Serie TV > Buffy
Ricorda la storia  |       
Autore: PabloX    11/11/2018    0 recensioni
Faith- Nuovo Inizio” Riprende la fan fiction “Faith ritorno a Los Angeles”, che si concludeva con la morte di Faith nel tentativo di salvare il mondo e contemporaneamente restituire l’essenza umana ad Angel. Dovevo quindi trovare un modo di far tornare in vita Faith, ma volevo anche usare altri personaggi che non avevo usato nel primo racconto. Spike ad esempio. Ed ecco che vedrete Spike in azione, e naturalmente il suo rapporto conflittuale con Angel è uno dei temi del racconto, oltre al problema che ora Angel non è più un vampiro. E’ quello che ha sempre desiderato ma davvero è felice ora? Oppure rimpiange i vecchi tempi? Aggiungiamoci una Kennedy che aspira al ruolo che fu di Buffy (e Faith) gli avvocati della Wolfram & Hart e che gli effetti della Magia hanno sempre delle conseguenze… ed ecco che il pranzo è servito !
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: Alcuni personaggi sono di mia creazione, altri appartengono a Joss Whedon, David Greenwalt e alla WB, UPN ecc ecc
La Fan fiction è scritta senza scopo di lucro e per puro divertimento e non intende violare alcun copyright.
Buona lettura a tutti.

 

