Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: Krestal    10/11/2018    5 recensioni
Ha diciannove anni, sa controllare il tempo, ha la miccia corta e poca voglia di impegnarsi. Quando Valerie Jenkins arriva alla Yuuei per uno scambio scolastico, riesce subito a fare amicizia con Aizawa Shota, complice una comune passione per i gatti. Valerie sa bene che la prima volta che combatterà davanti ai suoi compagni potrebbe stabilire se diventerà la sfigata del corso o qualcuno da ammirare. Sarebbe proprio un peccato se combattesse contro chi può annullarle il quirk, vero?
Storia ambientata durante il terzo anno di Eraserhead/Aizawa Shota e Present Mic/Hizashi Yamada
Eraserhead/Aizawa Shota x OC
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Present Mic, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 

Capitolo 1 - Se si fa una media siamo due persone normali

 

Era esausta, non dormiva decentemente da due giorni, aveva i capelli arruffati e aveva mangiato più di quanto avrebbe dovuto (e molto peggio di quanto avrebbe dovuto), ma ce l’aveva fatta.

Era in Giappone.

“...e se hai bisogno di lavare qualcosa, al piano di sotto c’è la lavanderia. Tutto chiaro?” La ragazza - com’è che si chiamava? - la guardava sorridendo. Si sistemò gli occhiali a punta sul naso con un gesto fluido.

Valerie la guardò. Era stata talmente impegnata a guardare quella stanza semivuota che sarebbe stata casa sua per una piccola parte della sua vita, da non aver ascoltato quasi niente. “Tutto chiaro, certo. Sei stata molto gentile.”

“Di nulla,” rispose lei. “Ti ho lasciato un biglietto con il mio numero di telefono sulla scrivania, così se hai bisogno di qualsiasi cosa puoi scrivermi. Sono nella stanza accanto alla tua, però,” le disse, facendo un cenno verso la porta in fondo al corridoio.

Valerie annuì. “C’è altro che dovrei sapere?”

“Stasera arriverà già qualcuno,” continuò a spiegarle la ragazza - il suo nome iniziava con la M, le sembrava. “Ma la maggior parte della gente arriverà domani. In genere la prima sera ci si trova nell’area comune, ognuno compra o prepara qualcosa da mangiare e si sta svegli fino a tardi.”

“Sembra divertente,” le rispose Valerie. “E stasera, invece?”

“Stessa cosa, ma con meno gente e meno casino,” le rispose l’altra. “Probabilmente sarai stanca, però.”

“Assolutamente no!” Si affrettò a dire Valerie. “Sono abbastanza elettrizzata. Non credo riuscirò a dormire a breve.”

“Allora ti conviene sistemare la tua roba e scendere tra un’ora circa,” le disse l’altra con un sorriso, passandosi una mano tra i capelli neri. “Per la cena non ti preoccupare, almeno stasera, ci penso io.”

“Grazie, sei gentilissima,” le disse Valerie, pur avendo il dubbio che lo stesse facendo solo perché era la studentessa responsabile. Anche gli altri studenti della sua scuola ne avevano uno, c’era la concreta possibilità che quella tipa non vedesse l’ora di liberarsi di lei. “Ora ti lascio andare. Ci vediamo dopo!”

“Ciao ciao, a dopo!” Le disse la ragazza, aprendo la porta della propria camera.

Valerie sorrise, chiudendosi la porta alle spalle. Ce l’aveva fatta, era alla Yuuei.

Prese tra le dita il bigliettino sulla scrivania, scoprendo che la ragazza si chiamava Nemuri Kayama. Accanto era riportata anche la parola Midnight, che Valerie ipotizzò essere il suo nome da eroina. Non aveva azzeccato neppure l’iniziale.

 

Dopo una doccia veloce e un cambio di vestiti, mezz’ora più tardi Valerie scese nell’area comune. Non c’era ancora nessuno, quindi si sedette lì con il cellulare in mano e gli auricolari nelle orecchie.

Era curiosa di conoscere gli altri, sperava tanto che andassero d’accordo, o sarebbe stato uno schifo. Aveva bisogno di un po’ di musica sparata a tutto volume per cancellare un po’ di quelle paranoie che le avrebbero solo reso più difficili le cose.

Dopo un lasso di tempo indefinito, una sagoma entrò nel campo visivo di Valerie, sventolando una mano. Valerie trasalì e si tolse le cuffie.

