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Autore: Solas    05/11/2018    1 recensioni
Un incidente d'auto sconvolge la vita della piccola Alice, facendole scoprire un nuovo mondo, o meglio, facendole vedere com'è realmente esso sia. Nonostante abbia solo dodici anni, si vedrà costretta a combattere per sopravvivere e ritrovare i propri cari, ma la strada non sarà semplice.
Guidata dal suo mentore, imparerà a combattere e si farà strada in questo nuovo mondo, dove la distinzione tra bene e male non è così netta come ha sempre pensato.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon giorno a voi, cari lettori, cercherò di scrivere qualche parola per introdurre questa storia, la cui stesura mi sta molto a cuore. È da un po' che l'idea mi frulla nella testa e, data la mia ferma intenzione a migliorare il mio stile di scrittura, ho deciso di cogliere la palla al balzo e iniziare a scrivere qualche capitolo. Non c'è niente di meglio della pratica e di qualche commento costruttivo per ottenere buoni risultati. Il primo capitolo non sarà molto lungo, ma servirà come incipit per introdurre la storia. Solitamente sono abitata a scrivere fan-fiction, quindi sono un po' nervosa. Grazie per avermi dedicato un poco del vostro tempo, buona lettura,

Solas

01. LA FUGA

Tremante Alice si ritrasse più che poteva sotto la massa di radici dove aveva trovato rifugio. La pioggia batteva incessante sopra le cime degli alberi immerse nell’oscurità di quella notte senza luna, coprendo ogni altro rumore del bosco. Ormai erano giorni che vagava senza meta nella foresta e le sue paure stavano cominciando ad avere la meglio sulla ragione.

La sua mente continuava a mostrarle le terribili immagini dell’incidente in cui lei e la sua famiglia erano stati coinvolti. Era successo tutto così velocemente che non aveva avuto il tempo di pensare con lucidità. Subito dopo lo scontro sua madre l’aveva allontanata dall’auto, chiedendole di scappare e promettendole che sarebbero tornati a prenderla, ma fino a quel momento nessuno era ancora venuto a cercarla.

D’un tratto le sue orecchie iniziarono a pizzicare con insistenza e i suoi sensi scattarono all’erta. I suoi occhi febbricitanti guizzavano nervosi nell’oscurità, cercando di scorgere qualcosa nel buio, ma la spessa coltre di nubi di quella notte smorzava anche la debole luce delle stelle, lasciandola nella più completa incertezza. Due luminosi occhi gialli apparvero nel suo campo visivo e il senso di terrore che le attanagliava lo stomaco si sciolse, sostituito dal sollievo.

-Fire- gracchiò con una voce che lei stessa stentò a riconoscere come sua. Attratti dal suo richiamo i due bulbi galleggianti scivolarono silenziosamente verso di lei, fino a trovarsi accanto alle sue gambe rannicchiate. Nonostante il buio, ora Alice riusciva a vedere distintamente la sagoma di un grosso gatto nero.

-Sapevo che mi avresti trovato- singhiozzò affondando le mani intorpidite dal freddo nel pelo umido dell'animale, per attirarlo a sè. Dalla gola del felino proruppe un miagolio sommesso e, felice, si mise rumorosamente a fare le fusa contro il suo petto. Fire era il gatto domestico della sua famiglia ed era l'animale più intelligente che Alice avesse mai incontrato. Non era la prima volta che riusciva a raggiungerla lontana da casa. Ricordava ancora l'espressione incredula di suo padre quando lo avevano trovato beatamente acciambellato sopra i loro asciugamani a Sandwood Bay. Quando avrebbe dovuto trovarsi nella loro casa a Inverness, sotto le amorevoli cure della vicina.

Il pensiero di suo padre le fece salire le lacrime agli occhi. Aveva la testa ricoperta di sangue l'ultima volta in cui lo aveva visto, mentre cercava di difendersi da quelle cose. Un brivido violento, che non aveva nulla a che fare con il freddo pungente, le scosse le membra intirizzite. Non doveva pensarci, bastavano già gli incubi a tormentarla, durante quelle poche ore di sonno che osava concedersi.

In quel momento la pioggia cessò di cadere, facendo sprofondare il bosco in un silenzio sinistro. Fire smise di strusciare la testa contro il suo collo e Alice trattenne il fiato terrorizzata. Non udiva più alcun fruscio provenire dalle fronde degli alberi e nemmeno il gocciolio dell'acqua che cadeva contro il suolo umido. C'era qualcosa di molto sbagliato in quella quiete improvvisa. Improvvisamente, le sue orecchie iniziarono a prudere più che mai e lontano, tra i grossi tronchi ricoperti di muschio, scorse delle ombre nere muoversi nell'oscurità. Una morsa sgradevole le attanagliò lo stomaco. L'avevano trovata, nonostante non si fosse fermata per giorni, erano riusciti ad arrivare a lei.

