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Autore: sexy_sadie    14/11/2018    0 recensioni
Clara è una ragazza sveglia, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. E' una neo diciottenne pronta alla vita. Ama divertirsi e uscire con i suoi amici di sempre. L'amore non le interessa molto, frequenta qualcuno occasionalmente ma è ben lontana dal cadere ai piedi di un ragazzo, per quanto bello possa essere.
Forse però non è lei che vuole stare lontana dall'amore; forse è l'amore che ancora non l'ha minimamente sfiorata.
Per il momento..
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Mentre in casa regna ancora la frenesia dovuta alla notizia del ritorno di questi super amiconi dei miei genitori, mai visti e mai conosciuti se non attraverso foto e racconti di una gioventù passata, io sono in camera che comincio a rivedere gli appunti presi in classe per capire se ho qualcosa da fare per domani o se sono rimasta indietro con qualche compito per le vacanze, dato che in pratica non ho combinato nulla di serio, per non dire assolutamente niente.
 
Avrei ancora da fare una versione di latino con annessa analisi stilistica, ma per fortuna posso svolgere il compito senza fretta dato che domani non è sull’orario. Potrei cominciare con la traduzione così da fare solo l’analisi domani pomeriggio senza fatica.
 
Bene, ora che ho strutturato mentalmente il lavoro da fare posso cominciare.. ma meglio mettere un po’ di musica, giusto per compagnia.
 
Con in sottofondo “young wild and free” vado a prendere il quaderno di letteratura latina e il vocabolario riposti nello scaffale dei libri accanto l’armadio. Mi siedo di nuovo davanti alla scrivania e inizio a leggere la prima frase da tradurre, che è un periodo infinito, quindi opto per dividerlo sperando comunque di riuscire a capirci qualcosa.
 
Mentre inizio a ridere per il nome del suocero di Seneca al quale sono rivolte queste lettere, il cellulare squilla e, avvicinandolo a me, vedo che è in arrivo una chiamata da Michele.
 
- Bella zio, bella frate! - gli rispondo in maniera poco seria. Già me lo immagino portarsi una mano in fronte dalla rassegnazione. Ma tanto lo so che mi adora.
 
- Ciao scema. Che fai? - mi chiede, sorridendo. Lo riesco a percepire dal tono con cui mi parla.
 
Se Martina è la mia migliore amica da quando ne ho memoria, Michele è il migliore amico che ho mai avuto, e so quasi per certo che per sempre lo sarà. Ci conoscevamo già alle medie, ma le classi e gli amici che avevamo erano diverse. Per lo più eravamo conoscenti: sapevamo dell’esistenza l’uno dell’altro ma non avevamo mai scambiato una parola. Poi è arrivato il liceo e un giorno me lo sono ritrovata nella stessa comitiva che frequentava una mia amica vicina di casa, con la quale a volte uscivo, e dove c’era anche Salvatore, colui che poi sarebbe diventato il mio primissimo fidanzato serio, se così si può definire. Serio perché è una storia che è durata più di qualche settimana ma anche e soprattutto perché con lui ho avuto le mie prime esperienze sessuali. Poi per una serie di ragioni ci siamo lasciati e dato che lui era ancora troppo innamorato di me ha preferito non parlarmi più, cancellarmi da ogni social e dalla sua vita, allontanandomi il più possibile per evitare di vedermi e soffrire ancora. Scelta giusta, a mio parere: “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, no? Però un po’ mi manca, dal punto di vista affettivo intendo, non come fidanzato. Ci stavo bene in sua compagnia, mi faceva morire dal ridere e la sua ironia penso sia la cosa che più apprezzavo in lui. Ma vabbè, niente è per sempre, specialmente in questa fascia di età dove accontentarsi è un errore.
Se con Salvatore ci siamo allontanati, con Michele ci siamo avvicinati sempre di più, arrivando a considerarci fratelli. Abbiamo poi cominciato ad uscire insieme anche da soli, trovandoci decisamente molto bene e arrivando alla conclusione che ormai la nostra non era semplice amicizia ma qualcosa di più. Un volersi bene esagerato, ecco.
 
- Niente di ché, stavo iniziando a fare una versione di latino che mi sono lasciata indietro dalle vacanze di natale. - gli dico, sbuffando leggermente.
 
- Mamma mia che secchiona! Già studi? - Mi prende in giro, quel gran figlio di buona madre. Che poi sua madre è davvero buona, la adoro e lei mi vuole un sacco bene.
 
