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Autore: HikariMoon    13/11/2018    0 recensioni
Sono passate solo poche settimane dal ritorno di Mai, Kenzo e Hideto dal futuro. Il passato di Maestri della Luce sembra ormai solo un capitolo chiuso. Ma non è così e sarà Mai a rendersene conto per prima. Il passato infatti tornerà a bussare nelle loro vite in modo improvviso e del tutto inaspettato. Ma non sarà solo quello ciò con cui dovranno confrontarsi. Mai troverà il coraggio di ricominciare a duellare a Battle Spirits? Kenzo e Hideto riusciranno ad aiutarla? Chi è la misteriosa persona che Mai troverà in coma? E riuscirà a risvegliarsi? La decisione da prendere è solo una: trovare la forza di ricominciare a vivere continuando a sperare che, un giorno, i portali di Gran RoRo tornino ad aprirsi.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hideto Suzuri, Kenzo Hyoudo, Mai Viole/Shinomiya, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Battle Spirits Resurgence - I Guerrieri della Luce'
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Capitolo 7

Shiro fissò il campo di gioco. Lo fissò senza riuscire a comprendere che fosse davvero finita: lui era il duellante più forte di tutti. Spostò i nuclei, lentamente; era stato sconfitto da una Maestra della Luce.

“Annuncio la conclusione del torneo”, esordì l’arbitro con voce neutra. “La vincitrice è Shinomiya Mai.”

Il ragazzo balzò in piedi e sbatté le mani sul tavolo. La sedia si ribaltò con un tonfo sordo che zittì tutti all’istante.

“Non posso aver perso!”, sbraitò con gli occhi spiritati, voltandosi accusatorio a destra e a sinistra. “Sono il duellante più forte! Ha evidentemente imbrogliato! Non può essere considerato valido!”

Raggiunse l’arbitro, che arretrò per non ritrovarselo addosso. “Annulli questo duello!”

L’arbitro gli rivolse uno sguardo severo. “Il duello è valido. Sono state rispettate tutte le regole.”

Mai si alzò e infilò il proprio mazzo nella borsa, attirando su di sé l’ira dell’avversario. “Sei solo un’infida guastafeste, Shinomiya, come tutti voi Maestri della Luce!”

La ragazza sospirò e si voltò, incrociando gli sguardi entusiasti di Hideto e Kenzo. Provava quasi pietà per quel ragazzo, intrappolato sul piedistallo che si era costruito.

“Bashin e Momose si sono meritati tutto ciò che gli è successo!”

Mai gelò. Hideto e Kenzo sgranarono gli occhi, il primo sbattendo una mano sulla fronte e il secondo sistemandosi incredulo gli occhiali. La folla arretrò di un passo e l’arbitro si guardò attorno, consapevole che la situazione stava rischiando di degenerare. Alcuni amici di Shiro lo affiancarono per cercare di fermarlo.

“Brutto moccioso arrogante!”, ribatté la Guerriera Viola ruotando su sé stessa e puntandogli contro uno sguardo furioso. “Non osare. Non osare parlare di cose di cui non hai la minima idea.”

Avanzò di alcuni passi, fermandosi a un paio di metri da lui, ignorando l’arbitro che cercava di placarli.

“Ripeti a pappagallo quelli che altri hanno detto, senza neppure pensare a cosa significhi. Credi di sapere, ma non sai nulla. Nulla. Ti credi meglio di Dan, ma combatti solo per te stesso e per metterti in mostra. Dan combatteva per gli altri. E lo ha fatto sempre, anche quando tutti gli hanno voltato le spalle!”

Mai inspirò, stringendo le dita sul manico della borsa. Shiro distolse lo sguardo a denti stretti.

“Nessuno ha mai capito nulla di noi Maestri della Luce. Per questo uno come te, un patetico bulletto, egoista ed egocentrico, non sarebbe mai potuto diventare un Maestro della Luce. Non avresti l’umiltà di ammettere di aver sbagliato neppure di fronte all’evidenza del contrario. E non avresti mai combattuto per nessuno se non pe te, mentre noi siamo sempre stati pronti a sacrificarci per difendere il mondo. Abbiamo pagato per farlo. Ma questo tu non lo puoi capire, forse non lo capirai mai perché la vera grandezza è molto diversa da quella che tu cerchi.”