“Finalmente! Ciao, eh!” Era un ragazzo biondo con i capelli all’insù e un paio di occhiali da sole aranciati. Le stava sorridendo.

“Ciao, scusa, ero distratta,” si affrettò a precisare, passandosi una mano tra i capelli ancora umidi.

“L’avevo notato. Hizashi Yamada, piacere di conoscerti,” le rispose, porgendole la mano.

Valerie gliela strinse. “Valerie Jenkins. Piacere.”

Hizashi fece un cenno verso un secondo ragazzo che Valerie non aveva notato. Indossava una maglietta scura e un paio di jeans che facevano un certo contrasto con la maglietta rossa e gli occhiali di Hizashi. Aveva i capelli neri e lunghi, piuttosto spettinati, e gli occhi segnati da occhiaie scure. “Lui è Aizawa Shota.”

Aizawa teneva le mani nelle tasche. “Ciao,” si limitò a dire.

Era già chiaro chi era quello simpatico dei due. “Ciao a te,” rispose Valerie, sforzandosi di sorridere.

Hizashi si sedette accanto a lei con un tonfo. “Allora, come è andato il viaggio? Ti stai trovando bene? Qual è il tuo quirk?”

Valerie lo guardò. “Devo rispondere in ordine? Perché ho già dimenticato qual era la prima domanda.”

“Non importa, ti rifaccio l’ultima: qual è il tuo quirk?”

Valerie si arrotolò una ciocca di capelli sul dito. “Beh, controllo il tempo.”

Hizashi spalancò la bocca. “Che figata!”

Scrollò le spalle. “Meno di quello che sembra, in realtà. I vostri?”

“Dirtelo sarebbe davvero stupido,” disse il ragazzo di nome Aizawa, in tono serio, che era rimasto in piedi accanto al divano. “Mi pare ovvio che prima o poi dovrai scontrarti contro di noi, nel corso delle prossime lezioni, e non vedo perché dovrei darti un vantaggio a cui tu hai già rinunciato.”

Valerie lo guardò come ad aspettarsi di scoprire che era una battuta, ma restò serio. “Ok,” si limitò a dire alzando gli occhi al cielo. “Come vuoi.”

Stavo per chiedere a Hizashi quale fosse il suo, ma in quel momento scese le scale Nemuri. Indossava un paio di pantaloncini e un top semplice, ma che su un fisico come il suo faceva decisamente un certo effetto. “Salve, ragazzi!”

Hizashi si alzò dal divano urlando il nome di Nemuri — Valerie si portò una mano all’orecchio sinistro, aveva una voce davvero potente — e andò ad abbracciarla. Aizawa si limitò a buttare lì un “Ciao” svogliato.

Hizashi e Nemuri si misero a parlare tra loro, lasciandomi in un silenzio imbarazzante con il signor simpaticone.

Aizawa si sedette sul divano. Si ritrovarono entrambi con il cellulare in mano per qualche lungo istante.

“Pensavamo di prendere una pizza, vi va?” Propose Hizashi. “Avremo tutto il tempo per mangiare in mensa.”

Era un’idea sensata. “Pizza sia,” disse Valerie.

“Bene!” Esultò Nemuri battendo le mani. “Stasera dovremmo essere solo noi quattro, più altre tre persone dopo cena, quindi possiamo andare a prenderla già adesso.”

Valerie si alzò. “Volete che venga con…”

“Stai comoda, andiamo noi,” le disse Hizashi. “Torneremo tra poco.”

Nemuri la salutò con la mano mentre uscivano.

E prima che potesse fare altro, era rimasta sola con lui.

Tornò a sedersi sul divano. Aveva la sensazione che lui la stesse guardando con la coda dell’occhio, ma non voleva girarsi.

Dopo un lasso di tempo che le parve infinito, disse: “Credo che andrò su, magari dico a Nemuri di avvertirmi quando tornano.”

Fece per alzarsi, ma Aizawa disse: “Aspetta.”

Valerie si bloccò e lo guardò. “Sì?” Chiese con aria interrogativa.

Aizawa posò il cellulare sul divano, ma parlò senza guardarla. “Non… Prima non volevo essere sgarbato.”

Valerie fece un mezzo sorriso. “Beh, in effetti…” Scrollò le spalle. “Ma non importa. Dimentico in fretta.”

Lui le fece un lieve sorriso.

Silenzio imbarazzante.

“Non ero mai stata così lontana da casa,” disse Valerie, tanto per riempire il vuoto.

