche.
Quella faccia di merda di fotografo stava letteralmente spogliando Tooru con gli occhi, era lampante per tutti ormai, soprattutto per via di quel sorrisetto che faceva sotto ai baffi ogni volta che chiedeva a Tooru di mettersi in posizioni provocanti.
Glieli avrebbe strappati volentieri dalla faccia quei baffetti del cazzo.
“Bene, Oikawa-san, sei davvero fantastico!” Lo elogiava dopo ogni click della macchina fotografica, sfoggiando un sorriso malizioso sotto quei baffetti scuri, il che faceva arrossire Tooru più di quanto Hajime avrebbe voluto vedere.
Fanculo! Avrebbe dovuto arrossire quando lui gli diceva che era fantastico, non per quel fotografo da strapazzo!
“Adesso proseguiamo con le foto con le candele, siediti per favore Oikawa-san.”
E Hajime si era ritrovato a ripetere quelle parole mentalmente, storpiando la voce del fotografo e rendendola infantile e lagnosa.
Osservò come Tooru si sedette suadente, con le gambe spalancate, con un pallone da pallavolo a coprirgli le zone intime e con quella cazzo di maglietta stracciata che lo lasciava più nudo che vestito.
Il fotografo gli passò una candela rosa  grondante cera e Tooru iniziò a giocarci con le dita facendo attenzione a non bruciarsi. Se la rigirò fra le mani, l’avvicinò al viso, alle labbra, il tutto sfoggiando uno sguardo eccitante e malizioso.Hajime dal  canto suo, completamente stregato, si ritrovò a deglutire rumorosamente.
Sembrava tutt’altro!
E quando, inevitabilmente, la cera gli ricadde sull’addome e sul pallone e il fotografo si leccò le labbra, Hajime perse le staffe del tutto.
Scattò in piedi pronto a prendere Tooru e portarlo via perché davvero aveva superato il suo limite di sopportazione! Non aveva intenzione di restare lì un minuto di più!
“Ottimo lavoro, Oikawa-san, abbiamo finito, puoi andare pure a cambiarti.” Annunciò il fotografo con un sorriso smagliante sulle labbra, inchinandosi verso il modello per ringraziarlo.
Tooru fece lo stesso, poi trotterellò verso Hajime, in mutande, canotta stracciata e sangue finto ovunque, tutto contento e fiero del suo lavoro.
Hajime, dal canto suo, lo squadrava ancora malissimo, con un cipiglio incazzato come pochi e le mani strette a pugno che tremavano per la tensione.
“Iwa-chan! Come sono andato?” Chiese entusiasta Oikawa, cercando di ripulirsi il sangue finto dalla faccia con le mani.
“Bene.” Si sforzò di rispondere, mordendosi la lingua a sangue per non commentare acidamente il lavoro di quel fotografo.
“Meno male, era la prima volta che posavo mezzo nudo, temevo si vedesse che mi vergognavo! Non volevo neppure farlo, pensa!” Confessò Oikawa ravvivandosi i capelli. Nonostante il trucco impeccabile, si poteva notare la stanchezza nei suoi occhi dopo tante ore a lavorare come modello e dopo gli allenamenti sfiancanti con la nazionale giapponese di pallavolo.
“E perché hai accettato questo lavoro allora?”
“Perché paga bene, ovvio!” Rispose con no calanche Oikawa, come se stesse spiegando una cosa ovvia ad un bambino.
E probabilmente era proprio così. Hajime si sentiva così immaturo in quel momento, così infantile, che un po’ se ne vergognava perché non riusciva affatto a complimentarsi con il fidanzato per il lavoro svolto per via dei suoi sentimenti.
“Non abbiamo bisogno di soldi.” Era l’unica risposta che il suo cervello elaborò e formulò. Che sembrasse una ripicca, quello era un altro par di maniche.
“Non scherzare, Hajime!” Sorrise il suo fidanzato in risposta, con tanto di spintarella amichevole sulla spalla.
“Le bollette non si pagano mica da sole!”
“Potrei trovarmi un lavoro anche io.” Aveva abbozzato lì Hajime, guardando altrove distrattamente.
O meglio, facendo finta di essere distratto, in realtà era pienamente coinvolto in quella conversazione.
“Ho sentito che il kombini vicino a casa nostra cerca dei magazzinieri per il turno di notte.”
“Il tuo piano sarebbe lavorare di notte e studiare all’università di giorno?” Chiese scettico Tooru, squadrandolo con uno sguardo derisorio e davvero molto poco convinto.
“Sì, perché no?! Dopotutto tu fai due lavori…”
“Sì, ma la nazionale di pallavolo e fare il modello non sono come lavorare di notte in un supermercato per due soldi.” Spiegò Tooru incrocino le braccia al petto e continuando a squadrare il fidanzato come se lo vedesse per la prima volta.
Di solito era Hajime quello razionale e pragmatico, quello calcolatore e con i piedi per terra, dunque perché si stava comportando come una ragazzina isterica?
“Ci vediamo la prossima settimana Oikawa-san!” Lo salutò il sensei Takoyama agitando la mano, e Tooru fu certo di sentire uno sbuffo furibondo da parte di Hajime.
Salutò il fotografo e si voltò all’istante per controllare le condizioni in cui versava il suo fidanzato.
Irrimediabilmente furente.
Deliziosamente geloso.
Un sorriso sornione gli distese le labbra sporche di sangue finto.
“Sei geloso Iwa-chan? Per questo vuoi che smetta di fare il modello?” Chiese a bruciapelo, godendosi come non mai la vasta gamma di rosso che sfumò sulle guance di Hajime.
“Pff! Che dici, scemo?! Io geloso di quello là?! Ma ti pare?”
“Sì, è proprio quello che mi sembra.”
“Beh, ti stai sbagliando Merdakawa!” Sbottò infine, Hajime, incrociando le braccia al petto e facendo per andarsene, ma Oikawa lo trattenne per la mano ridendo leggermente.
“Ti prometto che non farò più questo genere di foto se ti infastidiscono.”
“G-grazie…”

  
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