La Guerriera Viola si voltò e raggiunse Hideto e Kenzo, ignara dei primi timidi sguardi ammirati che la seguivano. Anche il presentatore e la sua collega, raggiuntolo poco prima nella speranza di placare gli animi, la fissavano con gli occhi spalancati. La passione e il dolore di Mai avevano lasciato un segno nei presenti.

Shiro, invece, si divincolò dai suoi amici e avanzò puntandole contro un dito.

“Parli tanto perché hai vinto. Se ti avessi sconfitto, avresti dimostrato ancora una volta la vostra pateticità. E io sono un duellante più forte di Dan! Mi hai sconfitto tu, non lui!”

Mai tornò a voltarsi, estraendo con un gesto rapido una carta dalla borsa e mostrandogliela. Era stufa di ascoltare quel disco rotto, che fin troppe volte era rimasta ad ascoltare.

Siegwurm-Nova. Era una carta di Dan. Quella che gli ha permesso di sconfiggere la maggior parte dei suoi avversari, quella con cui ha annientato le ultime vite del Re del Mondo Altrove. Per tutto il resto, continua a pensarla come vuoi. Con i sordi è inutile parlare.”

Shiro trasalì e Mai tornò a voltarsi. Fatto un passo, però, si fermò.

“Un’ultima cosa. Ho usato un mazzo molto simile a questo, tempo fa. Ed ero riuscita a evocare Siegwurm-Nova. Ho perso lo stesso. Sai chi era il mio sfidante? Dan. Se non hai avuto speranze con me, non ne avresti avute con lui.”

Il ragazzo arretrò, come se Mai gli avesse inferto uno schiaffo in pieno volto. Abbassò la testa, continuando a scuoterla, e i suoi amici lo tirarono indietro, scomparendo nella folla di pubblico ammutolita.

Mai riprese a camminare nel silenzio totale, la testa alta e lo sguardo dritto. Raggiunse Hideto e Kenzo e sorrise loro.

“Missione compiuta.”

Hideto la prese a braccetto e i tre cominciarono ad allontanarsi. Dietro di loro, gli spettatori continuarono a bisbigliare, dividendosi in gruppetti.

“Complimenti, Mai”, esordì Hideto mentre uscivano nell’atrio. “Fortuna che eri quella che non voleva attirare l’attenzione. Mica possiamo ripetere certe esperienze passate.”

La ragazza afferrò una ciocca di capelli e chinò la testa, imbarazzata. “Ho esagerato, vero? Cercherò di non farlo più.”

Kenzo sorrise sornione. “Quando ci vuole, ci vuole.”

“Signorina Shinomiya!”

Il trio si fermò, voltandosi sorpreso, e vedendo venire loro incontro la donna che si era occupata delle iscrizioni poche ore prima.

“Questo è il premio”, esordì in modo professionale, porgendo alla Guerriera Viola una carta. “Ho immaginato che non vi sarebbe interessata una consegna formale.”

La ragazza scosse la testa, prendendo la carta con un leggero inchino del capo.

“Un’altra cosa”, proseguì la donna. “C’è qualcuno al telefono che ha chiesto di parlare con lei. Una certa signorina Nakano? Sembrava importante.”

Hideto e Kenzo aggrottarono la fronte, scambiandosi uno sguardo veloce, incuriositi da quel nome sconosciuto. Mai, invece, sgranò gli occhi e impallidì.

“Dove?”

“Mi segua.”

Hideto afferrò il braccio di Mai prima che potesse allontanarsi, allarmato dall’espressione della ragazza.

“Che succede?”

“Dopo”, sussurrò la ragazza divincolandosi e seguendo la donna.  Per ogni passo che faceva, il battito del suo cuore aumentava e una morsa le si serrava sullo stomaco. Mandare un messaggio a Elisabeth, per informarla dov’era quando era costretta a spegnere il cellulare, nel caso succedesse qualcosa. Doveva essere solo una precauzione, come tante altre volte in quei mesi.