Faith: Nuovo Inizio

Episodio 1
Essere o non Essere




Faith camminava nello scantinato dell’Hyperion. Più che camminare sarebbe maggiormente giusto dire che si muoveva. Da quando era tornata sulla terra aveva scoperto molte cose.
La prima era che solo Angel la vedeva. Non riusciva a capire il perché all’inizio, poi l’aveva capito.
Lei aveva chiesto a Zebutti di farla tornare sulla terra e di poter essere vicina per sempre ad Angel.
E Zebutti aveva esaudito il suo desiderio. L’aveva fatta tornare sulla terra e poteva stare vicino ad Angel. Solo che si era dimenticata di specificare che sulla terra voleva tornarci da viva.
E invece c’era tornata, ma come un fantasma. Un ammasso ectoplasmatico che Angel e solo Angel poteva vedere.
Lo sapeva che doveva esserci una fregatura in una promessa di un Demone, seppur di alto grado come Zebutti.
La situazione non era per nulla migliorata rispetto a prima che lei partisse per quella disperata missione in compagnia di Willow.
Allora lei era un cacciatrice, ed Angel un vampiro. C’erano problemi, ma erano entrambi vivi.
In effetti lui era morto, ma insomma, al modo dei vampiri , era vivo. Adesso invece era vivo e nuovamente umano, però lei era morta, anche se, come fantasma, era abbastanza vivace.
Faith aspettava ogni sera che lui tornasse dalle sue missioni e lo accoglieva sempre con un vestito diverso.
Non doveva nemmeno comprarli o rubarli i vestiti. Erano, come dire, una dote del suo essere fantasmatico. Almeno in quello Zebutti era stato generoso.
Così si poteva divertire a sorprendere il suo amante sempre in modo diverso.
Questo la distraeva dal fatto che lui potesse ancora fare quello che una volta era il mestiere di lei.
Già perché Angel ancora lottava contro il male.
Solo che adesso lei non poteva più essere al suo fianco, visto che era relegata all’interno dell’Hyperion, e non poteva uscirne. I fantasmi sono infatti legati ad un posto e non possono andarsene in giro a farsi gli affari propri a piacere.
Ad accompagnare Angel nelle sue missioni ora c’era Kennedy. infatti era lei ad essere rimasta l’unica cacciatrice in città.
Le altre pare avessero seguito Giles da qualche altra parte. All’Hyperion  era rimasta ovviamente anche Willow, che faceva praticamente da Osservatrice. Una Osservatrice un po’ troppo stretta, secondo Faith, ma non era un problema suo.
In quanto agli altri, Connor viveva anche lui all’Hotel. Ora  che Angel era umano finalmente tra i due poteva esserci quella complicità e quell’affetto che ci devono essere tra padre e figlio. O dovrebbero esserci, si disse Faith pensando ai suoi genitori.
Connor sembrava felice: d’altro canto faceva quello che un ragazzo della sua età considererebbe “una ficata”. Di giorno aiutava Lorne col karaoke e di notte, alle volte almeno, era con Angel e Kennedy a caccia di vampiri e mostri.
A proposito di Lorne, il suo amico e confidente Lorne, c’era da dire che, da quando avevano distrutto il suo karaoke, aveva sperato di farlo ripartire da qualche altra parte. E quale posto migliore di un grande ex-Hotel?
I soldi di Angel erano quasi alla fine, e i pochi rimasti erano stati spesi, insieme a quelli del demone Pyleano, per trasformare l’albergo in una specie di cabaret con karaoke e numeri di intrattenimento.
Non era proprio il Caritas, perché i vampiri lì non osavano avvicinarsi, ma qualche demone delle razze pacifiche e molti curiosi, oltre che molti studenti universitari, frequentavano il locale.
La musica attirava Faith e la faceva salire dallo scantinato. Spesso si gettava nella mischia quando Connor aveva il via libero per mettere su un po’ di House o Dance, e alle volte anche del rock, sebbene Lorne storcesse il naso e se ne andasse via disgustato. Solo che dopo un paio di pezzi si accorgeva che nessuno si curava di lei, e questo per Faith era insopportabile.
Non che volesse cuccare nella folla, anche se una certa tendenza le era rimasta, ma almeno farsi notare, quello le pareva il minimo.
Così se ne tornava triste nella sua cantina, oppure si metteva a guardare gli altri, immaginandosi di essere in mezzo a loro.
Nessuno sapeva della sua esistenza, nessuno la vedeva, solo Angel.
Era vita quella?
No, non lo era, era un specie di maledizione. Certo, probabilmente meglio che stare nell’inferno di Zebutti a fare la dattilografa per l’eternità, con tutto quel calore e senza mai il sole. E soprattutto senza Angel.
Ma anche vivere così, era un po’ come vedere la vita svolgersi solo attraverso l’apparecchio televisivo, e a lei la televisione aveva sempre annoiato.
Certo, c’erano le serate o le albe in compagnia di Angel, ed erano emozioni fortissime, ma col passare delle settimane anche questo la intristiva. Voleva e pretendeva di più di quella mezza vita, o meglio ancora, di quella parodia di vita.
Voleva sentire il vero calore umano, voleva potere mangiare e bere, ridere, scherzare, stare in compagnia e voleva poter fare ancora quello che aveva sempre fatto.
Voleva adempiere ancora al suo destino di cacciatrice.
Così una sera prese il coraggio, che non le mancava, e disse ad Angel
-Amore mio, così non può continuare-
-Che cosa Faith, che cosa non può continuare?-
-Noi, due. Non ha senso. Non è vita questa. Non lo è per me almeno. Ti vedo quasi meno che prima. Non posso muovermi da qui, Tu vai in giro a divertirt i-
-Vado in missione-
-Appunto, a divertirti in missione e io sto sempre qui ad ammuffire. Non è giusto-
- Lo so, ma non riesco a trovare una soluzione-
-Ci sarebbe-
-Quale?- chiese Angel con aria incuriosita
-Farmi tornare in vita. Sul serio-

