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Autore: Le VAMP    13/11/2018    1 recensioni
Riflesso di donna, di sposa e guerriera che deve far conti con false speranze.
Madama Butterfly, e la figlia di Fa Li -così come sua madre- che così poco hanno in comune si son con sfortuna trovate impigliate fra medesime preoccupazioni.
["Un bel dì" - Puccilni, Illica, Giacosa;
"Riflesso" - Mulan, Walt Disney Company]
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Fa Mulan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Identità impregnata d’onore

Guardami, non potrei sembrare una sposa mai
O una buona figlia
Ma lo so, questo ruolo non mi va
Sono qui, ma se io facessi ciò che vorrei
I miei cari perderei

In verità li aveva già persi da tempo: dello spirito di suo padre tanto poco era rimasto che le rimaneva sol un pugnale che conservava, e la madre che le parlava poco.
Chissà se era dispiacere quello che la piccola Butterfly leggeva dai suoi occhi; dispiacere per lei, o per non essere all’altezza del matrimonio con uno straniero?
Ad una settimana dal grande evento ancora usava praticare gli esercizi col ventaglio e tè, cosa certamente di poco conto per gli americani; si era informata bene da chi se ne intendeva.  
Di certo se non avesse accettato di sposare quel tale, quel Pinkerton, il destino le si sarebbe rivoltato contro; quanti brutti affari derivavano dal denaro!
Sarebbe stata capace di render fiera sua madre?

Dimmi, dimmi che è l'ombra che riflette me
Non è come la vorrei perché non so
Chi sono e chi sarò
Lo so io, e solo io
E il riflesso che vedrò mi assomiglierà

Da quando il suo poso era partito sentiva crescere in sé una strana angoscia che mai si sarebbe immaginata di provare.
Era quella una tensione che solo l’esercizio poteva sopprimere, l’esercizio a diventar quella buona moglie americana nei fatti come lo era su quelle carte che avevano firmato –a proposito, chissà in quale strano ufficio erano finite...?
–, ma c’era qualcosa che le causava un gran dolore ogni mattina che Suzuki si preoccupava di acconciarla.
Le sistemava il consueto trucco sul viso, e storceva il naso. Allora si preoccupava dei capelli, ma la Madama si abbandonava a dei così tristi sguardi a quell’immagine che vedeva allo specchio che la cara domestica non poteva ignorare: così cominciò a lasciarla sola a rimirarsi per alcuni minuti, minuti che raddoppiarono, triplicarono perché la sua padrona desiderava così, eppure con suo grande dispiacere pareva che non servissero a nulla.

Quando il mio riflesso avrò, sarà uguale a me

Tornava solo quando Cho Cho-san si diceva pronta per le solite cerimonie, ed ogni giorno quel viso era sempre più scarno, con quegli occhi che mostravano delle lacrime che mai la sua padrona avrebbe mostrato ad altri se non a quell’immagine sul vetro che continuava a fissarla.

_____________

 

Un bel dì, vedremo
Levarsi un fil di fumo Sull'estremo confin del mare
E poi la nave appare
E poi la nave è bianca.
Entra nel porto, romba il suo saluto.
Vedi? È venuto!

La pioggia teneva loro compagnia, quei genitori sciagurati che avevano permesso alla loro figlia di partire in guerra al posto di suo padre.
Fa Li non poteva far altro, da allora, che attendere impazientemente il suo ritorno.

Poiché sarebbe ritornata da eroina senza esser mai scoperta, e mai avrebbe permesso alle sue paure di credere che un messaggero le avrebbe portato la notizia che Mulan sarebbe stata condannata a morte. 

Io non gli scendo incontro, io no.
Mi metto là sul ciglio del colle
E aspetto gran tempo
e non mi pesa a lunga attesa.
E uscito dalla folla cittadina
Un uomo, un picciol punto
S'avvia per la collina.

Sarebbe tornata viva, coi suoi soliti sorrisi senza doversi inquietare più con eserciti o genitori malati, e di sicuro le avrebbe nascosto attimi come quello: in pena e dal cuore affranto, col tremore alle mani tanto che si confondeva col consorte malato, perché ora sapeva che per colpa di quei dispiaceri Mulan avrebbe potuto sacrificarsi di nuovo e per sempre. 

Chi sarà? Chi sarà?
E come sarà giunto
Che dirà? Che dirà?
Chiamerà Butterfly dalla lontana

Una notte non riuscì a dormire, poiché solo nella notte quelle sue maligne paure potevano abbatterla e mostrarle il fantasma della sua bambina che le parlava della candida neve che aveva purificato col suo sangue.

Io senza far risposta
Me ne starò nascosta
Un po' per celia,
Un po' per non morire
Al primo incontro,
Ed egli al quanto in pena
Chiamerà, chiamerà:
"Piccina - mogliettina
Olezzo di verbena"

Certo non poteva immaginar davvero che sarebbe tornata.
D’un tratto in quel solo istante erano tornati alla mente tutti i loro giochi, i buffi nomi che dedicavano l’una all’altra, e quel giorno in cui con le sue compagne cercava di educarla al matrimonio per portar quegli sciocchi onori che sarebbero dipesi dal nome di un altro.

I nomi che mi dava al suo venire.
Tutto questo avverrà,
te lo prometto
Tienti la tua paura -
Io con sicura fede lo aspetto.

Perché se tanto era vero che si parlava spesso di donne attendere i loro uomini, solo lei poteva dirsi tanto fiera di essere una madre ch’attendeva il ritorno di una figlia da un’intricata battaglia.

   
 
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