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Autore: _Gw__e__Nt_    15/11/2018    0 recensioni
La nostra vita era come tutte le altre, ma poi un giorno lo incontrammo, e tutto cambiò.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, River Song, TARDIS, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’isola che… non c’è… 

 

Come tutte le mattine alle 7.15 la sveglia suonò, Erika gli diede un colpo con la mano alla sveglia che cadde spegnendosi, dopo cinque minuti suonò un altra sveglia,  la ragazza sbuffò e si alzò dal letto, tirò su da terra la sveglia che aveva fatto cadere e sospirò vedendola ancora intatta, poi si avvicinò alla scrivania e spense la sveglia del cellulare che stava ancora squillando. Aprì l’armadio e tirò fuori un top bordeaux, poi tirò fuori dei jeans strappati e si mise hai piedi degli anfibi neri, per ultima cosa tirò fuori una giacca di pelle nera, e dopo essersi allacciata lo strozzino, si truccò velocemente e uscì dalla camera, scese velocemente le scale e trovò sul tavolo i suo borsellino e i suoi guanti senza dita che si mise subito, e poi mise il borsellino nelle tasche dei jeans, e usci di casa.

Dopo dieci minuti era davanti alla sua meta, come al solito la ragazza era andata nel solito bar dove tutti la conoscevano. Entrò nel bar e la commessa e la cameriera la salutarono e Erika; il bar era piccolo, con il bancone di legno scuro, e le pareti erano verde chiaro, c’erano quattro  tavolini che a posto di sedie avevano delle poltrone; Erika decise di ordinare tre caffè lunghi e tre brioche da portare via. Salutò le cameriere e se ne andò, erano passate quasi due settimane da quando era salita sul Tardis e aveva scoperto che che il dottore era suo padre, e in questo periodo era tornata alla sua vita normale ma si sentiva come quando si mangia un piatto ma questo è senza sale, voleva tornare a vedere le stelle con suo fratello e con il Dottore; entrò in una stradina buia e poco trafficata, e si trovò davanti alla cabina telefonica, entrò e disse sorridendo << dove o quando si va questa volta? >> .

Stavano girando per lo spazio, e i ragazzi si erano seduti sulla porta  con le gambe a penzoloni, a guardare le stelle, << guardate quella stella >> disse Erika << quale ce ne sono tante >> disse il fratello << la seconda a destra, quella che brilla di più >> disse la ragazza << bene andiamo lì, anche se è lei a tirarci verso di essa. Entrate adesso ci sarà un po’ di turbolenza >> disse il dottore.

 

Atterrarono sulla superficie del pianeta dopo qualche minuto, e appena uscirono dal Tardis si trovarono su una scogliera, che dava su un mare che si perdeva fino all’orizzonte e in mezzo a esso c’era una caverna a forma di teschio che guardava verso nord, si incantarono; dopo un po’ alle loro spalle sentirono una voce, si  voltarono contemporaneamente e si trovarono davanti agli occhi un giovane ragazzo seduto a gambe incrociate su una roccia, aveva i capelli castani e gli occhi verdi. Il ragazzo disse << finalmente, nuovi bimbi sperduti con cui giocare >> e la sua voce sembrò felice ma con un qualcosa inquietante, << scusa come? >> chiesero in coro i gemelli e il Dottore << siete atterrarti qui, quindi vuol dire che volevate andarvene e chi vuole andarsene e atterra si quest’isola  viene chiamato bimbo sperduto, anche se voi non sembrate dei bimbi , ma questo forse non è importante >> disse il ragazzo come se fosse una cosa ovvia, e in quel momento Erika notò che il ragazzo era vestito con dei pantaloni verde scuro, una maglietta abbastanza larga e con il segno di molti anni, gli stivali marroni a pinta che arrivavano al ginocchio e aveva una cintura di pelle marrone forse era la stessa pelle che era stata usata per i bracciali ai polsi del ragazzo.  << dove siamo? >> chiese Kaleb << siamo sull’isola che non c’è >>  << e tu chi sei? >> chiesero i ragazzi in coro << io sono Peter… Peter Pan >> disse il ragazzo << ma te non puoi essere Peter Pan, Peter Pan è un personaggio d i storie per bambini >>  disse il Dottore << anche te sei per molti sei solo una storia Dottore, ma questo non vuol dire che non sei reale >> gli ripose Peter << ma non è possibile. >> disse l’uomo << qui tutto è possibile, e per farvelo vedere con i vostri occhi sarei felice se veniste al covo dei bimbi sperduti con me >> disse il ragazzo << possiamo? Dai sembra bello >> dissero i gemelli in tono supplichevole << va bene >> gli rispose il dottore felice e Erika lo abbracciò.