Qualche giorno dopo Angel si trovò a fischiettare una vecchia canzone irlandese mentre saliva le scale. Incrociò Lorne a metà del tragitto, Lorne lo salutò e poi si fermò.
-Tutto bene Angel?-
--Sì, tutto bene. Perché?- domandò Angel sorpreso dalla domanda
-Non so, è un po’ di tempo che ti vedo un po’ assente.-
Angel scosse il capo con fare indifferente.
-Da quando lei non c’è più…- proseguì Lorne
-No, tutto bene- tagliò corto Angel, iniziando a risalire le scale.
Lorne lo bloccò prendendolo per un braccio.
-Lei è tornata vero?-
-Tornata? Chi?-
-Lo sai amico bello, lo sai a chi mi riferisco-
Angel scosse il capo imbarazzato. Mentire oppure ammettere? Non poteva di certo però mentire a Lorne. Poi, all’improvviso, capì.
La canzone irlandese…
Maledizione, l’aveva letto!
-A te non ti si può nascondere niente-
-Più o meno- rispose Lorne sorridendo-Ti va di parlarne?-
-Sì, ma non qui-
-Va bene, nel mio ufficio, allora-
-Il tuo ufficio? Chiese Angel, che ancora non si era abituato ad essere stato espropriato dal suo vecchio ufficio, che ora era diventato l’ufficio del direttore del Karaoke, quindi di Lorne.
I due chiusero la porta.
-Allora, cioccolatino, puoi svuotare il sacco-
- Sì, beh, credo che tu abbia capito…-
- I dettagli, i dettagli sono importanti-
- Quella volta che tornammo dal cimitero, ti ricordi? Beh, io andai in giardino, e la vidi-
- Continua-
- Era vestita di bianco, mi apparve nella luce del tramonto. Si avvicinò a me, mi disse che era tornata. Era tornata per stare con me. Per sempre. Ci baciammo. Ma un attimo dopo era evaporata. Svanita. Pensai che fosse una mia allucinazione-
-Tutto qui?-
-No. Ancora il giorno dopo mi comparve. Questa volta era vestita di rosso. E ancora ci baciammo, e ancora scomparve.  E poi tutte le sere successive, qualche volta anche all’alba, per un tempo sempre un po’ più lungo, ma a me pare sempre più breve. E ogni giorno aspetto il momento di vederla, il momento in cui potrò accarezzare i suoi capelli, il momento in cui potrò baciarla, il momento in cui staremo insieme.-
-La tua anima è tormentata, ma non è una novità, credo.-
-La mia anima sarà tormentata per sempre- rispose Angel con fare grave- Perché credi che vada ancora in missione?-
-Non so, me lo stavo chiedendo. Sensi di colpa?-
- Indovinato, ma stavolta era facile. Non solo quelli per quello che ho fatto in un secolo e mezzo da vampiro senz’anima, ma anche perché Faith è morta, dandomi una nuova vita. E io invece…-
- Non puoi farci niente, ormai.
- Non è vero, posso. Potrei farla tornare viva. In carne ed ossa-
Lorne fu sorpreso dal tono deciso di Angel e dal suo proponimento
- Stai parlando sul serio,?-
- Ti pare abbia voglia di scherzare? E poi lei me l’ha chiesto.-
-Non so se sia una buona idea, non si può andare contro le Forze dell’Essere e…-
-E da quando in qua ti importa delle Forze dell’Essere?-
-Da…facciamo cinque minuti fa? Non mi è affatto chiaro perché Faith sia qua come un fantasma, Angel, ne sappiamo poco. E poi io non sono di certo in grado di fare questo tipo di magia.-
- Willow, sì però-
- Calmati cioccolatino, sai che Willow potrebbe scatenare strane forze oscure con la sua magia, abbiamo già rischiato in passato e non so se vale la pena di rischiare-
- Per me la vita di Faith vale la pena- disse Angel seccato e con più di un filo di rabbia nell’intonazione.
Uscì e sbatté la porta dietro di sé
Lorne rimase a fissare la porta con aria pensierosa e poi mormorò tra sé e sé–Sento qualche guaio avvicinarsi-.

La sera stessa Angel riferì a Faith il contenuto della conversazione avuta con Lorne:
-E allora?- chiese Faith, -Non vuole farmi tornare?-
- Mi pare di aver capito che pensa che sia pericoloso-
- E io che lo credevo un amico- fece Faith imbufalita.
-C’è Willow, lei sì che potrebbe…-
-Però con lei ci parlo io- lo anticipò Faith
-Ma lei non può vederti-
- Io dico di sì. Lascia fare a me-

