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Autore: Silver_Doe    06/11/2018    1 recensioni
Liberamente ispirata alla puntata 2x13 di Outlander.
« Tha gaol agam ort. »
Lo sento sussurrare sulle mie labbra in gaelico scozzese. Non so cosa significhi, perciò gli lancio uno sguardo curioso.
« Che significa? »
Si prende un momento per rispondere e poi mi accarezza i capelli bruni tra i quali scorge qualche ciuffo di grigio.
« Ti amo. Significa "ti amo", mia bella bruna. »
Non posso fare a meno di sorridere radiosa, come non faccio da anni.
« Anche io ti amo, James Alexander Malcom Fraser. »
Il sorriso che mi rivolge in risposta è un autentico raggio di sole. Quando mi lascia un bacio tra i capelli e inspira il mio profumo, chiudo gli occhi e sento finalmente di essere tornata a casa.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jamie Fraser
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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If I could, then I would
I’ll go wherever you will go
Way up high or down low
I’ll go wherever you will go.

And maybe I’ll find out
A way to make it back someday
To watch you, to guide you
Through the darkest of your days
If a great wave shall fall it’d fall upon us all
Then I hope there’s someone out there
Who can bring me back to you.


“ Tha gaol agam ort ”
 
« Ciao, Jamie. » Sussurro con un velato sorriso, accovacciandomi ai piedi della sua tomba.
A dire il vero non sono certa che lui sia sepolto realmente qui, ma pensarlo mi dà conforto, mi fa credere di averlo vicino. Come se non aspettassi altro, sfilo velocemente un guanto dalla mia mano, quella con ancora il suo anello al dito, e la poso sulla ruvida pietra. Le mie dita scorrono sulla roccia gelata, avverto sotto la pelle il muschio e le minuscole goccioline di rugiada che vi sono rimaste intrappolate, finchè il mio indice inizia a seguire i profondi solchi che qualcuno, chissà chi, chissà quando, vi ha inciso. Clan Fraser, leggo. Due semplici parole che gravano come un macigno sul mio cuore. Prendo un profondo respiro e rammento subito la promessa che gli ho fatto. Non ho intenzione di piangere. Stavolta sembra funzionare meglio della precedente. E' la seconda volta che vengo qui dal mio arrivo a Inverness. Brianna è con Roger, di nuovo, e io sono con te, di nuovo, o almeno è quello che mi piace pensare. Mi basta una rapida occhiata alle mie spalle per rendermi conto di essere sola. Bene, è proprio quello che desideravo. Niente occhiate indiscrete, niente sguardi compassionevoli, le uniche cose che posso aspettarmi da gente sconosciuta che vede una donna parlare da sola dinanzi ad una lapide di duecento anni fa. Improvvisamente si alza un leggero venticello, un dolce soffio di aria fredda che solletica i fili d'erba attorno a me e trasporta con se' l'inconfondibile odore della terra scozzese, un odore che riconoscerei tra mille. E' così simile al suo. Per un brevissimo, meraviglioso, istante mi sembra quasi di sentirlo. Il vento mi ricorda la sua mano tra i miei capelli, il suo tocco forte e gentile al tempo stesso, e questo odore... Dio, questo odore... il profumo della sua pelle mi invade completamente. Per la seconda volta inspiro profondamente, quasi a volerlo trattenere dentro di me, come se ne valesse della mia vita. 
« Mi manchi, amore mio. Come vorrei che tu fossi qui. » 
Le parole escono dalla mia bocca a fatica, ancora stordita per quella sensazione. Rafforzo la mia presa sulla pietra, la accarezzo, la vezzeggio, immaginando di toccare lui. Sono passati vent'anni ma il pensiero del suo corpo mi fa fremere ancora come una ragazzina. Che stupida.
« Ma io sono qui, Sassenach. »
Questa volta il mio cuore si ferma per davvero. Chi ha parlato? Chi potrebbe mai chiamarmi così se non... lui? Smettila, Claire. Sto impazzendo, sto permettendo ai fantasmi del passato di tornare a galla e non posso permetterlo. Non posso. Devo andare via. Eppure... la voce che ho appena sentito è reale. C'è qualcuno dietro di me, sento dei passi, un respiro che non è il mio. Questa non è fantasia. Mi volto, leggermente incerta sulle gambe, e quando il mio sguardo si posa sulla persona di fronte a me queste cedono immediatamente, facendomi cadere con le ginocchia sull'erba umida.  
« J-Jamie... » Mormoro in un soffio.
Non è possibile. E' qui, a un passo da me, ed è vivo. Mi sorride, con l'angolo destro delle labbra incurvate all'insù, proprio come fa lui. E' identico al Jamie dei miei ricordi. I capelli rossi che scendono sul suo volto, appena smossi dal vento, e gli occhi che splendono sotto i ricci ramati. 
« Che c'è? Sembra che tu abbia visto un fantasma! »
C'è una vena di ironia nella sua voce. Mi domando quanto possa essere forte il potere della mente umana, quanto un'allucinazione possa somigliare alla realtà e quanto i desideri più profondi della tua anima possano ingannarti. 
« Uhm, devo pensare che hai perso le tue buone maniere? Sono vent'anni che non ci vediamo e neanche mi saluti, Sassenach? » Continua col suo tono sarcastico, mentre lo vedo farsi sempre più vicino.  
« Non è possibile... tu non puoi essere qui... non puoi... sei un fantasma... » Mi rialzo a fatica dal momento che non sento più le gambe. « Non è possibile. »
« Claire, andiamo...! » A questo punto mi prende le mani e mi guarda con uno sguardo compiaciuto, come per dimostrarmi che ha ragione lui. « Ora dimmi, ti sembro un fantasma? »  
Le sue mani... sono vere. Dapprima titubante, poi con un po' di fermezza in più, le stringo tra le mie. Il calore che emanano, l'energia che trasmettono, il vigore con cui mi toccano mi fanno vacillare. Anche se con riluttanza, mi costrigono a mettere in dubbio le miei convinzioni.   
