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Autore: DreamerGiada_emip    12/11/2018    0 recensioni
Seguitemi, lettori dal cuore colmo di fantasia.
Avventuratevi e perdetevi all'interno di queste righe.
Vi racconterò una storia antica, nata da una leggenda e tramandata di generazione in generazione.
Accadde in un'epoca ormai lontana e dimenticata, così distante rispetto a quella in cui viviamo noi oggi.
Gli uomini hanno dimenticato ciò che accadde in tempi così addietro. Siamo cresciuti nell'illusione e viviamo nell'ignoranza.
Questa storia comincia tra i boschi, al sicuro da occhi indiscreti.
Di ciò che avvenne rimane solo una piccola e misera traccia. In quanti di voi conoscono la canzone "Figlio della Luna" di Mecano?
Vi è solo un piccolo errore, probabilmente la storia venne modificata di bocca in bocca.
Non era un bambino, ma una bellissima bambina dagli occhi d'argento.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Quando ci ritrovammo faccia a faccia, il ragazzo sembrò risvegliarsi da uno stato di trance. Aprì la bocca poi la richiuse, come volesse dire qualcosa, ma le parole si ostinavano a non voler uscire. Ripeté il gesto un paio di volte, solo quando prese un respiro profondo riuscì ad articolare una frase.

- Tu... voi... cosa diavolo stavate facendo? - balbettò gesticolando. Io sollevai un sopracciglio divertita.

- Parlavamo. - risposi con semplicità, come se la cosa fosse ovvia e normale. Per me lo era.

- No... no, tu parlavi, loro ringhiavano! Eppure sembravate capirvi alla perfezione. - mi sedetti in riva al fiume vicino a lui. Mi concentrai sullo scrosciare dell'acqua chiedendomi inconsapevolmente cosa ci fosse al di là di esso. Se l'avessi seguito fin fuori dalla mia foresta, dove io non mi ero mai avventurata, cosa ci avrei trovato?

Mi riscossi dai miei pensieri e notai che il ragazzo si era seduto di fianco a me.

- Infatti ci capiamo. È così da quando sono nata. Non saprei come spiegartelo, ma li sento qui. - dissi picchiettandomi un dito sulla tempia. Silenzio, lui non parlava.

- Capisco. - rispose all'improvviso. Chissà se capiva davvero, oppure aveva deciso che non valeva la pena indagare oltre? Restammo di nuovo in silenzio per un tempo che mi parve interminabile. Mi bagnai una mano e la avvicina al suo viso. Mi guardò incuriosito, ma non si mosse. Io pulii il sangue dal suo volto e la piccola ferita sulla fronte con delicatezza.

- Cosa sei venuto a fare nel bosco? Insomma, siamo molto lontani dal villaggio. - chiesi curiosa, entrare nel territorio dei lupi è pericoloso. Non credo ci sia un motivo valido per rischiare la vita in questo modo. Distolsi il mio sguardo dal suo e mi concentrai sulla mia mano per pulire via il sangue.

- In casa abbiamo bisogno di legna, dobbiamo fare un po' di rifornimento per l'inverno. - rispose giocherellando con i ciottoli. Ripensai all'accetta che aveva tirato fuori alla comparsa del branco, avrei dovuto intuirlo.

- E per fare rifornimento di legna c'è bisogno di inoltrarsi nel nostro territorio? Avrebbero potuto ucciderti. - lo guardai, si era voltato di profilo tenendo lo sguardo puntato verso l'acqua.

- In realtà non sono arrivato qui intenzionalmente, diciamo che la mia curiosità mi ha spinto a gironzolare un po' per il bosco, ma non mi sono accorto della scarpata e sono scivolato. - poi sorrise e lanciò un sasso in acqua. - Beh, forse non è stato del tutto un male. - aggiunse a voce più bassa.

Lo guardai interrogativa inarcando un sopracciglio. Salvarsi per un soffio da un branco di lupi inferociti non era del tutto un male secondo lui? Lo vidi lanciarmi un'occhiata e passarsi una mano sul retro del collo.

- Lascia stare. Senti, ti va di dirmi come mai sei da sola in questa foresta? - chiese di punto in bianco.

- Primo: non sono sola, vivo con il branco che ti stava per attaccare. - cominciai. Ma lui mi interruppe subito.

- Oh splendido, ecco perché non ti hanno attaccata. E secondo? -

- Secondo: ci sono cresciuta in questa foresta, è la mia casa. I lupi mi hanno accolto nel loro branco e mi hanno insegnato a sopravvivere. - conclusi sorridendo al pensiero di Storm e dei nostri giochi. Erano la mia famiglia.

- E i tuoi genitori? - mi bloccai, non sapevo nulla di chi mi aveva messa al mondo, chiunque fossero dovevano avermi abbandonata. Ma perché? Non mi volevano, molto probabilmente. Me l'ero già domandata altre volte, purtroppo le teorie a mia disposizione scarseggiavano.

- Non li ho mai conosciuti. - sussurrai tenendo gli occhi bassi. - Anche se avrei voluto. - aggiunsi dopo qualche attimo di silenzio. Lui sembrò pensarci su, teneva la fronte un po' aggrottata. Poi sembrò illuminarsi improvvisamente, sul suo viso comparve un sorriso e le sopracciglia si sollevarono.