Faith si introdusse nella camera di Willow. Lei non c’era. Guardò nello specchio e non vide il suo volto riflesso. Ecco, adesso sapeva che cosa provavano i vampiri a non vedersi nello specchio. Capì quello che aveva provato Angel, il suo Angel, per secoli.
Ma lei non era un vampiro.
Era giusto quello che stava per chiedere a Willow? Non era una forma esacerbata di egoismo, forse? Non avrebbe turbato qualche equilibrio arcano nell’universo?
Al diavolo! si rispose, Tutta la sua vita era stata un turbare equilibri. Era diventata cacciatrice in carica in contemporanea ad un’altra, la cara, vecchia Buffy. E sicuramente questo aveva portato alle loro incomprensioni, nonché al suo votarsi al male. Poi c’erano state tutte quelle potenziali mutate in cacciatrici. Poi ancora aveva salvato Angel dandogli una vita umana. In realtà non l’aveva fatto da sola, era stata Willow a completare l’opera. E visto che aveva fatto 90 ci sarebbe voluto poco a fare 91.
E poi se lo meritava. Non aveva forse salvato il mondo dalle orde di zombie che già muovevano su Los Angeles?
Come fare a farsi vedere? Ci pensò un poco, poi le venne in mente. Ma certo, il medaglione! Era quello che aveva salvato Angel e poteva salvare lei. Intanto doveva trovarlo.
Iniziò ad aprire i cassetti a rovistare e a tirare fuori vestiti ed altro.
Niente.
Si aprì la porta. Istintivamente Faith cercò di nascondersi. Che stupida, non ti possono vedere comunque, si disse.
Willow entrò e vide i vestiti sparsi in giro.
-Ehi, ma chi cavolo ha rovistato nella mia biancheria?-
Si mise le mani lungo i fianchi ed esclamò –Kennedy! Quella ragazza sta diventando sempre più insopportabile. Devo chiarirmi con lei-
Rimise velocemente le cose  dentro i cassetti lasciandone un paio fuori come prova.
Poi si avvicinò alla mensola e aprì uno scrigno. Guardò verso la porta per sincerarsi che nessuno entrasse, poi estrasse una scatola. La aprì e dalla scatola estrasse il Medaglione del Potere Oscuro.
-Quanto sei bello!- disse con gli occhi che le luccicavano di qualcosa che era più che semplice ammirazione.
Willow strofinò leggermente la superficie del medaglione, allora Faith prese coraggio e provò a chiamare
-Ehi Willow!-
Willow si girò, si guardò attorno ma non vide nulla e nessuno.
-Strano, Mi era parso di sentire una voce..-
-Willow, Willow -Faith chiamò  più forte
-Chi è?- chiese Willow nascondendo il medaglione.
-Sono Faith, Willow-
-Faith?- Willow si guardava attorno impaurita
- Mi puoi sentire?-
-Sì, direi di sì. Ma dove sei? Non ti vedo-
- Proprio dritto di fronte a te.-
 -Aspetta che mi concentro- rispose Willow- mormorò qualcosa di incomprensibile e poi sorrise-
-Ehi Faith, che piacere vederti, come te la passi?-chiese Willow sorridendo
-E come vuoi che me la passi? Come un fantasma-
-Ah già, scusa. Sai ero sicura che saresti tornata. Me l’avevano detto le carte. E anche i fondi del caffè. E anche…-
-Un sacco di altre cose. Ok, passiamo alle cose serie.-
-Che bel vestito che hai. Ti dona -
-Senti Will, non sono qui per parlare di moda-
-Ah, no…certo…scusa-
-Bene- disse Faith sorridendo finalmente sicura di sé- Come vedi ho un problemino-
-E cioè?-
-Questo! Non lo vedi, sono un fottuto ectoplasma. Anzi, meno di un ectoplasma. Solo Angel mi vede. Voglio tornare ad essere viva, voglio tornare a combattere a fianco di Angel. E di te ovviamente. Sono la cacciatrice, Non ricordi?-
-C’è Kennedy!- rispose Willow
-Cosa? La mocciosa? Stai scherzando! Quella non è buona nemmeno per uccidere un vampiro neonato handicappato!-
-Non dovresti parlare così di Kennedy - disse Willow offesa.
-Scusa, ma, insomma, non vorrai mettere anni di esperienza contro una che sa a mala pena reggere un paletto, quando non lo impugna dalla parte sbagliata, e che ha sempre agito in gruppo, non da sola-
-Certo, per non parlare di qualche mese al servizio del Sindaco di Sunnydale. Sindaco Wilkins si chiamava? Oltre che maligno aveva un senso dell’umorismo discutibile-
-No, non era tanto male- Rispose Faith alzando le spalle- Ma ancora mi rimproveri quello?. Diamine ma allora ce l’avete ancora con me! Tu, Buffy e anche Giles. Per voi sarò sempre un’assassina!-
-No, Faith é che… Non puoi saltare di punto in bianco fuori dal nulla e chiedermi di farti tornare in vita. Perché è questo che mi stai chiedendo. Non è vero?-
- Felice intuizione. E allora?-
- Non so, non è così semplice-
- E perché? Perché non è così semplice? Eddai andiamo! Hai fatto diventare cacciatrici una banda di ragazzine imbranate, E hai fatto tornare Angel umano. Hai anche fatto tornare Buffy dal paradiso, se non mi hanno riferito male. Cosa ti ci vuole?-
-Buffy è tornata dal paradiso. E’ vero. Ma tu ,Faith da dove sei tornata?-
Faith fu sorpresa dalla domanda
.-Che importanza ha? Sono tornata e basta.-
 -Non è che sei il Primo, per caso?-
-Ah che idiozia. Ma quale Primo? Ti sto chiedendo di tornare a vivere. Ti pare che se fossi il Primo ti chiederei questo? Ti spingerei a fare qualche idiozia, piuttosto-
-Appunto -
In quel momento si aprì la porta ed entrò Kennedy.
-Con chi stai parlando?-
-Con…-rispose Willow indicando Faith. Che però era sparita
-Con nessuno-
Kennedy fece una smorfia
-Perché hai indicato lo specchio?- Stavi parlando con il tuo riflesso?-
Willow vide Faith che si era spostata dietro a Kennedy e faceva ampi gesti facendole segno di dire di sì- Willow sorrise e disse –Sì hai scoperto il mio segreto, noi streghe parliamo con il nostro riflesso per esercitarci-
