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Autore: summer_time    07/11/2018    1 recensioni
La vita può non essere così eccitante come si vede nelle storie di Instagram; la vita può non essere così leggere e bella come nelle favole raccontate ai bambini di tutto il mondo. Tutte noi, in un modo o nell'altro, avevamo avuto esperienze negative da questa fantomatica vita; e quando dico noi, intendo il gruppo per come lo conosco io adesso: non è stato semplice incastrare tutti i pezzi alla perfezione. Eppure eccomi qui, a raccontarvi di noi.
L'unico comune denominatore di sei ragazze completamente differenti, e inizialmente estranee tra loro, sono io. Tra una giornata e l'altra, ho vissuto le esperienze necessarie alla mia crescita, alla nostra crescita: ho dovuto imparare a essere amica, confidente, maestra, studente, protettrice, scusa, gioia e dolore. E l'unica cosa a cui riesco a pensare al momento è l'odore della buccia bruciata di quel mandarino, all'aroma agrumato nell'aria che si disperdeva leggero dalla stufa, in una fredda giornata d'inverno.
[Basato su fatti realmente accaduti e persone reali]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Gioia


Ruolo: l’amica brutalmente onesta. Luogo d’incontro: medie.

Di Gioia devo dire che - innanzitutto - è più amica di Emi rispetto a me, e questo perché per ben tre anni, io e lei eravamo semplici conoscenti, senza troppi contatti, legate solo ed esclusivamente da Emi. Ero troppo impegnata a cavoleggiare - e ricordare - per diventare sua amica.
Poi ho scoperto che entrambe sarebbero andate nella mia stessa scuola superiore, perciò abbiamo fatto in modo di finire in classe insieme, almeno per poterci dare una futura mano nello studio, nei compiti e per tenerci compagnia durante la mezz’oretta di viaggio in autobus. Ah, i ricordi, quelli belli.

Il primo mese eravamo un trio quasi inseparabile: non conoscendo nessuno nella nuova classe (mentre molti tra di loro si conoscevano) ci siamo accaparrate i banchi da tre in fondo all’aula, per ambientarci insieme con le nuove persone accanto. Sono stati quei momenti, tra una lezione e l’altra, tra l’attesa dell’autobus a fine lezione, ad averci avvicinato e fatto conoscere.

Non so esattamente se sia partito da me o da lei il primo passo ma una delle prime cose che ricordo della nostra amicizia fu all’insegna della violazione della legge e della privacy: sedute sui gradini della scuola, aspettando l’inizio del corso pomeridiano di ECDL, mi aveva confidato di simpatizzare per un ragazzo più grande di noi, uno di quarta (o forse era quinta? Non ricordo). Io – totalmente entusiasta di questa scoperta e vogliosa di fare buona impressione sulla mia nuova amica – le ho proposto di andare a sbirciare nell’aula dove il tipo aveva lezione, per scoprire il suo nome almeno. Così, dopo molte titubanze da parte di Gioia – infondo, chi vorrebbe essere sorpreso a rovistare in un’aula manco tua, alla ricerca di un indizio su quale sia il nome del prode giovane di cui si è innamorato – siamo entrate con molta nonchalance e ci siamo dirette di soppiatto verso la zona incriminata. Entrate, lei si è messa a fare il palo mentre io – da futura esperta stalker quale sono – rovistavo nei cassetti della cattedra: per grazia divina, ho trovato un foglietto con scritti tutti i nomi e cognomi, completi di numero di cellulare, degli alunni; con un singhiozzo di gioia, ho fotografato il foglio e ci siamo dileguate dalla zona, per evitare di essere sorprese da un bidello. Con calma poi, abbiamo scremato tutti i possibili candidati finché non abbiamo trovato quello giusto: ora sapevamo nome, cognome, numero di cellulare ed io lo avevo trovato anche su Facebook, garantendo a Gioia un accesso a tutte le informazioni pubbliche. Il tutto contornato da gridolii di gioia contenuta ed esclamazioni stile “Oddio ora ci arresteranno.” o “Non voglio finire in carcere per colpa tua.” oppure “A me bastava solo il nome!” e cose di questo genere.

Ma come mia madre mi dice spesso: “Chi ben comincia, è già a metà dell’opera!” e così, complici di questo sotterfugio, ci siamo avvicinate fino a creare un vero e proprio trio insieme a Emi: abbiamo creato prima un gruppo su Messanger e poi su Whatsapp, dove ci sfoghiamo, ci divertiamo e ci organizziamo per le feste. È ormai da circa sei anni che non passo più una vacanza di Natale senza che noi tre ci vediamo per una cena, dove ci scambiamo i regali, e festeggiamo il capodanno insieme (tranne una volta, dove loro sono andate a Firenze ed io fuori con Adelaide).

Abbiamo anche la passione per i film della Marvel e siamo andate insieme al cinema a ogni prima nazionale, ridacchiando tra i suoi popcorn e i miei nachos con la salsa piccante; una volta, per sbaglio, li ho rovesciati tutti sul pavimento: non vi dico i commenti divertiti che ho preso da Gioia fino alla fine del film. Ma non andiamo soltanto a vedere i film eroici ma siamo anche appassionate di fantasy e film storici, anche se lei mi porta a vedere film romantici – alcuni carini, lo ammetto, ma per il resto anche no. Il romanticismo non è proprio fra le mie corde - mentre io film thriller. Alla fine, uscite e dirette verso l’auto dei nostri genitori li commentiamo, tentando di essere critiche e obiettive: è una delle poche volte in cui non faccio la figura dell’idiota con lei.

Perché dovete sapere che, nonostante io ci provi e ci riprovi, con Gioia divento improvvisamente stupida: non riuscirò mai a capacitarmene, ma il mio cervello si azzera e sparo boiate ogni volta che apro bocca; persino Adelaide non se lo sa spiegare e si piega dalle risate ogni volta che capita, con mio grande imbarazzo. Ci sarebbero infiniti episodi ma la volta delle ordinazioni del sushi ve la racconterò più avanti.

Ah, la foto famosa con i numeri, poi l’ho cancellata dal mio telefono perché stalker anche sì, ma completamente stupida anche no.
 
  
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