Si addentrarono dentro la foresta, schivarono vari rami e radici, degli alberi che facevano disorientare per quanto erano vicini l’uno con l’atro, arrivarono davanti un albero, e il ragazzo bussò al tronco dell’albero, e questo si aprì rivelando uno scivolo e fece segno di andare avanti, e i gemelli senza farselo ripetere andarono, poi andò il Dottore e dopo di lui andò Peter pan. Dopo poco arrivarono in una stanza molto grande con delle amache e dei letti, poi dopo arrivarono dei ragazzi, che gli fecero un grande sorriso, << benvenuti tra i bimbi sperduti >> disse Peter avvicinandosi tra i bambi sperduti. 

Passarono un po' di tempo i ragazzi si stavano divertendo molto, invece il Dottore era in un angolo abbastanza buio che cercava di capire come mai e cos'era quel posto, arrivò  Peter Pan e si sedette vicino a lui << non ti diverti dottore? >> chiese con un sorriso beffardo << ho più di duemila anni e non trovo divertente queste cose, soprattutto se i partecipanti sono senza i cuori, e te sei un robot che per rimanere in funzione mangia i cuori di chi atterra sulla sua isola o meglio dire la sua nave >> disse lui per risposta << bravo, mi hai scoperto >> << ora dimmi cosa vuoi dai miei figli e da me? >> chiese innervosito il Dottore << da te niente, sei vecchio e non hai rigenerazioni, invece i tuoi figli sono giovani hanno dei cuori ancora energici e scommetto che al massimo si sono rigenerati una volta >> disse il ragazzo lanciano un occhiata verso i gemelli che si stavano divertendo << perché lo fai? >> << perché io non voglio lasciare questo terra fantastica, e sicuramente non sarà un vecchio come te a impedirmelo >> disse il ragazzo a denti stretti << osa sfiorare i miei figli e quello che ti succederà ti farà volere di andartene e di scappare ma sappi che in quel momento sarà tardi >> disse il Dottore alzandosi in piedi arrabbiato; prese i ragazzi e senza dirgli niente iniziò  a tirarli << ma dove stiamo andando? Lasciaci >> dissero i gemelli in coro << al Tardis ecco dove vi porto, questo posto è pericoloso >> ma in quel momento Erika svenne e il fratello la prese al volo, ma la ragazza a sua volta scomparve in una nuvola verde << cosa diavolo? >> chiese Kaleb << non lo so ma sono sicuro che dietro ci sia Peter Pan, adesso figliolo ascoltami, vai al Tardis e attiva gli scudi >> disse il Dottore dando al colpo sulla spalla del ragazzo che entrò nella cabina, l'uomo tornò nella foresta e urlo << Peter fatti vedere >> << non serve urlare >> disse il ragazzo scendendo da un ramo su cui era seduto << ridammi mia figlia >>  disse il Dottore, << ok va bene, ma voglio qualcosa in cambio >> disse il ragazzino << cosa vuoi? >> << sapere uno dei tuoi segreti >> disse il ragazzo e il Dottore abbassò lo sguardo e poi all’orecchio gli bisbigliò un nome << ti ho appena rivelato il mio nome >> disse poi il dottore << quindi te ti chiami davvero Jon Smit >> disse il ragazzo incuriosito << si, adesso ridammi mia figlia >> e il ragazzo sbuffo e dopo aver schiocato le dita la ragazza comparve in una nuvoletta verde e andò subito ad abbracciare il padre << Erika vai al Tardis da Kaleb >>  e la ragazza annuì e corse alla cabina mentre il dottore si fermò davanti a Peter Pan << non è il mio vero nome, ma adesso ti dirò una cosa, questa nave salterà in aria tra cinque secondi, quindi inizia a correre >> gli disse al orecchio il Dottore e corse verso il Tardis. 

Appena il Dottore entrò nella cabina questa decollò e si fermò nello spazio e aprirono le porte, e la nave arancione fluo davanti a loro esplose << quindi quella era l’isola che non c'è  >> chiese Erika << esatto >> disse il dottore << quindi l'isola che non c'è, non c'è mai stata >> << esatto, me lo sentivo >> disse il dottore << adesso dove ci va di andare? >> chiese lui << dovunque, basta solo che sia fantastico >> dissero i gemelli in coro, il dottore sorrise e abbassò delle leve e schiacciò dei pulsanti, << allora preparatevi, l'universo ci attende >> disse sorridendo.


   
 
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