Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ArrowVI    16/11/2018    0 recensioni
L'Arcadia, un luogo idilliaco dove chiunque vive in tranquillità ed armonia, la nazione con meno criminalità e la qualità di vita migliore fra tutte...
Fino a quando rimani all'interno delle mura della sua capitale.
Dietro la facciata di "Nazione perfetta", si cela un lugubre teatro dove chi non è considerato utile alla nazione viene rapidamente allontanato, un mondo dove coloro che sviluppano abilità speciali sono considerati demoni e prontamente eliminati.
Si dice che la luce della speranza possa nascere anche nei luoghi più bui... Sarà veramente così?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4-7: Difficoltà

 


<< Porca... Troia... >>
Furono le uniche parole che uscirono dalla mia bocca, non appena entrai all'interno di quella assurda stanza.


Rimasi immobile, quasi pietrificato, davanti a quella vista: non avevo mai visto qualcosa del genere in vita mia.
Quel Laboratorio era gigantesco: era un enorme cubo privo di finestre, illuminato da intense luci bianche attaccate al soffitto e collegate a un sistema elettrico.

Conoscevo quel genere di tecnologia, ma non l'avevo mai vista così da vicino.

I muri e il soffitto erano bianchi come la neve, mentre il pavimento era di un colore grigio scuro. 
Nel pavimento vi erano una infinità di chiavi inglesi, pezzi metallici sparsi in ogni dove e così tanti strumenti in metallo che non riuscii neanche a contarli.

Chiavi inglesi, cacciaviti, martelli, giganteschi chiodi... Vidi persino lame e resti di ogni tipo di arma esistente sparsi nel pavimento e sui tavoli, anch'essi in metallo, e una infinità di pezzi di armature di ogni genere, materiale, forma e colore.


<< Fa' attenzione a dove cammini, potresti farti male se non guardi dove metti i piedi. >>
Mi disse Serilda, incamminandosi verso un tavolo davanti a lei.

Pochi istanti dopo sentii un rumore metallico alle mie spalle: mi voltai di scatto, sorpreso, notando poi l'enorme porta metallica chiudersi lentamente davanti a me, chiudendomi all'interno di quella stanza insieme a quella ragazza.


Non mentirò... In quella situazione non mi sentii per nulla a mio agio.


<< H-Hey! Quella porta si può aprire di nuovo, vero? >>
Domandai a Serilda, voltandomi di scatto verso di lei.

<< Oh no, non preoccuparti. Rimarremo chiusi qui dentro per l'eternità, in attesa che un archeologo con frusta e cappello venga a recuperare i nostri resti. >>
Mi rispose la ragazza, senza voltarsi verso di me, liberando dello spazio da un tavolo.

<< Quell'esempio era stranamente specifico, e ho paura di non aver capito a cosa tu ti stia riferendo. >>
Le risposi, confuso da quelle sue parole.

<< Non preoccuparti... Posso aprire la porta quando voglio. >>
Mi disse subito dopo, voltandosi verso di me e facendomi poi cenno di avvicinarmi.

<< Ok... Questo è rassicurante. >>
Dissi sottovoce, mentre mi avvicinai verso di lei con un passo lento e cauto.
Continuai a guardarmi intorno, sempre più confuso, e stranamente incuriosito, da quante armi, armature e oggetti metallici di ogni tipo erano presenti in quella stanza. 

Notai perfino oggetti che non avevo mai visto prima.


<< Quindi? Cosa dovremmo fare qui? >>
Le domandai, mentre Serilda si sedette su una sedia davanti al tavolo, facendomi poi segno di accomodarmi nella sedia davanti a lei.

Esitai per qualche istante, ma alla fine mi sedetti.

<< Avevo intenzione di chiederti un piccolo favore. >>
Mi disse la ragazza, con un tono stranamente serio.

<< Che genere di "favore"? >>
Le domandai, incuriosito da quelle sue parole.

