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Autore: Dharkja    10/11/2018    0 recensioni
È una calda sera di Luglio del 2008, i Tokio Hotel arrivano a Modena il giorno prima della loro l'esibizione. Bill non aveva mai creduto nel colpo di fulmine, ma l'incontro del tutto casuale con Giulia sarà in seguito, una piacevole e lenta scoperta di sentimenti inaspettati. Gli impegni con la band lo porteranno in giro per il mondo, ma lui non scorderà quella ragazza che diventerà pian piano una dolce ossessione portandolo all'irrefrenabile desiderio di volerla incontrare nuovamente.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non ci è dato di scegliere la cornice del nostro destino, ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro.
(Dag Hammarskjöld)

 

 

 

Novembre 2008

Bologna

 

 

 

 

 

 

 

“Se non altro il tempo stasera ci ha graziate, è tutta la settimana che piove” disse Giulia un po' irrequita mentre si stringeva al braccio dell'amica all'esterno della pizzeria.

 

“Sei nervosa?”

 

“Un po'”

 

“C'è una cosa che adesso sai con certezza però” la invitò ad osservare l'amica.

 

Lei la guardò con aria incuriosita anche se poteva immaginare a cosa si riferisse.

 

“Ora sai che gli piaci”

 

“Già, proprio in virtù di questo ha pensato bene stasera di portare lei” disse con una smorfia “Che dire, morivo proprio dalla voglia di vederla!”.

 

“Non è presto per avere già nostalgia dell'estate?” le chiese strizzandole l'occhio mentre si spostava di lato per far entrare una coppia di una certa età.

 

“Non è mai troppo presto per avere nostalgia” rispose Giulia ripensando a quei giorni in cui Massimiliano le aveva raggiunte a Maiori senza la sua dolce metà. Era stato proprio in quel periodo che aveva preso coscienza del fatto che sì, effettivamente iniziava a piacergli e a pensarlo sempre più spesso, poi qualcosa era successo, qualcosa negli occhi di lui era cambiata, perchè si soffermavano sempre un po' più a lungo nei suoi, indugiandovi con una certa malinconia e questo aveva finito per incuriosirla, imbarazzarla ma anche affascinarla per poi ricambiare quello sguardo dapprima timidamente poi con sempre più fermezza e frenesia. Ricordava chiaramente quelle sue parole sul tempo che trascorre velocemente e di quanto fosse prezioso per non occuparlo con quello che più ci sta a cuore.

 

“A volte penso a quando ti rifiutavi persino di pensarlo ed ora guardati!”

 

“Non sono innamorata persa chiariamolo e non ho intenzione di strapparmi i capelli, per nessuno sia inteso.”

 

“Cosa ti dice Willy di questa storia?”

 

“Cosa c'entra Willy adesso?!?”chiese sorpresa.

 

“Ma scusa non ti confidi con lui? Mi dici sempre che gli racconti un mucchio di cose e poi ti ha dato pure il suo numero”

 

“Si, ma non l'ho mica chiamato! E poi lui non sa proprio tutto tutto, ma solo che c'è un tipo che m'incuriosisce tutto quì, ma non entro certo nei dettagli” disse mentre i suoi occhi cercavano di andare oltre la luce dei lampioni per cercare di capire se stessero arrivando i loro amici.

 

“Che Massimiliano t'incuriosisca' beh mi fa un po' ridere, comunque...Pensavo a quella foto del tuo amichetto rockettaro: ma hai visto quanta gente c'è in quel locale? Stando così le cose non è proprio come ti aveva fatto credere, cioè che fanno dei concertini così, come dire tanto per! Anzi, sembra proprio qualcosa di grande, a meno che non sia la foto che da una certa angolazione faccia sembrare il locale enorme e di conseguenza sembra ci siano più persone. Comunque credo che la foto sia stata volutamente resa scura, per non fornirti ulteriori particolari” osservò.