Non era mai servito prima.

La donna la lasciò nel piccolo ufficio, accostando la porta dietro di lei. Mai rimase immobile, le mani che tremavano. Non era certa di voler sentire cosa le avrebbe detto. Temeva di saperlo già. Era passato più di un anno. Forse doveva andare in quel modo. Sentì le lacrime imperlarle le ciglia. Si obbligò a essere forte e avvicinò la cornetta al viso.

“Elisabeth? Sono Mai.”

“Mai! Finalmente! Ho già mandato Kosuke a prenderti”, trillò la voce dell’altra ragazza. “Tu e i tuoi amici dovete venire subito! È la rosa bianca!”

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Mai fu la prima a balzare giù dall’automobile, scambiando un sorriso con l’autista. Hideto e Kenzo la seguirono, sempre più perplessi e anche alquanto stizziti da tutto quel mistero. Mistero che Mai si era rifiutata di schiarire, anche quando era tornata da quella telefonata con un sorriso a trentadue denti e gli occhi lucidi.

Dobbiamo andare subito in un posto, era stata l’unica risposta alle loro domande.

Solo sull’automobile, dove fu evidente che Mai conosceva già l’uomo venuto a prenderli, la Guerriera Viola rivelò che aveva conosciuto la ragazza il settembre prima. Kenzo fu rapido a collegare i punti, rendendosi conto che doveva essere legato al famoso contrattempo di quel giorno.

La porta d’entrata si spalancò e ne uscì fuori una ragazza con un allegro abito arancio e una treccia che ondeggiava sulla spalla. Si gettò nelle braccia di Mai ridendo.

“Sono così contenta siate venuti!”

Si staccò dalla Guerriera Viola un attimo dopo, chinandosi sorridente verso i due ragazzi.

“Benvenuti, Maestri della Luce.”

Hideto e Kenzo, se fino a pochi istanti prima erano stati perplessi e curiosi, rimasero completamente confusi.

“Grazie per averci chiamato”, si intromise Mai. “Loro sono Suzuri Hideto, il Guerriero Blu, e Hyoudo Kenzo, il Guerriero Verde. Lei è Nakano Elisabeth.”

La ragazza dondolò sui piedi, abbassando leggermente lo sguardo. “Mi sarei fatta viva prima, ma lui non voleva sentire ragioni. Non sapete la fatica che ho fatto a convincerlo.”

“Lui chi?”, sbottò Hideto, ignorato da entrambe le ragazze.

“È proprio da lui, cercare di affrontare tutto da solo”, replicò Mai con un sorriso.

Elisabeth annuì e tornò a sprizzare gioia da tutti i pori. “Vi accompagno da lui?”

Rientrò nella casa e la Guerriera Viola la seguì subito, facendo cenno agli altri due di venire. Hideto e Kenzo si stavano leggermente spazientendo dall’essere tenuti allo scuro, ma era istintivo fidarsi di Mai. Dopo aver attraversato un corridoio, uscirono in una veranda a vetri con annessa quella che sembrava una serra, dove un’anziana signora stava accudendo delle piantine. Da lì, uscirono nel giardino e dopo un breve vialetto che separava un classico giardino giapponese da quello che aveva un aspetto più occidentale, arrivarono in vista di un piccolo bungalow di legno.

Elisabeth si fermò e incrociò il loro sguardo. “Io vi lascio, penso avrete molte cose da dirvi. Prendetevi tutto il tempo che vi serve.”

Li superò, attardandosi appena per stringere una mano a Mai con cui scambiò un sorriso emozionato. Rimasti soli, Hideto e Kenzo si voltarono verso la ragazza, in attesa che fosse lei a fare la prima mossa. La Maestra della Luce inspirò ed espirò più volte, prima di annuire con un sorriso e riprendere a camminare, subito seguita dai due.

C’erano un tavolino e delle poltroncine sotto il bungalow.

E c’era un ragazzo, seduto a dar loro le spalle, i capelli di un pallido azzurro.

