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Autore: ParoleNelCuore02    05/11/2018    1 recensioni
Tra streghe e magia, Harry e Louis riescono finalmente a ritagliarsi un weekend tutto per loro. Ma se non fosse tutto rose e fiori? E se ad interrompere la loro vacanza fosse una richiesta di aiuto? E se, per una volta, non fosse il mondo ad essere in pericolo, ma tre pesti di loro conoscenza?
Larry!AU; Louis!Hunter - Harry!Witch
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[Dal testo]
Fottuto. Hans era fottuto. Suo padre gli aveva affidato le sue sorelle e lui era riuscito a perderne una e a lasciare che ferissero l'altra.[...] Papà L lo avrebbe ammazzato e papà H lo avrebbe resuscitato per poi ammazzarlo di nuovo, ne era certo.
Genere: Fantasy, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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IMPORTANTE!! 

Allora...qualche piccolo chiarimento che è d'obbligo. 

Questa Larry!AU prende ispirazione da una storia (Parte 1: No mortal man can win this day https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3358916; Parte 2: Don't get too close it's dark inside https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3369626) dell'autrice fel_95 -che mi ha appassionato moltissimo- e dal film "Hansel e Gretel cacciatori di streghe".
Ovviamente non potevo scrivere un "sequel" della storia di fel, poiché i personaggi e le idee non mi appartengono, quindi ho lasciato solo qualche lieve riferimento a quella fanfiction, come omaggio all'autrice, e ho dato il mio tocco personale al resto. 
Non è necessario che leggiate la storia di fel_95 per capire la mia, ma ve lo consiglio comunque, perché è stupenda! 

N.b. Harry e Louis sono rispettivamente strega bianca (molto più potente del normale perché di sesso maschile - cosa molto rara) e cacciatore di streghe. Hanno un particolare legame magico che è amplificato dai sentimenti che provano l'uno per l'altro. La storia si svolge quando loro hanno 45/50 anni, cosa che per me è stata molto difficile da "visualizzare" perché ai miei occhi saranno dei ragazzi per sempre, ma. Dettagli. 

Per il resto nulla da dire.

Buona lettura!
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Witch’s Hunters
 

Quella mattina Louis si svegliò per il troppo caldo. Era luglio, dopotutto, e, malgrado ad Holmes Chapel si congelasse per dieci mesi l'anno, quell'estate il sole sembrava si fosse trasferito in pianta stabile sopra le loro teste.
A casa Tomlinson si potevano usare diverse strategie particolari per tenere a bada le alte temperature, ma purtroppo queste non avevano effetto su 3/5 dei componenti di quella strana quanto assurda famiglia.
E, ovviamente, Louis era tra quelli. “Stupida immunità da cacciatore!”, si ritrovò a pensare.
Con uno sbuffo, il liscio cercò di alzarsi con l'intento di farsi una doccia gelata, ma qualcosa glielo impedì. Abbassò gli occhi e sorrise nel vedere Harry ancora incollato al suo petto che dormiva placidamente. Il riccio, al contrario suo, aveva fatto un incantesimo su se stesso per mantenere bassa la sua temperatura corporea. Louis, però, non riusciva ad avercela con lui, anzi, incapace di resistere, si mise ad accarezzare le guance di suo marito.
Marito.
Pensarci gli regalava ancora un brivido di emozione, malgrado fossero trascorsi quasi 20 anni da quel meraviglioso giorno. Non riusciva ancora a credere che, dopo tutto quello che avevano passato e malgrado tutto ciò che affrontavano quasi ogni giorno, la loro famiglia fosse ancora così unita.
Dopo qualche minuto di coccole a senso unico, però, Louis iniziò a sentirsi rifiutato, quindi decise di passare all'attacco: si piegò leggermente ed iniziò a ricoprire il viso del riccio di tanti piccoli baci in tutti i punti in cui riusciva ad arrivare.
«Buongiorno, dormiglione.» sussurrò quando vide Harry iniziare a muoversi, strusciandosi sul suo petto.
Poi, però, il riccio si fermò di colpo, spalancò gli occhi e fissò le sue iridi verdi in quelle del liscio, sorrise malizioso e, con uno scatto repentino gli appoggiò la mano sulla nuca e fece scontrare le loro bocche in un bacio che di casto non aveva poi molto. Louis, rimase sconvolto per un secondo soltanto, poi ricambiò con la stessa foga avvolgendo la sua lingua a quella dell'altro.
Harry, dopo lunghi momenti di scambio di saliva, morse ancora una volta il labbro inferiore del maggiore e poi si staccò, sussurrando ad un soffio dalla sua bocca: «Buongiorno…».
Dopodiché si alzò e uscì dalla stanza sculettando leggermente.
Louis rimase boccheggiante per un bel po' dopo quell'assalto focoso. Certo: non era più un ragazzino in piena crisi ormonale, ma Harry riusciva a farlo sentire ancora così...indifeso, a volte.
Il cacciatore alla fine scosse la testa con uno sbuffo, subito sostituito da un sorriso rassegnato.
Si alzò con uno scatto e spalancò le finestre per far cambiare aria alla stanza (e per schiarirsi le idee soprattutto, visto che i comportamenti strani di suo marito avevano sempre il potere di confonderlo).
Quando uscì dalla sua stanza si diresse verso quella di sua figlia, la più piccola, con il dolce profumo di uova, bacon e pancake che proveniva dalla cucina.
Arrivato di fronte alla porta -rosa, ovviamente-, bussò piano. Allison aveva 13 anni dopotutto: la privacy era d'obbligo! Ridacchiò appena, ricordando quando, qualche mese prima, era entrato in bagno senza bussare e l'aveva trovata in intimo. Neanche a dirlo si era beccato una ramanzina dalla due donne di casa che si erano alleate contro di lui. Harry aveva dovuto abbracciarlo tutta la notte perché "Stanno crescendo, Lou. Non saranno piccole per sempre...".
Col cavolo!” pensò il cacciatore “Le mie bambine non cresceranno mai!”. Annuendo convinto, entrò nella stanza, dato che aveva ricevuto il consueto mugugno di risposta.
Quando si sedette sul letto, sua figlia si rotolò tra le coperte ed appoggiò la testa sulle sue cosce. Louis emise uno sbuffo divertito: lei ed Harry erano uguali!
Accarezzò per qualche minuto quei lunghi boccoli castani e sorrise orgoglioso: sua figlia era bellissima. E, ovviamente, non poteva non dirglielo.
«Buongiorno, splendore.» sussurrò, infatti, «Papà H sta facendo i pancake. Ti va di fare colazione tutti insieme?»
«Shi» rispose lei sommessamente, sbadigliando. Louis la accarezzò ancora per un po’, finché lei non si decise: ancora mezza addormentata si mise seduta e si stropicciò gli occhi con i pugni chiusi.
Louis si scostò per farle spazio, ma quando la vide sbattere le palpebre trattenne il fiato, perché quel colore lo avrebbe sempre emozionato: non erano verdi, come quelli di Harry, né blu come i suoi, erano più un misto tra i due. Una continua mescolanza di cielo e terra che mozzava il fiato. 
Da piccola erano molto più azzurri, ma quando a dieci anni, come tutte le streghe, aveva preso consapevolezza dei propri poteri, si erano macchiati di verde e, col tempo, i due colori si erano amalgamati sempre più, fino ad un perfetto equilibrio che sembrava davvero una sorta di fusione delle iridi dei suoi genitori.
«Ehi streghetta,» le disse accarezzandola ancora un po' «ti va di svegliare i tuoi fratelli?».
Lei a quella frase spalancò gli occhi, saltò giù dal letto di corsa, diede un sonoro bacio sulla guancia di Louis e scappò ridendo verso la camera dei suoi due fratelli preferiti. Non che ne avesse altri, sia chiaro.
Louis rise e, spalancata anche la finestra di quella camera, decise di scendere in cucina ad aiutare Harry...ad apparecchiare, ovviamente: sia mai che toccasse qualcosa in quella stanza che non fosse il forno a microonde!
Scese le scale, si fece guidare dal naso -e dallo stomaco, vista la fame-; anche se, una volta aperta la porta scorrevole, non fu quello a farsi sentire: il più piccolo era di spalle con indosso solamente una sua maglietta (che gli andava un po' piccola visto la differenza d'altezza - auch, tasto dolente) ed un paio di boxer (faceva caldo, ok?! Dovevano pur contrastarlo in qualche modo!); si muoveva tra i fornelli a ritmo di una canzone che trasmettevano alla radio e ogni tanto canticchiava qualche parola.
A far definitivamente sbavare Louis, però, fu la pettinatura che si era fatto il riccio: i suoi capelli, solitamente sciolti fino alle spalle, erano raccolti in uni chignon disordinato che lasciava scoperto il suo collo, ma soprattutto quel punto dietro l'orecchio che, Louis lo sapeva, lo faceva sempre impazzire.
 