 

“Beh gli piace creare suspance”

 

“O nasconderti qualcosa”

 

“Ho capito che lui non è un ragazzo come noi lo intendiamo o come quelli che noi siamo abituate a frequentare. E' un artista un po'...egocentrico, particolare, chissà magari pure singolare? Forse, non lo sappiamo. Perchè devi sempre pensare che gli altri vogliano tenderci un tranello?!”

 

“Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Conosci questo proverbio?”

 

“Uf, che noiosa!” sbottò.

 

“Sì, sì, dimmi che sono noiosa, sai che ti dico sempre quello che penso. Comunque la storia di averti dato il numero di telefono mi pare eccessiva, d'altronde vi messaggiate sul social solo da qualche mese, non c'era tutta questa necessità di sbatterti in faccia il suo numero.”

 

“Quanto sei antica! Si fa così tra persone ...giovani, tu sei vecchia, non puoi capire.”

 

Elena sgranò gli occhi per poi scoppiare in una risatina.

 

“Sono vecchia quando per te sono scomoda, giusto?”

 

“Ma non dire fesserie! Però, se devo essere onesta e dirti tutto tutto.. sento che lui è diverso. Quando mi scrive, scrive cose sensate per la sua giovane età, sembra una uomo maturo o qualcosa del genere.”

 

“Tesoro, ora ti dico io una cosa” disse scostandosi la frangia dai suoi occhi di ghiaccio“ Tu ti stai fissando con questa storia che lui è diverso dagli altri e forse l'hai pure già idealizzato o idealizzata...perchè non sai nemmeno questo, cioè se si tratta realmente di un uomo o di una donna, di giovane o anziano! Solo perchè ti ha mandato una foto e lui ti ha detto di essere un ragazzo, o perchè t'imbastisce discorsi filosofici e ti manda le foto di tramonti ed albe strepitosi? Perchè ti fa i complimenti? Ma davvero credi a tutto quello che ti scrive o ti fa vedere? Ti prego Giulia, rinsavisci un pochino! Lui dice di chiamarsi Willy o Diavolish ma chi sa chi diavolo è”

“Devilish” la corresse lei.

“Va bene Devilish. Ma come posso sentir dire da te, che eri così ragionevole su certe questioni, che questo tipo/a è diverso dagli altri? In base a cosa poi? Cosa sai di lui in fondo? Su che basi si fonda la tua teoria?”

Giulia ammise in cuor suo che il ragionamento dell'amica non faceva una piega, era un ragionamento logico e sensato eppure utimamente si ritrovava a pensare sempre un po' più spesso a lui, a fantasticare qualche volta su come potesse essere fisicamente, a ragionare su ciò che le scriveva, perchè ciò che le scriveva e per come lo faceva le piaceva e non poco e dovette ahimè anche ammettere che quelle foto sui tramonti e le albe la facevano anche un po' sognare; se poi quelle erano foto 'rubate', non farina del suo sacco per intenderci con didascalie che citavano i grandi della filosofia o della storia, questo non lo poteva sapere, ma il tanto bastava per far distrarre la sua mente e distogliere i suoi pensieri che ultimamente si focalizzavano sempre sulle solite cose nonostante l'impegno del corso e del lavoro, come quel vuoto incolmabile che la morte della nonna le aveva lasciato. In fondo che male poteva esserci in tutto questo? Per ora, da parte sua, c'era tuttavia solo una simpatia ed un'innegabile voglia di conoscerlo meglio attraverso la chat. Molte volte aveva anche provato ad immaginarlo fisicamente, ma senza successo, ora forse grazie a quella foto aveva qualche tassello in più per comporre il puzzle che di lui o lei s'era fatta mentalmente, deducendo che fosse un ragazzo molto magro, forse alto ed amante dei tagli di capelli appariscenti o almeno così sembrava; la verità è che non aveva mai osato fargli troppe domande personali, cioè strettamente legate all'aspetto fisico: un po' perchè le sembrava di essere invadente ed impertinente e lei caratterialmente così non era, un po' perchè temeva di restare forse delusa. Ma il suo istinto le urlava che si trattava di un ragazzo fuori dal comune, un ragazzo speciale con una sensibilità come nessun'altro aveva avuto modo di avvicinare.