- Ma se ero secchiona l’avevo già fatta, scemo! - gli ridò indietro l’appellativo con il quale mi aveva chiamata prima. Così impara.
 
Michele ride e io mi faccio contagiare. - Senti, ma tu stasera che fai? -
 
Stasera? Mm.. vediamo.. oggi è martedì, in teoria non avrei da fare nulla, a meno che Javier non mi dica di trovarci al solito pub per la “mini riunione”, come l’ha chiamata.
Anche se sono già quasi le cinque del pomeriggio, e di solito lui per queste cose avvisa già dopo pranzo.
 
- Credo di essere libera. - rispondo, infine.
 
- Perché credo? Che hai da fare di martedì sera? - domanda curioso.
 
- In teoria niente, ma in pratica può essere che stasera ci si organizzi con gli altri rappresentanti per parlare della gita. Ma nulla di confermato ancora, quindi penso proprio di essere libera. -
 
- Bene, allora esci con me! - esclama con tono deciso, come se fosse un obbligo. - ci prendiamo una birretta e ci facciamo un giro. -
 
- Molto volentieri! Ci vediamo alle dieci alla solita rotonda? -
Se non ho fatto nulla durante le vacanze è anche colpa sua! Immaginatevi di avere sempre qualcuno che vi convince ad uscire a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ecco, il mio diavolo tentatore è proprio Michele. Però non è possibile dirgli di no. E comunque, frequentando scuole diverse, non ci riusciremmo a vedere molto spesso se non sfruttassimo la sera per incontrarci.
 
- Mi hai tolto le parole di bocca. A stasera, salutami i tuoi! - anche i miei genitori lo adorano, e delle volte penso che venga a casa mia per vedere mio padre anzicché me! Vanno molto d’accordo, anche grazie al carattere di papà, sempre pronto a scherzare e a fare battute. Delle volte si coalizzano per prendermi in giro e mia madre e mia sorella si fanno sempre delle grosse risate. Io faccio la finta offesa, ma in realtà muoio dal ridere anch’io.
 
- A più tardi! Bellaaa – chiudo la chiamata citando uno dei film più memorabili di sempre che amiamo alla follia e rivediamo sempre molto volentieri!
 
Bene, posso ricominciare con il atino. Allora, dove ero rimasta.. ah si, devo cercare gignimur..
 
Neanche il tempo di aprire il vocabolario, che sento bussare alla porta. Si sono tutti messi d’accordo per non farmi studiare? La mia vita è come una pendolo che oscilla tra me che non devo fare nulla e nessuno mi considera e me che ho da fare e tutto il mondo mi cerca.
 
- Avanti! - dico, girandomi verso la porta.
 
Mia madre entra, se possibile ancora più felice di quando abbiamo pranzato.
 
- Claretta – odio quest’appellativo – stasera non metterti la solita tenuta da casa che abbiamo ospiti a cena! - mi avverte, sorridendo a 360 gradi.
 
- Ah d’accordo. E chi viene? - le chiedo, curiosa. Oddio, non mi dire che sono già in città questi famosi amicissimi dei miei! In questo caso dovrei disdire l’uscita con Michele.
 
Infatti le domando – Non ci credo, ma vengono davvero loro?? -
- Si è così! Sono appena arrivati nella nuova abitazione, poco distante da qui. Hai presente dove abita Martina? - certo mamma, che domande. La conosco da una vita e mezza. - ecco, è proprio nella parallela sopra casa sua. Vicino la scuola media. -
 
Perfetto, quindi li avremo a casa più spesso di quanto già m’immaginassi.
 
- Ho capito.. quindi io dopo cena non potrei uscire con Michele.. - le dico, anche se la frase sembra più un’interrogativa.
 
- Assolutamente no, ci tengo che tu e Irene li conosciate. Al massimo può venire lui e poi uscire più tardi. - Si, come no. Mica c’è scuola domani..
 
Un po’ mi dispiace rimandare con Michele, ma vedendo i miei genitori così presi da questo evento non riesco a non accontentarli. Perciò resterò molto volentieri a casa anche dopo cena, e se proprio uscirò da casa, sarà in tarda serata. Genitori permettendo.
 
- D’accordo! Allora vedi di preparare cose buone che ho già fame! - rispondo, toccandomi la pancia con la mano,pre degustandomi le belle e buone pietanze che mia madre riesce a sfornare quando ci si impegna.
 
