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Autore: Le due zie    12/11/2018    14 recensioni
A volte ciò che è sotto gli occhi di tutti, passa inosservato; altre volte, basta un dettaglio a scatenare una bufera. Si tratta sempre di dettagli, grandi o piccoli che siano, ma ciò che fa la differenza è lo sguardo dell’osservatore. E’ semplicemente una questione di punti di vista.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alba
 
Non ha voluto indugiare tra le lenzuola, nonostante la notte appena trascorsa sia la migliore che ricordi di aver avuto da parecchi anni a questa parte. Si sente riposato e potrebbe osare definirsi persino sereno; è consapevole del fatto di essere stato accolto con grande disponibilità e calore, oltre che con estremo riguardo, e ha accettato con vero piacere la proposta di fermarsi a Palazzo Jarjayes per qualche tempo, per potersi ristabilire completamente nel fisico e nello spirito dalle brutture della guerra e della malattia che lo hanno martoriato nel corpo e nell’anima. Ha potuto godere della compagnia della sua ospite e sa di aver avuto molto del suo tempo tutto per sé; tuttavia non ha intenzione di comportarsi come un visitatore da intrattenere semplicemente in salotto, finendo per sottrarre Madamigella Oscar alla sua vita di sempre ed ai suoi impegni, e non ha nemmeno desiderio di rinchiudersi in una tale, tediosa, esistenza da poltrona. Per quel che ricorda, e per quel che ha potuto osservare proprio ieri, quando è giunto alla tenuta, Madamigella Oscar ha l’abitudine di trascorrere giornate molto ricche e attive, dividendosi tra gli allenamenti con la spada e quelli con la pistola, le cavalcate, la lettura e, sì, anche la conversazione e la musica. Per questa ragione, nell’accettare la sua ospitalità con genuino piacere, ha pensato di permettersi di chiederle di poterla affiancare durante le sue giornate libere dagli impegni di lavoro, di condividere con lei del tempo senza privarla del suo quotidiano ma, al contrario, potendo assaporare lui stesso quel piacere di vivere che in lei vede da sempre, quando può osservarla lontana dagli impegni ufficiali e libera di essere se stessa.
Prima di lasciare la stanza che gli è stata assegnata, ha chiesto al domestico che l’ha aiutato a prepararsi dove avrebbe potuto trovare Madamigella Oscar e ora percorre il corridoio, proprio diretto alla terrazza meridionale che gli è stata indicata e che ricorda di aver visitato in passato. Raggiunge l’atrio e lo attraversa, per poi arrivare alla grande sala dei banchetti, dalla quale potrà avere accesso alla terrazza; varca la soglia del salone e la sua attenzione è catturata da una risata cristallina che fende l’aria del mattino e risuona dall’esterno, proprio dalla terrazza alla quale è diretto. Per un istante stenta a riconoscere quella voce vibrante, femminile e spontanea, e si sorprende un poco quando, nell’avanzare, scorge la sagoma della propria ospite là sul terrazzo e la riconduce al vibrare allegro che lo ha colpito. Si ferma per un istante e la osserva, curioso.
L’amica è al limitare del belvedere, vestita semplicemente, con pantaloni di foggia maschile e una camicia candida; ha un fianco poggiato al parapetto ed è rivolta a qualcuno che lui non riesce ancora a vedere, ma che evidentemente sta parlando con lei con grande confidenza e con vicinanza tale da poter suscitare una reazione tanto spontanea. Può solo immaginare di chi si tratti …
E’ quasi rapito da quella scena e, ancora, preferisce rimanere in disparte. Lei ha smesso di ridere, ma la sua espressione resta solare, incredibilmente luminosa; la vede parlare e poi fermarsi in ascolto, ne intuisce movenze rilassate, i modi leggeri e spontanei che la rendono infinitamente femminile, completamente nuova ai suoi occhi. La luce vivida del mattino dona un riflesso dorato alla sua chioma sciolta sulle spalle e rende il suo profilo inaspettatamente piacevole, bello di una bellezza incredibilmente naturale, che lo sorprende e lo induce a trattenere il fiato. Non può che restare rapito da quella visione e al contempo sorpreso nel realizzare quanto gli appaia nuova Madamigella Oscar, lontana dal ricordo che ne aveva del passato e soprattutto distante dall’immagine spenta e opaca che rammentava avesse solo poche ore prima.