<< Hai attirato la mia attenzione fin dal primo momento che ti ho visto, grazie a quella tua abilità. Quindi mi stavo chiedendo se saresti così gentile da permettermi di studiare quel metallo. >>
Mi rispose, accavallando poi le gambe.

<< Perché dovrei? A che ti serve? >>
Le domandai.

<< Sono un fabbro, dopotutto. Un genio. Creo armi, armature... Ogni cosa correlata ai metalli, mi interessa. Quindi, mi piacerebbe scoprire come funziona la tua abilità, studiarla. >>
Mi rispose.

<< Me lo permetterai? >>
Domandò subito dopo, facendomi l'occhiolino.


Rimasi in silenzio per qualche istante, fissandola con una espressione infastidita.

<< Non so che idea tu ti sia fatta di me... >>
Le dissi, con un tono infastidito.
Serilda sembrò sorpresa dalle mie parole.

<< ... Ma non credere di poter ottenere ciò vuoi da me solo perché hai un bel faccino. >>
Continuai, piegandomi leggermente verso di lei.

Mi fissò senza aprire bocca, guardandomi con uno sguardo sorpreso.

<< Le donne che si comportano così non le trovo attraenti: mi disgustano. >>
Conclusi, fissandola intensamente dritta negli occhi.


Avevo capito cosa stesse cercando di fare, non ero stupido.
Purtroppo per lei, però, quel genere di comportamento, con me, non l'avrebbe portata a nulla.


Per qualche secondo notai una espressione scioccata apparire nel volto di Serilda.
Poi, qualche istante dopo, quella espressione mutò in uno strano sorriso.

<< Uh. Non mi aspettavo avresti fatto così il difficile, sinceramente. >>
Ridacchiò.

<< Perché? Ti aspettavi davvero ti dessi il permesso per studiare la mia abilità? Magari per sfruttarla a vostro vantaggio, creando un materiale simile a quello che creo io? O usare me come arma, o come fonte per creare le vostre armi? >>
Le domandai, con tono frustrato.

Serilda portò le mani in avanti, agitandole rapidamente in segno negativo.

<< No, no! Assolutamente no, non farei mai una cosa del genere. Ciò che mi interessa è solo scoprire a che genere di metallo puoi dare vita, è semplice curiosità. Non è nelle mie intenzioni né ferirti, né usarti in nessun modo. >>
Mi rispose.

<< Perché dovrei crederti? >>
Le domandai, non credendo alle sue parole, fissandola con uno sguardo cauto.

Serilda sospirò.

<< Se non vuoi credermi, mi va bene comunque. Alla fine era solo un favore che volevo chiederti, nient'altro. >>
Mi rispose, appoggiandosi con il gomito al tavolo al suo fianco, reggendosi il mento con la mano.

Non le risposi.
Continuai a fissarla in silenzio per qualche secondo, senza mai smettere di mostrarle quel mio sguardo cauto.
Mi guardai anche più volte intorno, forse alla ricerca di dettagli che potessero confermare le mie preoccupazioni o paure.

Mi sentivo anche parecchio in ansia, ripensandoci... Non ero di certo a mio agio sapendo che Jeanne si trovava di nuovo da sola, fuori dalla mia portata.


Ad un certo punto, sentii Serilda sbuffare per la seconda volta, attirando la mia attenzione.
La ragazza allungò la mano sul tavolo, afferrando un paio di occhiali da fabbro neri dal tavolo, alzandosi poi di scatto dalla sedia.

<< Nota personale: essere provocanti con lui non attacca. >>
La sentii borbottare, mentre si allontanò.
Quelle parole mi diedero fastidio, ma decisi di ignorarle.

<< Dove stai andando? >>
Non appena le feci quella domanda, Serilda si bloccò di colpo.