Hideto e Kenzo si fermarono di colpo, senza trovare la forza di emettere alcun suono. Mai aveva portato una mano sulla bocca e i suoi occhi brillavano di lacrime.

Il ragazzo, appoggiandosi ai braccioli, si alzò con leggera fatica e si voltò verso di loro, un sorriso appena abbozzato sulle labbra.

“È un po’ che non ci vediamo.”

“YUUKI?!?”

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Il cielo si era tinto dei colori del tramonto, ma i quattro ragazzi erano ancora lì, seduti a quel tavolino. Dopo i primi minuti di emozione, di sconcerto e di shock, si erano messi a raccontare tutti i pezzi mancanti del puzzle, rischiando a volte di accavallare le voci le une sulle altre. Avevano tante cose di cui parlare.

Il tè e i biscotti, portati tempo prima da Elisabeth, erano finiti. L’ultimo lo stava sgranocchiando svogliatamente Kenzo.

E, nonostante tutte le ore già trascorse, era difficile per tutti loro capacitarsi di essere veramente lì. Dopo l’incontro contro Shiro, aver ritrovato Yuuki aveva un sapore completamente diverso. Era come una rivincita su tutti quelli che si erano accaniti su di loro.

“E sapevi già tutto da settembre?”, domandò un po’ offeso il ragazzino.

“Perché non ce l’hai detto prima?”, si accodò il Guerriero Blu.

La ragazza sospirò e passò una ciocca di capelli dietro all’orecchia, iniziando ad attorcigliarla al dito.

“Scusate, ma non volevo mettere in pericolo nessuno. E soprattutto non volevo darvi false speranze. Avreste solo sofferto.”

I due ragazzi annuirono, anche se non del tutto d’accordo con la decisione che aveva preso Mai, ma comprendendo perfettamente le sue ragioni: il risveglio del Guerriero Bianco era stato completamente insperato e allora avevano perso Dan solo da poco tempo.

“Che si fa adesso?”, domandò Hideto dopo lunghi istanti di silenzio. “Yuuki non può certo tornare come se niente fosse. Tutti lo credono morto da quasi due anni.”

Mai e Kenzo si voltarono verso il Guerriero Bianco, che non disse nulla per lungo tempo, lo sguardo perso sui fiori del giardino.

“Non lo so. La riabilitazione non è ancora finita e non è che abbia qualcosa a cui tornare. Senza contare che, farlo, potrebbe essere un rischio troppo grande. Dovrò anche parlare con Elisabeth e la sua famiglia.”

“Sono certa che ti aiuteranno”, si intromise dolcemente Mai. “Elisabeth si è molto affezionata a te.”

Yuuki non rispose. Tornò a voltarsi e sospirò.

“Sono successe tante cose finché io ero in coma. Troppe. Non credo di aver ancora afferrato il fatto che sia passato così tanto tempo. Quando mi sono svegliato, ero convinto fossero passate solo poche ore. Da qui in avanti, dovrò cercare di fare ordine in ciò che mi circonda e in me.”

Kenzo si pulì la bocca sul tovagliolo e passò lo sguardo sugli amici.

“L’importante è che ora siamo tutti assieme. Sarà più facile affrontare qualsiasi cosa.”

“Non penso che sia saggio”, ribatté Yuuki guadagnandosi le occhiate sorprese degli altri. “Almeno per un po’, sarà meglio non vedersi troppo. È più sicuro che voi continuate per la vostra strada, come avete fatto in questi mesi.”

Mai sospirò e strinse la ciocca di capelli. “Ma saresti solo. A parte noi e la famiglia di Elisabeth, nessuno sa che tu sei vivo. Vogliamo esserti vicino, aiutarti.”

“Vi ringrazio per questo, ma è qualcosa che devo superare da solo.”

Gli altri tre ragazzi si rassegnarono, consapevoli che il Guerriero Bianco avesse ragione. Più stavano insieme, più correvano il rischio di attirare l’attenzione. In più, in quegli ultimi anni non erano riusciti granché a occuparsi di loro stessi. A Gran RoRo erano stati veramente poco più che bambini, poi c’era stata la fama, gli attacchi, il viaggio nel futuro. C’era stata solo quella piccola pausa, tra la morte di Yuuki e la chiamata di Kenzo, pochi mesi che non erano stati certo sufficienti a capire chi fossero davvero.

