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Autore: sexy_sadie    10/11/2018    0 recensioni
Clara è una ragazza sveglia, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. E' una neo diciottenne pronta alla vita. Ama divertirsi e uscire con i suoi amici di sempre. L'amore non le interessa molto, frequenta qualcuno occasionalmente ma è ben lontana dal cadere ai piedi di un ragazzo, per quanto bello possa essere.
Forse però non è lei che vuole stare lontana dall'amore; forse è l'amore che ancora non l'ha minimamente sfiorata.
Per il momento..
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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..Ma perché sto correndo?

Intorno a me enormi pini si ergono verso un cielo luminoso e azzurro. Neanche una nuvola a rovinare quel dipinto che si staglia sopra la mia testa.

Penso che più che in mezzo al bosco vorrei essere al mare; con un clima così perfetto l’abbronzatura verrebbe anch’essa perfetta. Eppure so che è gennaio e l’estate è ancora troppo lontana. Gìà mi immagino insieme a Marty immersa in un mare calmo e caldo che mi manca da morire, per poi fare baldoria insieme agli amici di sempre la sera intorno al falò, con Michele che suona la sua chitarra e una bottiglia di birra per gustarci meglio le notti estive.

 

La corsa si arresta. Adesso mi trovo di fronte ad una pianura coperta di verde. Poco più avanti lunghe distese di lilla catturano la mia attenzione.

Mi sembra di intravedere una figura che si muove da lì sotto e viene verso di me; mi dico che probabilmente la scelta migliore sarebbe quella di aspettare che la persona mi raggiunga, ma non faccio in tempo a terminare questo pensiero che le mie gambe riprendono vita e corrono nella sua direzione. Eppure più mi avvicino e meno riesco a mettere a fuoco la sua figura. Mi innervosisco, mi gratto gli occhi.. ma è sempre peggio.

 

- Here comes the sun (doo doo doo doo), here comes the sun, and I say it’s all right..

 

Con gli occhi ancora chiusi tento di spegnere la sveglia, ma l’unico risultato che riesco ad ottenere è quello di far cadere malamente il cellulare tanto da spegnerlo.

 

Vabbè, ho comunque raggiunto il mio scopo.

 

Mi rigiro dall’altra parte del letto per riprendere sonno. In questi ultimi giorni di vacanza il mio orario biologico si è completamente alterato: stare fuori fino all’alba e svegliarmi alle due del pomeriggio sembrava un’ottima idea prima di stamattina. Però mi sono divertita troppo! È stato bellissimo passare queste vacanze natalizie con la mia famiglia e i miei amici e ridere fino alle lacrime e bere fino a cantare senza ritegno per le strade del centro storico e di nuovo ridere e sentirsi le guance indolenzite.

Solo a ripensarci le mie labbra prendono la piega di un sorriso e decido che adesso posso alzarmi dal letto, prendermi il caffè e prepararmi per andare a scuola.

 

Recupero il mio cellulare e lo accendo giusto per sapere l’ora e scoprire quanto tempo mi resta per prepararmi prima che Martina bussi al citofono.

 

Ah okay. Ho tipo 10 minuti per prepararmi. Ottimo.

 

Ma perché mamma non mi sveglia come ogni altra mamma in questo universo?

 

-Mà! Potevi almeno controllare che mi stessi svegliando! -

La raggiungo in cucina dandole il mio buongiorno migliore.

 

- Hai diciotto anni e vuoi essere ancora svegliata come quando ne avevi otto? Vai, sbrigati che tra poco ti verrà a bussare Marte.

 

Marte. Mi fa sempre ridere. Da quando la genitrice qui presente ha capito che la mia migliore amica ha qualche problemino ed è matta le ha dato questo soprannome simpatico che io adoro.

 

- Sì lo so, volevo giusto un goccio di caffè. Tanto non ci metto molto a prepararmi.

 

Effettivamente dieci minuti mi bastavano per sciacquarmi e vestirmi. Mi lavavo di proposito per bene la sera prima di andare a letto, i vestiti li scelgo sempre ad minchiam mettendo una mano a caso dentro l’armadio e prendendo le prime cose che mi vengono sotto tiro, non ho bisogno di truccarmi perché tanto non me ne frega niente, lo zaino è già fatto.. ma, Cristo, il caffè è finito.

 

- Però almeno un pochino di caffè potevi lasciarmelo! - protesto contro mia madre. Ma c’è bisogno di bersi due tazzine di caffè già prima delle otto?! - che palle, quello delle macchinette a scuola sa di morte e disperazione.

 

E dopo la migliore indifferenza di mia madre, incorniciata da un’alzata di spalle, mi incammino verso il bagno con al mio seguito anche dei jeans e una felpa.