 
Harry quella mattina si sentiva raggiante: aveva un marito meraviglioso, una famiglia perfetta, degli amici stupendi e un fantastico weekend in arrivo!
Lui e Louis avevano discusso molto a riguardo: nessuno dei due voleva lasciare soli i bambini troppo a lungo, ma loro due avevano anche bisogno di una bella vacanza à deux, visto anche che gli ultimi mesi erano stati piuttosto intensi tra streghe nere da combattere e figli adolescenti in crescita. Alla fine avevano optato per un centro termale ad un paio d'ore da Holmes Chapel e di lasciare i ragazzi da soli per una notte soltanto: sembrava un valido compromesso, dopotutto Hansel e Gretel erano entrambi maggiorenni e cacciatori già molto forti per la loro età. Allison, invece, doveva ancora raggiungere la sua massima potenza come strega, ma c'era ancora tempo prima dei suoi 16 anni.
Dopo essersi assicurati che non ci fossero minacce imminenti o congiunzioni astrali particolari, lui e Louis avevano fatto le dovute raccomandazioni ai figli -soprattutto ai gemelli- e avevano prenotato. Sarebbero partiti l'indomani mattina per potersi godere due giorni pieni di acqua calda e idromassaggio.
Harry non vedeva l'ora: lui e Louis. Da soli. Da quanto non succedeva? “Troppo!” si rispose il riccio, mentre aggiungeva dei mirtilli ai pancake.
Ad un tratto, sentì due mani avvolgergli i fianchi da dietro e lasciargli un dolce bacio sul collo.
«Buongiorno, mio cacciatore!» lo salutò il riccio, voltandosi nella stretta dell'altro. Louis sorrise a quel soprannome che era vecchio quanto la loro storia.
«Buongiorno.» rispose lasciandogli un leggero bacio all'angolo della bocca.
Rimasero abbracciati ancora per qualche momento, finché non sentirono la porta aprirsi e tre pesti riversarsi nella stanza.
«Oddio! Già di prima mattina!» esclamò Hansel nel vederli così vicini. «Non potete proprio aspettare domani?» gli diede corda Gretel. Louis sorrise sedendosi al tavolo. Harry era tornato a girare i pancake, ma al sentire i figli si voltò con la spatola in mano e la sbandierò con una vaga nota di minaccia della voce: «Ehi, voi due, adolescenti tardivi, è una giornata stupenda, vedete di non rovinarla con i vostri commenti!».
I due ragazzi alzarono le mani in segno di resa, mentre Allison ridacchiava per le sventure dei suoi fratelli.
Louis alzò gli occhi al cielo, tolse quell'arma improvvisata dalla mani di suo marito e gli lasciò un bacio sulla guancia per calmarlo. Il più piccolo riprese subito il sorriso e servì dei fantastici piatti carichi di uova strapazzate e bacon croccante.
Allison si mangiò la maggior parte dei pancake e lasciò quasi tutte le uova ai fratelli, ma per una volta, nessuno se ne lamentò.
 
 
 
Harry e Louis avevano trascorso la mattinata a fare i bagagli. Dopo pranzo, il liscio aveva lasciato l'altro ad ultimare gli ultimi preparativi ed era andato a cercare i gemelli. Li aveva trovati nel giardino sul retro intenti ad allenarsi tra loro.
Li osservò per qualche attimo, finché Hansel non finì schiena a terra dopo una rapida mossa della sorella.
«Hans, sei sempre troppo impulsivo.» intervenne avvicinandosi «Gretel riflette sempre prima di fare una mossa e studia l'avversario con attenzione.» allungò una mano verso il figlio e lo tirò su «Tu ti affidi troppo all'istinto, ma non sempre funziona: certe volte ci sono cose su cui devi riflettere, come trappole o comportamenti insoluti del tuo avversario.» quando Hansel annuì, si rivolse alla figlia «Tu invece, El, hai il problema contrario: non riesci a lasciarti andare. L'istinto di un cacciatore è molto importante: potrebbe essere quello che ti salva la vita in situazioni estreme. Capisci?». Lei assentì.
«Bene. Ora venite con me: devo mostrarvi un cosa...».
 
I due giovani cacciatori seguirono il padre lungo i corridoi della casa, fino alla biblioteca: era la stanza che segnava il centro dell’abitazione ed era priva di finestre ad accezione di un lucernaio che si apriva sul soffitto.
Louis si diresse deciso verso uno scaffale ed abbassò un libro che fece aprire un passaggio nella parete accanto.
Gretel lo guardò allibita: «Ho letto tutti i libri di questa biblioteca! Come posso non averla trovata?» chiese.
Louis rise: «Non credo che tu abbia mai letto "I chiodi dalla A alla Z: approfondimento su viti e bulloni di ogni genere"».
«Oh» commentò la ragazza, poi seguì il padre lungo una scala di solida pietra che scendeva verso il buio.
Al loro passaggio si accesero delle torce sulle pareti, finché non giunsero ad un portone in legno massiccio.
Louis a quel punto estrasse dalla cintura il suo inseparabile coltello con la pietra rossa e con la punta si ferì un dito. Col sangue che ne uscì tracciò un segno sul legno. «Questa porta si poteva aprire solo col mio sangue,» spiegò «ma ho fatto in modo che reagisca anche ai vostri.»
Quando il portone si aprì, i ragazzi lo seguirono in quello che era una specie di bunker con sei letti a castello e un paio di armadi.
«Questa stanza è circondata da incantesimi difensivi che ha piazzato papà e quindi, come sapete, sono un po' più potenti rispetto a quelli del resto delle streghe esistenti. Il perimetro, inoltre, è stato reso immune alla magia grazie al mio sangue.»
A quel punto si diresse verso uno degli armadi e lo aprì. Ne estrasse una valigetta metallica e la posò sulla scrivania che riempiva il centro della stanza.
I due ragazzi lo raggiunsero, mettendosi di fronte a lui, dal lato opposto del tavolo.
Louis l'aprì e rivelò due piccoli pugnali in argento con delle pietre incastonate sull'elsa. Il cacciatore prese il primo, quello con uno smeraldo sull'impugnatura e lo porse al figlio. «Hansel, questo lo affido a te. È cosparso di qualche goccia di sangue di tuo padre: in caso succeda qualcosa, qualsiasi cosa,» precisò «non riusciate a gestire, lancialo in aria e noi sapremo di dover tornare.».
Il giovane cacciatore lo prese deciso, ma poi alzò gli occhi al cielo: «Papà, ti stai preoccupando troppo come al solito.»
«La prudenza non è mai troppa!» lo liquidò Louis con un gesto «Soprattutto con due streghe in famiglia.» borbottò tra sé e sé.
Poi prese l'altro pugnale, con una pietra che sembrava cambiare colore dal verde all'azzurro.
«Questo è per Ally, vero?» chiese Gretel che aveva osservato il pugnale per tutto quel tempo «Sento la sua aura...».
Hansel aggrottò la fronte, mentre Louis sorrise. «Non ne avevo dubbi» disse infatti l’uomo «Tu e lei avete un legame speciale, per questo lo affido a te.» le consegnò il coltello e poi proseguì «Anche questo, come l'altro, è cosparso di sangue; di Allison, però. Funzionano più o meno allo stesso modo, solo che questo fungerà da navigatore verso di lei, nel caso succedesse qualcosa...» a quel punto, si rivolse ad entrambi «Sapete che vostra sorella deve ancora raggiungere il picco di potenza, giusto?»
«Sì,» risorse Hansel con una smorfia «potrò prenderla in giro ancora per poco, poi dovrò stare attento a non farla arrabbiare!». Gretel gli diede una gomitata «Riderò io quando ti butterà addosso un incantesimo così potente che neppure il tuo essere cacciatore ti salverà!» lo sfotté.
«Buoni.» li riprese Louis con un leggero sorriso, perché dai: erano i suoi figli dopotutto, non poteva pretendere troppo in quanto ad attenzione. Quando i due tornarono seri, il cacciatore proseguì: «Il picco dovrebbe arrivare al compimento dei 16 anni, quindi è molto presto per preoccuparsi. Tuttavia non si sa mai...è sempre stata molto precoce e...»
«...e ha due genitori molto particolari.» conclusero per lui i due gemelli in coro, vista che quella frase era stata ripetuta fino alla nausea in quella famiglia.
«Oh, finitela, voi due!» sbuffo il più grande, mentre gli altri due ridevano.
«Bambini,» intervenne qualcuno «piantatela di prendere in giro vostro padre!».
Louis si sciolse in un sorriso quando vide entrare Harry con a mano la "piccola" Allison.
Il riccio gli si affiancò subito, mentre la streghetta si avvicinò a sua sorella che le rivolse un sorriso.
«Saranno solo due giorni, ok?» disse Gretel ai genitori «E sarete solo a due ore da qui.» proseguì il fratello. «Andrà tutto bene!» dissero insieme prendendo entrambi per mano la sorellina.
Louis e Harry guardarono la più piccola della famiglia che annuì con un sorriso. «Direi che possiamo andare tranquilli.» disse la strega fissando il suo cacciatore. «Sì, direi di sì.» gli rispose il liscio tenendo però lo sguardo sui suoi figli.
 