 

“Stai molto attenta a quello che fai tesoro, o sarò costretta ad avvisare … i carabinieri..” le disse ad un certo punto scherzando.


 

“Si e magari uno a caso tra i tanti: Massimiliano”


 

“Lui ha già fiutato il pericolo”


 

“E basta dai, non ci stiamo mica incontrando! In ogni caso sarai la prima ad avere questo onore nel caso dovesse succedere” le disse con tono provocatorio.


 

“Credo che non ti farebbe arrivare a tanto”


 

“Cioè? Ma non è per caso che gli dici tutto quello che io ti dico?” le chiese scrutandole attentamente il volto.


 

“Sai, sono convinta che impiegherebbe un nano secondo a metterti il telefonino sotto controllo pur di proteggerti”


 

“Non potrebbe farlo nemmeno lui se non c'è un valido motivo e comunque non hai risposto alla mia domanda”


 

“Tu per lui, sei un valido motivo. Certo che no, non vado a dirgli ciò che tu mi racconti, o Signore!” disse alzando gli occhi al cielo.


 

Giulia sentì le guance avvampare e quando azzardò una risposta l'amica la zittì improvvisamente.


 

“ssshh, stanno arrivando” disse non riuscendo più a trattenersi.

 

Voltò lo sguardo nella stessa direzione in cui l'aveva rivolto l'amica e come una pugnalata al cuore non potè non notare quanto effettivamente fosse anche una bella coppia, con lei, Maria, smagliante tra lui ed il fratello, fasciata nel suo cappottino nero incorniciato dalla sua fluente chioma bionda. Aveva sempre pensato che le bionde avessero qualcosa in più, qualcosa che attirava misteriosamente tutti i maschietti. Ma questa era solo una sua convinzione.

 

Elena notò il cambiamento d'umore dell'amica e dolcemente le sfiorò la mano per infonderle coraggio.

 

Le parve di vederlo sorridere mentre s'incamminava un po' più in avanti rispetto a Mirko e a Maria, ma non ne fu molto convinta per via delle luci in strada che giocavano strani effetti sul suo volto, ma forse sì, stava sorridendo proprio a lei o a Elena o a chissà chi perchè gli angoli della sua bocca erano decisamente all'insù lasciando intravedere i suoi denti.

 

 

 

Li osservava fugacemente dal lato opposto del tavolo in cui si erano sistemati accanto alla parete ricoperta in pietra color sabbia; lui sembrava davvero felice e lei pure, Mirko pareva più frizzante del solito ed Elena era totalmente assorbita da quello che suo fratello diceva; rimaneva solo lei combattuta e col malumore di dover presenziare a quella scenetta di gente apparentemente soddisfatta di come stava andando la serata anche se non aveva potuto non notare gli sguardi brevi ma intensi che Massimiliano le lanciava di tanto in tanto; c'era persino stato un momento in cui incrociando i loro occhi lei si era voltata altrove per una manciata di secondi per rivoltarsi nuovamente e ritrovare sempre i suoi occhi fissi su di lei. C'era stato tuttavia un aspetto davvero confortante se non altro in quella serata un po' cosìed era stato quando il cameriere portò a tutti delle pizze succulenti e fumanti.

 

“Mi pare molto attenta stasera, non la ricordavo così” le disse Elena a voce bassa guardando Maria che dall'altro capo del tavolo elargiva sorrise ma anche tanti sguardi pieni di curiosità.

 

Giulia afferrò un pezzo di pizza per portarselo in bocca, sapeva a cosa si stava riferendo.

 

“Lo so che sei giù, ma non dare questa soddisfazione. La trovo cambiata rispetto a tutte le altre volte che ci vedevamo.”

