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Autore: Shade Owl    13/11/2018    3 recensioni
Il Whitebark Pyne, il più grande, il più vecchio e il più famoso pub di Orenthal, sta chiudendo. Albert Spencer, il proprietario, è ormai troppo vecchio per continuare a gestirlo, e non può fare a meno di venderlo. L'unica offerta plausibile, tuttavia, arriva da una catena di locali in franchising.
A Nadine, che è cresciuta con il Pyne come un dato di fatto, la cosa non va a genio...
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Il Ringraziamento arrivò e passò, ma stavolta venne festeggiato in modo piuttosto atipico per la famiglia Anderson: Nadine, incastrata tra moduli, permessi e contratti, non sarebbe mai riuscita a occuparsi del pranzo, a cui generalmente partecipava una piccola folla tra amici e parenti. Non era neanche riuscita a fare la spesa di persona, e alla fine Alis si era dovuta offrire per cucinare al suo posto con l’aiuto di Alexis e di Xander. In misura minore anche di Timmi, che tuttavia era stato tenuto lontano dai fornelli per la maggior parte del tempo, visto che durante l’ultimo pranzo del Ringraziamento in cui aveva tentato di aiutare era riuscito a bruciare metà dei condimenti, cosa che aveva comportato il suo perenne esilio dalla cucina durante le feste.
Per la verità neanche Alexis era mai stata particolarmente brava a cucinare, infatti generalmente ordinava cene da asporto o si faceva ospitare dalla cugina per i pasti, e di rado si metteva ai fornelli, ma sotto la guida di Alis fu in grado di preparare abbastanza patate e salsa ai mirtilli per tutti senza fare alcun danno, cosa che rinfacciò a Timmi per tutto il pranzo.
Mangiarono ugualmente nel cortile del cottage, l’unico posto abbastanza grande da ospitare tutti (e protetto da un Incanto Atmosferico per evitare freddo e umidità in eccesso), anche perché i piccoli Robin e Victor sembravano vivere solo per quei momenti di libertà tra gli alberi, quando potevano correre liberamente per il sottobosco con Kyle e Arshan che giocavano a inseguirli insieme a Dran e Skadi in pausa da Billings che se li spupazzava ogni volta che si fermavano per riposare. Anche Ariel preferiva le feste nel bosco, così vicina al lago dove poteva scappare ogni volta che voleva.
Nonostante tutto era stata una bella giornata, erano stati bene e si erano divertiti. D’altra parte non era stato semplice arrivarci e superarla: Skadi era ancora impegnata con gli studi, e solo l’aiuto della magia le aveva permesso di raggiungerli a casa senza sprecare tempo ed energie con un lungo viaggio in autobus o in aereo fino a Whitehurst, dove poi qualcuno avrebbe dovuto aspettarla per portarla fino a casa. Anche Timmi, che oltre al suo lavoro aveva anche gli impegni col Sommo Concilio (sia missioni da svolgere personalmente che riunioni a cui presenziare, essendo stato ammesso già da tempo nell’assemblea come membro effettivo, oltre a numerosi impegni logistici che detestava veramente di cuore e a cui si dedicava con proprio, sommo rammarico).
Lo stesso si poteva dire di Kyle che, diviso tra famiglia, lavoro alla galleria, missioni per conto del fratello e impegni da Sindaco, doveva ricorrere spesso tanto quanto Timmi ai cloni d’argilla per riuscire a fare tutto. Nemmeno Xander era totalmente libero, e Timmi aveva dovuto concedergli un po’ di ferie per togliergli un minimo di pressione, soprattutto per via del fatto che in quello stesso periodo festeggiava il proprio compleanno, e Alis aveva fatto gestire il vivaio ad Alexis per diversi giorni (giorni in cui comunque avevano chiuso prima) così da stare meglio dietro a Ray, al Sommo Concilio e alla casa. Persino Jo, che durante il Ringraziamento teneva il negozio aperto per mezza giornata, organizzava sempre qualche promozione particolare o eventi che attirassero la clientela, aveva lavorato più del solito, senza contare le missioni che gli venivano affidate regolarmente.