 
 
«Harry, ti vuoi muovere!» lo chiamò Louis per l'ennesima volta.
«Arrivo tra un momento!» lo liquidò suo marito. «Allora: il frigorifero è pieno;» cominciò ed elencare nuovamente ai figli, i quali avevano saggiamente smesso di ascoltare dopo la terza volta che aveva rifatto l'intero elenco «se c'è bisogno andate da zio Niall e zia Gemma; stanotte chiudete bene la porta; niente feste; se succede qualcosa ci chiamate. Dimentico qualcosa?»
«Sì!» gli urlò Louis «Tuo marito che ti sta aspettando in macchina da venti minuti!».
Harry si voltò e lo trovò sul cancello con le braccia incrociate, un cipiglio severo in volto e il piede che martellava insistentemente sul vialetto per enfatizzare il tutto.
«Va bene, arrivo!» sbuffò il riccio.
Abbracciò velocemente tutti e tre i suoi figli (per la quarta volta in meno di mezz'ora!), sussurrò un veloce "le affido a te" all'orecchio di Hansel e lasciò un bacio sulla guancia di Allison e Gretel. Dopodiché si voltò e raggiunse Louis, il quale, con un ultimo saluto ai figli, salì in macchina accanto ad Harry e partì.
«Ehi...» sussurrò il cacciatore dopo un paio di minuti «andrà tutto bene.» disse appoggiando la mano libera sul ginocchio dell'altro, e mosse un po' le dita per accarezzarlo.
«Hai ragione.» annuì il minore intrecciando le dita con quelle del marito e lasciandogli un bacio sul dorso della mano «Pensiamo solo a goderci il weekend.» annuì con un sorriso.
 
 
 
«Bene ragazze,» disse Hansel non appena la macchina ebbe svoltato l'angolo «abbiamo circa 36 ore senza genitori...» un sorrisetto maligno gli illuminò il volto «qual è il programma?»
«Film!» esclamò Gretel.
«Pop-corn!» completò Allison.
«Smalto!» canticchiarono in coro facendo perdere il sorriso a Hansel. «Scordatevelo!» le stroncò lui «Non passerò due giorni bloccato in un pigiama-party tra ragazzine!».
Allison sbuffò «E va bene! Passeremo 36 ore ad allenarci in giardino, allora. Contento?» lo guardò male.
El ridacchiò mentre gli altri due si ringhiavano contro. «Credo che per mettere d'accordo entrambi,» suggerì la ragazza «potremo effettivamente allenarci un po' -tutti insieme- e poi farci qualcosa di speciale per cena e guardare un film, mentre io e Ally facciamo...“cose da ragazze”. Che ne dite?».
I due litiganti si fissarono in cagnesco ancora per qualche secondo, dopodiché acconsentirono.
 
 
 
I gemelli avevano indossato una tenuta comoda da allenamento, mentre Allison aveva semplicemente sostituito i jeans con dei pantaloni morbidi.
La ragazzina, ad un cenno dei due, pronunciò un incantesimo ed i suoi occhi brillarono.
Il giardino sul retro si trasformò in un fitto bosco con diversi dislivelli e trappole nascoste (ovviamente non letali).
I due cacciatori si gettarono tra gli alberi seguendo quella sorta di percorso ad ostacoli, mentre la giovane strega attivava a comando le trappole per aumentare la loro reattività.
Si fermarono per pranzo, ma si allenarono ancora un po' nel pomeriggio. Nel corpo a corpo, però.
I ragazzi aiutarono anche la sorellina nel suo addestramento che papà L aveva iniziato già da qualche anno: Gretel lottò contro Allison, mentre Hansel la correggeva, visto che era il migliore in quel campo. El aveva sempre preferito le armi.
Al tramonto erano sfiniti.
«Va bene, basta ragazzi.» li interruppe Gretel, mentre gli altri due erano intenti e lanciare coltelli contro un bersaglio «Andate a fare la doccia che ordiniamo qualcosa per cena.»
«Ma io volevo allenarmi ancora...» mugugnò Allison. 
«Oh, come vuoi.» le rispose la ragazza con nonchalance, guardando il fratello che la capì al volo come sempre. «E noi che volevamo ordinare la pizza da quella pizzeria che ti piace tanto» disse infatti, sostenendo il piano della gemella «...ma se vuoi continuare ad allenarti...» proseguì lei «...fai pure.» concluse lui.
Lei sgranò gli occhi alla parola 'pizza', poi mise un dolcissimo broncio «Vi odio quando parlate in sincrono! Mi confondete!».
I gemelli risero e si avviarono dentro casa, mentre Hansel la spronava a seguirli con un «Sbrigati, streghetta!».
 
 
 
«Pensi che vada tutto bene a casa?» chiese Harry, mentre accarezzava distrattamente il petto di Louis.
I due si stavano riprendendo da quella che forse era stata la miglior sessione di sesso che avessero mai fatto. Prima volta esclusa, ovviamente.
La giornata l'avevano trascorsa a mollo nelle piscine del centro termale, baciandosi, coccolandosi, sussurrandosi parole dolci e prendendosi in giro, il più della volte.
Adesso erano sdraiati sull'enorme letto della camera che avevano prenotato e si stavano semplicemente godendo un silenzio che non sentivano da...beh...19 anni!
«Certo, Haz. Ne sono sicuro! Avranno passato la giornata ad allenarsi e poi avranno assaltato l'armadietto delle schifezze, sporcando tutto il divano.»
La strega ridacchiò. «Hai ragione!» soffiò. Con un ultimo sbadiglio si addormentò con Louis come cuscino ad il battito del suo cuore a cullarlo.
Il liscio si beò ancora per qualche momento della visita del suo angelo addormentato, poi cedette al sonno anche lui.
 