-Mi stai prendendo in giro?-
-Willow guardò ancora verso Faith- Sì! Cioè voglio dire, no, no di certo-
- E’ la prima volta che sento dire una cosa del genere. Come mai non me ne hai mai parlato?-
-Non so, non era importante-
-Va bene. Ma cosa ci fanno questi miei reggiseni in mezzo alla stanza?-
-Ecco. Volevo parlartene. Sono arrivata qui e ho trovato tutto per aria. C’era un sacco di roba in giro per terra, un disordine assurdo. E non è la prima volta. Kennedy, devi imparare ad essere più ordinata. Altrimenti è meglio che me ne vada in un’altra stanza.-
-Ehi ma che cavolo stai dicendo? Io non ho per nulla buttato in giro la tua roba, anzi sei tu che hai buttato in giro la mia. Sei veramente strana stamattina!-
-Ma allora chi è stato a …-Willow si interruppe e guardò verso Faith che fece una faccia innocente indicandosi il petto con il pollice e poi facendo segno di no
-Faith sei stata tu!-scappò detto a Willow
-Eh? Con chi stai parlando?- Chiese Kennedy decisamente insospettita dall’atteggiamento di Willow.
-Con nessuno!-
-Ti ho sentito nominare Faith.o sbaglio? Che significa?-
-Non so- rispose Willow scuotendo la testa, forse ho detto –Kate, la mia gatta, si deve essere stata Kate a fare ‘sto casino-
-E da quando in qua una gatta fruga nei cassetti e li butta per aria? E poi non si chiamava Willy?-
-Sì ma mi sono accorta che era una femminuccia e non un maschietto, così gli ho cambiato nome-
Il viso di Kennedy si contorse in una smorfia di totale incredulità –Era una gatta? Eppure si azzuffava con gli altri gatti nella stagione degli amori-
-Crisi di identità-
-Speriamo. Non vorrei che tu avessi detto un altro nome.-
-Quale nome?-
-Mi pareva di aver sentito dire: Faith.-
-Faith? E’ morta, come potrei chiamare un morto?-
-Sei una strega, non ricordi?-
-Ogni tanto me lo dimentico-
-E ti dimentichi che ora la cacciatrice in carica sono io-
-Ci sono altre cacciatrici-
- Quelle sono delle potenziali. La vera cacciatrice sono io. E’ stata proprio Faith a dirmelo prima di andare via-
-Vuoi dire prima di sacrificare la sua vita e salvare il mondo?-
-Esatto. E’ stata lei a scegliermi. E se tu volessi rendere la sua volontà definitiva, sarebbe tanto di guadagnato.-
-Cioè?-
-Cioè revocare i poteri a tutte le altre. Tu puoi farlo. E’ un turbamento all’ordine prestabilito. Ricordi? In ogni generazione c’è una prescelta….Una. Non diecimila!-
-La prescelta è Buffy-
-Si è ritirata. E Faith è morta. Quindi sono io.-
-Ma Kennedy…-
-Basta così. Ne abbiamo già parlato . Aspetto che tu ti decida.- e così dicendo Kennedy se ne andò sbattendo la porta.
Faith saltò fuori dal buio.
-Si scoprono gli altarini eh?-
-Quali altarini?-
-Quella piccola intrigante con cui dividi il tuo letto, Will. Mai visto tanta sete di potere in un essere umano. Beh quasi mai…- si corresse Faith pensando al suo ex amico, il Sindaco Wilkins III
-L’hai sentita vero?-
-Certo che l’ho sentita, sono invisibile, mica sorda! E ti posso assicurare che non ho mai detto nessuna sciocchezza tipo: adesso morirò e tu mi sostituirai!. Anche perché non è compito di una cacciatrice scegliersi la sua sostituta.-
-Già, altrimenti Buffy non avrebbe scelto te-
-Ma perché non possiamo fare una conversazione senza citare Miss perfezione?-
-Ma perché nessuno si rivolge a me senza chiedermi di fargli dei favori usando le arti magiche? Lo volete capire o no che è pericoloso? Alle volte si possono usare, ma altre volte è meglio evitare.
E’ una cosa che ho imparato a mie spese-
- Insomma mi pare di capire che non vuoi aiutarmi-
- Esatto-
- Però  immagino che invece aiuterai la tua amichetta a diventare “l’unica e vera cacciatrice”-
-No. Non ho intenzione di aiutare né te, e tantomeno lei. Giles non sarebbe d’accordo-
- Giles? Sei ancora lì a menartela con il vecchio bietolone? Ma perché non pensi un po’ con la tua testa?-
-Senti Faith adesso basta. Ho detto no, So quello che faccio. Non mi hai nemmeno detto da dove sei tornata, come faccio a farti tornare?
-Ok vuoi sapere da dove sono tornata? Sono tornata dall’inferno. O da un inferno. Sai quel demone, quel Zebutti. Era lui il capo lì. Mi ha detto che salvando il mondo gli avevo fatto un piacere e mi ha lasciato un desiderio.
- Cosa? E tu hai accettato che un demone esaudisse un tuo desiderio.?-
- Sì, non avevo molte alternative. E poi non era nemmeno la prima volta.-
- Già. E questo desiderio?-
- Gli ho chiesto solo di poter vedere Angel, Per sempre.-
- Molto bene. Lo vedi? Tu sei legata a questa forma. Se io ti faccio tornare umana, potrei rompere qualche equilibrio. Potrei aprire qualche portale infernale e liberare chissà quale mostro-
- Ti posso assicurare che l’Inferno in cui sono stata non era nulla di così strano o pericoloso. Non c’erano diavoli coi forconi o dinosauri. Solo gente molto triste e molto annoiata. Tutto grigio e molto noioso, molto burocratico direi. Al massimo potrebbero spuntare un paio di avvocati in più della Wolfram & Hart.
-Hai detto poco…-
- Va bene, non insisto. Solo una cosa.-
-Dì pure-
-Pensavo che fossimo amiche. Ma vedo che Buffy l’hai fatta tornare, ma non vuoi fare lo stesso con me. Dovevo aspettarmelo.-
-Ma Faith, io…-
-E’ inutile, Lo so che è così. Me lo sono meritato. Addio.-
Faith sparì dalla vista di Willow.
La ragazza dai capelli rossi si sedette mestamente sul letto, sul suo viso si leggevano stanchezza e tristezza.

