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Autore: Ily18    14/07/2009    6 recensioni
Questa è una rivisitazione dell'episodio 15 dell'ottava serie, per cui per chi non l'ha visto è spoiler. Tutto inizia esattamente come nell'episodio: Lois è appena tornata da Star City e Clark si è dimenticato di andare a prenderla. In seguito lei e il mondo sapranno il suo segreto, causandogli vari problemi e lui sarà costretto a riportare tutto alla normalità. Ma cosa sarebbe successo se si fosse dimostrato un po' più coraggioso e avesse detto a Lois anche l'altro grande segreto che si tiene dentro?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clark Kent, Lois Lane
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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A/N: Ed eccoci qua! :) Questa è la mia seconda ff Clois e questa volta l'ispirazione è venuta dall'episodio 15 dell'ottava stagione: Infamous. Penso che il titolo in Italiano sia tipo Diffamazione, no? :P
Ad ogni modo, ho pensato di rivisitare quell'episodio, cambiando qualche cosuccia (come potrete subito notare in questo capitolo) ma la storia seguirà a grandi linee quello che è successo nell'episodio vero e proprio.
Per ora penso che il tutto sarà narrato dal POV di Clark, ma mai dire mai... Non si sa mai che nel mentre mi venga qualche schizzo strano e decida di cambiare idea :P
Per ora questo piccolo esperimento di riscrivere l'episodio a modo mio, mi sta piacendo tanto, soprattutto perchè mi da l'occasione di rivedere i pezzi dell'eppo! :P
Spero solo di non perdere l'ispirazione man mano che la storia va avanti! :(
Che dire, non so in quanti capitoli sarà suddivisa, dipende da quanto la mia fantasia sarà in forma in questi giorni, eheheh.
Ad ogni modo, direi anche basta con le mie baggianate, è tempo di leggere! :)

ps: ovviamente tutte le frasi che leggete qui sono prese dall'episodio e appartengono alla CW. :)




Correndo con la sua supervelocità, Clark colpì leggermente, uno ad uno, dei rapinatori che stavano cercando di derubare la gioielleria nei pressi del Planet, facendoli volare dall’altra parte della strada. Qualche istante dopo sarebbe arrivata una pattuglia della Polizia e i malviventi avrebbe avuto quello che gli spettava. La galera.

Avendo sventato con successo la tentata rapina, Clark si prese il lusso di fermarsi qualche istante. Alzò la manica sinistra della sua giacca rossa per dare un’occhiata veloce all’orologio che portava al polso, lo stesso orologio che aveva ereditato da suo padre.

‘Le 10:40.’ Pensò. Un peso sullo stomaco si fece spazio, mentre della pioggia incessante cominciava a cadere in quel di Metropolis.
L’aereo proveniente da Star City su cui viaggiava Lois, era atterrato circa 3 ore fa e lui non aveva mantenuto la promessa che le aveva fatto: andare a prenderla all’aeroporto.

Sbuffando si passò una mano sui capelli già zuppi d’acqua, dopodiché decise di dirigersi verso il Daily Planet per controllare se Lois fosse già arrivata. Sapeva che gli avrebbe urlato contro e che sicuramente in quel momento lui era l’ultima persona che avrebbe voluto vedere, ma era passato più di un mese dall’ultima volta che l’aveva vista, e nonostante fosse difficile per lui ammetterlo, Lois Lane gli era mancata da morire.
Scosse la testa come ad enfatizzare il fatto che volesse scacciare quel pensiero assurdo dalla sua mente, dopodiché si rimise in ordine qualche ciuffo di capelli ribelle che gli cadeva sulla fronte e si precipitò con la super velocità al Daily Planet.

Non appena arrivò, la vide scendere dal taxi con le due grandi valige celesti che si era portata dietro per il viaggio, i capelli fradici che le stavano incollati al viso a causa del temporale e il suo solito carattere irruento triplicato a causa della buca che le aveva dato.
Come se non bastasse, il tassista pensò che fosse bene ripartire con una sgommata, alzando dell’acqua dalla strada che inzuppò Lois ulteriormente. La sentì urlare qualcosa e il suo senso di colpa crebbe sempre più.
Se c’era una persona che non meritava assolutamente questo trattamento, quella era Lois Lane.