Prese a tremare in modo incontrollabile, mentre le ombre scivolavano verso di lei, veloci e implacabili, per nulla ostacolate dal fitto sottobosco e dalle radici nodose degli alberi. Non aveva alcuna via di fuga e, in preda al panico, si appiattì più che poté alla parete di radici alle sue spalle, stringendo forte Fire tra le braccia. Dal canto suo, il gatto nero rimase perfettamente immobile, come un enorme peluche, forse percependo a sua volta il pericolo. Gli esseri le passarono a fianco silenziosi, scandagliando il suolo in cerca di tracce. Quando furono a pochi metri da lei, Alice trattenne il fiato. Il cuore le batteva furiosamente nel petto, così forte, che temette potessero sentirlo. Tuttavia le ombre non si fermarono, oltrepassando il suo rifugio senza dar segno di averla notata.

Passarono diversi minuti, in cui Alice non osò muovere un solo muscolo, nonostante i dolorosi crampi alle gambe, ma quando riuscì a sentire di nuovo i rumori del bosco si rilassò. Con fatica uscì dal suo nascondiglio e si rimise in piedi, ignorando il tremolio alle ginocchia. Doveva muoversi e in fretta, quelle cose sarebbero potute tornare in qualsiasi momento.

-Ciao, bambina- sussurrò una voce viscida al suo orecchio.

Il sangue le si gelò nelle vene. Istintivamente si volse, ma inciampò tra le radici e cadde, urlando con tutto il fiato che aveva in gola. Un'enorme figura incappucciata incombeva minacciosa su di lei. Frapponendosi fra lei e il nuovo arrivato, Fire prese a soffiare rumorosamente, snudando gli artigli e mostrando le piccole zanne candide.

-Finalmente ci rincontriamo, mi si è spezzato il cuore quando ti ho vista correre via nel bosco- disse l'individuo facendo scivolare le mani fuori dal lungo mantello nero. -Temevo che potessi farti male-.

Alice fissò con orrore le dita scheletriche innaturalmente lunghe ed esangui. Non voleva assolutamente farsi toccare.

-Chi sei? Che cosa vuoi?- esclamò spaventata.

Sotto il cappuccio due occhi freddi lampeggiarono, -Non ha importanza chi sono bambina, abbiamo solo bisogno di sapere dove si trova la pagina- rispose lo sconosciuto facendosi avanti, ignorando completamente Fire, che, ai suoi piedi, continuava a soffiare minaccioso. Guardandosi freneticamente intorno in cerca di una via di fuga, Alice scoprì che le ombre di prima erano tornate e l'avevano circondata.

-Non so di cosa tu stia parlando- balbettò con voce acuta cercando di ignorare il ticchettio degli artigli proveniente dall'oscurità intorno a lei.

-La pagina, bambina mia, la pagina. Quella che custodiva tua madre- insistette lo sconosciuto cercando, con scarso successo, di mantenere un tono conciliante.

Ad Alice si mozzò il fiato in gola, -Cosa vuoi dire? Cosa avete fatto alla mamma?- sussurrò, mentre le sue più oscure paure emergevano con prepotenza dal lontano angolo della mente dove le aveva relegate. Gli occhi lampeggiarono nuovamente sotto il cappuccio, questa volta lasciando trapelare impazienza.

-Non c'è bisogno che tu soffra, devi solo dirci dov'è la pagina del libro sacro!- ruggì lanciandosi in avanti per afferrarla. Alice gridò, ma prima che lo sconosciuto potesse toccarla Fire gli balzò addosso. L'uomo urlò mentre il gatto dimenava gli artigli con ferocia, stracciando il suo mantello e affondando gli artigli nella carne. Le ombre intorno a loro si agitarono impazzite, producendo degli strilli che ad Alice ricordarono lo scorrere delle unghie sulla lavagna.

-Dannata bestia, stammi lontano!- inveì lo sconosciuto colpendo il gatto con una delle mani cadaveriche con tanta forza da scagliarlo a diversi metri di distanza.

Ad Alice si bloccò il respiro per la paura, -Fire!- strillò dirigendosi a carponi verso di lui. Questa volta, però, l'estraneo riuscì ad agguantarla per il cappuccio dell'impermeabile, sollevandola dal terreno come se fosse una bambola di pezza.

-Sto perdendo la pazienza!- esclamò scuotendola con tanta forza da farle battere i denti. -Dov'è la dannata pagina!-. La sua forza fisica era incredibile.

-Non, non lo so!- singhiozzò Alice senza più riuscire a trattenere le lacrime. -Ti prego, non fateci del male-.

Un ringhio soffocato annunciò che Fire si era ripreso dal colpo subito ed era pronto a tornare all'attacco.

-Tenete quella bestia lontana da me- ringhiò l'incappucciato, mentre i suoi occhi baluginarono di nuovo di una intensa sfumatura arancione. Questa volta la ragazzina ne fu sicura. Immediatamente, le ombre che li circondavano si mossero tutte in direzione del gatto nero, riempiendo l'aria delle loro strida.

-No! Ti prego, no!- urlò Alice mentre le lacrime le solcavano le guance, ma non appena la prima ombra sfiorò il pelo dell'animale fu investita da una potente fiammata purpurea che illuminò la notte.

L'individuò che la teneva sollevata digrignò i denti, -Un demone del fuoco... sei proprio in buona compagnia, per essere una mocciosa che non sa niente-.