 
 
Era notte fonda quando successe.
Harry si svegliò all'improvviso col respiro pesante e il cuore a mille.
Louis lo affiancò in un attimo. «Harry! Haz! Cos'hai?» chiese allarmato.
«Io...» farfugliò.
«Harry, guardami...» il cacciatore gli prese il volto tra le mani e lo costrinse a voltarsi. «I...i...tuoi occhi...» balbettò Louis.
«Lo so!» gli rispose l'altro nel panico «È...è la mia magia...non riesco controllarla...è successo qualcos-» non finì la frase che i suoi occhi ancora lampeggianti di magia libera si posarono sulle iridi celesti di Louis.
E Louis capì: «Ally!».
Entrambi si buttarono verso i comodini dove avevano lasciato i loro cellulari.
Chiamarono i gemelli, ma non ricevettero risposta.
Stavano per riprovare, quando, davanti a loro, comparve il pugnale che avevano lasciato ad Hansel, quello con lo smeraldo.
La lama brillò ancora per qualche attimo e poi si fermò davanti ad Harry, perché il sangue di cui era intrisa cercava il suo proprietario.
Era successo qualcosa ai ragazzi e Louis ed Harry non persero tempo. Si vestirono ed in meno di cinque minuti erano in macchina col cacciatore che aveva fermamente deciso di non lasciare l'acceleratore per le successive due ore.
 
 
 
Fottuto. Hans era fottuto. Suo padre gli aveva affidato le sue sorelle e lui era riuscito a perderne una e a lasciare che ferissero l'altra.
Era fottuto. Oltre che in trappola.
La serata sembrava stesse andando alla grande: le ragazze si erano messe lo smalto (ew, rosa!), mentre lui si era semplicemente goduto il film sgranocchiando pop-corn. Al momento di andare a letto, però, Allison era venuta titubante da lui e aveva sussurrato qualcosa che assomigliava ad un "possiamo dormire tutti insieme sul lettone?" e lui non era proprio riuscito a dire di no a quegli occhioni e a quel labbruccio sporgente.
Così, pigiama indosso e denti lavati, si erano rifugiati tutti e tre sotto le lenzuola del letto matrimoniale. Avevano scherzato ancora per qualche ora, giocando e prendendosi in giro, poi avevano finito con l'addormentarsi, perché l'allenamento li aveva comunque sfiniti.
A tarda notte, Hansel si era svegliato al rumore di un vetro infranto. Aveva fatto in tempo a vedere un paio di bombolette a gas che rotolavano sul pavimento, ma era svenuto subito dopo.
Lui e Gretel si erano svegliati un paio d’ore più tardi, ma Allison era sparita.
Non c’era bisogno di chiedersi cosa fosse successo: le loro anime da cacciatori percepivano l’aura di magia nera fin nelle ossa. Provarono a chiamare i genitori, ma le streghe dovevano aver lanciato un incantesimo per bloccare le comunicazioni, così dovettero ricorrere ad altri metodi: Hansel salì sul balcone della camera padronale e lanciò in aria il coltello che gli aveva lasciato suo padre. Quello luccicò un attimo e poi svanì.
Quando il ragazzo rientrò in casa, trovò sua sorella con uno sguardo serio e la divisa da cacciatore già indosso. Dopo un salto nell’armeria, i gemelli avevano lanciato il coltello con sopra il sangue di Allison ed avevano iniziato a seguirlo.
Come si aspettavano, li aveva condotti nel bosco e poi oltre, su per un’altura. Conoscevano quelle zone, perché papà L li aveva portati spesso ad allenarsi in quei luoghi. Dopotutto glielo ripeteva sempre: “Un cacciatore dove conoscere la sua zona di caccia!”.
Il pugnale aveva continuato la sua corsa per diversi chilometri, finché Gretel non aveva capito dove li stava conducendo e quindi avevano deciso di rinfoderare l’arma per proseguire più cautamente.
Quando erano giunti in cima allo sperone roccioso si erano trovati uno scenario a dir poco inquietante: al centro di un enorme spiazzo, quasi interamente circondato da un precipizio, una cinquantina di streghe recitavano nenie attorno ad un altare illuminato dalla luna.
Hansel aveva sentito sua sorella sussultare alla vista di Allison fissata a quella lastra di marmo. Era bloccata sull’altare da pugnali che le spuntavano da mani e caviglie, ormai completamente intrise di sangue cremisi. 
Come strega, i gemelli sapevano che non poteva morire dissanguata, ma aveva solo 13 anni: non avrebbe sopportato tutto quel dolore ancora per molto.
A quel pensiero, il giovane cacciatore era corso allo scoperto, arma in mano, verso quelle streghe che avevano osato toccare la sua sorellina.
El gli aveva sicuramente urlato qualcosa, ma lui non l’aveva ascoltata e il risultato ce l’aveva davanti: spalle al muro, disarmato, circondato da cinque streghe e sua sorella a terra con un braccio ferito.
Papà L lo avrebbe ammazzato e papà H lo avrebbe resuscitato per poi ammazzarlo di nuovo, ne era certo.
Eppure doveva esserci qualcosa che poteva fare. Papà L glielo diceva sempre: “In un mondo dove tutto è possibile, nessuna situazione è senza via d'uscita”.
Non aveva molto tempo, però: le streghe si stavano avvicinando sempre di più.
Una di loro, che evidentemente aveva deciso che secoli di storia non fossero serviti a nulla, gli gettò addosso un incantesimo. Nel momento esatto in cui la magia lo colpì, sua sorella urlò il suo nome.
Hansel sentì l’incantesimo avvolgerlo senza fargli nulla, grazie al suo sangue di cacciatore, ma la voce di El continuava a ronzargli nella testa e qualcosa dentro di lui scattò: la magia si raggruppò nelle sue mani e…tornò al mittente.
Le streghe furono respinte  dal loro stesso incantesimo.
«Come hai fatto?» chiese Gretel, quando il fratello la raggiunse.
Lui scrollò le spalle. «Istinto» le rispose sbrigativo, mentre le controllava la ferita.
«E’ profonda, ma non è troppo estesa.» disse mentre le avvolgeva un pezzo della sua divisa attorno al braccio.
Lei strinse i denti, ma non fiatò. «Basta che fermi il sangue, per il resto non preoccuparti.» gli disse lei.
Quando Hansel terminò, si rialzarono entrambi e recuperarono le armi.
«Dobbiamo avvicinarci all’altare.» disse il ragazzo «O per lo meno impedire che continuino a recitare la formula del rito.»
La sorella annuì «Credo che vogliano il potere di Allison.» spiegò «Ho letto qualcosa su questo genere di riti: dissanguare la vittima e poi mangiarne il cuore.»
«Il cuore?» chiese allarmato il fratello.
«Esatto. Il cuore è il punto debole delle streghe, così come la fonte del loro potere. E se quello che percepisco adesso è giusto, credo che il potere della nostra sorellina si aumentato parecchio nelle ultime ore.»
«Ma è troppo piccola per raggiungere il picco di magia! Dovevano mancare ancora tre anni!» esclamò Hansel.
In quel momento, però, li raggiunsero un’altra decina di streghe e i due ragazzi si prepararono a contrattaccare.
«Svegliati, Hans!» urlò la giovane cacciatrice per superare il frastuono della battaglia «Hai presente chi sono i nostri genitori? Era scontato che Ally fosse precoce!» gli fece notare mentre sparava un colpo e deviava un proiettile volante.
Il ragazzo lanciò un paio di coltelli che si conficcarono dritti nel cuore di due streghe, uccidendole, e poi rotolò su un fianco, afferrò la balestra che gli era caduta poco prima e tirò un paio di proiettili anti-strega.
«Ok, ho capito, ma com’è successo?» urlò il ragazzo una volta tornato in piedi.
«Non lo so!» El saltò su una strega riversa a terra con una ferita mortale e usò un tronco caduto per darsi lo slancio e stendere con un calcio un’altra avversaria «Credo che potrebbe essere stato uno shock emotivo o qualcosa di simile.»
«Alle spalle!» gridò Hansel in quel momento. Gretel si abbassò di colpo ed evitò per un pelo la freccia che suo fratello aveva appena lanciato contro la strega che la stava per attaccare da dietro.
«Stai un po’ attento!» lo rimproverò la ragazza «Potevi colpire me!».
«Ma finiscila!» le rispose lui «Ti ho avvisata in tempo ed entrambi sappiamo che siamo imbattibili nell’intesa.».
Lei sbuffò trafiggendo un’altra strega dritta al cuore e borbottò un «Megalomane» a denti stretti.
«Ti ho sentita!» le urlò il fratello che aveva appena steso l’ultima donna ancora in piedi.
Con un po’ di affanno, i due ragazzi si rimisero a correre verso l’altare, ma furono attaccati da un altro gruppo di pazze.
«Ma quante sono?»  si lamentò il ragazzo.
«Zitto e concentrati!» gli urlò di rimando l’altra.
Era strano, si trovò a pensare El, continuavano ad assaltarli a piccoli gruppi, quando, invece, avrebbero fatto prima ad attaccarli tutte insieme. Avrebbero fatto prima…
La ragazza sgranò gli occhi non appena comprese ciò che il suo cervello aveva già realizzato da quando erano arrivati su quell’altura: il rito era lungo e complesso, ma soprattutto…bastava una sola persona per compierlo!
Zigzagando tra quelle vecchie megere, la ragazza riuscì a guardare meglio l’altare e notò che accanto all'enorme tavola di pietra, c’era una strega che sembrava emanare un’aura più potente -e più nera- della altre. Indossava un abito scuro, lungo fino ai piedi. Sembrava bellissima, ma la giovane cacciatrice sapeva che era solo una finzione: anni rubati a creature innocenti che le avevano permesso di vivere forse per secoli. Attorno a lei erano rimaste solo poche sue compagne che continuavano a recitare quella nenia infinita.
La ragazza assottigliò gli occhi per cercare di carpire qualche parola. «Coprimi!» urlò ad un tratto verso il fratello. Hansel era stato assalito da tre streghe contemporaneamente, ma al richiamo della sorella se le scrollò di dosso e le trafisse tutte e tre con il suo pugnale personale (“Mai uscire senza”, gli diceva sempre papà L).
Alzando gli occhi notò Gretel in piedi su una roccia che armeggiava con la balestra: la vide fissarci sopra il suo coltello al posto delle solite frecce e scoccare. L’arma volò dritta verso l’altare, ma a pochi metri dall’obbiettivo s’infranse contro una barriera.
Hansel sparò dei colpi per fermare un paio di streghe che si stavano avvicinando alla gemella e poi la raggiunse per cercare di capire qualcosa.
«In sintesi:» disse la ragazza per rispondere alla muta domanda del fratello «il rito può compierlo solo una persona, alias: la tizia che trenta secondi fa mi ha guardato in cagnesco per il mio giochetto col pugnale. Le altre streghe le usa come vittime sacrificali per tenere lontani noi e guadagnare tempo. Le tizie che, invece, sono rimaste attorno a lei stanno creando una barriera anti-cacciatore, quindi non possiamo avvicinarci.».
Hansel strinse i denti «Per ora limitiamoci a tenere a bada queste megere e a pensare ad un piano: i due piccioncini dovrebbero essere quasi arrivati.»
Sua sorella annuì, lo affiancò ed entrambi ripresero a combattere.
 