Nonostante tutto, sentì il senso di colpa affievolirsi per un istante, lasciando spazio ad uno strano calore che gli avvolgeva il cuore e ad una strana presa che sembrava avercela con la bocca del suo stomaco, il tutto causato dalla sola vista di lei.
Era consapevole che non avrebbe dovuto farsi vedere da lei, non quando ce l’aveva a morte con lui e il vederlo avrebbe causato una discussione infinta che includeva urla e parole poco carine, in perfetto stile Lois Lane, ma non poté evitare di sorridere nel rivederla.

Lois Lane era tornata e lui non poteva essere più felice.

Dopo aver preso un respiro profondo ed essersi preparato a qualunque reazione Lois avesse avuto nei suoi confronti, le si precipitò incontro, gridando il suo nome e lo sguardo che ricevette in risposta fu tutt’altro che allegro. Clark era sicuro che se Lois avesse avuto i suoi stessi poteri, in questo momento ci sarebbero state delle fiamme che uscivano dai suoi occhi. Gli stessi occhi gli facevano capire che Lois era terribilmente delusa e arrabbiata. Clark non poté biasimarla.

“Dimmi che mi stai prendendo in giro.” Disse con un sorriso ironico in viso, mentre scuoteva la testa incredula. “Ti ho aspettato in aeroporto per ore sotto la pioggia e ti fai vivo solo ora?!” Proseguì, alzando un po’ il tono della voce, come se volesse fargli capire quanto fosse irritata dal suo comportamento.

‘Come se il suo sguardo non fosse abbastanza.’ Pensò Clark, guardandosi le punte dei piedi ed evitando il suo sguardo a causa del senso di colpa che provava. Era consapevole che c’era stata una buona ragione se non era potuto andare a prenderla come le aveva promesso. ‘Una buona ragione che lei non saprà mai.’

La voce di Lois lo riportò alla realtà. “L’unica volta in cui ho veramente bisogno di te e tu ti scordi di venirmi a prendere all’aeroporto?!” Il suo tono sempre irritato e il suo sguardo deluso, facevano più male di tutte le parole che gli avrebbe potuto dire.
Lei aveva avuto bisogno di lui e lui come sempre l’aveva delusa. Perché diavolo continuava a succedere? Perché ogni volta che faceva del bene a qualcuno, qualcun altro finiva inevitabilmente col soffrirne? ‘Pensavo che il Karma funzionasse diversamente.’ Pensò sconsolato.

Liberando nuovamente la mente, disse le uniche parole che gli vennero in mente in quel momento, le stesse parole che sempre troppo spesso aveva pronunciato. “Mi dispiace…” Lasciò la frase in sospeso, non sapendo come avrebbe potuto continuarla, che spiegazione darle.

Cercò di fare un piccolo passo verso Lois, che però, senza perdere tempo lo interruppe e iniziò a dirigersi verso l’entrata del Daily Planet che distava qualche metro. “Ti dispiace?!” La sentì dire, il suo tono di voce incredulo nel sentire quelle parole. Scese dal marciapiede per attraversare la strada, Clark sempre dietro di lei. “Le tue scuse non mi rendono le 3 ore che ho perso…” Si interruppe, la valigia che teneva nella mano sinistra si aprì nel bel mezzo della strada senza preavviso, mostrando senza pietà il suo contenuto a tutti i passanti. Lois poggiò a terra il trolley che reggeva nell’altra mano e si chinò per raccogliere tutta la sua roba. Clark si chinò a sua volta per aiutarla, ma non ci riuscì. “… Sotto l’acquazzone…” Clark raccolse il trolley che Lois aveva abbandonato qualche secondo prima, mentre lei continuava a raccogliere le sue cose da terra che continuavano ad inzupparsi sotto l’acquazzone che sembrava non voler smettere.
Notò come Lois aveva finito di raccogliere tutto quello che le apparteneva, rimettendo tutto dentro la valigia alla rinfusa e non ricordandosi di chiudere la zip. Se la mise sotto braccio e prese il trolley dalle mani di Clark, continuando la frase che aveva interrotto poco prima. “… Mentre assistevo a tutti i saluti sdolcinati di tutte quelle coppiette.” Riprese a camminare verso l’entrata del Planet, Clark che continuava a seguirla tenendo al minimo la distanza tra loro.