Guardandomi allo specchio noto sulla mia guancia destra i segni dei braccialetti. Cerco di toglierli bagnando la mia faccia con dell’acqua fredda, ma molto più probabilmente devo soltanto pazientare e verranno via da sé.

Mentre mi pettino controllo come ogni mattina il mio viso, esaminando le mia sopracciglia grandi che fanno da contorno a degli occhi piccoli da assonnata, di un banalissimo castano che se potessi cambierei in verde, il mio nasino che è la cosa per la quale vado più fiera, le mie labbra, troppo grandi per i miei gusti, così come il seno. Ecco, il seno non lo sopporto! È bello quando è pieno, ma il troppo storpia. Per fortuna la cascata dei miei capelli ramati scuri li nasconde un po’ da occhi indiscreti. Beh, più o meno.. diciamo che si nota comunque che la taglia è grande, nonostante il mio utilizzare magliette, felpe e maglioni larghi.

Cavolo, mi sa che ho preso qualche chiletto durante le vacanze. Questa cosa non mi piace.

 

Nonostante la porta chiusa riconosco il rumore del citofono quando suona. Bene, Marty è arrivata ed anche questa volta sono riuscita a prepararmi in tempo.

 

Recupero il mio zaino e saluto mia madre e mia sorella che, beata lei, va già all’università e si sveglia quando le pare perché al momento non ha corsi. Maledetta.

 

- Ciao scema! - saluto amorevolmente la mia più cara amica.

 

Ci conosciamo praticamente da sempre: abbiamo fatto l’asilo, le elementari, le medie ed ora il classico insieme. E i nostri padri si conoscevano anche da ragazzi! Praticamente un’amicizia scritta nel dna.

 

- Buongiorno simpaticissima! - mi risponde sarcastica. - Allora ce l’hai fatta a svegliarti in tempo. -

 

- ..diciamo dieci minuti fa circa.. Si lo so sono pessima ma l’importante è che adesso arriviamo a scuola abbastanza in tempo per prendermi un caffè alle macchinette, mia madre lo aveva già finito.-

 

Mentre camminiamo mi infilo le mani nelle tasche del giubbotto. Fa troppo freddo e io non lo sopporto. Ho bisogno del caldo. Martina invece sembra stare benissimo! Cammina con nonchalance verso il cancello della scuola, con il vento che le accarezza i capelli mogano e il suo viso truccato con un accenno di eyeliner, un po’ di ombretto e il mascara. Semplice e bella.

 

Appena varchiamo la soglia del cancello, vengo assalita alle spalle e per lo spavento butto un urlo che fa girare verso di me tutti gli studenti che sono ancora nel cortile.

 

- Noemi ma tu sei pazza! Mi hai tolto non so quanti anni di vita! - sbotto contro la mia amica.

E lei resta lì, piegata in due, che se la ride. Ma tanto prima o poi arriverà il momento anche per lei.

 

- Scusa ma non ho resistito, è più forte di me! Sei felice di rivedermi?
 

Noemi è una nostra compagna di classe con la quale abbiamo da subito fatto amicizia. Purtroppo però lei abita in un paesino vicino, quindi fa la pendolare. Sia a me che a Marty dispiace molto non poterla vedere spesso anche per le uscite serali, però a volte rimane a dormire da noi e quando succede è sempre una festa. Noemi ha i capelli corti e castani, la pelle olivastra e due occhioni bellissimi. È stra magra, anche se a dire il vero mangia in continuazione. Io invece ingrasso anche solo respirando.

 

- Sono felice e inquietata.
 

- Vedo che il nuovo anno non ti ha maturata troppo. - risponde Martina abbracciandola.
 

Percorriamo insieme l’edificio scolastico fino a raggiungere la mia tanto agognata macchinetta per il caffè. - Comunque, ragazze, non avrei mai pensato di desiderare così tanto un caffè di merda. Devo proprio aver raggiunto un livello di disperazione preoccupante.

 

- Infatti io al massimo mi prendo la cioccolata. Quella è difficile renderla brutta.

 

- Si ma tu Marty vai in palestra, io no. Se la bevo prendo cinque chili come minimo.

 

Nel frattempo vediamo la professoressa di greco fare la sua marciata verso la nostra classe. Io e le mie amiche ci guardiamo, sconfortate.

 

- Che questo semestre abbia inizio.. - esclama già stanca Noemi.

 

- Speriamo almeno sia tranquillo.

 

Che poi, a ripensarci, quando mai le cose filano lisce?

























Angolo Autrice:
Ciao! E' una vita che non scrivo una storia qui su efp. Mi sembra di ritornare indietro nel tempo. 
Però ho avuto qualche ora libera e dal niente mi è spuntata questa trama.
Spero sia di vostro gradimento e che vi stuzzichi la fantasia.

  
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