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Autore: Andrea2380    09/11/2018    1 recensioni
Questa è una raccolta di racconti, scene e spezzoni. La tengo come esercizio di scrittura, senza una particolare cadenza, ma cercando di essere sempre vario e di sperimentare anche cose nuove, con cui magari non mi sento a mio agio.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le lettere che componevano il messaggio sembravano fluttuare a mezz’altezza davanti ai suoi occhi, tale era il suo livello di incredulità nel sentire, anzi leggere, quelle parole. Sebbene la situazione fosse ormai sul punto di esplodere da più di una settimana, le ultime quarantotto ore avevano aperto lo spiraglio per una improbabile riconciliazione. Prima gli aveva detto che lo amava, poi, quello stesso giorno, sembrava così felice e solare in quel selfie che gli aveva mandato durante il pranzo, dopo giorni aveva rivisto in lei per la prima volta, quell’espressione allegra che aveva il giorno in cui si erano conosciuti. Mai avrebbe pensato che dietro quella facciata di tranquillità si nascondesse un pensiero terribilmente soppresso, un’idea, una sensazione, o forse una scusa infausta.
“Che significa?”
Qualcosa di peggiore della rabbia e della tristezza gli avvolse il petto, quel limbo che precede la collera e la disperazione, ancora troppo debole per sfociare in un grido, ma allo stesso tempo estremamente pesante. Qualcosa di definitivo che si nascondeva dietro una speranza consapevolmente illusoria, che tentava invano di cercare una spiegazione.
“Io ho scelto di non tradirti, ho scelto di dirtelo invece di illuderti”
Quelle ultime due parole rimbombavano nella sua mente come le campane d’inverno
“Non illudermi?!”
Un sorriso amaro gli si formò sul volto mentre l’occhio si bagnava e la vista si appannava con quella singola lacrima troppo piccola per scorrergli sulla guancia. Dopo sette mesi lei aveva deciso di non illuderlo, o almeno così aveva detto, tuttavia la domanda sorse spontanea a quelle parole, che cosa aveva fatto in quei sette mesi? Non lo aveva forse illuso fino a quel giorno? Non aveva forse mascherato i suoi sentimenti per un suo qualche desiderio represso? Dopo tutto l’amore che lui le aveva dato, si meritava forse di essere umiliato in quel modo?
Col passare dei minuti la realtà era sempre più evidente, e il lieve e futile lume di speranza stava ormai per spegnersi come sotto un’enorme teca di vetro appannato. La lacrima non era più cosi piccola, gli fece sentire il suo sapore salato nell’angolo delle labbra tremolanti, semiaperte in un respiro affannoso.
Osservò il telefono ancora qualche secondo, poi la chiamò invano
“Sono sicura che tu non sia in condizione di parlare adesso, e nemmeno io”
Continuava a mandare stupidi messaggini vuoti, lei, così immatura nei suoi diciannove anni, vergine di contatti umani e di sensazioni profonde. Aveva giocato forse senza rendersene conto, dandole il beneficio del dubbio, forse non aveva voluto tutto questo, forse si era davvero accorta troppo tardi. Ma come poteva una persona essere così ingenuamente cieca? Come poteva non sentire quello che stava nascendo tra loro? E poi la richiamò, ma lei di nuovo non rispose
“Sto piangendo, non posso parlare”
Stava sinceramente piangendo, ma la cosa non le toglieva la colpa di aver distrutto il loro sogno per il capriccio di una ragazzina, nella sua giovinezza, aveva per sempre macchiato l’animo del primo uomo che l’abbia mai amata, impedendogli di ricominciare a sognare senza di lei, per la paura di ricadere una seconda volta in quel tremendo oblio.
  
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