 

“Guarda che non sono affatto giù! Il problema non sono gli altri, sono io che non sopporto il mio carattere. Mi fisso sulle cose, sono testarda e poi spesso e volentieri rimango delusa perchè inutile girarci intorno, mi creo delle aspettative, che puntalmente vengono disattese e non parlo solo di chi sai tu. Comunque la trovo diversa pure io, d'altronde hanno avuto un periodo non facile”

 

“E ti credo, non lo vorrà ammettere nemmeno a se stessa, ma è così evidente! Lo vedi che sei giù?” le ribattè l'amica a voce bassa.

 

“Evidente cosa?”

 

“Ti odio quando fai la finta tonta!” la riprese l'amica.

 

“Forse stiamo annoiando tutti con i nostri discorsi di lavoro” disse ad un certo punto Maria con un tono di voce che arrivò alle due ragazze.

 

“Ma no” rispose prontamente Elena “Anche noi stavamo parlando di lavoro e di alcuni punti sul corso che stiamo frequentando”

 

“Non dev'essere un lavoro semplice, immagino i clienti spazientiti per i ritardi, o le valigie che tardano ad essere consegnate o chissà per cos'altro. Ma per fortuna non tutti sono così” osservò poi volgendo i suoi occhi verso Massimiliano.

 

Aveva un chè di affetato e spontaneo nello stesso tempo nel suo modo di fare, ma ciò che più colpiva era forse la sua calma e dolcezza, decisamente disarmanti sul quel viso dai lineamenti molto delicati.

 

“Beh, per fortuna ci sono anche persone gentili e rispettose e questa è la gran parte” ribattè Giulia quasi a malavoglia; non si sentiva ben disposta verso di lei e Massimiliano quella sera, per la verità se ne sarebbe voluta andare via.

 

“Giulia ed Elena hanno pazienza da vendere” intervenne Massimiliano sorridendo.

 

“Anche se quella ha un limite” precisò poco dopo Giulia.

 

Mirko s'intromise brontolando sulla piega noiosa che stava prendendo la serata, invitando i commensali a parlare di altro che non fosse di lavoro e sperando che i loro cellulari non squillassero per qualche emergenza di lavoro.

 

Giulia sarebbe voluta scappare via e a giudicare dagli atteggiamenti di Massimiliano, non era vero niente o quasi di tutto quello che lui le aveva dato ad intendere se non fosse per quegli sguardi che continuamente le lanciava di nascosto, perchè quella sera pareva quasi totalmente assorbito dalla sua ragazza; aveva capito che lui non sarebbe mai riuscito ad allontanarsi da lei, in fondo era bella e per bene ed anche benestante il che non guastava certamente, per non parlare dello stretto rapporto con i suoceri. Ingoiò l'ultimo boccone della pizza ormai fredda e cercò qualche notifica di Willy, con la speranza che almeno lui riuscisse a risollevarle l'umore; in effetti pareva avesse questo particolare dono, era come se stesse diventando un piccolo rifugio dove cercare riparo dalle piccole o grandi frustrazioni di tutti i giorni o con cui condividere piccole gioie e dolori che per lei contavano molto; Willy pareva particolarmente abile nello spianarle il cammino in questo senso e cioè ad infonderle un senso di tranquillità e sicurezza, facendole capire che la strada dei sogni la si poteva percorrere anche per raggiungere i suoi obiettivi reali. Aveva capito che era l'opposto di Massimiliano: un sognatore in fondo come lei, romantico, molto probabilmente sensibile ed attento a tutto ciò che lo circondava; sì perchè forse Massimiliano mai le avrebbe inviato la foto di un tramonto o detto in faccia qualcosa di romantico o anche lasciarsi andare ad una carezza; Willy gli pareva di tutt'altra pasta e spessore e non negò a se stessa che quel numero di telefono che lui le aveva scritto, in fondo le aveva fatto molto piacere pur capendo che era ancora troppo presto per sentirlo; la volontà di allontanarsi per qualche giorno era nata dall'esigenza di non volersi legare troppo a lui che restava comunque un perfetto sconosciuto, affezionandosi a questo 'riparo' che lui riusciva a crearle; ma i giorni passavano e di nuovo ne sentiva la mancanza, avvertendo che qui momenti di svago e riflessione che lui le donava, iniziavano a mancarle come poteva mancare l'ossigeno appena mettevi la testa sott'acqua anche se solo per pochi secondi...