« Com'è possibile? Io non capisco... non può essere vero. » Riprendo, aggrappandomi con forza a quell'ultimo briciolo di razionalità che mi è rimasta. 
« Perchè no? Dopo tutto quello che hai passato credi ancora che ci sia una spiegazione razionale per tutto? Craigh Na Dun ti dice niente? »
Quel sorrisetto non accenna a scomparire dalle sue labbra, come se sapesse qualcosa che io non so e si divertisse a vedermi brancolare nel buio.
« Tu... tu hai attraversato la pietra? » Ipotizzo. « Ma tu sei morto! La battaglia di Culloden... »
Questa volta il suo sorriso si fa ancora più ampio e scuote appena la testa. A quel piccolo movimento i suoi capelli catturano la luce del sole, riflettendo un'infinità di bagliori dorati che mi accecano per un attimo.
« No, non sono morto nella battaglia di Culloden. Ho combattutto fino allo stremo delle mie forze, più volte ho creduto di morire, ma quando tutto è finito sono riuscito a fuggire, mi sono nascosto e sono sopravvissuto. Me la cavo sempre alla fine, dovresti saperlo. »
Lo ascolto e la morsa che ho nel petto sembra alleggerirsi. E' sopravvissuto ed è qui. Tutto questo è reale. A convincermi è la sua mano che si posa sulla mia guancia e vi lascia una carezza dolce, delicata, che mi fa rabbrividre. I miei occhi sono allacciati ai suoi e ben presto avverto alcune lacrime scendere sul mio viso, bagnando la mia pelle e la sua. Non posso più trattenerle adesso e sfuggono, una dopo l'altra, rincorrendosi, come se ognuna di essa volesse raggiungere quella che l'ha preceduta prima che questa scivoli via.
« Non piangere, amore mio. Sono qui. Ho trovato un modo per tornare. Ti ho promesso che ti avrei ritrovata e un Fraser mantiene sempre le sue promesse. Andrò ovunque andrai. » Dice asciugando le lacrime con i pollici, acciuffandole prima ancora che escano dai miei occhi. Così facendo percorre con dolcezza il profilo del mio viso, adesso non più liscio e teso come una volta, come lui probabilmente lo ricorda, ma segnato da qualche ruga e tanto dolore.
« Oh, Jamie! » Poggio le mie mani sulle sue, che indugiano ancora sul mio viso, e le stringo con forza, un gesto che mi infonde sicurezza e che mi aiuta a credere a tutto questo.
« Quanto mi sei mancata. Vent'anni senza di te... sono stati un inferno. Il pensiero di rivederti, di stringerti di nuovo, è l'unica cosa che mi ha permesso di andare avanti. Tu non puoi immaginare... »
« Certo che posso! Cosa credi che abbia fatto io? Credi che mi sia divertita in questi anni? Che sia stata felice? » Ribatto con un tono che suona più duro di quanto mi aspettassi. « Ti ho odiato per quello che mi hai fatto. Lo sai che volevo rimanere con te! Quella che ho vissuto per vent'anni non è la vita che desideravo. Mi hai lasciata sola. »
« Non è vero, Sassenach. Tu non sei stata sola. Tu... tu hai avuto Brian... » 
Stavolta c'è qualcosa di diverso nella sua voce, una sorta di incertezza mista a speranza, un qualcosa che abbatte il mio rancore e mi fa sorridere. Lui non conosce suo figlio, non può sapere nulla di Brianna. Quando ci eravamo separati lei era ancora dentro di me.   
« Si chiama Brianna, in realtà. E' una femmina. Ha vent'anni adesso. » Gli dico. Poi gli accarezzo i capelli ramati con infinita tenerezza, allontanandogli qualche ciuffo dagli occhi che mi accorgo essere lucidi per l'emozione. La sua espressione mi scalda il cuore. Allora inizio a rispondere alla sua tacita richiesta, quella che riesco a leggere dentro i suoi occhi. « E' identica a te, sai? Ha i tuoi stessi capelli. E'... bè, è bellissima. E testarda, oh sì! Tremendamente testarda. »
« Davvero? Mmm... chissà da chi avrà preso. » Fa finta di rifletterci su.
E' una delle cose che più ho sognato in questi anni, crescere Brianna insieme a lui. Frank aveva preso il suo posto, ma in cuor mio ho sempre saputo che nessuno avrebbe potuto amare Brianna più di Jamie, se solo ne avesse avuto la possibilità. E nonostante non l'abbia mai conosciuta, qualcosa nel suo sguardo mi fa capire che la ama già immensamente. 
« E' qui con te? » 
Alla sua domanda annuisco, lasciandogli un'altra carezza. 
« Voglio conoscerla, voglio... essere suo padre. Dio... mia figlia... » Mormora tra sè e sè, la voce rotta dall'emozione. « Noi possiamo essere una famiglia, adesso. »
« Sì, Jamie... è quello che ho desiderato per vent'anni. » 
Non mi lascia neanche il tempo di finire che mi ritrovo le sue labbra sulle mie. E in questo momento, in questo preciso istante, il mio cuore torna a battere. In questo preciso istante ritrovo la felicità. Quella che solo Jamie è sempre stato e sarà sempre in grado di darmi. Lui mi restituisce la vita, quella che avevo perso quel 16 aprile 1746. Le mie labbra si schiudono per accogliere le sue e quando le nostre lingue si intrecciano nulla ha più importanza... l'odio, il dolore, la lontananza... nulla, a parte l'amore. Lo sento invadere il mio corpo, bruciare la mia pelle, e l'unica cosa che desidero è che questo momento duri solo per sempre. Mi stringe forte tra le sue braccia, così forte da farmi quasi male, ma è un dolore meraviglioso, un dolore che non smetterei mai di provare, un dolore che cercherei fino a farmi consumare. 
« Tha gaol agam ort. »
Lo sento sussurrare sulle mie labbra in gaelico scozzese. Non so cosa significhi, perciò gli lancio uno sguardo curioso. 
« Che significa? »
Si prende un momento per rispondere e poi mi accarezza i capelli bruni tra i quali scorge qualche ciuffo di grigio. 
« Ti amo. Significa "ti amo", mia bella bruna. »
Non posso fare a meno di sorridere radiosa, come non faccio da anni. 
« Anche io ti amo, James Alexander Malcom Fraser. »
Il sorriso che mi rivolge in risposta è un autentico raggio di sole. Quando mi lascia un bacio tra i capelli e inspira il mio profumo, chiudo gli occhi e sento finalmente di essere tornata a casa. 