“Immagino. Deve essere dura,” rispose lui. Sembrava in crisi quanto lei sul cosa dire.

“Non l’avrei pensato, ma forse quella che mi manca più di tutti è la mia gatta.”

Gli occhi del ragazzo si illuminarono, e si voltò di scatto. “Hai una gatta?”

“Yep. Si chiama Shadow. Non è un nome molto originale per un gatto nero, ma a dieci anni mi sembrava il nome più figo del mondo.”

“Io adoro i gatti, ma non ne ho mai potuti avere,” spiegò con una nota di tristezza nella voce.

“La vuoi vedere?” Gli chiese Valerie, prendendo il cellulare.

“Certo!”

“Se comincio a farti vedere le sue foto, possiamo stare qui fino a domani.”

“Magari. Almeno avrò una scusa per non ascoltare gli sproloqui di Mic che si esalta per l’inizio dell’anno,” le disse, divertito.

“Gli sproloqui di… chi?” Forse non aveva capito bene il nome.

“Oh, è il nome da eroe di Hizashi. Present Mic.”

Present Mic. Forse aveva qualcosa a che fare con la musica? “Eccola,” disse Valerie, mostrando una foto di Shadow con gli occhi spalancati.

“Oddio, è bellissima,” disse Aizawa, avvicinando la faccia allo schermo. “Peccato che non si possano tenere animali nel dormitorio.”

“Se fosse possibile, trasformerei la mia stanza in un gattile.”

“A chi lo dici.”

Valerie gli fece vedere qualche altra foto. “Sto chiedendo a mio fratello di mandarmi un sacco di foto. Da qualche parte ho anche un video di Shad che riporta una pallina.”

“Voglio vederlo subito.”

Valerie colse la palla al balzo senza pensarci. “Dovresti darmi il tuo numero di telefono. Passo un terzo del mio tempo libero a guardare video di gatti, dovrei passarteli.”

“Sì, certo. Te lo detto.”

“Puoi darmi anche quello di Hizashi? Può farmi comodo.” Si affrettò a precisare: “Se a lui non dà fastidio, chiaro.”

“Figurati se gli dà fastidio. Parlerebbe anche con i sassi, quello.”

“Un po’ lo invidio. Io ci metto un po’ di più a sciogliermi, infatti ho un po’ paura.”

“Per cosa?” Chiese lui, senza capire.

“Beh, potrei stare sul culo a tutti,” spiegò Valerie con un’alzata di spalle. “Spero che riuscirò almeno a fare bella figura se dovrò scontrarmi con qualcuno, potrebbe essere un buon modo per iniziare.”

“Questa è bellissima,” disse Aizawa guardando una foto di Shadow che sbadigliava. “Quanti anni hai detto che ha?”

“Dovrebbe averne circa dieci. Ho provato a convincere i miei a prendere un altro gatto, ma non ci sono riuscita.”

“Non molto distante da qui c’è un cat café. Potremmo andarci con gli altri, un giorno.”

Valerie sorrise, posando il cellulare. “Sarebbe fantastico!”

Lui le sorrise a sua volta, quindi calò un altro breve silenzio.

“Oltre ai gatti cosa ti piace?” Gli chiese Val. Era contenta che avessero trovato un terreno comune in poco tempo.

“Alle medie giocavo un sacco ai videogiochi, leggevo, passavo un sacco di tempo a fare giochi da tavolo… ora è già tanto se mi resta il tempo per dormire, per quanto devo studiare,” concluse.

“E poi ci sono io che mi riduco a studiare o esercitarmi la sera prima e cazzeggio tutto il tempo,” rispose Valerie, passandosi una mano tra i capelli. “Però con il mio quirk è un po’ più semplice. Non sai quante volte ho bloccato il tempo per studiare un paio d’ore in più.”

“Beh, comodo.”

“Yep, parecchio.”

“Sono curioso di vederti in azione, domani,” le disse, osservandola con aria pensosa. “Ho l’impressione che il tuo quirk sia diverso da qualsiasi cosa che ho incontrato finora.”

“Non aspettarti chissà cosa,” disse Valerie scrollando le spalle. In realtà, era convinta che avrebbe fatto bella figura con tutti.

“La pizza è arrivata!” Urlò Hizashi entrando con un paio di scatole in mano.

Valerie guardò la finestra: era sicura di aver visto il vetro che vibrava.

“Avete fatto amicizia, voi due?” Domandò Hizashi posando le scatole sul tavolino davanti a loro. “Nemuri, vai a prendere qualche tovagliolo?”

