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Autore: lapoetastra    15/11/2018    3 recensioni
[Canzoni]
Il mare che luccica, il vento che tira forte, le note di una canzone d'Amore che ancora aleggiano tutto intorno; una giovane ricorda.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Immobile su una vecchia terrazza, con i capelli lunghi attorcigliati attorno al corpo magro dal forte vento che frustava il Golfo di Sorrento, la giovane guardava il mare luccicante, tra le cui onde si riflettevano le stelle, e le sue lacrime.
L'aria, tetra e pesante, recava con sè un silenzio innaturale, assordante, ora che nessuno più la ammorbidiva con note soavi.
La mente della ragazza vagò indietro nel tempo, e si stupì di come potessero essere passati soltanto pochi miseri mesi dal termine della sua precedente vita, quella che era iniziata insieme a lui.
Erano lì, insieme, su quella medesima terrazza, in una notte dalle stesse condizioni atmosferiche, forse per uno strano e beffardo scherzo del destino, l'ultima volta che si erano visti.
Anche in quell'occasione lei piangeva, gocce d'Amore e paura che lasciavano il porto sicuro dei suoi occhi per essere raccolte come cuccioli bisognosi d'affetto dalle dita di lui, che le accarezzavano il volto come delicati piumini, per poi andarsi a stringere le une alle altre attorno alla sua schiena scossa dai singhiozzi, stringendola forte, una barriera di tenerezza che lei non avrebbe mai voluto valicare.
Dopo che la crisi di pianto era passata, sfumando progressivamente in qualche gemito isolato coperto dal vento forte, lui aveva ricominciato a cantare, con quella sua voce potente e melodiosa che aveva il potere di trasportarla ovunque, altrove.
Anche la Luna era uscita da una nuvola, per ascoltarlo, inondando di luce chiara i loro visi vicini.
Ma quella magia si era interrotta poco dopo, squassata da un attacco di tosse, che gli aveva spezzato la voce e fatto mancare il respiro.
Era durata poco, abbastanza però da imporporagli di rosso le labbra, ed impedirgli di ricominciare il suo canto.
Erano rimasti dunque così, l'uno accanto all'altra, senza parlare.
Lei poi lo aveva guardato, dopo quella che era sembrata un'eternità.
Era pallido, gli occhi scavati, il viso emaciato. Eppure sorrideva.
Fissava le luci in mezzo al mare, e pensava alle notti là in America, ma la sua mano stringeva quella di lei, riportandolo al presente, ricordandogli che c'era qualcosa per cui valeva la pena vivere, lottare per farlo, per poter ammirare ancora quei due occhioni verdi che lo guardavano, così vicini e veri, in grado di far scordare le parole e confondere i pensieri.
Altre lacrime erano state asciugate dal vento sempre più forte della notte, lacrime di entrambi, lacrime di consapevolezza, un tacito addio.
Un altro accesso di tosse.
Un altro abbraccio, più lungo, più disperato.
Poi lui se ne era andato, rapido come un pensiero, inglobato dall'oscurità, ombra tra le ombre.
Da allora la ragazza non lo aveva più visto. E soltanto poche ore prima aveva appreso la notizia della sua morte.
Era pertanto tornata al luogo in cui si erano salutati, in cui lui le aveva dedicato la sua ultima canzone d'Amore, le cui parole ancora risuonavano nella sua mente, e tutto intorno, tutto che sapeva di lui, di loro, di un tempo lontano.

"Te voglio bene assai,
ma tanto tanto bene sai"



La ragazza sorrise, un sorriso mesto e malinconico, ma pur sempre un sorriso.
"Anche io, Enrico. Anche io", mormorò.
Se ne andò, poi, lasciandosi alle spalle quella vecchia terrazza, discreta testimone del loro pudico Amore, ed il ricordo, seppur indimenticabile, del grande Enrico Caruso.
   
 
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