- Perché non torni al villaggio con me? Insomma, magari i tuoi genitori sono lì. Sono sicuro che se ti vedranno ti riconosceranno subito. - propose entusiasta, aveva gli occhi che brillavano. Impiegai diversi attimi per mettere in ordine nella mia testa quella frase, in quel tempo rimasi zitta a guardarlo spaesata. Quando finalmente compresi, sbattei un paio di volte le palpebre.

- Venire con te? Ma io non ho mai vissuto con gli umani e poi fuori dalla foresta non avrei un riparo. - agitai nervosamente le mani. Abbandonare il mio branco?

- Puoi stare a casa mia. Vivere tra gli umani non è complicato, però forse... - si interruppe squadrandomi da capo a piedi, lo osservai incitandolo a proseguire. - Forse con quel completo di pelliccia daresti un po' nell'occhio... -

- Non lo so, non sono certa di voler lasciare i miei amici lupi. Però... - borbottai riflettendoci, ovviamente l'offerta mi incuriosiva. All'improvviso sentii un'intrusione nella mia mente.

Kira, non vorrai davvero andare con lui?

Storm si era intrufolato nel discorso, stava ascoltando, avrei dovuto saperlo. Stavo per rispondergli, quando una nuova voce si aggiunse.

Non ascoltare nessun altro al di fuori di te stessa. Sarebbe un'ottima occasione per impararne di più su quella che è la tua razza.

Non mi fido di lui.

Non sei tu a doverti fidare.

Storm e la Madre si erano messi a discutere, ma non era tanto quello il problema. Il vero problema era che li sentivo perfettamente anch'io e tutte queste voci non mi lasciavano pensare.

- Ehy, ci sei ancora? - sbattei un paio di volte le palpebre per riprendere il contatto con la realtà, e solo allora mi accorgo che il ragazzo stava agitando una mano davanti al mio viso. Conoscere qualcosa in più sugli umani mi avrebbe fatto piacere, però allo stesso tempo sapevo che andare con lui avrebbe stravolto la mia vita.

- D'accordo. - dissi smettendo di pensare. Dovevo cogliere questa occasione, dubitavo ne avrei avute altre. Sorridendo gli si illuminò il viso.

- Davvero? Pensavo non avresti accettato. - si sollevò in piedi ed io lo imitai. Lo vidi lanciarmi un'occhiata per poi avviarsi, convinto che lo seguissi a ruota.

- Aspetta. - lo fermai, lui si voltò verso di me con aria interrogativa. Nervosamente, iniziai a torturarmi le mani sfregandole tra loro. - Dobbiamo partire subito? Vorrei salutare il branco. - confessai tenendo il viso basso, ma guardandolo tra le ciglia.

- Oh sì, certo, dopotutto sono stati la tua famiglia per tanti anni. - sentii che il suo tono cambiò appena sulla parola "famiglia". Appena finì quella frase, Storm balzò fuori dalle fronde correndo nella mia direzione, gli leggevo negli occhi che era assolutamente contrariato. Vidi di sfuggita che il ragazzo continuava a stare in guardia in presenza dei lupi.

Mi inginocchiai per portarmi all'altezza del suo muso.

Non devi andare.

- Non mi succederà niente. Fidati di me. - sorrisi, non volevo restasse in pena. Mi guardò per qualche secondo, quasi affogai in quegli occhi scuri, infine appoggiò il muso sulla mia spalla strofinandosi piano contro la mia guancia. Lo abbracciai, aggrappandomi alla sua pelliccia folta sul collo. Gli altri membri del branco ci vennero intorno. Avvertivo la tristezza di Iris, per questo mi staccai da Storm per accarezzare la testa e le morbide orecchie della lupa.

Vidi l'Alpha e la Madre che se ne stavano in disparte, lui mi guardava con severità e rimprovero, tutto il contrario degli sguardi che ricevevo dalla lupa bianca: dolci e incoraggianti. Non servì un contatto mentale per capire ciò che la Madre voleva dirmi, annuii semplicemente con un sorriso.

Quando mi voltai verso il ragazzo, Storm mi precedette ringhiandogli contro.

Digli che se non ti riporterà da noi sana e salva queste zanne faranno di lui carne maciullata.

Il ragazzo si irrigidì immediatamente vedendo la reazione del lupo, stava già per prendere l'accetta quando io mi misi tra i due. - Dice che devo tornare viva, niente di che. - mi strinsi nelle spalle, in sostanza era quello che voleva dire.

Era una minaccia, non una richiesta, Kira.

Sorvolai sulle minacce di Storm e mi affiancai al ragazzo. Facendogli cenno di fare strada, si incamminò subito, mi voltai un'ultima volta a vedere il mio branco, per poi seguirlo.

- Non mi hai ancora detto come ti chiami, in ogni caso. - dissi dopo pochi secondi di camminata.

- Se per questo nemmeno tu. - ribatté con un mezzo sorriso, spostai con un braccio un ramo eccassivamente basso.

- Kira. -

- Jacob. Benvenuta nel mondo degli umani. -

   
 
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