Ed eccomi di ritorno con questa storia breve, dedicata sempre a loro, a ciò che ci da vita.
Oggi è l’OiIwa Day e ho voluto dedicare loro un concetto speciale, che non tutti sanno capire fino in fondo, ma che li rappresenta pienamente.
Buona lettura!
 

 
 
He is the other half of me


 
 



I start to talk and you already know what I'll say
We're so in sync I know what it was meant to be
you never stop impressing me
because I found the other half in you
 



Era vero, ormai lo avevano capito. Da quando i loro sentimenti erano ormai diventati chiari, lo sapevano.
Si completavano, erano uno parte dell’altro.
Si capivano anche senza bisogni di parole, sapevano cosa l’altro stesse pensando.
Nessuno della squadra, dopo il diploma, rimase sorpreso nel sapere che Iwaizumi Hajime e Oikawa Tooru, ex vice capitano e capitano neo diplomati al liceo privato Aoba Johsai, fossero una coppia.
Nemmeno Kyoutani, che non li conosceva da molto, li guardò sorpreso. Watari, ingenuamente, pensava che stessero insieme da tempo, suscitando l’ilarità generale.
Il duo Matsukawa-Hanamaki, ormai addetto a prendere in giro bonariamente quei due, non risparmiò le battute sarcastiche.
Hajime e Tooru erano sempre stati una coppia in perfetta armonia, sincronizzati come un impeccabile ingranaggio, che poteva incepparsi ma ripartiva sempre, lavorando anche meglio di prima.
A volte, c’era ancora qualcosa che li faceva sorprendere, dell’altro, ma erano l’altra metà della medaglia.
 
 
 
 



You go the distance, I know you'd run a thousand miles
You walked through fire if you knew it'd make me smile



 
Rifugirono la distanza, anche perchè Iwaizumi non avrebbe sopportato la parlantina di Oikawa in videochiamata (non la sopportava nemmeno di persona).  Si ritrovarono in due università diverse, ma vicine, nella grande Tokyo.
E iniziò così la loro nuova vita, fatta di piccole cose di vita quotidiana.
Perché Oikawa fu irremovibile nell’andare a vivere con il suo Iwa-chan.
Tooru, di tanto in tanto, ricordava alcuni momenti del loro passato, anche perché erano usciti molti scheletri dall’armadio vivendo insieme.
All’ultimo anno di elementari, il piccolo Tooru regalò una lettera e del cioccolato per San Valentino ad Hajime. Venne fuori, per caso, una sera, che il piccolo Hajime, senza firma, ricambiava il favore, di nascosto, al White Day, conservando segretamente e gelosamente i biglietti che l’altro gli dava.
Oikawa scoprì così chi gli regalava quel cioccolato al latte a forma di alieno!
Tooru lo ricordava bene.
Era subito dopo che la sua casa prendesse fuoco, quella piccola casa dall’altro lato della strada rispetto a casa Iwaizumi.
Il piccolo Hajime aveva sorpreso tutti quando, vedendo il piccolo Tooru in lacrime, sul punto di crollare, sull’uscio di quella casa in fiamme, era corso subito, lo aveva preso con la piccola manina e tirato via di corsa lontano.
Fortuna (o sfortuna) volle che gli Oikawa si trasferissero direttamente di fianco agli Iwaizumi.
 



La vita universitaria, però, riservò loro delle sorprese.
Se Iwaizumi venne presentato alla squadra di Oikawa (che lo aveva creduto una ragazza minuta che sapeva tenerlo all’amo), più esilaramente fu rivelare chi fosse Oikawa alla squadra del moro.
Hajime arrossiva leggermente, quando Tooru lo provocava con delle mail sul cellulare.
Maledetto lui!
Ogni volta che ne parlava, dopo averlo presentato come qualcuno di cui si fidava ciecamente, i suoi compagni di squadra immaginarono una timida ragazzina  tutta tenerezze.
Fu alquanto grande lo shock scoprire che Tooru Oikawa fosse un ragazzo più alto di lui, capace di analizzare gli avversari, sfruttare i propri compagni e le debolezze degli avversari e attaccare d’iniziativa con attacchi di seconda intenzione.
Furono in grado di far nascere una sana competizione tra le due squadre (sebbene Oikawa vincesse quasi ogni volta). C’era l’amarezza di non essere più sullo stesso lato del campo, ma l’essere insieme e completarsi… quello andava ben oltre.
E dopotutto, il regalo più grande era giocare in nazionale insieme, finalmente, dopo tanto tempo.
 
 
 
 
Le due squadre  avevano un lato in comune: se la squadra di Oikawa mandava foto ad Iwaizumi perché era l’unico a tenerlo a bada come si deve, quella di Iwaizumi era combattuta se detestare quel bastardo o essere felici per Hajime…
Alcune volte, in allenamento congiunto, le squadre si mescolavano.
I ragazzi rimasero sorpresi di vedere come quei due, insieme, fossero davvero invincibili.
Quella fu anche la volta in cui Tooru si rese conto di una cosa, molto più di quanto non lo avesse mai notato prima.
Dopo l’allenamento iniziò un forte temporale, e quando la pioggia cessò quasi del tutto i due si incamminarono verso casa.
Hajime notò un cagnolino, mezzo bagnato in una cesta.  Fermatosi, lo riparò per un po’ dalla pioggia, bagnandosi una spalla. Tooru lo riparò con il proprio ombrello, ma non del tutto.
“Ha il tuo stesso stupido muso”
“IWA-CHAN!” replicò piccato il castano
Oikawa si lasciò andare ad un piccolo broncio di dissenso, per poi lasciarsi scappare qualche risata, causando le ire del moro.
Dentro di sé, però, quei piccoli gesti lo facevano innamorare sempre un po’ più di lui.
Come fosse possibile amare ancor di più la propria anima gemella, l’altra metà di se stessi, senza la quale non si può vivere.
 
 


I loro sentimenti erano sinceri, e si erano trovati per puro caso.
Ma quei sentimenti sarebbero durati, per l’infinito e oltre l’eternità.
Perché quando il segno dell’altra metà, dell’anima gemella, arriva, è indelebile.