<< Sai cosa? Speravo veramente che, dopo tutto ciò che ho fatto per provare a farti capire di non essere una tua nemica, avresti acconsentito ad un mio singolo capriccio. E invece no. >>
Mi rispose, senza neanche voltarsi.

<< Fai la preziosa, all'improvviso? >>
Le domandai, divertito dalla sua reazione.

Serilda si voltò rapidamente verso di me, mostrandomi una espressione infastidita.

<< No, sono solamente infastidita dal tuo comportamento. >>
Mi rispose, indicandosi il petto con un dito.

<< Ti ho fatto uscire da quella cella, e, in più, l'unico motivo per cui tu e quella ragazza non siete stati uccisi, qualche ora fa, è perché io ho votato per tenervi in vita, mentre Mist era favorevole a uccidervi. Almeno mostrami un po' di gratitudine, maledizione! >>
Continuò, visibilmente frustrata.

Non le risposi.

<< L'unica cosa che ti ho chiesto in cambio per la mia gentilezza, mi è stata negata. Quindi torno a fare il mio lavoro. Non mi interessa se vuoi rimanere qui o andare via, fa come ti pare! Se vuoi andartene, premi il bottone verde a fianco dell'entrata, e potrai lasciare il mio laboratorio. >>
Continuò, parlandomi con tono alterato.

Non appena smise di parlare mi alzai dalla sedia, dirigendomi lentamente verso l'entrata del laboratorio.

<< Assurdo. >>
Le sentii borbottare alle mie spalle.



Per un attimo, mi sentii in colpa.
Era vero che, dopotutto, non aveva mostrato alcuna cattiva intenzione, ed era vero che non credevo potesse essere una minaccia. Mi aveva aiutato, e aveva anche risposto alle mie domande più e più volte, senza mai nascondermi effettivamente nulla di ciò che mi preoccupava.


Quando mi voltai nella sua direzione, la vidi allontanarsi lentamente da me, afferrando qualcosa da uno di quei tavoli in metallo, sedendosi poi su una sedia davanti a esso.

Sospirai.

<< Ok, va bene. >>
Le dissi.

Sentendo quelle mie parole, Serilda si bloccò di colpo, voltandosi poi lentamente nella mia direzione.
Subito dopo portai il braccio destro in avanti, e dal palmo della mia mano si materializzò un lungo nastro viola.

La ragazza si alzò lentamente dalla sedia, fissando con occhi e bocca spalancati la mia creazione.

<< Wow... >>
Fu l'unica cosa che le sentii dire, mentre si avvicinò lentamente al nastro viola che fluttuava in aria.
Il lungo nastro era sospeso in aria a forma di spirale.

Serilda cominciò a toccare la mia creazione, con uno sguardo incredulo stampato in volto.


<< E'... Fantastico. >>
Disse pochi istanti dopo, ammirando ogni centimetro della mia creazione: i suoi occhi brillavano dalla curiosità.


Quei suoi occhi... In quel momento li adorai.


<< E' pesante? >>
Mi domandò, senza voltarsi verso di me, continuando ad ammirare quel nastro viola, toccandolo e guardandolo da ogni angolazione.

<< No. In realtà è davvero molto leggero. >>
Le risposi.

<< Quanti puoi crearne? >>
Domandò, di nuovo, subito dopo.

<< Non ne ho mai creati più di venti. Non ne ho mai avuto la necessità. >>
Fu la mia risposta.

Serilda si voltò verso di me, fissandomi con uno sguardo incuriosito.

<< Puoi andare oltre quel numero? >>
Continuò.

<< Non ci ho mai provato, ma credo di si. Anche se, probabilmente, non credo di essere in grado di reggere uno sforzo tanto grande. >>
Continuai a rispondere alle sue domande, cercando sempre, però, di capire se avesse intenzione di usare quelle mie risposte contro di me.

In quell'istante Sera mi guardò con una espressione confusa, quasi stupita.

<< Oh? Quindi puoi venir danneggiato dalla tua stessa abilità? >>
Mi domandò, incuriosita dalla mia risposta.