Hideto si posò sullo schienale e incrociò le mani dietro alla testa.

“I miei genitori vorrebbero che mi impegni per riuscire a iscrivermi all’università. Ma non voglio rinunciare ai miei viaggi: ho imparato tante cose che altrimenti non avrei mai saputo. Ma potrei diventare un medico eccentrico, che dite?”

“Ti ci vediamo proprio”, commentò Kenzo unendosi alla risata del Guerriero Blu.

“Dovrò pur cercare di stare in qualche modo al passo con te, no?”

Il Guerriero Verde sorrise, gli occhi che brillarono di entusiasmo. “Diventerò un grande scienziato. Troverò soluzioni che gli altri neppure si immaginano e dimostrerò a tutti che possiamo migliorare anche senza il Nucleo Progenitore. Collaborare con una scienziata del futuro dovrà pur darmi un vantaggio!”

 Il Guerriero Blu gli diede una pacca sulla spalla, le loro risate che si confondevano. Mai sorrise e alzò lo sguardo verso il cielo, pervaso da una calda e avvolgente tinta dorata, sfumata nell’arancio e nel rosso. Oltre, dalla parte opposta, il blu della notte si stava espandendo su tutta la volta.

Un enorme malinconia si infiltrò dentro di lei: sembrava un addio.

“Io credo che riaprirò un blog”, sussurrò piano attirando su di sé gli sguardi dei tre ragazzi. “Ci sono così tante persone che contano ancora su di noi. E sento di avere ancora tanto di cui parlare.”

La stessa malinconia di Mai cominciò ad apparire anche sui volti degli altri Maestri della Luce. Si stavano separando un’altra volta. Anche se avevano un unico obbiettivo, dovevano provare a raggiungerlo tracciando una loro strada. Il loro legame sarebbe stato messo un’altra volta alla prova, testato come era stato prima del futuro, quando avevano rischiato di perdersi a vicenda. E avrebbe dovuto contare sulle proprie forze, proseguire sui propri cammini paralleli. Dovevano crescere, e faceva paura, soprattutto senza sapere se alla fine ci sarebbero ancora stati gli altri ad aspettarli.

Il cielo sopra di loro cominciò a punteggiarsi di timide stelle, offuscate dall’inquinamento e dalle luci di Tokyo. Una di esse, la prima che Mai vide, sembrò brillare di rosso. La ragazza sbatté le palpebre e poi sorrise.

“Non è un addio. Possiamo continuare a tenerci in contatto, qualsiasi ora del giorno e della notte. Non vi libererete tanto facilmente di me.”

Hideto fu il primo a sorridere, stupito ogni giorno di più dalle due metà che erano Mai: la furia che non si faceva fermare da niente e la dolcezza che cercava di tirare tutti su di morale.

E aveva ragione. Erano i Maestri della Luce. Non sarebbe bastata la distanza a separarli e avrebbero continuato a incrociarsi.

“Ti pentirai quando le nostre e-mail ti sveglieranno in mezzo alla notte. E io pretendo di essere tenuto informato su qualsiasi novità, mi raccomando. Così quando fra qualche mese riusciremo a rincontrarci, sarò come se non ci fossimo mai lasciati. E potremo anche duellare!”

Kenzo si ritrovava spesso a essere il più piccolo. A casa, a scuola, anche tra i Maestri della Luce. Eppure, viaggiare con loro lo aveva reso migliore, più altruista e meno presuntuoso, e, in qualche modo, avevano annullato anche quella differenza. Era diventato più sicuro di sé: questo lo doveva a loro.

“Continuerò a sopportarvi”, dichiarò sistemandosi gli occhiali e sorridendo. “Ma non mi dispiacerò farlo. E se c’è un duello, sono pronto a qualunque sfida.”