 
 
Louis estrasse la pistola anti-strega dal cruscotto della macchina, si fissò il suo inseparabile pugnale alla cintura e si avviò lungo il vialetto seguito da Harry.
Entrarono in casa e controllarono tutte le stanze del piano terra, per poi avviarsi verso quello superiore. Le camere dei ragazzi erano vuote, i letti intatti. Confusi, i due si guardarono. Poi Louis realizzò.
«Quelle piccole pesti!» brontolò dirigendosi verso la sua stanza con un cipiglio severo.
«Louis, ma che…?» provò a chiedere Harry, ma non finì la frase. La loro camera era un disastro: lenzuola per terra, cuscini sparsi sul pavimento ed un leggero odore di cloroformio che aleggiava un po’ ovunque nell’aria.
«Io te l’avevo detto che non dovevamo andare!» sbraitò a quel puntò la strega.
«Cosa?» il cacciatore sgranò gli occhi, scioccato «Ma se eri tu che hai insistito tanto! “Non stiamo mai insieme, Lou…Ho bisogno del mio maritino preferito e di un bel massaggio, Lou…Prendiamoci una vacanza , Lou…”» disse facendogli il verso «Sei andato avanti mesi con questa storia e io, come sempre, non sono riuscito a dirti di no!».
«Io non parlo così!» gli urlò di rimando l’altro sparendo in camera di Allison «E adesso piantala di fare la ragazzina e vediamo di trovarli!»
«La…la…ragazzina?!?!?!» balbettò sconvolto il liscio «Ringrazia che ti amo, perché dopo questa rischiavi di rimanere senza cacciatore personale, tesoro!» gli urlò contro.
«Sta zitto e aiutami, piuttosto.» lo zittì il riccio.
Louis sbuffò, ma come al solito dirgli di no per lui era impossibile, così lo raggiunse. Trovò Harry con in mano Freddy Teddybear, l’enorme orso di peluche che Allison aveva fin da piccola.
«Vuoi usarlo per rintracciarla?» gli chiese Louis, ora più calmo.
La strega annuì «Dammi una mano: mi servi anche tu, altrimenti non ce la faccio.».
I due si misero al centro della stanza con le mani a contatto tra loro e l’orso stretto tra i loro petti.
Louis vide Harry illuminare gli occhi di giallo e concentrarsi. Il cacciatore sentì una forza tirarlo dall’interno,  segno che la strega si stava aggrappando al loro legame per aumentare i suoi poteri.
Bastarono pochi secondi e la sensazione passò, gli occhi di Harry tornarono del solito verde mozzafiato e il riccio riappoggiò l’orso sul letto di sua figlia.
«Sono sull’altura a nord. Quella a strapiombo sulla valle. Muoviamoci.» cominciò il riccio che iniziò subito ad avviarsi con un’aura omicida tutt’intorno.
«Harry…» lo richiamò Louis afferrandolo per un polso «Li troveremo. Andrà tutto bene. Insieme siamo imbattibili, ricordi?» gli disse quando questi si fu girato. La strega annuì decisa, ma al cacciatore non sfuggì l’eccessiva lucidità dei suoi occhi, così fece l’unica cosa che poteva fare in quel momento: stringergli la mano e mettersi a correre verso i loro figli.
 
 
 
