Fumetti/Cartoni americani > Gravity Falls
Segui la storia  |       
Autore: The_Roleplayer    09/11/2018    0 recensioni
Una ragazza seccata decide di evocare un demone per liberarsi del ragazzo ossessionato di lei, ma il demone fa il gioco sporco e stipula un patto anche con il ragazzo con il solo scopo di divertirsi... e magari conquistare la nostra dimensione.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Cipher, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 «Lo odio! Lo Odio! LO ODIO!»
 La ragazza dai capelli corvini si buttò sul letto rabbiosa e sospirò, poi riprese a parlare a voce alta
 «Quel ragazzo è così irritante... vorrei potermi sbarazzare di l-» la ragazza si bloccò a metà della frase, un macabro sorriso le si dipinse sul volto, guardò la sua scrivania, si alzò meccanicamente dal letto e si diresse verso di essa. aprì un cassetto dal quale estrasse un libro impolverato, fece una piccola risata, poi soffiò sul libro, un cumolo di polvere si sparse per la piccola camera, tossì un paio di volte poi si concentrò nuovamente sul libro che tratteneva nelle sue mani
 «Vediamo se trovo qualcosa qui...» Iniziò a sfogliare le pagine del Primo Diario fino a capitare sulla pagina riguardante Bill Cipher. Iniziò a leggere attentamente il capitolo e completata la lettura, aggiunse con un'espressione inquietante
 «Mmh.... Questo è proprio ciò che cercavo~»

«...Quindi è un patto Cipher?» La ragazza corvina era con la mano allungata di fronte al triangolo giallo
 «Ovvio Piccolo Corvo» Bill strinse la mano della ragazza, una fiamma blu apparve e 'firmò il contratto' «Ci vedremo presto partner»
 Cipher schioccò le dita e scomparve nel nulla, la ragazza rimase a guardare il vuoto dove prima c'era Bill mentre sogghignava al pensiero di ciò che presto sarebbe successo.



 Lo stesso giorno, era un giorno qualunque per tutti, e tra tutti c'era Ernesto, era un ragazzo riservato, ma una volta che te lo facevi amico era molto simpatico e scherzoso, quel giorno la ragazza che gli piaceva, come sempre, gli aveva urlato contro e di conseguenza era giù di morale. Quel giorno, come sempre, camminava solo sulla via di casa di ritorno da scuola quando davanti a lui apparve un triangolo giallo con un occhio e delle braccia il che gli provocò emozioni distinte. Prima lasciò andare lo zaino che cadde a terra per la sorpresa, poi assunse un'espressione confusa mentre cercava di capire cosa fosse e quando Bill si mosse rimase a bocca aperta per lo stupore.
 «Ma cosa...» furono le uniche parole che gli uscirono di bocca, poi il demone proferì parola
 «Oh salve mortale, suppongo tu sia Ernesto» il giovane continuò a fissarlo
 «C-Chi sei? C-Come fai a-a conoscere il mio n-nome?» rispose balbettando il ragazzo con il codino
 «Oh, io so moltissime cose. Come so cosa ti passa per la mente Codino.» rispose francamente Bill «E ho fatto un patto, perciò ora entrerò nella tua testa» Non aveva motivo di nascondere la verità tanto sapeva che il ragazzo non aveva vie di fuga da un demone mentale come lui e poi era più divertente spaventare quegli stupidi mortali.
 «N-No aspetta, cosa?!» Ernesto stava cominciando ad avere paura, e per paura si intende più paura di quanta già ne avesse
 «Eh già, ora se tu svenissi mi faresti un piacere» 
 «No aspetta non farlo! farò tutto ciò che vuoi» implorò il ragazzo, il demone sembrò considerare l'offerta
 «Va bene, ho un'idea» Iniziò il triangolino giallo «Io adesso adempirò al patto stipulato con la Corvina però...»
 «P-Però?» Ernesto lo guardò inquieto, il triangolo sembrava che forse lo avrebbe risparmiato o cose del genere, o almeno lui lo sperava.
 «Ti rispondo appena ti svegli.» «No! Aspetta-» Bill schioccò le dita e Ernesto iniziò a provare un forte dolore alla testa, poi il dolore svanì ed assieme ad esso, pian piano iniziò anche a perdere coscienza.
 «cosa... hai fatto?» chiese il ragazzo con il poco di lucidità che gli era rimasta
 «Ho adempito al mio patto»
 «Che... patto?»
 «Una ragazza voleva modificare il tuo carattere e la tua memoria quindi ora lei sta dentro la tua testa.»
 «...Eh..?»
 «Mi ha promesso qualcosa di interessante, non potevo rifiutarmi, ma puoi sempre chiedermi di eliminarla dalla tua mente, mortale.» il demone scoppiò in una delle sue solite risate da psicopatico, ma subito dopo tornò serio «allora ragazzo? che ne dici?» Allungò la mano e apparve una fiamma blu.
 Il ragazzo lo fissò, poi allungò la mano e strinse quella del demone poco prima di perdere del tutto coscienza. «Il dado è tratto.» il demone compiaciuto poi scomparve in una fiamma blu. Il ragazzo rimase lì, per terra svenuto sul marciapiede.