Yuuki guardò i tre ragazzi, tre tra le persone che per la prima volta aveva potuto chiamare amici. Da quando li aveva incontrati, aveva cambiato il modo di vedere il mondo. Prima di loro, la sua vita era stata solitaria e l’unica che ne aveva fatto parte era stata Kajitsu. Da Gran RoRo era tutto diverso. Non solo perché la sua amata sorella non c’era più, ma perché grazie a Dan e a loro era riuscito a rialzarsi e ad andare avanti.

Anche se i sensi di colpa restavano, anche se la certezza di rivederla un giorno era ancora ciò che gli dava forza. Ma quando quel giorno fosse arrivato, avrebbe potuto dirle che avevano scelto bene, che i Maestri della Luce erano le persone migliori che avrebbero mai potuto conoscere. Grazie a loro era cambiato o, forse, era diventato la persona che avrebbe dovuto essere fin dall’inizio. Anche se temeva che le parole del Re del Mondo Altrove potessero ancora avverarsi.

“Quando mi sarò ripreso, potremo provare a rivederci. Basterà stare attenti.”

Mai sorrise, certa che si sarebbero rivisti, che non si sarebbero persi di vista. Si sentì leggera e ottimista, come non si era più sentita più da molto tempo. Neanche sperare di rivedere Dan o Gran RoRo sembrava più tanto sciocco. Ed era sicura valesse anche per gli altri.

In silenzio, senza aver più bisogno di dirsi nulla, si alzarono. Yuuki rifiutò la mano degli altri, che però gli rimasero a fianco. Lentamente, per non far sforzare il Guerriero Bianco, si avviarono verso il cancello facendo il giro della casa. Lì, si salutarono.

Elisabeth affiancò Yuuki mentre Mai, Hideto e Kenzo si stavano allontanando lungo la strada. I due si voltarono e si avviarono di nuovo verso l’abitazione.

Presto, anche loro tre si sarebbero salutati e avrebbero iniziato il proprio cammino.

Era davvero l’inizio di una nuova vita, una nuova avventura.

Anche se Battle Spirits non li avrebbe più guidati, sarebbero rimasti per sempre i Maestri della Luce.

E Magisa aveva promesso. Un giorno il varco per Gran RoRo si sarebbe riaperto. Si dovevano impegnare anche per quello.

Nel cielo, due stelle brillarono e la loro luce sembrò sfumare nel rosso e nel verde. Un’altra, più sopra, più alta nel cielo blu sopra al tramonto, brillava di una luce così splendente da sembrare il Nucleo Progenitore.

Gran RoRo e la Terra avrebbero avuto ancora bisogno di loro? Solo il futuro avrebbe avuto la risposta a tale domanda.

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Salve a tutti!
Siamo arrivati alla fine. Prima di salutarvi, voglio ritornare a quelle parole con cui vi avevo salutato l’ultima volta. Cinque anni fa, quando questa avventura è iniziata, avevo espresso la speranza di trovare altri che amassero Battle Spirits come me e mio fratello. E successo. Ed è continuato a succedere fino a oggi, cinque anni dopo. Sì, ci sono stati scossoni in questo viaggio (ce ne saranno sicuramente ancora) e non tutti sono ancora ad accompagnarci. Però, posso dire come allora, che la cosa più bella è farvi emozionare, divertire, immedesimarvi e arrabbiarvi con i personaggi. Perché non mi stancherò mai di ripeterlo, ma non è solo la passione per la storia che mi sprona dopo tutto questo tempo, ma è soprattutto il sapere che siete lì: il merito è vostro e del vostro calore, di tutto quelle parole che nei momenti in cui vorrei fermarmi mi ricordano perché amo questa storia.

Quindi, un’altra volta, come cinque anni a questa parte, come in futuro, un grazie speciale, di tutto cuore a voi che leggete e che continuate a seguirmi, a tutti voi che in questi anni avete recensito (grazie HikariBashin12 per essere passata!).

Grazie per esserci, grazie per il vostro entusiasmo. GRAZIE.

E, con i mazzi di questo episodio, vi saluto e vi do appuntamento alla prossima storia: occhio alla mia pagina autore per ogni aggiornamento!