Quando lei si sposta, arretrando un poco, Hans vede comparire André e ha conferma di aver colto, in quel frangente, proprio uno di quei momenti informali e senza inutili orpelli che ammette di invidiare alla vita dell’amica. Realizza in un istante quanto tedioso deve essere stato, per lei, rimanere rinchiusa in un salotto ad ascoltare il racconto delle disgrazie e degli orrori che, solo poche ore prima, lui le ha propinato; le è grato per avergli concesso tanta pazienza e di aver compreso il suo bisogno di essere ascoltato, di sgravarsi del peso che ha portato nel suo cuore dall’esperienza americana, ma ora, ristorato dal buon riposo, è pronto ad affiancarla da buon amico nella sua giornata e a godere di quello scorcio di vita serena e gratificante che ha potuto intuire e di cui ora, lo ammette, si sente quasi invidioso.
Allora avanza, attraversa il salone e, senza quasi pensarci, si leva il panciotto che aveva indossato, per alleggerire di un poco la mise elegante che aveva indossato e adeguarsi il più possibile all’abbigliamento che veste Madamigella Oscar.
- Buongiorno, Madamigella! – la saluta giungendo al terrazzo, mentre lascia il panciotto su una poltroncina, e ha quasi l’impressione che lei, udendo la sua voce, si faccia tesa e il suo sorriso si irrigidisca appena; non si ferma, la raggiunge e le sorride, comprendendo forse un disagio nato dal sentirsi in obbligo a mantenere un atteggiamento più formale, lo stesso che aveva colto il giorno precedente, e poi saluta gioviale anche André, pronto a dimostrare quanto desideri essere parte della routine della giornata.
 
- E’ stata una colazione perfetta! – esclama soddisfatto, rilassandosi sulla sedia e godendo del piacevole e tiepido sole del mattino, ora più alto sopra la macchia al limitare della tenuta – Un ottimo riposo, la vostra cucina, questa terrazza e la buona compagnia … sono felice di aver accettato la vostra ospitalità, amica mia, come sono felice che mi permettiate di unirmi a voi e alla vostra giornata! – ribadisce allegro.
Oscar gli sorride e china leggermente il capo, annuendo appena, poi cerca con lo sguardo André che, seduto al tavolo, un poco discosto, ha stretto le labbra soffocando una risatina.
- Con permesso, conte di Fersen: aspettate a dare un giudizio dopo aver sopportato una giornata di allenamenti, di cavalcate e di esercizi di tiro al seguito di Oscar … - suggerisce allora André – perché credo che potreste essere di diversa opinione, questa sera! –
Hans sorride di rimando, quasi colto alla sprovvista dalla prontezza dell’intervento di André, ma gradisce l’atmosfera rilassata e informale di cui si è trovato a far parte questa mattina, che gli fa presagire di poter trascorrere davvero un piacevole periodo di pace tra le mura di Palazzo Jarjayes; si rivolge all’amica, che ora pare redarguire André con un’occhiata che vuol essere severa, e si permette di ribattere – Madamigella Oscar, a questo punto non posso che tenere in considerazione il consiglio del buon André: in effetti, nessuno come lui conosce i ritmi delle vostre giornate e quanto possa essere difficile recuperare la stanchezza accumulata nel tenervi il passo! – commenta leggero, senza quasi riflettere – E ora non posso che osservare come probabilmente André avrebbe avuto bisogno ancora di qualche ora di riposo, questa mattina! Per questo, credo che prima che usciamo per la cavalcata alla quale mi avete invitato a partecipare, mi ritirerò per un poco nella mia stanza, in modo da potermi abbigliare in modo più consono … -
- Ci sarebbe sempre bisogno di un po’ più di riposo … - osserva pronto André, mentre Oscar sembra restare senza parole e risponde appena con cenno di assenso mentre già Hans si alza e arretra, salutando ancora entrambi. Quindi lascia la terrazza e torna al grande salone, ancora pervaso da quell’aura di buon umore che sembra averlo contagiato durante la colazione.
Deve constatare di essersi trovato in una atmosfera completamente differente da quella del giorno prima: ammette di essere stato accolto con assoluto calore, al suo arrivo … ma anche di aver notato quanto Madamigella Oscar gli fosse parsa stanca e quasi assente in seguito, durante il tempo trascorso insieme; ricorda bene di aver ipotizzato che, nonostante la gentilezza che gli aveva dimostrato intrattenendosi con lui, lei potesse essere completamente assorbita da altri pensieri che solo in minima parte gli era riuscito di intuire, a fine serata, quando l’ora era ormai tarda e lui aveva preferito alleggerirla dall’impegno di una partita a scacchi.