In parole povere, nessuno era riuscito ad avere un po’ di tranquillità in quelle settimane. In effetti Nadine era sempre stata un po’ il jolly di tutti quanti: partecipava a pochissime missioni del Sommo Concilio, essendo una Strega Sensitiva, quindi dai poteri piuttosto scarsi a eccezione delle capacità percettive, e non aveva mai avuto un vero lavoro in città, come aveva osservato Timmi qualche tempo prima, limitandosi ad aiutare parenti e amici a gestire la contabilità o sostituendoli alla cassa quando necessario. La sua iniziativa di comprare il Whitebark Pyne aveva avuto conseguenze un po’ su tutti quanti, in quel periodo. Doveva ammetterlo, non si era mai resa conto di quanto gli amici facessero affidamento su di lei. Timmi durante le sue giornate di lavoro in città (quando non era richiesto dal Sommo Concilio) faceva veramente qualsiasi cosa, svolgeva innumerevoli commissioni e si occupava di parecchie incombenze, e non si risparmiava nel rinfacciarlo a tutti ogni volta che ne aveva l’occasione, motivo per il quale tutti sapevano fin troppo bene quanto importante fosse la sua presenza nel gruppo. Lei, d’altra parte, era il suo esatto opposto e non si lamentava mai quando le chiedevano una mano, limitandosi a rifiutare quando sapeva di non avere tempo o modo di fare quanto le veniva chiesto (al contrario di lui che, malgrado i borbottii, sembrava essere patologicamente incapace di rifiutarsi davvero). Forse dipendeva dalla differenza di atteggiamenti, chissà…
Questi ragionamenti l’accompagnarono per tutto il periodo delle feste e, arrivata ai primi di Dicembre, quando la neve stava già cominciando a cadere nelle strade e la temperatura scendeva ulteriormente, si ritrovò seduta su uno degli sgabelli dietro il bancone di legno graffiato del Pyne a fissarne gli infissi con un misto di soddisfazione e stanchezza.
Era stato un periodo folle, frenetico e pieno di decisioni importanti, ma ce l’aveva fatta: da quasi cinque ore il pub era suo. Albert aveva firmato il contratto di vendita quella mattina e l’aveva accompagnata a depositarlo, contento all’idea di aver lasciato il Pyne a qualcuno che sapeva apprezzarlo e che lo avrebbe mantenuto identico a com’era.
L’idea la terrorizzava e la eccitava allo stesso tempo. Un nuovo oceano di possibilità, buone e cattive, le si stava aprendo davanti, e presto avrebbe dovuto scoprire se sarebbe riuscita a rimanere a galla oppure no. Si sentiva come una ragazzina al primo giorno di college, incerta sul suo futuro e spaventata all’idea di cosa avrebbe potuto farne ora che era priva di guida e senza un percorso definito davanti a sé. Inoltre aveva scoperto l’origine del suo malessere degli ultimi tempi, e per “guarire” le sarebbe servito un bel po’ di tempo.
Dall’altro lato del bancone gli amici e la famiglia stavano ancora festeggiando il buon esito della vendita, riunendosi per la seconda volta in poche settimane. Ufficialmente il Pyne era ancora chiuso, quindi lo avevano tutto per loro, e anche se la maggior parte degli alcolici e degli snack erano finiti in magazzino c’erano ancora alcune bottiglie mezze piene e qualche pacchetto di patatine che potevano consumare liberamente, senza contare le due casse di birra che Bob aveva comprato quando era passato a prendere Alexis. Anche Ariel era riuscita a farsi convincere da Skadi a provare un sorso di liquore, ma dopo appena un sorso era praticamente svenuta sulla sedia, e ora se ne stava sdraiata su un tavolo d’angolo borbottando canzoncine stonate a mezza voce, con Dran che la fissava curioso: a quanto pareva, le sirene e l’alcool non andavano minimamente d’accordo, scoperta che Timmi fu più che lieto di fare.
Nadine, dal canto suo, aveva preferito astenersi dai bagordi veri e propri, limitandosi a piluccare e standosene perlopiù nel suo cantuccio. Non era il caso che bevesse anche lei.
- Quindi… ora il mio capo sei tu, eh?- ridacchiò Teddy, sedendosi davanti a lei al bancone.
Si era tolto tutti gli occhiali, per una volta, anche se senza quelli da vista si ritrovava a strizzare un po’ le palpebre.
- A quanto pare.- disse Nadine, sorridendogli stancamente - Mi servirà il tuo aiuto. Posso gestire la parte economica, ma…-
- … ma non hai idea di come fare per la pratica. Lo so, Timmi è venuto qui sette volte per ricordarmelo.- ammise Teddy - Dice che se non ti aiuto viene qui e mi pianta un palo telefonico nel petto, in memoria del mio passato di vampiro.-
Nadine scoccò un’occhiataccia al marito, che in quel momento era seduto a un tavolo con tutti gli altri a bersi una birra, chiacchierando allegramente con Robert Sykes. Mentre lo fissava parve scuotersi all’improvviso per un brivido gelido, come se l’avesse percepita; voltandosi verso di lei, fece scivolare via il sorriso e assunse un’espressione confusa. Nadine sospirò e scosse la testa, tornando a rivolgersi a Teddy.
- Beh, il capo sono io.- ribadì - Non dargli retta e ricordagli che se io dico “qui lo Sceriffo non entra”, allora lo Sceriffo non entra, va bene?-
- Ehm… d’accordo.- rispose Teddy, perplesso - Però diglielo prima tu, okay?-
Lei non rispose, appoggiandosi al bancone con i gomiti.