Rimase colpito da come Lois avesse sentito il bisogno di sottolineare che fosse pieno di coppiette felici. Che gli stesse lanciando un qualche messaggio subliminale?
Clark si diede dello stupido per aver anche solo pensato ad una cosa del genere. Dopo il modo in cui si erano messe le cose tra loro due al matrimonio di Chloe e Jimmy, era ovvio che Lois lo vedesse sotto qualunque prospettiva, tranne quella di sua dolce metà. Forse come un traditore, un menefreghista, il pupazzetto di Lana, ma di certo non come la sua metà della mela, quella che la completava.

“Posso spiegare.” Si limitò a dire, cercando di tenere il passo di Lois.
Ovviamente quelle parole non avevano alcun senso, perché era consapevole che non avrebbe mai potuto spiegarle la vera motivazione che c’era dietro a quel malinteso.
In cuor suo, Clark sperava solo che sentendogli dire quelle parole, Lois si calmasse e gli desse l’opportunità di rimettere le cose apposto tra loro.

“Mi hai mandato una mail ieri notte, per farmi sapere che ci saresti stato.” Lois procedeva sempre a passo spedito di fronte a lui, come se non vedesse l’ora di entrare nella redazione del Daily Planet e lasciarsi tutto questo, Clark compreso, alle spalle. Nonostante fosse consapevole che quella porta era sempre stata lì, Clark non si era reso conto di quanto vicini si trovassero ora, poiché era troppo preso dalla persona che gli camminava di fronte. Si era perso nel fissare la figura di fronte a lui, nel notare come evitava il contatto visivo diretto, dandogli sempre le spalle. “Hai davvero bisogno che ti faccia un nodo al dito cosicché ti possa ricordare le cose più facilmente?” Notò come mosse leggermente il viso per lanciargli un’occhiata veloce da sopra la spalla sinistra, per poi tornare a fissare la porta di fronte a lei.

Per l’ennesima volta quella mattinata, le parole di Lois e il tono che aveva usato lo avevano colpito e ferito più di quanto avrebbe mai immaginato.
Come poteva dirle che si era ricordato di lei, della promessa che le aveva fatto, ma che il suo dovere da Macchia Rossa e Blu lo aveva tenuto occupato? Non avrebbe mai potuto, ed ecco perché si inventò l’ennesima bugia. “Mi hanno trattenuto a lavoro più del previsto. Una volta finita una cosa, subito se ne presentava un’altra, Lois.” Senza volerlo, per un secondo unì le mani quasi la stesse implorando di credergli, di dargli un’ennesima occasione. Non funzionò.

“Sei un giornalista, Smallville. Non devi salvare il mondo.” Le parole di Lois lo lasciarono spiazzato per un istante, pensando all’ironia della situazione. Lois non aveva idea di quanto fosse andata vicina alla verità.
Ma nonostante tutto, la recita doveva andare avanti. Non poteva mostrarsi debole proprio ora.

“Lo so. Avrei dovuto chiamarti.” Il senso di colpa ebbe la meglio su di lui e il suo buon senso lo portò ad ammettere a voce alta, che in fondo Lois aveva ragione. Sperava che quelle parole le dessero la voglia di perdonarlo, di lasciar perdere il loro piccolo litigio. Sperava che lei ora si togliesse quella maschera di delusione che indossava, che gli sorridesse, dandogli un pugnetto affettuoso sul braccio come faceva sempre, contenta che lui le avesse dato ragione.

Ma invece di tutto questo, Lois si limitò a girarsi, guardandolo finalmente negli occhi e non dandogli il tempo di aggiungere altro, prese la parola. “Senti, lo capisco. Hai altre cose per la testa.” Clark capì dallo sguardo serio che aveva in viso e dallo strano tono della sua voce che quelle parole erano riferite a Lana. Non capiva perché, ma sentirla così ferita parlare di Lana, fece male più della freccia che Freccia Verde gli lanciò quando erano a Black Creek. Ma questa volta per guarire non sarebbe bastato l’effetto benefico che il Sole Giallo aveva su di lui, anche perché era consapevole di essersi meritato questa punizione.
Per cui fece l’unica cosa a cui riuscì a pensare in quel momento, rimase immobile a sentire tutto quello che Lois gli avrebbe detto, accettando ogni singolo insulto che gli avrebbe lanciato. “Non mi aspetto di essere in cima alle tue priorità.” Nello stesso istante in cui Lois finì quella frase, una nuova freccia colpì il bersaglio, sfruttando la ferita che la freccia precedente aveva causato solo qualche istante prima.