“Abbiamo scoperto che entrambi adoriamo i gatti,” spiegò Valerie.

“Oddio, mi bastava un fissato,” disse Hizashi sedendosi sull’altro divano. “Se cominci anche tu a mandarmi video di gatti a tutte le ore ti blocco.”

Valerie rise. “Ricevuto.”

Nemuri tornò con un rotolo di scottex, Hizashi tirò fuori da un sacchetto alcune bibite.

“Infatti, non mandarli a lui, mandali a me,” disse Aizawa sporgendosi per prendere un pezzo di pizza. Valerie fece per prenderne una, ma lui le porse quella che aveva in mano. “Tieni.”

“Sei un vero cavaliere,” lo prese in giro Hizashi, con una fetta in mano.

“E tu sei un vero...”

“Stop,” mormorò Valerie schioccando le dita. Intorno a lei, erano tutti come congelati. Aizawa intento a insultare Hizashi, Hizashi che stava per mordere la pizza e Nemuri che stava per afferrare una fetta. Valerie prese qualche tovagliolo, li piegò a metà per ottenere una forma triangolare, quindi si alzò per prendere la fetta di Mic e sostituirla con i tovaglioli.

“Play,” disse, tracciando una linea orizzontale di un paio di centimetri nell’aria.

“...Coglione,” finì la frase Aizawa.

Hizashi morse i tovaglioli, per poi fare una smorfia schifata. “Ma che cazzo—“

“Questa è per te,” disse Valerie con un sorriso soddisfatto porgendo la fetta ad Aizawa.

Il ragazzo scoppiò a ridere.

Hizashi guardò male Valerie, quindi le disse: “Vedo che sei dedita alla nobile arte dell’uso del quirk per trollare la gente, mi piaci.”

Nemuri la stava guardando con gli occhi sgranati. “Wow! Non mi sono accorta di nulla!”

“È già dalla mia parte,” disse Aizawa, buttando giù il primo boccone. “Rassegnati.”

Altro schiocco e altro stop, stavolta ebbero la prontezza di girarsi verso di lei. Valerie si sporse verso Aizawa, aprì la bocca il più possibile e morse la fetta di pizza che aveva in mano. Tornò a sedersi con un sorriso soddisfatto, disse “Play” e poi: “Non sono dalla parte di nessuno.”

Stavolta fu Hizashi a scoppiare a ridere, mentre Aizawa la fulminava con lo sguardo, quindi le strappò la pizza di mano e diede un morso grande il doppio di quello che aveva dato lei.

“Vaffanculo!” Urlò Valerie, senza smettere di ridere.

“Perché nessuno trolla Nemuri?” Fece notare Hizashi.

Nemuri sollevò lo sguardo sgranando gli occhi. “Uh?”

“Lei è stata gentile con me, almeno per qualche giorno è salva,” rispose Valerie.

“Siete tutti così carini,” cinguettò Nemuri. “Ah, la giovinezza.”

“Quanti anni hai, scusa?” Domandò Valerie, perplessa.

“Ha qualche mese più di noi, ma parla anche di se stessa” rispose Hizashi. “Non ci fare caso.”

Valerie buttò giù un boccone di pizza. “Dopo cena che volete fare?”

Hizashi alzò entrambe le braccia. “Propongo di mettere su una serata karaoke!”

“Neanche se mi leghi e mi minacci di morte,” rispose Aizawa.

Nemuri parve pensarci su. “In genere non si fa niente di particolare, la prima sera. Ma come fai a non avere sonno?”

Valerie fece spallucce. “Le novità mi rendono iperattiva.”

Hizashi puntò entrambi gli indici verso di lei. “Io e te diventeremo ottimi amici. Non come quella mummia.”

Aizawa alzò gli occhi al cielo.

Valerie rise. Dopotutto, le cose non stavano andando tanto male.

 

Quando ebbero finito di mangiare, restarono lì a chiacchierare per un’oretta. Valerie raccontò delle differenze con la sua scuola, ma la conversazione andò avanti soprattutto tra lei e Hizashi. Nemuri sembrava concentrata su altro, Aizawa aveva l’aria di chi stava già crollando dal sonno.

Nemuri diede la buonanotte, spiegando per l’ennesima volta a Valerie che se avesse avuto bisogno sarebbe potuta andare da lei in qualsiasi momento. Valerie la ringraziò e decise di andare in camera a sua volta, visto che anche Hizashi era andato via, trascinandosi dietro Aizawa perché altrimenti l’indomani sarebbe stato uno zombie.