Esitai a risponderle.

<< Non ho intenzione di usare queste informazioni contro di te. Stai tranquillo. >>
Mi disse subito dopo, notando sicuramente la mia incertezza.

Sbuffai.

<< Se creo troppi nastri, le mie energie vengono rapidamente prosciugate. Di norma, riesco a reggere una decina di nastri senza sforzare troppo il mio fisico anche per un arco di tempo decisamente lungo... Andare oltre quel numero, però, comincia a causarmi problemi. Sopra i quindici, reggo appena pochi minuti. >>
Le spiegai.

<< Interessante... >>
La sentii bisbigliare, mentre posò di nuovo il suo sguardo sul nastro viola.

<< Puoi controllarlo a piacimento? >>
Mi chiese, ancora.

<< Si. Posso decidere in quale direzione scagliare i nastri, come farli muovere... Posso controllarli con il mio pensiero. >>
Le risposi.

Serilda si voltò verso di me, mostrandomi una espressione incuriosita.

<< Qualche tipo di... Telecinesi? >>
Mi domandò.

<< No, non credo. Non posso controllare altro, se non i miei nastri. Posso muoverli come se fossero le mie stesse braccia, per rendere la cosa più semplice da capire. >>
Non appena pronunciai quelle parole, Serilda si portò una mano sotto al mento, assumendo una espressione pensierosa.

Afferrò il nastro con una mano, stringendolo con forza.

<< Mhh... Mi chiedo se sia possibile che, all'interno di questi nastri, esista qualcosa di simile a un "sistema nervoso" che li connette al tuo cervello. >>
Le sentii dire tra se e se.

<< Non credo sia possibile. Se così fosse, dovrei provare del dolore quando i miei nastri vengono spezzati, non credi? >>
Quella mia domanda la colse alla sprovvista. 

<< Uh?! Possono spezzarsi? >>
Esclamò, chiedendomi conferma.

Le risposi con un cenno positivo del capo.

<< Uh... Mi piacerebbe davvero fare esperimenti più approfonditi. >>
Mi rispose, posando di nuovo il suo sguardo sul nastro viola.

<< Questo metallo è insolitamente caldo. In più, mostra la palese capacità di piegarsi senza spezzarsi, e perfino di tornare alla posizione originale, senza mostrare alcun danno. E' una caratteristica che non si vede molto spesso... Di norma i metalli sono freddi, e si riscaldano quando sono vicini o a contatto con una fonte di calore. >>
Continuò, posando poi il suo sguardo sulla spirale a cui il nastro aveva dato vita.

<< In più, non conosco metalli che hanno questo genere di caratteristica... Di norma, anche se un metallo è facilmente piegabile, difficilmente ritorna alla sua forma originale: rimarranno sempre delle imperfezioni. I tuoi nastri, invece, mostrano la capacità di piegarsi, senza spezzarsi, per poi riacquistare anche la loro forma originale, senza mostrare alcuna imperfezione o danno. E' davvero affascinante, e mi piacerebbe davvero studiarlo più a fondo. >>
Concluse, voltandosi poi verso di me.

<< Mi permetteresti di tagliare un pezzo di questo nastro? >>
Mi domandò, con occhi imploranti.

La fissai in silenzio per qualche istante senza aprire bocca, fissandola sicuramente con uno sguardo infastidito.

<< Perché dovrei farlo? Così puoi replicarlo e creare armi migliori da dare ai tuoi compagni? >>
Le domandai.

Sentendo le mie parole, Serilda assunse una espressione infastidita.

<< Cosa?! No! Perché sei così cocciuto, non riesco a capirlo! Non ho secondi fini, voglio solo dare sfogo alla mia curiosità, maledizione! >>
Esclamò, innervosita.

Il suo sguardo, però, si calmò rapidamente.