Quella sera la serata al Karaoke si trascinava un po’ stanca, così Lorne lasciò spazio a Connor e alla sua musica sfrenata, rifugiandosi al piano di sopra a sorseggiare un drink.
Anche il  primo piano era infatti stato ristrutturato in modo tale da avere un piccolo bar, che serviva da luogo di ristoro per gli abitanti dell’Hotel, e naturalmente per chiunque altro venisse considerato di gradimento.
Willow entrò anche lei nel Baretto.
-Mia dolce fattucchiera rossa- le disse Lorne- E’ da un po’ che non ci si vede. –
-Ciao Lorne. Dici? Guarda che sono sempre qui-
-Si vede che abbiamo orari diversi. Serata stanca anche per te, a quanto vedo.-
-A dire il vero è tutto il giorno che sono stanca, più che stanca preoccupata.- disse Willow sedendosi stancamente su una sedia foderata di raso rosso.
Lorne si sedette di fronte a Willow porgendogli un bicchiere
-Un drink?-
-Sì grazie, ne ho bisogno. Un Martini! Conosci i miei gusti!-
-E’ da un po’ che ti conosco, Willow. Che scarsa considerazione che devi avere delle mie doti di Barman!-
-Nient’affatto Lorne, penso che tu sia un grande barman-
-Grazie. Ma parliamo di te. C’è qualcosa che ti turba, non è vero?-
Willow annuì, poi sospirò profondamente
-Ho una cosa da dirti, ma è un segreto. Mi prometti che non ne parlerai con nessuno?-
-Parola di boyscout-
-Non so da dove iniziare, Lorne, Riguarda Angel, ma non solo lui…insomma-
-Ti posso dare una mano?-
-Se ci riesci-
-Scommetto che il nome che vuoi pronunciare è :Faith-
Willow lo guardò a bocca aperta.
-Ma allora anche tu sai…-
Questa volta fu Lorne ad annuire –Questo albergo ha mille occhi e mille orecchi. Ti dirò quello che so io, magari è la stessa cosa che sai tu. Stamani ho incontrato Angel e l’ho letto, In realtà già nei giorni scorsi avevo sentito qualcosa, ma niente di preciso. Ci siamo parlati, e lui mi ha confessato che è convinto di vedere Faith. Figurati che mi ha raccontato che la vede tutte le sere e le mattine. E c’è dell’altro: mi ha chiesto di farla tornare a vivere. Per caso ti ha detto anche a te la stessa cosa?-
-Io non ho parlato con Angel-
-Ah, no?. E con chi hai parlato allora, dolcezza?-
-Con Faith-

