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Autore: HikariRin    05/11/2018    1 recensioni
Nell’Era delle Fiabe, ci furono diversi che si interrogarono sulla verità che era stata loro nascosta.
C’era una ragazza, con la quale la natura era stata estremamente generosa.
Era aggraziata, umile e delicata. Portava il nome di un fiore.
E poi lui. Il ragazzo della rosa bianca.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Elegance
~3 – Il fiore del paradiso


La ragazza tornò indietro a cercarlo; corse nel luogo in cui lo aveva lasciato quella mattina,
ma lui non era lì. Allora setacciò tutta la città, e dopo poco lo vide nella piazza del faro.

Alle volte, si chiedeva cos’avesse da guardare lontano. Conosceva il destino del mondo,
era certa che l’orizzonte che lui contemplava non avrebbe avuto un avvenire.

Allora si avvicinò a lui, mentre i suoi occhi piangevano qualche lacrima di malinconia
per tutto ciò che le era davanti e che sarebbe presto stato distrutto.


“La Maestra Ava mi ha appena dato questo.”

Gli disse, porgendogli il libro che conteneva la verità della nuova realtà.
Il ragazzo trasalì quando la vide piangere, prese il libro e lesse attentamente qualche passaggio.


“Ora sappiamo quale guerra avverrà, e che questo mondo sarà assorbito dall’Oscurità.”

La ragazza gli si avvicinò, e vide i suoi zaffiri adombrarsi quando lesse
che tutti coloro che avrebbero combattuto avrebbero perduto la vita a causa del contrasto.


“Hai fatto domanda di reclutamento?”

Chiese lei, portando una mano al petto.
Il ragazzo scosse la testa, mentre i suoi occhi non potevano scostarsi da quelle righe.


“Non ancora.”

“Allora, devi fare in fretta …”

Disse la ragazza, carezzandogli con delicatezza il viso.
Finalmente il ragazzo alzò gli occhi su di lei.


“… Non voglio non vederti più.”

Lo sguardo del ragazzo si allontanò di nuovo, e lei rimase immobile.
Tra loro si udiva solo il tonfo del libro che si chiudeva e che tornava nelle mani di lei.


“Strelitzia, è impensabile che Ava mi ammetta fra i Dandelions.”

“… Perché?”

Il ragazzo si curvò su di lei. Mentre i suoi capelli color dei ciliegi la sfioravano, la ragazza rabbrividì.
Come se lui le stesse dicendo che quella era la fine, e nel nuovo mondo non si sarebbero incontrati.


“Perché il mio cuore non è mai stato di pura luce.”

“Nessuno dei nostri cuori lo è. I Maestri combattono tra di loro.
E alla fine, tutti noi abbiamo sempre abusato del potere dell’Oscurità.”

La voce le tremava, come se per dire quelle parole si stesse facendo forza.
Aveva compreso che per poter guidare una delle nuove Unioni avrebbe dovuto essere coraggiosa.


“Una volta mi hai detto che i Dandelions sono custodi scelti.
Nessuno è mai venuto a reclutarmi. Tu, invece, hai fra le mani qualcosa di prezioso.”

La ragazza strinse il libro al cuore, e capì che il tesoro di cui stava parlando era la sua vita stessa.
Il ragazzo si appoggiò alla ringhiera, e prese nuovamente a guardare lontano.

Lei non poteva accettare che lui facesse cadere così la conversazione.
Non poteva credere che non avesse paura, o che non volesse continuare a vivere.


“Fuggiamo, allora. Andiamo nell’altro mondo prima della guerra.
Il mio ruolo è solo essere lì quando tutto sarà finito. Nel frattempo ci penseranno gli altri.”

“Smettila. Non dire idiozie.
Non c’è nessuna garanzia che mi accettino, e tu potresti compromettere la tua posizione.”

Il ragazzo non s’era voltato di nuovo verso di lei. Le dava le spalle.
Ma lei s’era accorta che anche la sua voce, sebbene fosse stizzita, tremava.


“Non capisci? È così che le cose devono andare.
Il tuo desiderio non sarà mai abbastanza da cambiare il mondo.”

“Sei tu che non capisci! I Dandelions sono nati per accettare tutti, per dare a tutti una speranza!
Luce, Oscurità, sono concetti relativi. Anche se a modo mio … Io cambierò le cose!”

Il ragazzo strinse una mano sulla ringhiera, e le rivolse il suo sguardo di ghiaccio.
Oltrepassando l’ardimento di lei, i sentimenti di entrambi, le lacrime che versava per lui.


“Non accetto che mi parli in questo modo. Perché voi siete privilegiati.”

“Su questo libro non c’è il mio nome scritto sopra! Io … Non mi sento privilegiata affatto!
Se è così che la pensi, allora il nuovo mondo non è per te.”

La ragazza parlava di tutte le esistenze che non sarebbero arrivate tanto lontano quanto la sua.
Certo, avrebbe fatto il possibile per adempiere alle sue responsabilità.