- Vedi che stai mangiando troppo ultimamente! Cos’è tutta questa fame? - mi domanda accigliata.
 
Ci si mette anche lei a farmi sentire in colpa per la mia fame esagerata?
 
- Chiamala adolescenza.. - rispondo, con lo sguardo rivolto a terra.
 
- Si certo.. - mi dice guardandomi con gli occhi socchiusi. - vado a preparare i cannelloni ricotta e spinaci. -
 
Mamma mia che buoni. Dentro di me esplodo di gioia, ma faccio finta di niente. Non appena mia madre esce dalla camera salto in piedi e comincio a correre qua e là per la stanza in preda ad un attacco di felicità.
Finché non mi ricordo di dover dare buca al mio di amicissimo. Digito a memoria il suo numero e aspetto che risponda.
 
Uno squillo, due squilli, tre squilli.. - Dimmi Clà – risponde affaticato.
 
- Ma che stai facendo? - gli chiedo, con la fronte aggrottata.
 
- Palestra. - mi fa notare, con ovvietà. Quando mai si è messo a fare palestra??
 
- Che tipo di palestra? - faccio, maliziosa, giusto per metterlo in imbarazzo.
 
- Se, magari fosse quella che pensa la tua testolina bacata. Voglio solo rimettermi un po’ in forma. Ma poi ti pare che avrei risposto se fosse stato quel tipo di palestra? - Beh, effettivamente..
 
Che poi lui non ne aveva troppo bisogno. Certo, un accenno di pancia-da-birra si stava sviluppando, ma non era mica così gonfio. E poi era bello, dentro e fuori. Si era rasato i capelli a zero quest’estate e tutti pensavamo che sarebbe stato malissimo. In realtà gli stava da Dio questa non-acconciatura. Ha la barba corta, non la fa mai allungare troppo. È alto e magro, pancina a parte. Si vede che non ha mai fatto nulla per migliorare il fisico, ma d’altronde sta bene anche così. Ha molte ammiratrici, però non se le fila. È stra esigente! Lui ha il prototipo di ragazza e quella deve essere: bionda, occhi azzurri e magra, con un culo da favola, rotondo e sodo, e se ci sono pure le tette “meglio ancora”, come dice lui. Eh ci credo che non scopa mai.
 
- Sai che forse dovrei iniziare a fare qualcosa anch’io? Ho troppa fame e mi vedo un po’ più rotonda! Di rinunciare al cibo non se ne parla proprio.. è buono! - per non parlare di mia madre che mi sfotte..
 
- Clara!! - mi chiama come se avesse avuto l’idea del secolo.
 
- Presente, dimmi – pronuncio, scherzando.
 
- Iscriviamoci in palestra! Dai, so anche che fanno uno sconto se ci si iscrive in coppia! Domani mi informo meglio! - dice, come se avesse già preso la decisione per entrambi.
 
- Ma la palestra puzza.. - infatti non mi ero mai iscritta perché quando tempo fa ci andai solo per informarmi sui corsi, già si sentiva l’odore acre di sudore. Terribile.
 
- Ma va, non fare la sciocca. - io in realtà sono serissima, mi verrebbe da dirgli – Ci andremo insieme e ci divertiremo un casino! -
 
- Mah, non sono troppo convinta.. Comunque, - meglio sviare il discorso, - ho una brutta notizia da darti! Stasera ho ospiti a cena e non posso uscire. - Spero non se la prenda a male.
 
- E qual è il problema? Esci dopo cena! - No, forse non ha capito.
 
- Il problema è che sono amici dei miei genitori che non vedono tipo da vent’anni! Ci tengono che sia presente per tutta la sera. Anzi, mia madre ad un certo punto ha proposto di farti venire a casa e al massimo uscire più tardi. - gli spiego.
 
- Ma come più tardi? Lo sa che domani c’è scuola, si? - Siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda. È quello che mi sono chiesta anche io.
 
- Ma che ne so.. fatto sta che alle dieci non posso uscire. Mi ha pure chiesto di vestirmi per bene, figurati. -
 
- Azz,, ci tiene proprio assai, eh? E va bene, allora direi di rimandare del tutto l’uscita. Dato quanto ci tengono non vorrei nemmeno intrufolarmi a casa vostra come fossi uno di famiglia. - mi fa, comprensivo. Anche se per me lui è uno di famiglia e lo vorrei veramente a casa con noi stasera.
 
