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Autore: Red Saintia    06/11/2018    18 recensioni
L'amore... un sentimento dalle mille sfaccettature, spesso difficile da comprendere o da definire. In Saint Seiya questo sentimento è presente in molti modi diversi; devozione, amore celato, amicizia, spirito di sacrificio e affetto fraterno. Sono tutti tasselli di un unico sentimento. Qui troverete tante storie e coppie diverse, ognuna interpretata in modo personale ma cercando di non snaturare le originali caratteristiche del personaggio. Sono tutti racconti autoconclusivi quindi semplici da leggere. Spero davvero possano piacervi.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Sei certa di voler continuare, il sole è tramontato ormai?”

“Sono più che certa, e non sottovalutarmi cavaliere, stai smorzando la potenza dei tuoi colpi credi che non me ne sia accorta?”

Lui sorrise asciugandosi la fronte.
“Ti accontento subito sacerdotessa, non mi faccio di certo pregare.”

In un attimo furono di nuovo vicini l’agilità e la destrezza di Marin nell’evitare i suoi colpi lo incitarono ad impegnarsi ancora di più. Per Aiolia era un gioco non certo una battaglia, un amichevole allenamento a lungo promesso e troppo spesso rimandato.
Si erano dati appuntamento all’arena quel tardo pomeriggio e dopo i saluti di rito era cominciata tra loro una lotta di sguardi più che di colpi. I pugni potenti del leone contro gli artigli affilati dell’aquila.
Un leggero colpo all’addome la fecero indietreggiare di qualche passo, si rimise subito in posizione d’attacco spiccando un salto che mancò il volto di Aiolia di pochi millimetri.

“Hai delle belle gambe Marin, ma non riuscirai a colpirmi.”

“Questo lo vedremo…”

Fu di nuovo lei a fare la prima mossa sferrando una serie di pugni che Aiolia evitò sorridendo divertito. Marin si innervosì perdendo la concentrazione, e il suo ultimo attacco venne fermato dalle mani del cavaliere che le serrò i pugni in una stretta.

“Sei agile e veloce non c’è che dire, eppure sono ancora in piedi, dichiarati sconfitta sacerdotessa.” disse attirandola più vicino a se.

“Non sono sconfitta, e la tua troppa sicurezza è stato il tuo sbaglio più grande.”
Sembrava volesse cedere alla stretta delle braccia di Aiolia, ma così non fu. Non appena il cavaliere allentò la presa, convinto che si sarebbe arresa, Marin fece forza sulle sue spalle balzando all’indietro e con un calcio alle gambe lo fece cadere a terra posizionando il tacco della sua armatura all’altezza del collo di Aiolia.

“Sei a terra cavaliere di Leo.”

Lui sorrise alzando le mani in segno di resa.
“Sei stata furba mi hai battuto, risparmiami ulteriori umiliazioni ti prego.”

Marin allungò una mano per aiutarlo ad alzarsi in segno che il combattimento era terminato.
“Grazie per la prova che mi hai concesso Aiolia.”

“Di niente, il piacere è stato mio…” prese la mano della sacerdotessa fingendo di alzarsi e invece la trascinò giù con sé.
La fanciulla si ritrovò a terra e Aiolia era sopra di lei che cercava in qualche modo di percepire il suo sguardo attraverso quell’impenetrabile maschera.

Marin non disse nulla, provò ad alzarsi ma il cavaliere non glielo permise bloccandole i polsi.
“Cosa fai Aiolia? L’allenamento è finito ed io devo andare adesso.” disse con po’ di ansia nella voce.

“Non ce nessuna fretta Marin, non hai compiti ai quali adempiere e ormai il giorno volge al termine. Piuttosto, perché non ti togli quella maschera e mi lasci vedere il tuo volto?”
Aiolia allungò una mano verso il suo viso ma lei la spostò con uno schiaffo.

“Cosa dici? Sai che questo non è possibile vuoi condannare entrambi allo stesso destino di Seiya e Shaina?”

“E cosa ci sarebbe di male? Io non voglio di certo ucciderti, e nemmeno tu credo voglia farlo. L’altra scelta che rimane non la trovo poi così terribile.” rispose lui sfiorandole la spalla.

“Non voglio vincoli Aiolia, e non voglio che tu ne abbia verso di me. Amare una persona deve essere una scelta libera, non qualcosa imposto. Non potrei mai accettarlo.” rispose

“E chi ti dice che la mia non sia una libera scelta?” ribatté Aiolia con la sua solita sicurezza.
Marin smise di divincolarsi, puntando il suo viso negli occhi del giovane. Lui la lasciò libera di potersi muovere e lei sollevando la schiena gli buttò le braccia al collo piangendo sommessamente.

Aiolia la strinse a se baciandole i capelli.
“Perché piangi adesso? Ti ho forse offesa?”

“No di certo, e che in queste settimane ho temuto di averti perso. L’illusione di Saga che ti ha colpito, la battaglia alle dodici case. Non sapevo se saresti tornato da me come il cavaliere nobile e generoso che ho sempre conosciuto.”

