12/11/2018
1 recensioniQuella volta in cui Yaoyorozu parlò troppo e Shouto cercò di zittirla
Shouto aveva sempre amato il silenzio, lo starsene tranquillo e in pace anche se ciò equivaleva - spesso e volentieri - a starsene da solo. Ad estraniarsi dal gruppo classe di cui faceva parte.
Era solito osservare la vita degli altri andare avanti mentre la sua rimaneva identica, sempre uguale, come sempre.
L’unico momento di totale differenza e rottura della routine arrivava quando sbucava lei: Yaoyorozu Momo.
Probabilmente era stata una delle prime, se non l’unica, a rivolgergli la parola: all’inizio era stato per cortesia, da parte di entrambi - anche se lui non ci teneva molto a farsi degli amici.
La seconda volta per poterlo ringraziare, perché per lei era una specie di “personaggio da seguire” qualcuno da imitare.
E la terza... la terza era stata del tutto diversa dalle altre, dopo quella lei gli si avvicinava più spesso, gli proponeva di poter studiare insieme, allenarsi. In un certo senso voleva renderlo partecipe della vita altrui, farlo distrarre per un po’ dalla sua di vita.
“Allora, Todoroki, oggi studi con noi, vero?” la campanella era suonata e lui, perso come sempre nei suoi pensieri, non se ne era reso conto.
Yaoyorozu sbucò tutta contenta accanto a lui, poggiandogli una mano sulla spalla procurandogli una strana sensazione alla bocca dello stomaco e della gola.
“Studiare?” chiese lui, confuso, inclinando la testa e guardandola. Come al solito lei gli porgeva un sorriso dolce e allegro.
“Sì, te ne ho parlato prima: alcuni di loro hanno bisogno di una mano in varie materie teoriche, tanto in quelle pratiche se la cavano tutti meglio di quanto si possa immaginare. Avevo proposto, visto che sei quinto nella graduatoria, di studiare tutti insieme per migliorarci. Ci sei, vero?”
Perché parlava sempre così tanto e così velocemente?
Chiuse gli occhi, scuotendo appena la testa “Non posso, oggi devo allenarmi” bofonchiò alzandosi e posando la tracolla sulla spalla.
“Ma come? Ma almeno riposi qualche volta? Vai continuamente ad allenarti, sicuro che ti faccia bene? E..."
Shouto prese a camminare, allontanandosi da lei, cercando di evitare la sfilza di domande e preoccupazioni da parte sua.
"Ehi aspetta, stavo parlando, Todoroki!”
In poche falcate lo raggiunse aggrappandosi alla giacca grigia della divisa “Sì?”
“Davvero non vuoi studiare con noi? È pure un metodo semplice per stringere amicizia per te che sei sempre solo e...” le parole vennero interrotte mentre il tonfo della tracolla di lei riempiva il corridoio gremito di gente che si fermò ad osservarli. Entrambi i ragazzi erano fermi al centro del corridoio attirando sguardi strani e risatine sorprese verso di loro. Non si sapeva bene il perché, ma Todoroki stava baciando la giovane Yaoyorozu sulle labbra.
“T-todoroki p-perché l’h-hai f-fatto?” imbarazzata si staccò velocemente dal giovane apprendista eroe, nascondendo le labbra dietro ad una mano, del tutto in preda all'imbarazzo.
“Ho letto nei libri che di solito i ragazzi fanno ciò per zittire le ragazze” rispose con un'alzata di spalle Shouto, girando i tacchi ed andandosene.
Eppure quello strano sfarfallio al cuore lui l’aveva avvertito, che fosse la stanchezza?
Confuso ritornò sui suoi passi proseguendo verso la palestra, doveva migliorare molto così da superare suo padre.
Si toccò appena le labbra sorridendo, alla fine quel metodo aveva funzionato.
Non fate domande...
Prima di dormire mi vengono sempre le idee, mi sembrava migliore quando l'ho scritta che adesso che l'ho riletta e corretta.
Ma tutto sommato penso si possa fare, dai.
Spero possa piacervi, anche perché è la mia prima storia in questa sezione e non vorrei fare brutta (ma proprio brutta) figura.
Grazie a chi mi leggerà a chi mi lascerà un suo pensiero!
ps. scusatemi per il titolo, ma non sono molto brava a trovarli ewe
Vera.