I due gemelli erano sfiniti: combattevano da ore e le streghe sembravano non finire mai. Avevano scoperto che c’era una caverna nascosta dalla vegetazione e che molte stavano uscendo da lì. Per questo Hansel stava tentando di usare la sua forza da cacciatore per far cadere un albero davanti all’ingresso: per lo meno sperava di rallentarle.
«El, devi darmi una mano: non ce la faccio da solo.»
La ragazza lo sentì, ma una strega piuttosto potente la stava mettendo in difficoltà e non riuscì a rispondergli.
Il ragazzo usò tutta la sua forza, ma quell’albero era davvero pesante e lui era solo un cacciatore diciannovenne che aveva ucciso troppe poche streghe.
«El!» urlò ancora, disperato.
La sorella sentì quell’unica parola vibrarle fin dentro le ossa e il suo corpo rispose a quell’onda di potenza con pochi semplici gesti: sconfisse la strega con uno scarto destra ed una pugnalata nel cuore, poi, come in un sogno, si voltò.
Tra lei ed Hans c’erano almeno cinque di quelle megere piene di rughe. Prima ancora di fare il primo passo, però, la sua mente le mostrò le mosse che avrebbero fatto le sue avversarie e il suo corpo reagì di conseguenza: rispose ad ogni colpo con una precisione millimetrica ed in pochi secondi era accanto al fratello.
«Sei piena di sorprese, sorellina!» la prese in giro lui con un sorriso beffardo, per quanto lo sforzo gli consentisse.
«Parla quello che respinge gli incantesimi.» controbatté Gretel.
«Touché» le concesse lui.
La ragazza a quel punto alzò gli occhi al cielo. «Ora zitto e spingi!» ordinò.
I due urlarono per lo sforzo, ma con un po’ di forza bruta riuscirono a far cedere quel maledetto albero.
Un paio di streghe rimasero schiacciate dall’enorme chioma, ma le altre finirono solo per arrabbiarsi e lanciare una raffica di magia contro i rami, facendoli esplodere per crearsi un varco.
«Credo che non sia stata una buona idea.» fece notare la giovane cacciatrice indietreggiando appena.
«No: per niente.» le diede ragione Hansel imitandola.
«Ti sei scordato cosa dice papà H, vero?». La sorella lo guardò male, mentre ricaricava la balestra e si preparava a respingere quell’enorme ondata di streghe.
«Mi rinfreschi la memoria?» le chiese con un sorrisino di scuse sul volto e la pistola carica in mano.
La ragazza non riuscì a rispondergli, perché le streghe erano state più veloci del previsto e li avevano già raggiunti.
Si prepararono a colpire, ma un onda d’urto le respinse tutte in un colpo solo.
I due ragazzi impietrirono. «Siamo fottuti, vero?» chiese Gretel, retorica.
«Oh, sì che lo siete.» rispose una voce molto familiare alle loro spalle.
I due gemelli non osarono muovere un muscolo, finché qualcosa non colpì le loro nuche.
«Questo è per la parolaccia!» disse Louis dopo aver assestato un coppino alla figlia.
«E questo è perché non ascoltate mai quello che vi dico.» aggiunse Harry dopo aver riservato lo stesso trattamento a suo figlio.
«Ma noi ti ascoltiamo!» protestarono in coro i due.
«Si vede!» rispose ironico il riccio, indicando con un cenno del capo il caos che c’era su quell’altura.
«Dettagli» ribatterono i due.
«Oh, ma davvero? Allora sentiamo: cos’è che dico sempre io?» chiese «Hansel?» specificò.
«Ehm…» il ragazzo si grattò la nuca in difficoltà.
«Vediamo se te lo sa dire tuo padre.» propose allora il riccio, cambiando vittima.
Louis sbiancò «Ehm…» disse con uno sguardò a metà tra il panico ed il disperato.
«Non posso crederci!» esclamò sbattendosi una mano in faccia «Ma allora parlo al vento!» sbraitò.
A quel punto Gretel non resistette più: afferrò la mano di papà H e la scrollò leggermente. «Piacere papà, sono il vento e tu dici sempre che “le streghe sono vendicative”.»
Harry rimase sbigottito per un secondo, ma poi ridacchiò: «Brava la mia bambina.».
«Ora basta, però: dobbiamo riportare a casa la nostra streghetta preferita,» li richiamò Louis, ancora sollevato per aver scampato il pericolo «quindi…El: cosa mi sai dire del rito?».
«Tenuto da un’unica strega vestita di nero che è accanto all’altare. Allison è sdraiata sulla lastra di pietra con coltelli su mani e caviglie.» Harry rabbrividì appena al sentire la notizia, ma non si lasciò sopraffare dalle emozioni o sarebbe crollato. «Ci sono circa una decina di streghe che circondano l’altare e creano una barriera anti-cacciatore.» proseguì la ragazza «Da quello che ho capito stanno usando il sangue di Ally per dare energia a quel pezzo di marmo e, quando sarà carico le estrarranno il cuore. Vista l’ora, credo che avverrà all’alba.» concluse.
«Come sta Allison?» chiese Louis.
«Credo sia svenuta quando le hanno messo i coltelli. Da allora non si è più svegliata.» riferì la ragazza con una calma che solo l’allenamento le permetteva di avere.
«D’accordo.» le disse il liscio appoggiandole una mano sulla spalla per rassicurarla un po’ «Hans: battaglia?» chiese subito dopo, rivolgendosi al figlio.
«Le streghe continuano ad uscire da quella grotta laggiù.» cominciò il ragazzo indicando la caverna al limitare del bosco «Abbiamo provato a bloccare l’ingresso con un albero, ma ovviamente non è servito a molto. Forza avversari: varia, anche se nessuna di quelle che abbiamo affrontato finora ci ha dato davvero del filo da torcere.» concluse.
Harry a quel punto guardò Louis e gli sembrò di vedere le rotelle del suo cervello che si muovevano per elaborare un piano.
«Pensi di poterti occupare della barriera?» chiese il cacciatore alla sua strega.
Il riccio, però, scosse la testa: «La stanno alimentando in dieci: credo che avessero previsto di doversi scontrare con una strega molto più potente di loro e hanno preso le giuste precauzioni.». Harry guardò ancora per un attimo la barriera, cercando di capire se l’idea che gli ronzava per la testa fosse fattibile, ma poi alla fine si decise.
«Credo che tu possa, però.» disse a Louis.
Il cacciatore osservò quell’alone traslucido «Non so se sono in grado di rifare ciò che ho fatto quella volta.» rifletté «Sembra più…complessa…».
«Non pensare a questo.» gli suggerì il riccio «Trova solo un valido motivo per farlo.».
«Facile: stanno usando mia figlia come cavia!» decise, poi si rivolse ai gemelli «Voi due vedete di coprirmi per qualche minuto e…Harry?» la strega lo fissò «Non impazzire.» disse solo e poi partì con arco in pugno e un unico obbiettivo: proteggere la sua famiglia.
 
 
 