“E invece sono tornato. Tornerò sempre dalla persona che più di tutti ha sempre creduto in me e mi ha sostenuto nelle difficoltà.”
Marin si sciolse dal suo abbraccio solo per potergli accarezzare il viso.

“Sei l’unica che mi è sempre rimasta accanto quando tutti mi guardavano con disprezzo e sospetto. In te ho trovato la forza per comprendere la verità.”

“Non potrei mai dubitare di te lo sai.”

“E io non voglio più fare a meno di te…” le sfiorò il collo con le mani, scendendo lungo la schiena, lei rabbrividì sotto quel tocco ed emise un sospiro sommesso.
Aiolia provò di nuovo a toglierle la maschera e di nuovo venne fermato.

“Ti prego non qui…” si voltò puntando lo sguardo verso i dodici templi e Aiolia capì cosa intendeva.
Si alzò sollevandola tra le braccia, lei si strinse a lui ancorando le mani al suo collo e poggiando il viso sul suo petto. In breve entrambi scomparvero in direzione della quinta casa.

Era calata ormai la sera e il tempio del Leone era illuminato solo da fioche luci, si faceva molta fatica a vedere in quell’oscurità che via via diventava più fitta.
“Aspetta, cerco di illuminare meglio la stanza.” Disse Aiolia, ma lei lo trattenne per un braccio.

“Ti assicuro che non serve, così va benissimo.”

“Ma tra un po’ non si vedrà nulla?” rispose perplesso

“E ciò che voglio. Io ti conosco fin troppo bene, e tu non hai bisogno di sapere di più di quello che già conosci. Eccetto i miei sentimenti, quelli puoi facilmente percepirli.”

Marin spense con un gesto le restanti luci della stanza nella quale si trovavano. Solo un pallido raggio di luna appena accennato nel cielo illuminava quell’oscurità. La sacerdotessa si sfilò la maschera poggiandola accanto al letto.
Restò nella penombra in modo che del suo volto fossero visibili solo tratti indistinti.
Fece avvicinare Aiolia e mise la mano di lui all’altezza del suo cuore. I battiti accelerati e il respiro che le sollevava leggermente i seni fecero perdere il controllo al giovane che da sempre la desiderava con tutto se stesso.

“Anche se il mio volto è celato da una maschera ascolta i battiti del mio cuore, loro ti diranno la misura dell’amore che ho per te.”
Il cavaliere le toccò finalmente quel viso da tanto tempo agogniato cercando di percepire i lineamenti nell’oscurità. Le sfiorò le labbra con un dito costringendola ad aprirle per poi richiuderle tra le sue.

La strinse a sé continuando a baciarla. Marin finalmente sentiva il sapore della sua bocca, era come aveva sempre immaginato, calda e passionale. Aiolia la distese sul letto cominciando ad accarezzarla dolcemente. Non le sembrava vero di essere tra le sue braccia.
Lei che come tante altre sacerdotesse aveva trascorso la sua vita tra insegnamenti e campi di battaglia poteva finalmente lasciarsi andare a qualcosa di puro e sincero come l’amore di un uomo.

Il cavaliere la spogliò con dolcezza dei suoi abiti da allenamento accompagnando le sue mani da molteplici scie di baci lasciate sul corpo. Lei lo accarezzò dolcemente lungo la schiena e intorno alle larghe spalle. Quando nel buio i loro volti si cercarono di nuovo fu lei ad aiutarlo a liberarsi dei suoi abiti, solo le loro mani e la percezione che avevano l’uno dell’altra permetteva di trovarsi in quell’oscurità.
Aiolia si chinò su di lei baciandole il collo e scendendo fino a giungere ai seni, lei percepì il calore del petto di lui su di sé aumentando il respiro già ansimante. Le mani del giovane si fecero più audaci e bramose accarezzandole le gambe lunghe e muscolose fermandosi lungo l’intimità della sua compagna, che fermò con uno scatto la sua mano.

“Tu hai imposto le regole oggi. Lascia però che a condurre il gioco sia io adesso.” le disse lui con voce roca e sommessa.

“Va  bene… mi sembra una richiesta equa.” rispose sorridendo.

Lasciò la mano di Aiolia che finalmente fu libero di continuare ciò che aveva cominciato. Marin fu come travolta da un vortice di emozioni, e così lui quando finalmente la vide rilassata e a suo agio entrò in lei.
Non potè vedere l’espressione del suo viso, ma dalla sua voce fu facile intuire che percepiva un pò di dolore, così fu molto cauto ed attento permettendole di abituarsi a quella nuova sensazione.

I movimenti in principio lenti e dolci si tramutarono ben presto in passione e desiderio. Marin strinse entrambe le gambe alla schiena di lui intimandogli di continuare. Le loro lingue si cercavano ardenti e fameliche in quei baci a lungo cercati. Aiolia si sollevava a tratti con la schiena per non pesarle troppo sul corpo, e in uno di quei frangenti la sacerdotessa ribaltò la situazione spingendo il leone sotto di sé e prendendo lei il comando della situazione.