 

Si scusò col resto del gruppo e si recò nella toilette, convinta di cambiare aria, Mirko la seguì a ruota.

 

“Cos'hai Lia?” le chiese col diminutivo che lei non sopportava. “E' per Maria?”

 

Un gruppetto di tre ragazze con minigonne vertiginose e con i rossetti rosso fuoco entrarono per mettersi in fila in attesa che le due porte della toilette si aprissero. Erano poco più che quindicenni ma ne dimostravano molto di più e questo catturò l'attenzione di suo fratello.

 

“Ma che ti rispondo a fare se hai ben altro da fare” disse lei con un sorriso stanco.

 

“Lo sai che mi piace scherzare e poi fare due cose contemporaneamnte è la cosa che mi riesce meglio. Allora?”

 

“Allora niente, non ho nulla da dirti” disse cercando di convincere il fratello.

 

Una delle tre ragazze improvvisamente emanò un gridolino e spintonò le amiche verso l'uscita del bagno.

 

“Perchè non raggiungi gli altri?” gli disse mentre Elena faceva capolino dalla porta scorrevole scontrandosi col gruppetto sovra eccitato.

 

Gli occhi di Giulia incuriositi seguirono le ragazze che si fermarono innanzi al mega schermo posto sulla parete frontale della sala principale gremita di gente ed iniziarono a ballare e cantare senza vergogna. La canzone aveva una bella melodia e ad occhio e croce le pareva di averla già sentita da qualche parte.

 

“Ok, sei in buone mani” disse Mirko vedendo l'amica ed accorgendosi che la sorella aveva focalizzato l'attenzione altrove “E comunque spero che un giorno non ti riduca come quelle tre sgallinate per quel gruppo!”

 

“Quale gruppo?” chiese la sorella incuriosita.

 

“Evita di farmelo ripetere, se vuoi MTV lo sta mostrando a caratteri cubitali, leggitelo da sola” le disse uscendo dal bagno.

 

Giulia fece leggermente scorrere la porta il tanto che le servì per piantare i suoi occhi sullo schermo e sulla figura di uno strano essere apparentemente a metà tra una bellissima donna ed un bellissimo ragazzo.

 

“Monsoon! ” Disse Elena “Questa è Monsoon dei Tokio Hotel! Non puoi non saperlo. E' da un po' di giorni che non sento e vedo altro in giro. Giulia aggiornati, sei rimasta troppo indietro con i cantanti. Ancora pensi ad Mj ed Enrique Iglesias! Oh Signore mio!”

 

“Che me ne frega di questo genere di 'aggiornamento'!” scandì “Spero non sia venuta anche tu a farmi il sermone” disse cercando di farsi sentire in mezzo a quel baccano di voci e musica..

 

“Nessun sermone, sono venuta a riprenderti” le disse afferrando il suo braccio “Avremo tutto il tempo per parlarne. Allora ti piacciono i Tokio Hotel?” le chiese guidandola fuori dalla toilette.

 

“Non saprei” Rispose notando lo sguardò fisso di lui che non l'abbandonò fino a quando si sedettero nuovamente a tavola.