Shouto aveva sempre amato il silenzio, lo starsene tranquillo e in pace anche se ciò equivaleva - spesso e volentieri - a starsene da solo. Ad estraniarsi dal gruppo classe di cui faceva parte.
Era solito osservare la vita degli altri andare avanti mentre la sua rimaneva identica, sempre uguale, come sempre.
L’unico momento di totale differenza e rottura della routine arrivava quando sbucava lei: Yaoyorozu Momo.
Probabilmente era stata una delle prime, se non l’unica, a rivolgergli la parola: all’inizio era stato per cortesia, da parte di entrambi - anche se lui non ci teneva molto a farsi degli amici.
La seconda volta per poterlo ringraziare, perché per lei era una specie di “personaggio da seguire” qualcuno da imitare.
E la terza... la terza era stata del tutto diversa dalle altre, dopo quella lei gli si avvicinava più spesso, gli proponeva di poter studiare insieme, allenarsi. In un certo senso voleva renderlo partecipe della vita altrui, farlo distrarre per un po’ dalla sua di vita.
“Allora, Todoroki, oggi studi con noi, vero?” la campanella era suonata e lui, perso come sempre nei suoi pensieri, non se ne era reso conto.
Yaoyorozu sbucò tutta contenta accanto a lui, poggiandogli una mano sulla spalla procurandogli una strana sensazione alla bocca dello stomaco e della gola.
“Studiare?” chiese lui, confuso, inclinando la testa e guardandola. Come al solito lei gli porgeva un sorriso dolce e allegro.
“Sì, te ne ho parlato prima: alcuni di loro hanno bisogno di una mano in varie materie teoriche, tanto in quelle pratiche se la cavano tutti meglio di quanto si possa immaginare. Avevo proposto, visto che sei quinto nella graduatoria, di studiare tutti insieme per migliorarci. Ci sei, vero?”
Perché parlava sempre così tanto e così velocemente?
Chiuse gli occhi, scuotendo appena la testa “Non posso, oggi devo allenarmi” bofonchiò alzandosi e posando la tracolla sulla spalla.
“Ma come? Ma almeno riposi qualche volta? Vai continuamente ad allenarti, sicuro che ti faccia bene? E..."
Shouto prese a camminare, allontanandosi da lei, cercando di evitare la sfilza di domande e preoccupazioni da parte sua.
"Ehi aspetta, stavo parlando, Todoroki!”
In poche falcate lo raggiunse aggrappandosi alla giacca grigia della divisa “Sì?”
“Davvero non vuoi studiare con noi? È pure un metodo semplice per stringere amicizia per te che sei sempre solo e...” le parole vennero interrotte mentre il tonfo della tracolla di lei riempiva il corridoio gremito di gente che si fermò ad osservarli. Entrambi i ragazzi erano fermi al centro del corridoio attirando sguardi strani e risatine sorprese verso di loro. Non si sapeva bene il perché, ma Todoroki stava baciando la giovane Yaoyorozu sulle labbra.
“T-todoroki p-perché l’h-hai f-fatto?” imbarazzata si staccò velocemente dal giovane apprendista eroe, nascondendo le labbra dietro ad una mano, del tutto in preda all'imbarazzo.
“Ho letto nei libri che di solito i ragazzi fanno ciò per zittire le ragazze” rispose con un'alzata di spalle Shouto, girando i tacchi ed andandosene.
Eppure quello strano sfarfallio al cuore lui l’aveva avvertito, che fosse la stanchezza?
Confuso ritornò sui suoi passi proseguendo verso la palestra, doveva migliorare molto così da superare suo padre.
Si toccò appena le labbra sorridendo, alla fine quel metodo aveva funzionato.
Non fate domande...
Prima di dormire mi vengono sempre le idee, mi sembrava migliore quando l'ho scritta che adesso che l'ho riletta e corretta.
Ma tutto sommato penso si possa fare, dai.
Spero possa piacervi, anche perché è la mia prima storia in questa sezione e non vorrei fare brutta (ma proprio brutta) figura.
Grazie a chi mi leggerà a chi mi lascerà un suo pensiero!
ps. scusatemi per il titolo, ma non sono molto brava a trovarli ewe
Vera.