- Mi serve un direttore.- disse invece - Tu te la senti, per caso? Possiamo assumere altro personale, ma conosci già il lavoro. Preferisco un novellino come barista che come dirigente.-
- Beh… se mi ritieni affidabile…- rispose Teddy, fregandosi il mento - A me sta bene. Accetto.-
Nadine aggrottò la fronte.
- Tutta qui la tua reazione?- chiese - Io ti propongo un lavoro molto più impegnativo di quello che hai svolto finora e tu accetti senza battere ciglio?-
- Devo. La minaccia del palo nel cuore vale anche per questo.- ammise, indicando Timmi col pollice - È da un mese che vado a Whitehurst a seguire corsi per imparare a gestire attività commerciali, mi ha obbligato lui. Ti dice bene che so già fare la manutenzione degli impianti audio e video, o avrei dovuto imparare anche quella.-
- Insomma te lo aspettavi.-
- Già. Tuo marito sa chiedere le cose giuste. Nel modo sbagliato, ma le cose giuste.-
- Lui non chiede, pretende.- gli ricordò Nadine, alzandosi in piedi - E fa un sacco di danni, più di quanti tu possa supporre.-
- Tipo?-
- Ah, ora te lo spiego… tu, subito qui!- esclamò a gran voce, sovrastando il vociare degli altri.
Subito il chiacchiericcio si spense, mentre Skadi, seduta tra Alexis e Alis, si voltava verso Timmi, accigliata.
- Che cos’hai fatto stavolta?- chiese.
- Ho minacciato Teddy di morte, ma lo faccio continuamente.- rispose candidamente lui, alzandosi - Davvero vuoi rimproverarmi solo per questo?- chiese, rivolgendosi a Nadine.
- No, anche se gradirei che la smettessi di importunare il mio personale.- rispose lei - In effetti ti dovrei ringraziare.-
- Ah, quindi ho fatto bene?- ridacchiò, avvicinandosi e dando un pugno sulla spalla all’ex vampiro, che gemette e si allontanò in fretta, tenendosi il braccio indolenzito con la mano.
- No.- ripeté lei - Voglio ringraziarti per essermi stato vicino.-
- Ho un’altra scelta?- chiese lui, mettendo le mani sui fianchi - Si chiama “matrimonio”, non “ognuno fa come vuole”.-
- Già, povero schiavo…- commentò Alis.
- Ehi, vai a brucare begonie, fioraia!-
- Vivaista!- corresse Alexis.
- Non hai qualche mutante a cui sfuggire, tu?-
- Mutante?- ripeté Bob Sykes, confuso.
- Te lo rispieghiamo dopo.- disse Xander, allungandogli una delle ultime bottiglie di birra rimaste: era ancora troppo nuovo al sovrannaturale per capire davvero tutte le loro battute.
- Che amabile scambio di frecciatine…- sospirò Kyle, strappando una risata ad Arshan.
- Ehi, voi due nella cuccia!-
Dran abbaiò.
- Timmi, piantala. Dran, pure.- sospirò Nadine - Hai comunque qualcosa da farti perdonare, sai?-
- Eh? E cosa?- esclamò sorpreso lui, allargando le braccia.
- Lo sai che mi sento poco bene ultimamente.- gli ricordò Nadine.
- E allora? L’influenza non posso avertela attaccata io!- protestò - Io non mi ammalo!-
- Lo sappiamo tutti questo!- esclamò Jo.
- Taci, tu, capellone!-
- Fidati, non è influenza.- disse Nadine - Dura da troppo tempo, è un mese che sto così. Ho fatto le analisi, due giorni fa, e pare che per i prossimi otto mesi andrà peggiorando.-
Timmi aggrottò la fronte, scuotendo appena la testa: non ci stava arrivando.
- Okay, mettiamola così…- sospirò Nadine, pinzandosi la radice del naso - Nausea, caviglie gonfie e aumento di peso. Ti dice niente?-
Di nuovo, lui scosse la testa. Quando voleva sapeva essere davvero lento.
- Dovrai costruire un’altra camera da letto.-
- Perché, qualcuno viene a stare da noi?-
A quel punto Kyle si alzò in piedi e lo raggiunse, prendendolo per le spalle con un sospiro sconfitto.
- Fratellino, vieni a fare una passeggiata con me.- disse - Dobbiamo fare due chiacchiere tra noi.-
- Eh? No, un attimo!- protestò Timmi, mentre Kyle lo trascinava verso la porta, con Dran che gli trotterellava dietro - Non ho ancora capito!-
Nadine scoppiò a ridere, scuotendo la testa, mentre Skadi correva ad abbracciarla forte, seguita a ruota da Alis e da Arshan. Prima o poi ci sarebbe arrivato…

Sì, prima o poi Timmi lo capirà.
Ringrazio Ely79, John Spangler e l'ultimo arrivato, Alessandroago_94, che mi hanno seguito. Spero di tornare presto con gli Anderson. Ciao a tutti!

 

   
 
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