Valerie non aveva ancora sonno, però. Si preparò per la notte, poi telefonò a sua madre.

Erano tutti felici di sentirla e sapere che stava bene. Raccontò che i ragazzi che aveva conosciuto erano simpatici e che la scuola era fighissima. Pregò sua madre di dire a suo fratello di mandarle più foto di Shadow, e tra una cosa e l’altra passò un’altra mezz’ora.

spense la luce e si mise sotto le coperte. Iniziò a scorrere qualche video di gatti. Quando ne ebbe visto uno con un gattino nero che veniva inseguito da un topo, senza pensarci lo inviò al contatto di Aizawa.

Dopo qualche istante, lui era online. Valerie tornò a guardare video, chiedendosi se avrebbe risposto.

Dopo un paio di minuti, le arrivò la risposta.

 

AS: Bellissimo

 

Valerie pensò se rispondergli, lui era ancora online. Comparve la scritta Aizawa Shota sta scrivendo, ma poi scomparve. Scelse di scrivergli.

 

VJ: Ma tu non dovevi dormire? XD

 

AS: Lo stavo facendo, ma ho dimenticato la suoneria.

 

VJ: Ops ^^’ Non ti disturbo allora! Sorry

 

Valerie si sentì in colpa, anche se sapeva di non aver fatto niente di male. Il suo cellulare si illuminò di nuovo.

 

AS: Nah, stai tranquilla. Tanto domani avrei sonno anche se dormissi dodici ore.

 

VJ: E poi ci sono io che non avrei sonno neppure se ne dormissi due.

 

AS: Insomma, se si fa una media siamo due persone normali.

 

Valerie rise. Nonostante la prima impressione, era simpatico. O forse lo trovava simpatico solo perché era carino. Oddio, era il primo giorno e si stava già prendendo una cotta per qualcuno? Probabilmente lo stava infastidendo. Decise di lasciar cadere la conversazione.

 

VJ: Sì, tipo.

 

Eppure, lui la portò avanti.

 

AS: Come fai a sapere così bene il giapponese?

 

VJ: Mia nonna paterna ha vissuto in Giappone per trent’anni. Ho fatto scuole bilingui e con lei ho sempre parlato giapponese. Si è pentita di non averlo insegnato a mio padre e ha rimediato con me.

 

AS: Oh, figo. Deve essere bello sapere così bene una seconda lingua.

 

VJ: Se vuoi posso darti una mano con l’inglese, lol

 

AS: Lasciamo stare. Già parlo poco in Giapponese.

 

VJ: Esagerato. A me sembri socievole :D

 

AS: ...lol. Se Mic leggesse questo messaggio riderebbe per qualche settimana.

 

VJ: Perché?

 

AS: Boh, diciamo che non sono esattamente un chiacchierone, a parte con Mic e pochi altri. E detesto roba tipo feste e cose simili. Sono più il tipo di persona che preferisce una serata a casa.

 

VJ: In parte ti capisco, ma a me piace fare entrambe le cose :3 Però ci sta, alla fine son gusti.

 

AS: Sì, infatti. L’importante è non criticare chi ha interessi diversi dai nostri, secondo me. Domani credo che quando partiranno i festeggiamenti me ne andrò direttamente in camera.

 

Valerie fece un’espressione triste guardando lo schermo e gli rispose senza pensarci.

 

VJ: Noooo, please! Non abbandonarmi, sarà imbarazzante, ma senza una delle tre persone in croce che conosco sarebbe ancora più dura XD

 

AS: Lol. Se proprio ci tieni…

 

VJ: Alla peggio ci mettiamo in un angolino a vedere video di gatti.

 

AS: So già che me ne pentirò, ma almeno c’è un buon piano B. Va bene.

 

VJ: Grazie <3 Ti devo un favore grosso come una casa.

 

AS: :)

 

Valerie guardò lo schermo un’ultima volta, sorrise e decise di chiuderla lì. Lui era sicuramente stanco e dormire avrebbe fatto bene anche a lei. Avrebbe potuto dargli la buonanotte, ma non voleva fare la figura della disperata che portava avanti le conversazioni a ogni costo.

Si sentiva una totale idiota. Detestava il modo in cui il suo cervello pareva fissarsi con persone a caso. Doveva farsela passare prima di prendersi una cotta vera e propria.

Poteva farcela, no?

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Krestal