Si adagiò sopra di lui muovendosi sinuosamente. Lui la prese per i fianchi e lei serrò le mani per non farlo muovere.
“Sei fantastica Marin… non fermarti ti prego.” e lei non lo fece

Audace e sicura di sé si muoveva inebriata da quella sensazione fino a quando arrivò per entrambi il culmine del piacere che li colse stanchi ed appagati.
Il bagliore della luna era diventato più intenso e nel timore di essere vista si mise di spalle accanto a lui nel letto tastando accanto a se con le mani per ritrovare la sua maschera. Dopo qualche secondo ci riuscì e la rimise subito sul volto.
In atteso che il suo respiro si regolarizzasse il cavaliere cercò di godere appieno quella meravigliosa sensazione che provava solo standole accanto.

“Non è necessario tutto questo lo sai?” le disse

“Lo so, ma credimi è meglio così…”

“E se io ti dicessi che ti amo e voglio che tu stia con me, non cambierebbe niente lo stesso?”

“Ti risponderei che ti amo anch’io, e lo sai, lo hai sempre saputo anche se non te lo mai detto. Ma l’amore è un lusso che non possiamo permetterci di vivere quindi cerchiamo solo di godere dei pochi istanti felici che abbiamo. Io sono tua Aiolia, lo sono sempre stata. La mia anima ti appartiene da tanto tempo ormai, e adesso anche il mio corpo sarà il custode di questo sentimento.”

“A volte non pensi che sia ingiusto sacrificare la propria felicità in nome di un ideale?” rispose lui

“E’ la vita che abbiamo scelto e nel bene e nel male bisogna affrontarla.”

Aiolia l’attirò a sé baciandole le spalle continuando ad accarezzarle il corpo ancora nudo.
“Sei l’unica che potrebbe farmi del male in questo momento anche solo rifiutandomi.” la strinse forte appoggiando la testa alla sua schiena.

“Allora non hai nulla da temere perché non accadrà mai.”
Il cavaliere le cinse le braccia costringendola a voltarsi, le sforò il viso percependo di nuovo il tocco freddo e rigido della maschera. Rimase un po’ contrariato da quella distanza che quell’oggetto metteva tra loro, così non ci pensò due volte agendo d’istinto.

Le tolse la maschera scaraventandola sul pavimento.
“Aiolia ma cosa?...” le chiuse le labbra con un dito

“Ascoltami, domani alla luce del sole saremo ciò che vuoi. Tu tornerai ad essere la sacerdotessa dell’aquila ed io il cavaliere d’oro della quinta casa. Ma finché la notte è nostra complice tu sei mia e voglio che il tuo viso resti scoperto al mio tocco, perché perdermi tra le tue labbra è una sensazione meravigliosa e non voglio rinunciarci.”

Marin gli accarezzò il volto, e lui percepì che stava piangendo.
Stavolta fu lei a baciarlo prendendogli le mani e avvolgendole intorno al suo corpo. Le loro bocche cominciarono una danza ben conosciuta ormai, non ci fu bisogno di risposte, quella era la migliore che lei potesse dargli.
I loro corpi furono di nuovo stretti l’uno sull’altro in quella che per entrambi era la più esplicita dichiarazione dei loro sentimenti.
L’alba li sorprese ancora teneramente abbracciati, i primi raggi che filtravano da una delle finestre illuminarono il viso di Marin, che riaprì gli occhi. Aiolia invece dormiva ancora.

Restò a guardarlo per qualche istante sorridendo istintivamente vedendolo in tutta la sua disarmante bellezza. Gli sfiorò i capelli baciando delicatamente le sue labbra.

“Grazie per questa splendida notte amore mio…” sussurrò appena, per non svegliarlo.
Si rivestì in fretta, rimise la maschera sul viso scomparendo silenziosamente dalla quinta casa.

Aiolia riaprì gli occhi, aveva rispettato la sua scelta, fingendo di dormire ed evitando di vedere apertamente il suo volto. Si strinse tra le lenzuola di quel letto disfatto, si sfiorò le labbra respirando a fondo.
Le parole che pronunciò rimasero le silenziose custodi di quell’incontro, nutrendo la segreta speranza che fosse solo il primo di molti altri.
“Al nostro prossimo incontro sacerdotessa guerriero…”




Un ringrazimento speciale a coloro che hanno avuto il piacere di leggere questa storia d'apertura. Marin e Aiolia per me sono davvero una coppia mancata, legati da un filo sottile e troppo presi dal loro ruolo per viversi pienamente. Quindi... questo regalo speciale glielo scritto io. Permettetemi, in conclusione, di aggiungere solo una cosa. Questa storia la dedico ad un'amica speciale che da tempo attendendeva di leggerla, grazie davvero per il sostegno e l'apprezzamento che mi hai sempre dimostrato, è per merito tuo (e di un'altra pazza scrittrice che adoro) se oggi sono qui. Te la dedico con il cuore e con sincero affetto. Grazie a tutti... alla prossima. 
 
   
 
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