Angel e Kennedy erano usciti in perlustrazione. Succedeva quasi tutte le sere, e neanche Angel sapeva spiegarsi il perché. Non sapeva dire per quale ragione sentisse il bisogno ogni notte di andare a caccia della sua antica razza, la razza dei vampiri.
Tutto sommato non ce n’era nemmeno un gran bisogno. Le attività vampiriche erano in netto calo a Los Angeles, e anche i demoni sembravano piuttosto tranquilli. D’altro canto buona parte di loro era stato distrutto nella lotta ingaggiata contro Tavros e Lo Straniero, e i sopravvissuti non sembravano troppo vogliosi di combattere contro la gang degli ammazzavampiri.
Però era un gioco pericoloso quello a cui giocavano lui e Kennedy. Erano solo loro due a combattere, una cacciatrice non espertissima ed un ex vampiro, che ora era un uomo, certo sempre prestante e rotto a tutti i trucchi della lotta, ma senza più la sua forza prodigiosa. Ogni tanto si aggiungeva anche Connor, ma sembrava che non si divertisse più come un tempo a dar la caccia ai vampiri, lo faceva come passatempo e per dare una mano al padre, ma era molto più interessato alle nottate al Karaoke e alle ragazze che in quel modo poteva conoscere.
Quella sera era una strana sera, troppa calma per essere veramente una serata tranquilla.
Angel era lontano con la testa, pensava al discorso fatto con Faith, o il suo fantasma, per essere più precisi. Si  chiedeva quale effetto avesse sortito il colloquio con Willow.
Studiava anche il comportamento di Kennedy, per vedere se qualcosa avesse capito o sentito, ma Kennedy era troppo concentrata sulla ronda per carpirne dei sentimenti.
Quella ragazza era diventata troppo fredda ultimamente, ed i suoi atteggiamenti ogni tanto urtavano Angel.
Ma quella sera era innanzitutto il fatto che fosse lì, ad indisporre Angel.
Il discorso fatto con Faith gli faceva desiderare che ci fosse Faith al suo posto, e che, come ai vecchi tempi, fossero loro due a pattugliare.
Loro due, e nessun altro.