- D’accordo. Però se ci ripensi vieni pure a casa. Mamma fa i cannelloni. - Lo avverto, con gioia.
 
- Vedi che dobbiamo andare in palestra? Basta, ormai è deciso! -
 
Non ha tutti i torti.. Sorrido e rispondo – Va bene, allora ci si sente! Ciao amico! -
 
- Ciao Amica! - e riattacca.
 
Ancora con il sorriso sulle labbra, poso il cellulare e guardo la versione. A noi due, Seneca..
 
 
 
 
Due ore e molta più fame dopo, mi stiracchio sulla sedia della scrivania La versione l'ho finita senza neanche troppe interruzioni, messaggi di Martina “su quanto sia bello Stefano e su quanto domani ci dobbiamo avvicinare perché per conquistarlo ci deve parlare” a parte. E dopo aver abbondantemente perso tempo du internet, posso finalmente alzarmi.
 
Guardo l'ora. Sono le sette e mezzo. Potrei cominciare a farmi una doccia con l'acqua bollente come piace a me e cercare qualche vestito “decente” per lo standard di mia madre.
 
Raggiungo quindi il salotto, dove mio padre sta guardando la tv insieme a mia sorella.
 
- Vi serve il bagno o posso andare a farmi una doccia veloce? - chiedo loro, così da regolarmi dato che si dovranno preparare anche loro.
 
Irene e papà mi danno il via libera, ma mia madre sbuca dalla cucina: - fai veloce per davvero però perché anche io mi devo lavare, che dopo aver cucinato puzzo di un po' tutto! - mi raccomanda con il dito puntato a mo' di minaccia.
 
- Vai tranquilla, madre. Sarò più veloce della luce. - la rassicuro.
 
Una volta chiusa in bagno, inizio a spogliarmi. Ma prima di entrare in doccia, decido di pesarmi.
Non l'avessi mai fatto.. tre chili in più in dieci giorni?! Ma scherziamo?
No basta, mi devo limitare. Stasera niente cannelloni.
 
Magari solo uno..
 
Sotto il getto di acqua calda dimentico pure come mi chiamo. Si sta così bene, e il bagnoschiuma all'olio di argan è paradisiaco. Un vero piacere, per la pelle e per l'olfatto.
 
Una volta uscita dalla doccia, avvolta in un asciugamano, corro in camera per vestirmi. Apro l'armadio e lo guardo. Che diamine mi dovrei mettere?
 
- Mà! - grido per fare in modo che la mia genitrice mi senta.
Nessuno risponde.
- Màà! - sento un rumore di passi, segno che si sta avvicinando.
 
- Clara ma lo capisci che ho mille cose da fare? Che c'è? - mi chiede, accigliata. Ma perché le madri se sanno che deve venire qualcuno a casa, che sia il papa o un turista cinese, si devono mettere a riordinare anche i cassetti dell'intimo?!
 
- Che vuoi che mi metta? - le domando con sguardo interrogativo. Alla fine sono a casa, non ad un matrimonio. Va bene non mettersi la tuta dato che ci sono ospiti, ma come devo prendere il suo “vestiti bene”?
 
- Mettiti un vestito. - Si, come no.
 
- Mi sembra esagerato un vestito per stare a casa. - ribatto. Okay che ci tiene particolarmente dato quanto ci tengono a questi amici, ma i vestiti no.
 
- Oddio Clara, quanto la fai lunga. Allora mettiti dei pantaloni e una maglietta che sia decente, non uno straccetto qualunque. - sembra esasperata, se sopravvive a questa serata e ne esce illesa e con i nervi saldi, niente e nessuno la turberà in vita.
 
- D'accordo. Ma il mio guardaroba non è composto da straccetti. - ci tengo a informarla, che cavolo.
 
Detto ciò, mia madre si chiude in bagno ed io rimango a guardare dentro l'armadio. Un momento, ma io ce li ho dei pantaloni? Mm.. mi sa che la cosa che gli si avvicina di più sono dei jeans neri. L'unica cosa è che sono stretti, ma forse se non respiro mi entrano anche con i tre chili in più che ho preso.
 
Dopo una fatica immane decido di buttarli il più possibile lontano da me!
Prossimo obiettivo: farmeli entrare senza sforzi e soprattutto riuscire a chiudere il bottone.
 