Non era la prima volta che Harry combatteva con i gemelli, ma quella sembrava diversa dalle altre: erano più rapidi, più precisi, più astuti. Hansel gli ricordava troppo Louis per non esserne orgoglioso, ma Gretel…Gretel era qualcosa d’incredibile: sembrava prevedere ogni singola mossa dell’avversario e l’eleganza con cui rispondeva ad ogni colpo era qualcosa che né lui, né Louis le avevano insegnato.
«Ragazzi state pronti!» urlò osservando Louis che era quasi arrivato alla zona del rito «Quando papà infrangerà la barriera ci sarà un’enorme onda d’urto. Io sarò sbalzato via, ma voi dovrete aiutarlo con le ultime streghe che circondano l’altare, ok?»
«Va bene» - «D’accordo» risposero i due ragazzi.
Harry stese un’altra strega con la pistola che aveva in mano e lanciò un incantesimo contro un’altra. Stava per riprendere a sparare quando sentì un urlo.
«HANS!»
Il riccio si voltò e trovò suo figlio con una ferita al fianco e il braccio di una strega intorno al collo con un pugnale che gli premeva contro la giugulare.
«E adesso che farai?» lo sfidò quella vecchia megera «Sai che posso tagliargli la gola in meno di un secondo, vero? E nessuno incantesimo potrà curarlo.» cantilenò con una risata strozzata in fondo alla gola.
Harry strinse i pugni senza sapere cosa fare: qualunque incantesimo non sarebbe stato abbastanza potente, inoltre c’era anche il fatto che, passando attraverso Hansel, la magia si sarebbe annullata, quindi sarebbe stato tutto inutile.
«Papà!» l’urlo di sua figlia era deciso. La guardò e non ci fu bisogno di altre parole perché il suo sguardo era chiarissimo: “Fallo!”, diceva.
Fare cosa?” si chiese il riccio, ma la ragazza continuava a comunicare solo quel semplice ordine.
Ed Harry capì, anche se dal suo punto di vista la cosa non aveva senso, ma si fidava di sua figlia: aveva una mente brillante e capacità di analisi che si attivavano anche nelle situazioni più estreme, al contrario delle sue che, spesso, senza Louis al suo fianco pronto a rassicurarlo, facevano cilecca.
Il riccio tornò sicuro a guardare quella strega che continuava a tenere stretto suo figlio, ma stavolta non si sentiva più impotente. Al contrario: si concesse perfino un sorrisetto malizioso.
«Sai…» cominciò «Voi pazze malate che vi mettete sempre contro di noi vi dimenticate di pensare con chi avete a che fare.» la strega sembrò stupirsi di una simile reazione.
«Cosa stai dicendo?» gli rispose «Avete perso! La barriera non s’infrangerà di certo a causa di un misero cacciatore, il rito sarà concluso a breve e tu e quella ragazzina non potete fare nulla senza rischiare di ferire anche questo qui.» con uno strattone spostò leggermente il coltello che ferì la gola di Hansel che fece un smorfia per il fastidio. Il fianco gli doleva parecchio e cominciava a perdere lucidità a causa del sangue che continuava ad uscire copioso dalla ferita. Eppure sapeva che sarebbe finita presto. Lo sapeva perché aveva capito il messaggio silenzioso che sua sorella aveva lanciato al padre; lo sapeva dallo sguardo che aveva suo papà in quel momento; lo sapeva per il semplice fatto che si fidava dei suo genitori e della loro forza insieme.
«Oh, ma per favore!» disse il giovane con leggero sarcasmo di fondo «Possibile che dopo anni che quei due vi fanno il culo, voi streghe non avete imparato nulla?».
«Sta zitto!» tentò la strega, ma Hansel era tutto suo padre e, ovviamente, non ascoltò.
«Nemmeno una setta di pazze come voi potrebbe batterli. Sono tipo…Batman e Superman che si alleano!» Harry alzò gli occhi al cielo, ma non intervenì: come Louis, Hansel era il migliore a prendere tempo ed era esattamente ciò che suo figlio stava facendo.
«E sai…» proseguì infatti il ragazzo «se rapite la loro figlia, non puoi aspettarti che i suoi fratelli non vengano a salvarla.»
«Figlia?» chiese la strega con una nota di panico «Ma…ma loro sono due uomini…non è possibile che…»
«…lei abbia i loro stessi geni?» chiese con un sorriso beffardo il giovane cacciatore «Oh sì, invece.» rispose «Figlia di un cacciatore e di una strega: che roba, vero?» Hans riuscì a vedere la strega sbiancare con la coda dell’occhio ed allentare appena la presa su di lui.
«Non solo:» quel ragazzino stava girando il dito nella piaga, si fermò a pensare Harry, mentre il cacciatore continuava a parlare «vedi quella ragazza laggiù?» chiese indicando la sua gemella «Ha dei poteri un po’ particolari come cacciatrice. Ma la cosa bella sai qual è?».
A quel punto la strega aveva allentato la stretta su di lui al punto che il ragazzo riuscì a voltarsi leggermente per guardarla in faccia.
«Anch’io ho un asso della manica!» sussurrò con uno sguardo strafottente.
E quello fu il segnale.
Harry lanciò il suo incantesimo contro Hansel che, come Gretel si aspettava, rimbalzò sul fratello che lo respinse addosso alla strega che lo tratteneva.
Un istante più tardi Louis riuscì a sfondare la barriera con un urlò. L’impatto della magia sbalzò Harry indietro, ma El fu pronta a fermare il suo volo.
Hans non perse tempo: suo padre era a terra accanto all’altare, forse troppo stanco a causa dello sforzo, e stava per essere attaccato dalle streghe che prima controllavano l’incantesimo di difesa.
Il ragazzo alzò lo sguardo ed incontrò quello della strega vestita di nero -il capo- che gli sorrise vittoriosa. Al giovane cacciatore mancò il fiato, quando vide il sole iniziare a sorgere all’orizzonte e la donna allungare una mano verso il petto della sua sorellina.
Fu attimo. Gretel lo raggiunse e gli piazzò in mano una granata: era una di quelle armi da cacciatore che faceva svenire solo le streghe.
Il ragazzo la attivò e la lanciò esattamente addosso a quell’essere. I due gemelli contarono quattro secondi poi le streghe caddero addormentate.
E tutto finì.
 
 
 
Louis si alzò in quel momento. L’odore della granata aleggiava ancora nell’aria, ma a lui non faceva alcun effetto.
Si voltò verso i suoi figli e sorrise loro, perché dai: erano stati fantastici!
Poco più indietro c’era Harry che lo guardava con una muta supplica sul volto: voleva disperatamente riprendersi Allison, ma sapeva che se si fosse avvicinato sarebbe svenuto anche lui. Il cacciatore annuì e si avvicinò all’altare, mentre i gemelli si occupavano di uccidere definitivamente tutte le streghe che la granata aveva solo messo fuori combattimento.
La ragazzina era pallidissima e completamente circondata dal suo sangue che colava dalle ferite. Louis estrasse velocemente i quattro coltelli che la tenevano bloccata alla pietra e la prese in braccio. La piccola si mosse appena, ma non si svegliò: fortunatamente la granata aveva agito anche su di lei.
Il liscio raggiunse di corsa suo marito che iniziò subito a curare le ferite della figlia con la magia.
Harry cadde in ginocchio e la prese tra le braccia.
«E’ colpa mia.» disse tra i singhiozzi «Sono stato io ad insistere per andare!».
«No, no, amore, no.» sussurrò Louis asciugando le lacrime del riccio con la punta delle dita.
«Lou, guardala. Guardala!» sussultò disperato «E’ piena di sangue! Ed ha solo tredici anni! Lou, mia madre si è sacrificata per me quando ne avevo diciassette! Diciassette! Mentre noi non siamo riusciti a proteggere lei che ne ha solo tredici…» 
Louis non seppe cosa rispondere: era colpa loro, era vero. Ma era anche vero che non potevano proteggere i figli in eterno: sarebbero stati un costante bersaglio a causa delle loro abilità. Potevano solo prepararli al meglio.
Il cacciatore si limitò ad abbracciare la sua strega per cercare di tranquillizzarla il più possibile.
«Papà…» lo richiamò Hansel, titubante. I due uomini videro i gemelli inginocchiarsi accanto a loro. Il ragazzo si teneva il fianco, anche se il sangue aveva smesso di scendere e Gretel si accarezzava il braccio ferito.
«Ci dispiace…» sussurrò la ragazza con gli occhi bassi.
«E’ colpa nostra…» spiegò il fratello, guardando la sorellina ancora svenuta tra le braccia del padre.
A quel punto Louis ed Harry non poterono far altro che guardarsi e sorridersi: «Sono proprio i nostri figli.» soffiò il primo; «Già» confermò l’altro in un sospiro.
«Tranquilli.» dissero ai gemelli lasciando un bacio sulla fronte di ciascuno «E’ tutto finito.».
Harry si alzò con ancora in braccio la figlia, deciso a non mollarla finché non si fosse svegliata. Gli altri lo seguirono, ma prima ancora che s’inoltrassero nel bosco, un furgoncino bianco si fermò di fronte a loro.
Il finestrino del passeggero si abbassò e spuntò Liam con un’espressione terribilmente preoccupata.
«Zio Lì! Zio Zay!» esclamarono i gemelli salutando anche il moro alla guida «Siete venuti a prenderci?».
«Certo!» rispose il castano «Vostro padre ci ha fatto venire un infarto alle quattro del mattino! State bene?» chiese, mentre scendeva e apriva la portiera sul retro del van.
«Ora sì, anche se Ally se l’è vista un po’ brutta.» spiegò Gretel salendo sul mezzo, seguita a ruota da fratello che si sistemò nei sedili più in fondo accanto a lei.
Harry, ripresosi in quel momento dallo stupore inziale, si girò verso Louis.
«Grazie» sussurrò ad un passo dalle sue labbra che sfiorò subito dopo con un fugace bacio.
Il cacciatore arrossì appena, poi scosse la testa e si rivolse a Liam e lo abbracciò.
«Grazie amico.» disse «Ti devo un favore. A entrambi.» precisò sporgendosi dal finestrino per salutare Zayn.
«Scherzi?!» gli rispose il moro «Per i nostri nipoti preferiti questo ed altro!» affermò stringendo la mano del castano che, dopo essersi assicurato che fossero tutti al sicuro, era risalito al suo posto sul furgone.
Harry sistemò sua figlia sdraiata con la testa sulle sue gambe e i piedi su quelle di Louis. Poi, mentre Zayn guidava verso Holmes Chapel, si concesse di appoggiare la testa sulla spalla di suo marito e di riposare un po’.
 