(MAI) Asmodeo dei Sette Shogun 1x, Siegwurm-Nova, Drago Supernova 1x, Belzebeat dei Sette Shogun 1x, Siegwurm, Possente Dragone Imperatore del Tuono 1x, Berit, Artigli Micidiali 1x, Strega Malefica 2x, Balmung, Dragone Rigenerato2x, Balam, Guerriero delle Tenebre 3x, Globo Artigliato 1x, Scheletrox 2x, Ankillersauro 2x, Scorpione Letale 1x, Teschiavolo 1x, Drago della Pioggia 2x, Rotosauro 2x, Ashtal 1x, Demonosso 1x, Fuoco della Vittoria 2x, Ciclone Fiammeggiante2x, Carta in Più 3x, Telescopio Killer 2x, Energia Big Bang 3x, Danza Macabra 2x, Sarcofago Trafitto 2x, Bilancia Letale 2x, Tempio Diroccato 2x, Tempio a Piramide 2x, Cattedrale Purpurea 3x

(SHIRO) Castello Fortificato 1x, Drago Bicefalo 1x, Kujaraku, Pavone Fiammeggiante 1x, Douglas il Gladiatore 1x, Dracoltello 2x, Segugio Preistorico 3x, Automa di Pietra 3x, Muro vivente 2x, Ankillersauro 1x, Rocciarex 2x, Babyrousa, Bestia da Battaglia 3x, Pedone Gustav 2x, Lucertola Rasoio 2x, Iguanasauro 2x, Goradon 3x, Falange Infuocata 2x, Fuoco della Vittoria 2x, Martello Magico 2x, Aura Offensiva 1x, Aura Luminosa 1x, Blitz 1x, Impatto delle Armi 1x, Elevalivello 3x,Crollo della Strategia 2x, Duello ad Armi Pari 2x, Fabbrica di Automi 2x

(YUUKI) Ragna-Rock, Cavaliere Signore del Fato 1x, Woden, il Grande Cavaliere Alato 1x, Walhalance dalla Corazza Indistruttibile 1x, Yggdrasill, Cavaliere d’Acciaio 1x, Hildir la Valchiria 1x, Cannone di Ferro MK-II 2x, Balder, Soldato Scudo2x, Gigandroide 2x, Artefatto Fjalar 2x, Supremo Gugnir 3x, Guerriero Magnum 1x, Supremo Laevateinn 3x, Farfalla Arcobaleno 1x, Guerriero Calibro 2x, Cigno Kigna 2x, Potente Elisir 3x, Purificazione Testuggine 1x, Ricarica Nuclei 2x, Bufera Impenetrabile 3x, Aura Fulminante 2x, Sacro Elisir (Pozione della Salvezza) 1x, Nastro Imprigionante 2x, Nobiltà d’Animo 2x, Attacco Diamante 1x, Cortina Nebulosa 2x, Nave Madre dell’Infinito 3x, Santuario Inviolabile 3x

(ELISABETH) L’Imperatore Kaiseratlas 1x, Hercules, Cavaliere Selvaggio 1x, Iberix, Bestia Intelligente 1x, Grande Angelia Sophia 1x, Puntale Lamato 2x, Angelia della Luce 1x, Pungiglione Nero 1x, Libellula Fatale 1x, Fata Farfalla 2x, Angelia Kleio 3x, Amenborg 3x, Rana Balzante 1x, Gremly 2x, Spirit Tanya 3x, Pungiglione Velenoso 1x, Scarabeo Corazzato 2x, Recupero del Branco 2x, Campo Immaginario 2x, Affaticamento 1x, Inverti Mano 2x, Astro della Velocità 1x, Nebbia Invalidante 1x, Pozione Reale 3x, Prigione di Spine 3x, Piedi Alati 2x, Forza della Natura 1x, Velocità Divina 1x, Frutti dell’Albero della Saggezza 3x, Collina Prodigiosa 2x

Grazie ancora a tutti!

Varco Apriti, Energia!

Alla prossima, Hikari

  
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