 
* * *

« Con chi stai parlando? » 
Quando apro gli occhi sento il mio cuore sgretolarsi in mille pezzi. Sono stesa nel letto della camera degli ospiti offertaci da Roger e vedo Brianna entrare e chiudere la porta dietro di sè. Si toglie il cappotto e dopo averlo poggiato sulla poltrona di fronte al camino, si volta verso di me e ripete la domanda. 
« Ti ho sentito parlare. Parli anche nel sonno, adesso? » Dice con la sua solita ironia pungente, lanciandomi un'occhiata penetrante.
Faccio fatica a respirare e il dolore che sento è quasi impossibile da sopportare. E' stato solo un sogno. Dice una voce dentro di me. Solo un sogno. Cerco di zittirla, ma è inutile. Vorrei urlare, ma anche questo sarebbe inutile. Non mi riporterebbe indietro, non mi riporterebbe da lui. 
« Allora? » Chiede di nuovo, stavolta con una certa dose di impazienza nella voce. Forse anche un pizzico di preoccupazione.
Come posso dirle con chi stavo parlando? Come posso spiegarle quello che ho provato? Come posso andare avanti dopo questo? Sembrava così... vero... Jamie era di nuovo con me. E adesso l'ho perso, senza mai averlo riavuto davvero.  
« Io... i-io... stavo sognando. » Parlare mi costa una fatica immensa e ascoltare le mie parole, rendermi conto di quello che è successo, ancora di più. « Io ho visto... ho visto tuo padre. »
Non le sto mentendo, almeno. Dopo quella che mi pare un'eternità alzo lo sguardo su di lei e incontro i suoi occhi. Nel guardarla mi manca il fiato. Per un attimo Jamie è di nuovo di fronte a me. Una lacrima attraversa la mia guancia e scivola giù, atterrando sul lenzuolo candido e creando una piccola macchia d'acqua. E poi, d'improvviso, mi tornano alla mente le parole che Jamie, suo padre, aveva proununciato vent'anni prima, prima di lasciarmi andare, prima di salvarci.
“ Questo bambino sarà tutto quello che rimarrà di me. Per sempre.  
  
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