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Autore: _Ombra_del_vento_    06/11/2018    2 recensioni
A volte il destino sa essere crudele, altre volte può aiutare a scoprire meglio sé stessi oppure può farci vivere situazioni inspiegabili che potrebbero sconvolgere per sempre la nostra vita. La storia di Chiara racchiude un po' tutti questi elementi permettendole di scoprire chi è sempre stata.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  1. La Rivelazione
Facendo il massimo silenzio e facendoci coraggio a vicenda, da sotto la porta scorgemmo una leggera luce che, a poco a poco, diventava sempre più forte. Nel momento in cui la luce si stabilizzò era possibile percepire una presenza  sinistra dall’altro lato della porta. Per un attimo trattenemmo il respiro sperando che in quel modo la situazione sarebbe cambiata, ma, nell’istante seguente, la porta fu lentamente attraversata dalla mano di quella ragazza per poi essere seguita da tutto il resto del corpo. Appena ebbe varcato tutta la porta, la ragazza si fermò davanti a me e mi afferrò il polso mantenendo la sua inquietante espressione. Appena sfiorò la mia pelle tutte le altre ragazze intorno a me scomparvero nel nulla ed un silenzio assordante piombò nell’edificio.
Mentre la ragazza mi trascinava fuori dal bagno contro la mia volontà sentii un improvviso rumore d’acqua che scorreva: le docce si erano aperte di colpo.
In quel bagno c’erano cinque docce messe a disposizione per le ragazze del reparto. Avvicinandomi meglio ad ognuna di esse notai che da quattro soffioni scorreva acqua che si mescolava ad un liquido denso e rossastro proveniente dalla doccia in fondo alla stanza: era sangue.
Cominciai a pensare che il sangue fosse delle mie amiche, di Giulia. Nell’assistere a quella scena non riuscii a resistere e cominciai a piangere dalla paura di quello che avrebbe potuto farmi quella creatura che, a quel punto, non consideravo umana. Con le lacrime che solcavano incessantemente il mio viso, mi chiedevo perché avesse fatto ciò, con che coraggio riusciva a mantenere quell’espressione in volto? Mentre ripensavo a tutto quello che era capitato quella notte, mi accorsi che sul fondo della doccia c’era una mano che fuoriusciva. Mi si gelò il sangue, stavo per svenire. Mi avvicinai e vidi che la ragazza che in quel momento mi stava tenendo prigioniera nel bagno del dormitorio scolastico giaceva lì, immobile e senza vita.
Non avevo idea di cosa stesse succedendo, ma di una cosa ero sicura, lei voleva me.
-Chi sei?! Perché mi hai portata qui?! Cosa vuoi da me? – Le chiesi urlando. Non avevo più neanche la forza di avere paura. Ero rassegnata.
Non riuscivo a sopportare tutto quello che mi stava capitando.
-Ancora non riesci a riconoscermi, eh, Chiara? –
Smisi di singhiozzare e realizzai che a parlare era la ragazza.
-No, non so chi sei! Come fai a conoscere il mio nome? Cosa vuoi da me? – Le chiesi poi confusa.
Provavo a ripetere a me stessa che quello era un brutto sogno dal quale mi sarei presto svegliata trovando accanto a me i miei amici, ma era inutile. Quell’incubo non voleva finire.
-Io sono Eleonora, non mi riconosci? Un tempo eravamo migliori amiche e condividevamo tutto. –
Mentre mi diceva questo, aveva nuovamente afferrato il mio polso facendomi allontanare dalle docce. La sua stretta era sempre più forte e mi faceva male. Mi fermò davanti alla finestra del bagno.
-Sono morta qui, non ricordo come, ma è successo. Sono due secoli che aspetto il tuo ritorno, dopotutto, me l’hai promesso. – Mi disse poi.
Ci fu un attimo di silenzio, un minuto che sembrava non finire mai, adesso i fatti cominciavano ad essermi più chiari e ripensai alla storia che aveva raccontato Giulia e alla lezione di storia di quello stesso giorno. La guardai e vidi che la sua espressione era cambiata, triste, ma tornò quasi subito quella di prima. Mi guardò fissa negli occhi con il suo sguardo vitreo e mi indicò un punto nel campo attraverso la finestra aperta. Per un secondo la guardai, poi mi girai verso il punto che mi stava indicando. Prima che potessi fare qualcosa, con uno scatto, Eleonora mi spinse ed io caddi giù. Mentre cadevo davanti a me vedevo immagini della mia vita, gioie e dolori, amori e delusioni.