<< Non chiedo molto, solo qualche centimetro per poterlo studiare con il microscopio. Non potrei fare molto con un pezzo così piccolo, al limite un piccolo coltello, ma non sprecherei mai un materiale tanto interessante per un qualcosa di tanto insignificante. >>
Aggiunse subito dopo, fissandomi di nuovo con quello sguardo triste, implorante.

Sbuffai ancora una volta, ma accettai.

Lo sguardo di Serilda si illuminò.
In un battito di ciglia afferrò uno strano coltello da uno dei tavoli in quella stanza, premendo poi un pulsante nel manico.

Improvvisamente la lama di quel piccolo coltello divenne rossa come il fuoco, mi colse davvero di sorpresa.


<< Che diavolo è quello? >>
Le domandai, leggermente preoccupato da quell'oggetto.

<< E' una mia creazione. E' un coltello che può tagliare il metallo come se fosse burro. >>
Mi rispose.


Immagina cosa accadrebbe se lo usasse su una persona. ~
Sentii dire da quella voce.

< Sta zitto, non cominciare anche tu a mettermi ansia. >
Gli risposi.


<< Non è pericoloso? >>
Domandai a Serilda, dopo qualche secondo di silenzio.

Sera sollevò lo sguardo verso di me, sorridendo.

<< No, non lo è. Ho creato personalmente sia il sistema di riscaldamento, che quello di raffreddamento. Ho rivestito la lama con una speciale pellicola che isola il calore, tranne quando entra in contatto con il metallo. >>

Non mentirò: rimasi a bocca aperta, non appena disse quelle parole. Non avevo la benché minima idea di cosa stesse dicendo, o se fosse realmente possibile fare una cosa del genere.

Serilda sicuramente notò i miei dubbi.

<< Vedo che... Sei piuttosto scettico. Quando ho detto di essere un fabbro e un genio, non stavo mentendo. Posso creare ogni cosa, se ho i materiali giusti. Anni fa c'era una persona qui dentro che aveva un'abilità, per me, davvero interessante. Poteva creare una speciale sostanza gelatinosa che si attaccava a ogni cosa come se fosse colla, e questa sostanza era in grado di agire come isolante termico. Lui stesso era solito avvolgersi con quella sostanza per aiutare durante gli incendi. Per farla breve, questa sostanza isola il calore ma non del tutto... Infatti, parte del calore poteva superare la sostanza gelatinosa, lasciando lievi ustioni persino nel corpo di quella persona, se esposta per troppo tempo al calore. Io, quindi, gli chiesi se potesse darmi un po' di quella sostanza e ci ho lavorato per anni, riuscendo alla fine a creare questo coltello. Ok, non è perfetto, e ogni tanto mi brucio da sola e devo cambiare la pellicola, ma nove volte su dieci va tutto come dovrebbe. >>
Mi rispose, mostrandomi poi un grosso sorriso.

<< Nove su dieci... Uh? >>
Le domandai, scettico.

<< Ok, sette su dieci. >>
Mi rispose, sollevando le mani verso il cielo come se non le importasse.


<< Sai cosa? Sto cominciando a rivalutare la fiducia che ti sto dando. >>
Le risposi, con tono innervosito.

<< Oh, non preoccuparti! Andrà tutto nel migliore dei modi! >>
Esclamò subito dopo, con tono divertito.

<< ... Probabilmente. >>
Aggiunse subito dopo, 

<< P-Probabilmente?! >>
Ripetei, incredulo davanti alla tranquillità che aveva in quella situazione.

<< Oh andiamo! Quali sono le chance che questa cosa possa andare male? >>
Mi domandò, con tono divertito.

<< Perché sembri divertita da tutto questo?! E, per rispondere alla tua domanda, direi tre su dieci, quindi un bel trenta percent- >>
Non feci neanche in tempo a finire la frase che Serilda tagliò di netto un piccolo pezzo del nastro viola.