 

Alzò il suo sguardo per incrociarlo nuovamente col suo, ma non ebbe il coraggio di mantenerlo a lungo, aveva paura che lui vi scorgesse la sua anima in pena, perchè anche la sua doveva esserlo per cercare così spesso i suoi occhi. Il cellulare le vibrò tra le mani e mentre senti Massimiliano chiedere se gradivano un dessert, lei aprì la notifica e vi lesse velocemente il messaggio di Willy .
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  • E' da un po' che non ti sento, mi preme sapere come stai, non vorrei fosse stato per colpa della mia invadenza, magari nel darti il mio numero di telefono sono stato troppo precipitoso e maleducato, se così fosse ti chiedo scusa, infinitamente scusa! Spero comunque che tutto vada alla grande per te! Oggi scorrevo per caso nella gallery del mio cellulare ed ho trovato questa foto che scaricai un po' di tempo fa: si tratta di un dipinto, 'Anticipation of Happiness': non pensi sia fantastico? Adoro questo pittore, lui è Leonid Afremov. Questo è il primo quadro che vidi e me ne innamorai all'istante! Da allora lo seguo sempre, vado alle sue mostre ed ho comprato qualche suo dipinto, i suoi prezzi sono per fortuna compatibili con le mie tasche :-) !! Non trovi che le sue opere abbiano qualcosa di magico? Ogni volta che ne guardo una provo sempre la stessa sensazione, una pace infinita. Perdonami, forse avrai capito che sono un sognatore e temo pure romantico. Flaiano diceva 'con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole'! Non so se tu sia appassionata d'arte, in fondo quante cose non so di te ma che vorrei sapere, ma so che non è nemmeno giusto tutto questo, in fondo ti capisco, non sai chi sono, non ci conosciamo, né ci siamo mai incontrati ..... P.S: spero abbia gradito le mie due foto dei concerti, non so nemmeno se tu abbia avuto l'opportunità di guardarle. Ti auguro ogni bene, spero di risentirti molto presto.

 

Col frastuono della sala che la circondava, s'incantò innanzi a quella piccola immagine, quasi scintillante tra le sue mani fatta di colori caldi perfettamente bilanciati a quelli freddi. Di primo acchitto lo scenario le riportò subito alla mente un parco, uno di quelli a lei familiare ed il collegamento a quello Ferrari di Modena fu inevitabile così come il ricordo delle lunghe passeggiate che era solita fare sul calar della sera in compagnia della sua amica del cuore, dell'estate inebriata dal profumo di gelsomino e delle siepi di alloro che profumavano i viali, o delle pigre corse al mattino presto per tenersi in forma in quelle giornate più brevi che sembravano dire addio a quelle lunghe estive e di quella volta che conobbe quei due ragazzi un po' strani sotto quel cielo infiammato di rosso e oro all'orizzonte, all'esuberanza di Tord alle prese col cane e con i suoi discorsi spiccioli sulle bellezze femminili ed alla delicata stretta di mano di Brand ed al suo timido sorriso.

Gli angoli della sua bocca s'incurvarono improvvisamente all'insù chiedendosi che fine avessero mai fatto e perchè mai ora stesse pensando proprio a loro due e se per caso anche i loro occhi si fossero mai posati su quel quadro proprio come stava facendo lei in quel momento, provando la stessa sensazione che le aveva scritto Willy. La fantasia pareva aver spiccato il volo nuovamente e forse anche con lei quel dipinto aveva sortito lo stesso effetto che aveva avuto su Willy; restava il fatto che in pochi istanti quella tela era riuscita a placare il suo malumore e di questo doveva esserne riconoscente a Willy; quel ragazzo riusciva a sorprenderla sempre più spesso e sembrava apparire nei momenti in cui più ne aveva bisogno; la voglia di risentirlo stava crescendo sempre di più unita alla curiosità ed alla voglia di incontrarlo un giorno, ma come dirlo ad Elena che su certe questioni sembrava ragionasse come anziani di vecchio stampo?

Quando alzò lo sguardo dal display notò che Massimiliano, dalla parte opposta del tavolo la stava fissando leggermente cupo in viso.

 

 

 

 

 

 

 

“Allora, che te ne pare?” disse Tom ammirando quel tripudio di tetti dal quinto piano della suite dell'Hotel.

 

“Si si, è' bellissimo!”rispose il gemello frettolosamente.

 

“Beh, tutto qui?” gli chise leggermente deluso.