 
 
Allison si risvegliò poco dopo mezzogiorno. Harry l’aveva portata nel suo letto e le aveva messo accanto Freddy, l’orsetto di peluche che avevano usato per rintracciarla, per poi sedersi sulla poltrona lì vicino e non muoversi più.
Louis aveva usato quelle ore per sistemare e rinforzare le difese della casa e riordinare l’armeria, ma quando sua figlia aveva iniziato a risvegliarsi era corso da lei. I gemelli si sentivano ancora in colpa per ciò che era successo, tuttavia non se la sentivano di lasciare la loro sorellina: Gretel si era seduta sul letto e le teneva la mano, sondando in ogni momento la sua aura per cercare di carpirne ogni minimo cambiamento; Hansel, invece, si era appollaiato sull’ampio davanzale delle finestra e guardava la sorella preoccupato.
La ragazzina sbatté gli occhi più volte prima di capire dove si trovasse. Quando mise a fuoco i suoi genitori gli occhi le si riempirono di lacrime.
Harry si chinò su di lei e la inglobò tra le sue braccia sussurrandole parole di conforto ogni volta che dei singhiozzi la scuotevano.
Louis le accarezzò la schiena finché non si fu calmata e poi le disse: «Ehi, streghetta, lo sai che è successa anche una cosa bellissima.»
«D-davvero?» chiese lei con gli occhioni lucidi.
«Sei diventata una strega a tutti gli effetti, piccola peste.» le rivelò suo fratello che si era avvicinato al letto «Adesso dovrò stare attento a non farti arrabbiare.». Hansel le sfiorò la punta del naso con l’indice e le sorrise.
Lei sbatté un poco le palpebre guardando ad uno ad uno i suoi familiari per cercare conferme e, quando tutti annuirono, si girò verso papà H.
«Quindi ora sono una strega?» chiese.
Lui rise, ma poi annuì. «Ricordi quell’incantesimo che ti ho insegnato, ma che non riuscivi a fare perché era troppo potente?» le chiese «Prova ora.» le propose.
La ragazzina si concentrò un momento e poi spalancò gli occhi che brillarono di un giallo-dorato. A quel punto disse: «Ecdulidrefs!».
Quando sollevò la mano una sfera di luce le riempì il palmo e illuminò l’intera stanza. L’incantesimo, però non si limitò a questo: i fiori che decoravano la finestra sbocciarono all'improvviso, mentre la piantina che la piccola teneva sempre sul comodino iniziò a crescere senza controllo.
I tre cacciatori si spaventarono un po’, non sapendo cosa fare. Harry, al contrario, fu pronto e pronunciò: «Alidosfer!» e subito la magia si estinse.
«Cavolo, sorellina!» commentò Gretel «Altro che streghetta: sei una strega coi fiocchi e i contro fiocchi, adesso!»
«Con un po’ di problemi di controllo, però.» le fece notare Louis lasciandole un buffetto sulla guancia.
«Hai ragione, papà, ma forse papà H può aiutarmi…» la ragazzina si volto verso il riccio e gli fece gli occhi da cucciolo ai cui nessuno poteva resistere.
Harry rise per quell’adorabile broncio e rispose prontamente: «Certo, streghetta.» -soprannome al quale lei sbuffò un poco- «Anche se non credo di essere l’unico a dover mettere a disposizione la sua esperienza…» disse allusivo, fissando suo marito.
«Cosa?» chiese Louis «Perché io? Non penso di potere essere molto utile per addestrare una strega.» fece notare.
«Oh, ma io non mi riferivo a lei…» il cacciatore deglutì a vuoto: Harry stava usando quel tono, quello che usava sempre per obbligarlo a fare qualcosa anche quando lui non voleva.
«Dai sputa il rospo!» lo incitò il liscio rassegnato «Cosa vuoi che faccia?».
«Voglio che addestri questi due qui.» Harry indicò i gemelli «Hanno qualche abilità particolare che prima non avevano…»
«Sul serio?» chiese stupito Louis «Siete proprio i mie figli!» esclamò orgoglioso.
«I nostri figli, vorrai dire.» lo minacciò il riccio.
«Certo certo» lo liquidò l’altro, ancora concentrato sui suoi piccoli cacciatori che erano tutti imbarazzati «Cosa avete imparato, ragazzi?» chiese.
«Io credo di essere in grado di…riconvertire gli incantesimi, per così dire.» spiegò Hans.
«Mentre io penso di avere la capacità di prevedere le mosse dell’avversario con largo anticipo.» gli rispose, invece, El.
«Wow! Fantastico, ragazzi! Andiamo subito a provare i vostri nuovi poteri!» esclamò il cacciatore tutto eccitato, mentre trascinava i figli fuori dalla stanza.
Harry rise scuotendo la testa. Un bambino: suo marito era un bambino.
 
Il silenzio che era calato nella stanza permise al riccio di osservare sua figlia: era pallida, con gli occhi ancora rossi di pianto e lo sguardo perso. Ad Harry si strinse il cuore al vederla. Con un sospiro ricordò le innumerevoli volte in cui anche lui era stato catturato da persone che bramavano solo il suo potere. Sapeva che ad Allison sarebbero serviti mesi, se non addirittura anni, per dimenticare quell’esperienza e che lui e Louis potevano solo cercare di tenerla al sicuro il più possibile.
«Ehi, tesoro…» la richiamò il riccio, scostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio «Ti va di riposare ancora un po’?» le chiese.
La ragazzina annuì, tornando a stendersi sotto le coperte.
«Papà? Rimani qui, vero?» sussurrò titubante.
«Ma certo, tesoro.» e il riccio restò, accarezzandola finché non si addormentò di nuovo.
Harry, a quel punto, le sistemò di fianco il suo orsetto e si alzò, spostandosi sulla poltrona che, quando Ally era più piccola, usava per raccontarle le favole della buonanotte.
«Come sta?» gli chiese Louis in un sussurro, entrando nella stanza e affiancandosi a lui.
«Come vuoi che stia?» rispose il riccio stancamente «Lou io…io mi ricordo ancora tutto: l’impotenza, il disprezzo, la paura, il dolore…Non credo che questi ricordi mi abbandoneranno mai. Ma lei ha solo tredici anni, come farà a vivere una vita normale con questo peso?»
Il cacciatore s’inginocchiò e gli sorrise: «Esattamente come hai fatto tu.».
«Ma io avevo te!» esclamò il riccio.
«Esattamente.» confermò Louis baciandogli le nocche «Lei ha te, me, Hansel, Gretel, i suoi zii…e noi la proteggeremo e le ricorderemo che il mondo è pieno di tante persone meravigliose.».
Harry lo guardò per un momento: non era più il ragazzo testardo e orgoglioso che aveva conosciuto anni prima, ma era comunque bellissimo come quando lo aveva visto per la prima volta alle porte di Holmes Chapel.
La strega gli buttò le braccia al collo e lo strinse a sé affondando il viso tra i suoi capelli che iniziavano ad avere qualche ciuffo bianco qua e là.
«Dio, quanto sei bravo a rassicurarmi.» gli disse il riccio con un sorriso.
Il liscio ridacchiò «Per sempre, Haz. Io ci sarò per sempre.»
Ed Harry lo strinse ancora di più a sé, perché il legame che li univa andava oltre l’amore, oltre la magia: erano una famiglia e nulla avrebbe mai potuto spezzarli.
 

 
The End 




Note finali 

Vi chiedo scusa se ho fatto un po' di casino con i nomi dei ragazzi, ma li ho cambiati così tante volte che il mio cervello ad un certo punto si è perso. 

Giusto per evitare fraintendimenti: 
1) Hansel, detto Hans = 19 anni, cacciatore, gemello di Gretel 
2) Gretel, detta El = 19 anni, cacciatrice, gemella di Hansel 
3) Allison, detta Ally = 13 anni, strega, sorella minore dei gemelli 

È solo nel caso mi fosse sfuggita qualche correzione. Mi scuso in anticipo, nel caso. 

Baci,
ParoleNelCuore02💖

 
  
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