****

-Hai parlato con Faith?- chiese Lorne visibilmente turbato.
-Sì. Beh, non proprio con Faith, Diciamo con il suo fantasma.-
-Ma allora…-
-Già. Angel non è pazzo. Non più di quanto lo sia io, almeno. Faith è un fantasma.-
-Come è potuto accadere?-
-Da quel che ho capito ha fatto una specie di patto con un demone, un certo Zebutti-
Lorne fece una smorfia, sintomo di evidente preoccupazione.
- E questo patto, sai in cosa consisterebbe?-
- Per quel che ne so, semplicemente nel fatto che questo Zebutti ha permesso di tornare sulla terra a Faith. Una specie di ricompensa-
- Per cosa?-
- Aver salvato il mondo-
- Strano.-
- Già-
- Che altro ti ha detto?-
- Che vuole tornare in carne ed ossa, non gli basta più essere una presenza fantasmatica. Vuole tornare ad essere una cacciatrice a fianco di Angel-
- Comprensibile. E’ la stessa cosa che mi ha detto Angel. Cosa ne pensi?-
-Che non posso farci nulla. Non voglio farci nulla.-
- Lo ritieni pericoloso?-
Willow annuì- Può darsi mi sbagli. Ma finchè non sapremo di più del perché è un fantasma e del suo ruolo, nonché delle conseguenze, è meglio essere prudenti.-
-Non è solo questo che ti turba-
-Anche Kennedy ci si è messa di mezzo-
-Ovvero?-
-Non solo da quello che mi ha detto ho capito che non gradirebbe un ritorno di Faith, ma insiste a dire che dovrei annullare i poteri delle altre cacciatrici, in modo da essere lei l’unica. Sostiene pure che questa sia stata la volontà di Faith. Naturalmente non è vero.-
Lorne sospirò, si alzò, andò dietro il bancone ed estrasse una bottiglia di Wishky.
-Cara amica, non ho consigli da darti, tranne quello di provare qualcosa di più forte. Questo Scotch del 96 ti sarà di sollievo-

****

Angel e Kennedy erano arrivati camminando in un posto sperduto, una specie di discarica, vicino ad una vecchia fabbrica abbandonata e cadente. Un vicoletto era l’unica via d’uscita.
-Non mi piace- disse Angel –torniamo.-
-Come tornare? Proprio adesso?-
-Non mi piace- continuò Angel,- mi sa di trappola-
-Trappola- Kennedy rise- magari fosse una trappola, almeno vedremo qualcuno di quei bastardi.
E’ da una settimana che non ne vediamo uno.-
-Si ma…-
-Ti sei per caso rammollito Angel?- Kennedy si voltò verso di lui sfidandolo apertamente - Se vuoi venire con me a fare la ronda seriamente va bene, se no posso anche fare da sola!-
-Volevi un vampiro?- chiese Angel con molta calma.
Kennedy lo guardò sorpresa- Sì, e allora?-
-C’è n’è uno proprio dietro di te-
Kennedy si voltò mettendo mano al paletto.
-Mi correggo, ce ne sono due dietro di te… e anche dietro di me- concluse la frase Angel mettendo mano alla sua  fedele spada-
I due vampiri furono addosso a Kennedy in un battibaleno, mentre Angel ingaggiava una lotta dura e vincente contro gli altri due, Colpì duramente il primo, mentre l’altro cercò di ripararsi inutilmente con una sbarra di ferro recuperata sul luogo, ma anche lui non resistette a lungo ai colpi di spada di Angel.
Non aveva fatto a tempo a congratularsi con se stesso per il risultato raggiunto che sentì un grido alle sue spalle.
Kennedy era stata catturata da uno dei vampiri, che la stava mordendo. Angel si precipitò verso i due, ma il vampiro si mise in una posizione tale che era difficilmente raggiungibile dalla spada del difensore dei deboli. Il vampiro teneva Kennedy come scudo umano e Angel dovette agire d’astuzia, colpì l’avversario sulle caviglie facendogli perdere l’equilibrio, poi riusci a strappare Kennedy dalle sue grinfie per poi colpire ed uccidere il vampiro con la spada.
Si girò verso Kennedy. La ferita era grave, uno squarcio nel collo, se Angel avesse tardato ad intervenire per la giovane cacciatrice non ci sarebbe stato nulla da fare.
-Dai Kennedy  aggrappati a me, dobbiamo andarcene-
-Sono…Ok. -Balbettò Kennedy
-No non sei Ok, ma possiamo farcela, dobbiamo raggiungere la macchina.-
I due risalirono la strada da dove erano venuti, mentre dall’oscurità una voce  cavernosa commentava – Quattro dei nostri persi, ma ne valeva la pena. Il vampiro non ha più la sua cacciatrice-
Un’altra voce in falsetto corresse la prima – Eccellenza, guardi che Angel non è più un vampiro-
-Ah no? Interessante. molto interessante. Allora Los Angeles sarà nostra presto, molto presto.-

FINE DELL’EPISODIO



 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Buffy / Vai alla pagina dell'autore: PabloX