 

“A che ora hai detto che arriva il taxi?”

 

“Alle undici”

 

“Alle che? Sono appena le sette Tom! Richiama la reception e digli di farmi trovare una macchina per le sette e trenta”

 

“Ma lei non ti ha fatto sapere più nulla? Ogni tanto le piace eclissarsi... ti vuoi dare una calmata?” gli chiese notando che Bill stava rovistando nervosamente tra le due valigie che si era portato appresso. ”Vorresti correre in aeroporto in queste condizioni?”

 

Bill sbuffò, non voleva perdere nemmeno un minuto.

 

“Sono venuto qui non per vacanza o per godermi la città, ma solo per lei, solo ed esclusivamente per lei e pazienza se non si è fatta più sentire. Riuscirò a beccarla in qualche turno? Dico, almeno questo, rivederla”

 

“Andreas s'è informato sui turni alla bigletteria. Il prossimo entrerà alle ventuno lui è già lì con Dirk e Toby”

 

“Appunto non perdiamo altro tempo. Dai copriti quei capelli” gli disse scomparendo in bagno per poi riapparire quasi irriconoscibile dopo una decina di minuti.

 

Il taxi sfrecciò in direzione aeroporto, ma il traffico a quell'ora della sera rallentò non poco la loro corsa. Tom restò ad osservare il fratello tutto il tempo, trovando la situazione persino divertente.

 

“Quando si dice bianco come un lenzuolo...” iniziò a punzecchiarlo.

 

Bill si voltò per guardarlo ma era evidente che la testa fosse altrove.

 

“No dico” proseguì nel tentativo di stabilire una comunicazione con lui “ti senti bene? Mi sembri assai pallido”

 

“Sto bene e non mi risulta che nel giro di qualche ora abbia cambiato carnagione.”

 

“Beh questo era chiaro, ma sei più pallido del solito o forse sono le luci del traffico o forse l'emozione... si dev'essere quella” disse poco convinto.

 

“Non iniziare a rompermi le scatole”

 

“Ulàlà come siamo elettrici” osservò attorcigliandosi una ciocca di cornrows che era uscita furtivamente dalla bandana.

 

Bill lo fulminò con gli occhi.

 

“Sono teso, non c'è bisogno che te lo dica e che tu me lo faccia notare, ma non metterci del tuo a peggiorare il mio stato emotivo, ok?” Guardò il traffico fuori dal finestrino, quella città gli piaceva, avrebbe voluta visitarla con calma un giorno, magari insieme a lei.

 

“Ci pensi Bill?” disse attirando nuovamente l'attenzione del gemello “Se tutto andrà liscio la rivedrai! Anzi, vorrei vedere anche io l'amichetta biondina ”

 

Bill alzò gli occhi al cielo rabbrividendo al solo pensiero per una simile evenienza.

 

“... e dimmi di grazia, cosa intenderesti fare se la dovessi vedere? Andarle incontro? Parlarle? Invitarla a cena e magari portarla nella nostra camera per ...un brindisi!?”

 

“Non sarebbe male, però vedi? Ho il piacere di notare che la mia costante presenza ti faccia proprio bene, non ti mancano le idee e questo è davvero un buon segno. Però per una volta sono pronto a sacrificarmi per amor tuo” rispose stirando le labbra compiaciuto.

 

“Grazie, grazie davvero, sono molto, molto commosso per questo tuo altruismo!” lo schernì Bill portandosi il palmo della mano sul petto.

 

Ad un certo punto Tom lo guardò serio incrociando per un istante quello sguardo che pareva impaurito per poi perdersi nuovamente tra le luci del caos di quella città ingoiata dal buio e lacerata dai clacson delle macchine che impazienti chiedevano di poter passare.

 

“So cosa stai provando”

 

Bill lo guardò nuovamente.

 

“Lo so che lo sai, non ho bisogno di dirtelo allora”

 

“Andrà tutto bene, finalmente la rivedrai. Era quello che volevi da mesi”.