Tuttavia, l’avrebbe sempre accompagnata il rimpianto di tutte le vite che non avrebbe contribuito
a salvare. Si limitò a fuggire via da lui, mentre il suo sguardo s’era crucciato un poco.


“C’è solo un modo per cui io possa sopravvivere a questa guerra …”

Disse sommessamente nell’ombra.
Ma lei non poté udirlo, perché era già lontana.

Quella stessa sera le dissi che aveva fatto tutto ciò che era in suo potere,
che non doveva più preoccuparsi; ma lei non smetteva di pensare al futuro, ai suoi amici.

Disse che tutti avevamo dato per scontato che Ava dicesse il vero.
Forse non era vero niente. Forse avrebbero potuto salvarsi. Ma io mi fidavo di Ava, e anche lei.

Si ricordò di quel ragazzo che tempo addietro aveva catturato la sua attenzione.
Non era uno dei custodi scelti, ma era sicura che per quanto si interrogava avrebbe voluto vivere.

Decise che l’indomani gli avrebbe parlato. Avrebbe cercato di reclutarlo nei Dandelions,
di dargli la speranza che era stata tradita dal ragazzo che aveva amato.

Quando le chiesi cosa le piaceva tanto di lui, mentre guardavamo le stelle,
rispose che lui l’aveva definita pura e innocente. Ma lei non si sentiva affatto così.

Contò gli astri che riuscì a scorgere nel manto scuro del cielo, e poi mi disse
che se ognuno di essi rappresentava una persona, era come se lei le stesse abbandonando tutte.


La mattina dopo si diede ancora tanto pensiero per quel ragazzo che non conosceva.
Raggiunse anche il luogo dal quale soleva osservarlo ogni giorno, ma non vi trovò nessuno.

Avevo un brutto presentimento, perciò dirottai le ricerche altrove.
La ragazza si addentrò in un luogo buio, ed io con lei.

Era una stanza vuota; v’aleggiava solo la memoria d’un avvenimento importante.
Accadde tutto in un attimo; mi parve di sentire il fendente d’una lama maneggiata con destrezza.

La ragazza s’accasciò sul pavimento, il suo libro scomparve nell’Oscurità.
Quando lei si guardò indietro e chiese perché, il respiro quasi assente, lui venne alla luce.

Aveva fra le mani il libro che le aveva sottratto e una rosa scarlatta.
Ancora una volta ignorò le sue lacrime, e si fece strada fino a che lei potesse vederlo.


“È colpa tua, Strelitzia. Sei stata tu a dire che avresti cambiato le cose.
Non ti dispiacerà, allora, che io prenda il tuo posto; non è così?”

Realizzai di non poter fare più nulla per lei, mentre mi prendeva fra le braccia.
Il ragazzo raggiunse l’uscio e aprì le braccia alla sua libertà, e al vento che l’avrebbe portata via.


“Non preoccuparti; ti prometto che farò dei Dandelions il mio più grande orgoglio.
Li guiderò verso un futuro radioso, come avresti fatto tu … Dopotutto, io amo i fiori.”

Mentre pronunciava quelle ultime parole si era voltato verso di noi. Piangeva.
La sua rosa sfioriva, i suoi petali venivano trascinati via dalla brezza di quella mattina.

Come la bellezza inconsapevole della ragazza alla quale aveva sottratto la vita.
Strelitzia lottò fino alla fine, mi protesse fino alla fine.


“Se solo avessi avuto il coraggio …”

Mormorò, prima di scomparire per sempre.
Non capivo perché stesse andando via con un dolce sorriso.

Poi, mentre il suo cuore veniva portato via, capii
che lei non si sarebbe mai difesa.

Che se per lui quello fosse stato l’unico modo di continuare a vivere,
avrebbe sperato che raccogliesse la sua eredità e gli avrebbe donato la sua vita di proposito.

Allora ricordai che la sua rosa aveva preso colore con lei,
e sperai che il futuro aiutasse quel ragazzo.

Il mio ultimo regalo per lei
come suo spirito guida

fu una lacrima per la sua innocenza.

 



Note dell’autrice:

Ciao a tutti e ben trovati nel capitolo finale di questa storia.
Alla fine Lauriam amava Strelitzia, ma ha amato molto di più se stesso.

Curiosità: la rosa scarlatta di cui parla Chirithy simboleggia appunto la bellezza inconsapevole, quella che Strelitzia non sapeva o non credeva di avere. La rosa sfiorisce quando sfiorisce anche lei, ed in effetti tutte le fasi della colorazione della rosa di Lauriam sono avvenute in concomitanza con eventi legati a lei, o importanti per lei.

Alla fine la rosa poteva rappresentare perfettamente il cuore di entrambi.

Quando Strelitzia parla del potere dell’oscurità si riferisce ai bracciali, ho supposto che dovendole affidare un ruolo tanto importante Ava non le abbia trattenuto tutta la verità.

Concludo dicendo che, per quel poco che l’abbiamo conosciuta, io ho adorato quella ragazza ;w; e spero di averle reso omaggio nel modo migliore. Vi ringrazio di essere arrivati fino alla fine <3.
   
 
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