Certo la mia vita fino a quel punto non era stata spettacolare, ma speravo almeno di continuare a vivere ancora un po’.
Un secondo dopo mi schiantai al suolo. È stato come se il tempo si fosse fermato al mio ultimo sospiro. Eleonora raggiunse il campo e in quel momento nascevo nella mia nuova vita, se così può chiamarsi.
La vidi lì che mi guardava e accennava un sorriso più amichevole rispetto al precedente. Realizzai di essere morta, volevo piangere, ma non ci riuscivo.
-Perché lo hai fatto? – Chiesi rassegnata.
Mentre pensavo al perché Eleonora, che dal primo momento aveva affermato di essere la mia migliore amica, mi avesse fatto una cosa simile, sentii una voce molto familiare.
-Nooo! Chiara! Giuro che tornerò da te! –
Era Giulia. La vidi affacciata alla finestra da dov’ero caduta mentre degli uomini cercavano di riportarla dentro per evitare che cadesse. Non so perché, ma, per un momento, mi era sembrato di aver già vissuto quel momento. Mentre cercavano di allontanare Giulia dalla finestra nessuno si è accorto del mio corpo, tantomeno della mia assenza. Sembrava che tutti si fossero dimenticati della mia esistenza, ma lei no, riusciva a vedermi. Com’era possibile? Tornai alla realtà e mi girai di nuovo verso Eleonora.
-Ti ho risparmiato le sofferenze della vita. Ora possiamo stare insieme per sempre e poi, me lo hai promesso. – Si limitò a dire.
Guardai il cielo e davanti a me c’era una bellissima alba che colorava di rosso i muri consumati della scuola.
Eleonora fece un sorriso e si girò.
-Ricordi il tuo vero nome? – Mi chiese poi.
Ebbi un attimo di esitazione perché la domanda mi aveva spiazzata.
-Il mio vero nome è Chiara. – Risposi perplessa.
Tra me e me pensavo a cosa volesse dire con quella domanda, ma poi mi tornò tutto in mente. Il mio nome era Clara ed Eleonora era la mia migliore amica che molti anni prima trovai deceduta.
Rimasi con lo sguardo perso per qualche minuto poi mi girai verso di lei e l’abbracciai.
-Finalmente siamo di nuovo insieme e nessuno potrà separarci. – Mi disse lei.
Senza farmi notare entrai nel reparto e vidi tutte le mie compagne che dormivano, avevano dimenticato quello che era accaduto quella notte.
Quando tutti si svegliarono, nessuno si ricordava di me così, triste, tornai dall’unica persona che mi era rimasta. Le raccontai tutto quello che era successo nel manicomio, delle medicine che mi davano pensando che fossi pazza e delle percosse che ricevevo per farmi calmare. Non ho mai smesso di combattere per uscire di lì, ma quello che feci, a quanto pare, non fu abbastanza. Due anni dopo essere stata rinchiusa lì morii di dolore, ma non solo fisico.
-Ho sempre voluto mantenere la mia promessa ed ora ci sono riuscita. – Le dissi.
Eleonora i giorni seguenti mi fece vedere tutti i luoghi nascosti della scuola narrati dalle leggende, ormai li aveva trovati tutti, e da lì poi guardavamo la vita degli altri scorrere davanti ai nostri occhi. Venni a sapere che Giulia era stata allontanata dalla scuola. Sembrava di rivivere tutto, ma da un’altra prospettiva, così, mi resi conto di quello che si potesse provare in quella situazione. Da quel giorno viviamo nella scuola, quasi come delle prigioniere.
Un giorno, mentre io ed Eleonora eravamo nel teatro della scuola, entrò il signor Pietro. Era diverso da come lo vedevo quando si dedicava ai sui lavoretti di manutenzione nelle classi. Sorrideva. Lo vidi avvicinarsi a noi.
-Oh bene. Benvenuta tra di noi Chiara o, forse, dovrei dire bentornata Clara. –




Fine.
  
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