 

Il gemello gli accennò appena un sorriso, aveva bisogno delle parole di Tom.

 

“Ho paura”

 

“Hai paura?! Ma come, anziché scalpitare dalla gioia tu ora hai paura? Non ti seguo più Bill!”

 

“Ma certo che sono anche 'felice', ma ho anche tanta paura. Non so, mi sento come se stessi per perdere il controllo di me stesso. Ti sembrerà strano ma ho paura, letteralmente paura di rivederla”

 

“Perchè? Temi deluda le tue aspettative? Cioè l'hai ricordata in un modo e rivedendola adesso ti sembrerebbe di vedere una persona diversa? O perchè avresti l'impulso irrefrenabile di avvicinarti a lei e dirle chi sei ma ti sei imposto di non farlo?”

 

“Forse, non so... o forse ho paura di vedere qualcosa che non dovrei vedere, ecco, cose simili. Non mi riferisco di certo al suo aspetto fisico, anzi sono certo che rivederla lì sarà come ricevere una pugnalata al cuore, perchè sarà ancora più bella che in foto”

 

“E' normale, hai fantasticato, sognato e desiderato parecchio questo momento, ma credo che la cosa più importante sia sforzarti di raggungere il tuo obiettivo.

Capisco che perdersi nelle emozioni sia un attimo, ma prima raggiungi l'obiettivo di vederla e poi...sognaci su, in fondo oggi sarai in incognito, non dovrete incontrarvi. Mi chiedo dovesse accadere un giorno, in che stato arriveresti all'appuntamento, Dio, non ci voglio pensare” disse ridacchiando.

 

Bill fece una piccola smorfia.

 

“Non .. non oso pensarci, mi verrebbe un infarto prima ancora d'incontrarla, sicuro! Ma è la cosa che più desidero al mondo, parlarle e dirle la verità senza dovermi più nascondere”

 

“Pensa a quando la bacerai tenendola stretta a te, col tuo corpo che non chiede altro che..” non continuò la frase volutamente, ma punzecchiarlo era forse il modo migliore di sciogliere un po' la sua tensione, anche se con Bill a volte si rischiava di sortire l'effetto opposto “Ah quanto lo vorrei per te!”

 

“Oh smettila, mi stai montando ulteriore ansia così, finiscila!” lo riprese stizzito lui.

 

Afferrò nervosamente il suo telefonino perchè Andreas lo stava tempestando di messaggi,foto e video, mentre Georg e Gustav lo stavano assillando di domande in attesa di frementi risposte.

 

“Mi sta inviando di tutto e di più dall'aeroporto, che amici ingrati che ho!” osservò con un leggero sorriso “Ma in queste foto non si vede granchè, la biglietteria è pure sfocata, dannazione Andreas, così peggiori la situazione.” disse sospirando, poi s'impose di calmarsi “Non è strano tutto questo? Ritrovarci a Bologna intendo”.

 

“Beh, non l'avrei mai detto Bill che qualcuno in così poco tempo avrebbe rivoluzionato in questo modo la tua vita, cioè ero sicuro che prima o poi sarebbe accaduto anche a te e sono felice sai? Alla faccia di tutta quella

fottuta gente che ti ha sempre considerato dell'altra sponda.”

 

“Non so cosa mai potrà accadere tra me e lei, ma qualunque cosa sia, vorrò proteggerla da tutto e da tutti finchè potrò farlo. Non mi sognerei mai di dare in pasto a quegli squali assatanati un solo briciolo della mia vita privata”

 

“E' quello che hai fatto finora, sanno tutto o quasi ma niente della tua vita sentimentale, beh l'esatto contrario mio, che dire”

 

“Perchè è esattamente quello che hai sempre voluto, sbandierare a tutti le tue dolci conquiste.”

 

Tom lo guardò apparentemente soddisfatto, ma quando Bill spostò il suo sguardo verso il finestrino si rese conto che il taxi era giunto a destinazione ed ora non restava che affrontare il destino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.

 

   
 
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