Guardo sconfortata per l'ennesima volta l'armadio e l'occhio mi cade sul jumpsuit che Irene mi ha regalato per natale, con la scusa che così avrei avuto qualcosa di elegante da mettermi anche se si poteva considerare una tuta. Mi sembra un po' eccessivo, ma non vedo altra soluzione. E poi così magari la provo e farò contenta pure lei.
 
Beh, il risultato non è per niente male.. la parte di sotto mi ricade larga sulle gambe, il ché mi da libertà di movimento. Mi sembra quasi di non avere niente. La parte di sopra però è quella problematica: è molto scollata e anche molto aderente. Non lascia troppo alla fantasia, e con la mia misura abbondante diciamo che non miglioro la situazione: il tessuto, oltre ad essere incollato alla mia pelle dalla pancia fino alle spalle, circondando perfettamente anche i fianchi, presenta uno scollo a V che è abbastanza profondo per i miei gusti, dato che arriva fino all'inizio dello stomaco e i lati del seno sono scoperti. Le braccia poi sono circondate da un tessuto tipo pizzo e i polsi presentano una fascia di tessuto, sempre nero, ma con in aggiunta delle mini borchie circolari color oro che adoro.
Certo, l'effetto visivo è molto elegante e sexy, penso che ci rimorchierei una cifra utilizzandolo in qualche serata fuori.
 
Sono le otto e mezza e posso considerarmi pronta.
Che bello, tra poco si mangia.
 
Torno in salotto da mio padre, vestito in giacca e cravatta: gli sta divinamente! È un incanto. Capisco perché mamma si sia innamorata di lui. Mia sorella invece ha messo un vestito rosa pallido come i confetti. Ed è smanicato.
 
- Ire ma non sentirai freddo così? - le chiedo. Quel vestito sembra estivo..
 
- Ammazza che figurino! - dice mia sorella, non rispondendomi. - ho fatto proprio bene a regalartelo! -
 
- Ma non è un po' troppo? - mi fa mio padre, evidentemente preoccupato e a disagio. Normalmente non è abituato a vedermi in ghingheri, e posso immaginare la sua sorpresa e turbamento nel mirarmi con questo coso addosso.
 
- Papà stai parlando tu che sembra stia per andare ad un matrimonio. - mi difende Irene.
 
- Ho capito ma.. cioè.. - sembra affaticato nel cercare di parlare – Io non so se ti conviene per.. -
 
il citofono suona.
 
- Oddio sono qui!! - esclamano all'unisono i miei genitori.
 
Io e Irene ci guardiamo e ridiamo sotto i baffi. Stasera sembriamo più noi le adulte che loro, troppo contenti che vengano gli amichetti a casa.
Anche noi ci avviciniamo alla porta, subito dopo di loro.
 
Finalmente li conosceremo! Cavolo, non pensavo di sentirmi così in ansia anche io! Con tutto questo trambusto me l'hanno trasmessa anche a me. Mia sorella invece sembra ancora calma, semplicemente felice. Io invece sono quasi agitata! Chissà come deve essere ritrovarsi dopo tanto tempo.
I miei genitori aprono la porta e iniziano urletti di vario genere! Mia madre quasi piange, mi sembra di vederle gli occhi lucidi anche da qua dietro mentre abbraccia quella che dovrebbe essere la sua vecchia migliore amica. Papà invece sta già ridendo a più non posso con l'amico degli amici, come l'ha definito più volte nei suoi racconti. Sembra un bel quadretto felice.
 
Però gli ospiti non sono finiti. Io avevo capito che erano solo due le persone invitate.
 
Dietro quelli che sono i cari amici di mamma e papà, si avvicinano due figure poco delineate data la lontanaza. Non appena sono più vicine, l'amico di papà stringe due ragazzi vicino a sé e dice: - Gianni, questi sono le mie gioie più grandi! Edoardo ed Alfredo. I miei figli. -
 
Ah.
 
Mio padre, di conseguenza, ci presenta a loro avvicinandoci con una mano dietro la schiena e, orgoglioso, risponde: - Mauro, queste invece sono le mie due principesse. -
 
Dio, voglio sprofondare.
 
Quello che ho capito chiamarsi Alfredo, guarda me e mia sorella con un sorriso enorme che gli va da un orecchio all'altro. Ma cosa più importante, ci guarda in faccia.
 
L'altro, invece, si è fermato alle mie tette e da lì non sembra volersi smuovere.
 
Ora ho capito perché papà diceva che non mi conveniva..
 
Oh Cristo, datemi una felpa.
 
 
  
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