La ragazzina boccheggiò, nel punto in cui un attimo prima era sicura si trovasse Fire, ora c'era un enorme e minaccioso felino della stazza di uno scooter. Quando spalancò le fauci rivelò una fila perfetta di denti candidi dall'aria letale, ma la cosa più spaventosa erano le fiamme che danzavano tra di essi.

Il fuoco rischiarò la notte abbastanza da permettere ad Alice di vedere con più chiarezza quello che la circondava e, al posto di diminuire, la sua paura aumentò. Finalmente poteva scorgere il viso del suo aggressore. Si trattava di un ragazzo, aveva i capelli neri e unti, che gli ricadevano sul cranio come una massa di vermi aggrovigliati fino a raggiungere le spalle. La pelle del volto era talmente pallida e tirata che sarebbe riuscita a contare uno per uno i suoi capillari. Le labbra esangui e sottili lasciavano intravedere i denti storti, alcuni dei quali spezzati, ma bianchissimi. Sarebbe sembrato il il viso di un cadavere se non fosse stato per gli occhi. Due iridi infuocate spezzate da una sottile pupilla verticale.

-Il tuo amichetto resterà impegnato per un po'- ghignò lo sconosciuto notando con perversa soddisfazione che il suo aspetto la stava terrorizzando. -Non hai voluto parlare con le buone, vediamo se con le cattive maniere ti si scioglierà la lingua- continuò sollevando la mano libera perché la vedesse bene.

-Io non so niente- singhiozzò Alice in tono isterico iniziando a scalciare.

-Questo lo vedremo- rise il ragazzo chiudendo le lunghe dita pallide intorno alla sua gola iniziando a stringere. L'odore di carne bruciata colpì improvvisamente le sue narici e l'estraneo la lasciò andare di colpo facendola cadere sul terreno.

Urlando di dolore si allontanò da lei, stringendosi al petto la mano con cui aveva tentato di soffocarla, su cui ora erano presenti delle terribili bruciature. Un lampo di consapevolezza gli attraversò gli occhi infuocati. -Piccola inutile mocciosa! A quanto pare non hai ancora compiuto dodici anni!- ringhiò con rabbia.

Alice prese a strisciare lontano da lui, sembrava ancora più arrabbiato di prima, anche se non riusciva a capire come avesse fatto a ferirsi. Lei non aveva fatto nulla. Dei passi pesanti la avvertirono che qualcosa si era spostato alle sue spalle e con la coda dell'occhio si accorse che si trattava dell'enorme belva sputa fuoco apparsa dal nulla. Il sangue le si gelò nelle vene, ora si trovava in mezzo a un fuoco incrociato.

-Lei è mia, vattene!- esclamò il ragazzo avanzando minaccioso, tra le sue mani apparve magicamente un pugnale dalla lama sottile. Dietro di lei il mostro ruggì così forte da far tremare la terra, ma nonostante la situazione disperata, la sua mente tornò lucida. Quella poteva essere la sua unica chance di scappare.

Infatti, non appena i due mostri si scagliarono l'uno contro l'altro, Alice strisciò via. Doveva recuperare Fire, poi sarebbe corsa nel bosco, e questa volta non si sarebbe fermata fino a quando non avessero cominciato a sanguinarle i piedi. Alle sue spalle i rumori dello scontro gli arrivavano come ovattati, mentre con le mani tastava il sottobosco, in cerca del suo piccolo amico, senza risultati. Un verso stridulo attirò la sua attenzione e con orrore si accorse che da un folto cespuglio era emersa una delle ombre che accompagnavano il ragazzo spaventoso. L'essere era grande quanto un televisore, con l'intero corpo ricoperto di peli scuri e una serie di occhietti neri luccicanti, che la scrutavano con cattiveria. Un sinistro ticchettio le disse che sotto tutta quella peluria dovevano esserci delle zanne, o degli artigli, pronti a banchettare con le sue carni, ora che il suo padrone era impegnato in altre faccende.

Iniziò ad arretrare, mentre le sue mani continuavano a tastare il terreno in cerca di qualcosa con cui potersi difendere. La creatura scivolò veloce verso di lei e balzò proprio nel momento in cui le sue sue dita si chiusero attorno a un ramo piuttosto robusto. Senza riflettere, brandì l'arma e colpì il mostro con tutte le sue forze riuscendo a deviarne la traiettoria.

Fu in quel momento che arrivò la prima esplosione. Un lampo sfolgorante illuminò il bosco di un bianco ottico, accecandola completamente. Da qualche parte attorno a lei le creature urlarono di dolore. Abbagliata e stordita, barcollò all'indietro. Senza darle il tempo di riprendersi, il bosco si illuminò di nuovo a giorno, sconvolto da una nuova esplosione, ma questa volta, in mezzo alla luce, riuscì a scorgere delle ombre che correvano. Fu l'ultima cosa che riuscì a vedere, prima di inciampare e battere la testa. Sopra di sé vide i rami degli alberi danzare in mezzo ai lampi di luce, prima di sprofondare nel buio più profondo e perdere i sensi.


Continua...

   
 
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