Confessa a se stesso di aver stentato quasi a riconoscerla, quando l’ha incontrata sulla terrazza, sorridente e serena, permeata di una leggerezza che, solo poche ore prima, sembrava ormai lontana e irraggiungibile … e anche di aver provato sollievo nel vederla così naturale, spogliata del velo di tristezza che l’aveva avvolta nel corso della cena precedente.
Per qualche istante, al vederla irrigidirsi al suo arrivo in terrazza, aveva temuto di essere il motivo di quell’ombra grigia che le aveva visto addosso … ma poi era stato naturale infrangere le barriere che parevano essersi levate, e che si erano sgretolate durante quella colazione in cui, aveva ipotizzato, era stato determinante il fatto di aver implicitamente accettato la presenza di André alla loro tavola.
Forse la sua intuizione era stata corretta: sebbene conosca André da tempo, e l’abbia sempre visto in ambienti ufficiali, come presenza efficiente ed attenta ad un passo da Madamigella Oscar, deve ammettere che gli è stato sufficiente trascorrere il poco tempo della colazione, per comprendere quanto sia più ampia e complessa la sua figura. Non un semplice attendente, ma una presenza vicina e costante, che non si limita al lavoro, ma spazia nel tempo libero e nella quotidianità, dedicando al suo ruolo ogni momento della propria giornata; e allora gli è chiaro come sia naturale che lui possa esserle mancato, quasi fosse una spalla, un sostegno o semplicemente un amico di cui è difficile fare a meno, e quasi le invidia questo legame speciale, che sembra davvero in grado di rendere piacevole e ricca anche un’esistenza così particolare e densa di rinunce, come deve essere quella di Madamigella Oscar.
Giunge al corridoio e avanzando nel disimpegno un brivido leggero attraversa le sue spalle che, lasciato il sole della terrazza, ora trovano la frescura dell’ombra. Solo allora si rende conto di aver dimenticato il panciotto sulla poltroncina al tavolo della colazione e decide di invertire i suoi passi, per tornare a recuperarlo.
Percorre di nuovo l’intero tragitto, svelto e determinato a non perdere tempo, e quando giunge al terrazzo vede immediatamente il panciotto abbandonato sullo schienale della seduta; Madamigella Oscar e André se ne sono già andati e al tavolo, quanto rimasto dalla loro colazione, attende di essere riordinato. Così lo raggiunge, svelto, per raccogliere il panciotto e fare ritorno in camera, finalmente, per cambiarsi d’abito.
Solo allora, quando si volta, per lasciare di nuovo il terrazzo, alza lo sguardo e li scorge.
Ancora insieme, uno accanto all’altra, e si sostengono al parapetto in pietra, in un angolo quieto del terrazzo, al riparo da sguardi indiscreti; gli danno le spalle e sono rivolti al parco, sembrano intenti a confabulare tra loro, con naturalezza, le spalle che sfiorano, tanto sono vicini.
Non lo sorprende, ciò che vede, e anzi torna nel suo animo quel senso di leggerezza e ammirazione per un rapporto di amicizia così profondo da sfidare ogni convenzione, ma anche così naturale da non riuscire nemmeno a stupirlo.
Resta per un istante ad osservarli, ed è solo quando André si discosta appena da lei, che Hans trattiene quasi il respiro, incapace di dominare la propria sorpresa: in quell’istante, infatti, nella sottile fessura che si è aperta tra loro, riesce ad intuire le loro mani, ormai non più nascoste, strette una nell’altra.
Chiude e riapre gli occhi, scuotendo appena il capo, e poi torna a scrutare nella medesima direzione, ancora sorpreso, ma quelle mani che gli erano parse unite ora non sono più poggiate al parapetto della balconata, ma sono sollevate e si muovono davanti ai suoi amici, indicando direzioni differenti e lontane, perse nel panorama del belvedere.
E allora gli viene da sorridere e china il capo, quasi divertito, constatando di aver proprio bisogno di un periodo di vacanza, perché davvero la stanchezza accumulata in mesi al fronte e poi preda della malattia gli sta facendo sentire i suoi effetti.


Angolo delle zie
Come avevamo anticipato a chi ha letto Scacchi, siamo tornate con questo racconto che, sebbene non sia un vero proprio sequel, in qualche modo riprende l'idea che aveva ispirato proprio quegli episodi.
Ringraziamo fin d'ora chi ci accompagnerà in questa breve avventura ...
Un abbraccio
Le due zie
   
 
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