Rimasi di sasso davanti a quella scena. Potei sentire il cuore salirmi in gola, guardando quel frammento viola lungo qualche centimetro cadere rapidamente al suolo.

Subito dopo posai il mio sguardo su Sera, fissandola con occhi spalancati per qualche istante senza proferire parola.



Ti aspettavi davvero un finale differente a questa farsa? ~
Sentii dire da quella voce.


In quell'istante mi lanciai verso Serilda, dopo aver fatto scomparire il nastro viola.


<< Ti ammazzo! >>
Le urlai contro, furioso, avvicinandomi minacciosamente a lei.

Serilda cominciò a ridere di gusto, divertita da quella situazione.


Seriamente, ripensandoci non riesco ancora a capire se mi stesse prendendo per i fondelli o se sia veramente fuori di testa.


<< Oh, andiamo! Perché sei arrabbiato? E' andato tutto bene, no? >>
Mi domandò, ridendo così tanto da arrivare persino a piangere.

Quella sua reazione mi mandò in bestia: sentii il mio cuore in gola, le vene pulsare all'impazzata.

<< Non è quello il problema! >>
Esclamai.


Subito dopo aver pronunciato quelle parole, sentii un forte rumore metallico provenire dalle mie spalle.
Sia io che Serilda ci voltammo allo stesso momento verso l'entrata, osservando poi in silenzio due persone entrare all'interno del laboratorio.


<< Ah, vedo state già facendo amicizia. >>
Disse Mist, con un sorriso divertito stampato in volto.

<< Sono abbastanza infastidito al momento, non peggiorare la situazione. >>
Gli dissi.

Sentii Serilda ridacchiare.

Mi voltai verso Serilda, digrignando i denti, solamente per vederla mentre mi faceva l'occhiolino, allontanandosi con in mano il nastro lungo qualche centimetro che aveva tagliato poco prima.

<< Tu, piccola... >>
Borbottai, trattenendomi dall'insultarla.


Subito dopo sentii Jeanne chiamarmi per nome.
Mi voltai rapidamente verso di lei.

Era al fianco di Mist, che sorrideva. 
Mi calmai improvvisamente, notando che stesse bene.

Ricambiai rapidamente quel suo sorriso, senza proferire parola.

Subito dopo mi voltai verso Mist, assumendo un'espressione del tutto differente.


Rimasi in silenzio a fissarlo per qualche istante, notando che anche lui ricambiò quel mio sguardo con uno deciso, quasi di sfida.

<< "Mist", giusto? >>
Gli domandai, chiedendogli conferma.


<< Si. Credo sia il mio nome. >>
Mi sorrise.

<< Lo è davvero? >>
Gli domandai, non credendo a quelle sue parole.

Mist rimase in silenzio per qualche istante, fissandomi con uno sguardo divertito.

<< E' "Yuushi Hikari" il tuo vero nome? >>
Mi domandò subito dopo, rigirandomi contro la mia stessa domanda.

Istintivamente, feci un verso infastidito. 

<< Ho toccato un tasto dolente, per caso? >>
Mi domandò subito dopo, divertito.

<< Prima di decidere se accettare o meno la vostra offerta, voglio vedere di che pasta sono fatti i membri dell'Uroboro. >>
Gli dissi subito dopo, muovendomi lentamente nella sua direzione.

Mi fermai a meno di un metro di distanza da lui, guardandolo dal basso verso l'alto, senza però mostrare alcun segno di inferiorità.
Era, dopotutto, più alto e robusto di me.

Continuai a fissarlo dritto negli occhi, mostrandogli una smorfia di sfida.

Mist mi mostrò un sorriso incuriosito.

<< Ti sfido ad uno scontro uno contro uno. >>
Aggiunsi subito dopo.


____________________________________________________________________________________________________________

Fine del capitolo 4-7 e, con esso, del volume 4! Alla prossima con l'inizio del volume 5!













 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ArrowVI