 «Finalmente rimetterò a posto quest'idiota.»
 La ragazza occhialuta si trovava nel mezzo di una distesa colorata solo da varie sfumature di grigio. iniziò a camminare, non sapeva esattamente verso dove stesse andando, ma l’istinto le diceva che era la direzione giusta.
 Dopo qualche minuto arrivò ad una fitta foresta grigia, ma non metaforicamente: anch’essa era in bianco e nero.
 Si addentrò nella vegetazione, iniziando a percorrere quel gigantesco labirinto finchè non trò qualcosa. Nascosta dietro un cespuglio, trovò una vecchia strada asfaltata. Alzò lo sguardo ed esamino ciò che la circondava e vide che c’erano 4 case ad ogni lato della strada ed in fondo una grande fabbrica grigio scuro, con ciminiere che emanavano fumi che raggiungevano il cielo e si confondevano con le nuvole. Le case erano molto diverse l’un l’altra, erano di forme differenti ed erano colorate, al contrario di tutto il resto; una era verde scuro, una rosso acceso, una viola, una blu, c’erano quasi tutti i colori. Maya, questo era il nome della ragazza, decise di non andare nelle case colorate e si diresse la fabbrica con decisione. Arrivata dinnanzi ad essa si accorse di un cartello appeso alla porta con su scritto “elarbeleC elartneC”; le ci volle poco a capire che doveva leggerlo al contrario e una volta faccio ciò assunse di nuovo la sua espressione inquietante.
 Spinse dolcemente la porta che era aperta e si aprì lentamente emettendo un lungo crepitio, la Corvina fece un passo oltre la soglia della porta, di colpo, si alzò un vento sinistro proveniente dall'interno della fabbrica che la fece balzare e per un momento guardare indietro mostrandole che il paesaggio intorno era cambiato: gli alberi prima tristi e grigi, erano ora scuri e spaventosi, si girò di nuovo verso l'interno della casa, non le sembrava più tanto triste quanto terrificante. Ora più timorosa ed inquieta si spinse oltre la soglia della casa, una volta dentro la porta le si chiuse dietro sbattendo e facendola sussultare. Stava iniziando a pentirsi di aver fatto un patto col Diavolo con la D maiuscola.
 Una volta abituatasi all’oscurità della centrale, si accorse come la fabbrica fosse tappezzata da un susseguirsi infinito di porte color bianco sporco, dinnanzi a lei solo un lunghissimo corridoio buio. si stava chiedendo se quella casa avesse un fondo, e ironia della sorte, si rispose da sola appena arrivò al fondo del suddetto corridoio, lì vi era una piccola porta rotonda con un incisione che recitava l’inizio di un detto “Uomo avvisato…”
 Aprì la porta, quando fu dentro, ancora una volta, la porta si chiuse dietro di lei. La guardò come se tmesse ci fosse qualcuno, ma vi era solo un’altra incisione che lesse ad alta voce
«…Mezzo salvato. » Non sapeva perché ma la mente di quel inutile pagliaccio la stava rendendo inquieta e avrebbe anche osato dire spaventata.
 La stanza quella di un sottomarino, tante leve, pulsanti, radar, scritte, schermi, non ci si capiva niente.
 Avanzò all'interno della stanza leggendo ogni annotazione sotto ogni bottone, quando notò una grande leva e vicino uno schermo tattile con una lista inifinita di nomi, vi si avvicinò, alla base della leva c'era una targhetta, che recitava “Relazioni Interpersonali”
 La corvina si grattò la nuca, e si mise ad esaminare il funzionamente di quello strano oggetto che sembrava essere esattamente ciò che cercava, non poteva fallira, aveva letteralmente venduto il suo corpo ad demonio per fare una cosa del genere.
 Una volta che credette di aver capito, spinse un paio di volte dei tasti sullo schermo e poi avvicinò la mano alla leva. Fece un respiro profondo.
 «Ed ora…. È tempo di sistemarti.» Detto ciò, tirò la leva. Un lampo di luce l’accecò e la prima cosa che vide appena non le facevano male gli occhi soltando aprendoli fu una figura gialla che fluttuava davanti a lei. 
«Bill…?»
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Gravity Falls / Vai alla pagina dell'autore: The_Roleplayer