Non la biasimava per avergli detto tutte quelle cose, in fondo se le meritava. Avrebbe dovuto dirgliele un mese prima, il giorno del matrimonio, quando lui aveva stupidamente deciso di ignorarla per correre nuovamente dietro a Lana, per poi scoprire che in fondo, lui e Lana non erano mai stati destinati a stare insieme.
Era uomo abbastanza da ammettere che Lois aveva tutte le ragioni del mondo per avercela con lui.

Ma allora, se era consapevole di meritarsi ogni singola parola, perché il dolore che sentiva ora era così grande, così profondo?

‘Semplice,’ si disse, ‘perché è lei a dirlo.’ Il pensiero lo colpì, ma non lo sorprese più di tanto. Nell’ultimo mese passato senza di lei, aveva smesso di fingere e aveva iniziato a razionalizzare tutto. Era chiaro anche a lui che tra loro due le cose avevano preso una piega inaspettata, che erano arrivati ad avere una strana relazione che andava oltre la semplice amicizia che gli aveva sempre legati, la stessa amicizia che qualche anno fa nessuno dei due avrebbe mai immaginato si sarebbe trasformata in qualcosa di più.

‘Lois e Clark.’ Si ritrovò a pensare.

E mentre il mondo continuava a girare, per lui era come se tutto si fosse fermato, quasi congelato a causa del pensiero che gli aveva appena attraversato la mente.
Come se gli si fosse materializzata solo ora di fronte, si rese conto della persona che gli stava davanti, notando ogni piccolo particolare della ragazza dai capelli scuri che stava di fronte a lui.

Lois. La stessa Lois che negli ultimi minuti l’aveva mandato al diavolo. La stessa Lois che riusciva a farlo sentire in colpa per aver preferito di voler sventare una rapina, piuttosto che andare a prenderla all’aeroporto. La stessa Lois che aveva un terribile sguardo ferito che gli faceva sussultare il cuore, non appena gli aveva detto che capiva che lui preferiva fare chissà cosa con Lana, piuttosto che ri-accoglierla a Metropolis. La stessa Lois che gli era mancata terribilmente per tutte queste quattro interminabili settimane che aveva passato a Star City.

Notò come i capelli le aderivano al viso a causa della pioggia che aveva addirittura aumentato d’intensità. Notò come tremava, infreddolita e bagnata fino all’osso, mentre reggeva con tutte le sue forze le sue valige nella speranza che non gli facessero lo stesso scherzetto di qualche minuto prima, aprendosi di fronte a tutti. Notò come il trucco non fosse perfetto, leggermente sbavato a causa della pioggia che le bagnava il viso.

Eppure per lui, Lois non era mai stata più bella di così.

Vide Lois muoversi, dargli le spalle nuovamente per entrare subito nella redazione del Daily Planet, facendogli capire che ne aveva abbastanza di battibeccare con lui e che l’unica cosa che voleva fare ora, oltre a mettersi qualcosa di asciutto addosso, era dimenticarsi di Clark ed immergersi nel lavoro.

Senza capire da dove nacque quell’impulso, Clark fece l’unica cosa che nessuno dei due si aspettava. Sollevò la mano destra, poggiandola sulla spalla sinistra di Lois, quasi costringendola a girarsi nuovamente verso di lui. Il tutto gli sembrava una specie di moviola, ogni movimento sia suo che di Lois era esasperatamente lento, quasi la tortura di qualche istante prima dovesse andare avanti per sempre.

Ora che i loro sguardi si stavano nuovamente incrociando, Clark notò la sorpresa negli occhi verdi-nocciola di Lois ed era sicuro che lei potesse vedere la stessa identica cosa nei suoi occhi blu.

Seguendo quello slancio di coraggio che sembrava aver preso possesso dei suoi movimenti, continuò a lasciarsi andare al volere del suo corpo, ignorando deliberatamente quello che il cervello gli diceva in quel momento.
Portandola un po’ più vicina a sé, fece in contemporanea un piccolo passo verso di lei, il tutto sempre in silenzio, senza che nessuno dei due volesse interrompere quello che stava per succedere. Perché entrambi erano consapevoli di quello che sarebbe successo di lì a poco.

Come a dare vita a tutti quei pensieri, Clark fece quello che entrambi si aspettavano.
Si sporse leggermente in avanti, sempre con la sensazione che quei momenti andassero al rallentatore, e senza rimandare oltre, le sue labbra incontrarono a metà strada quelle di lei, il tutto sotto il rilassante rumore dell’incessante pioggia che cadeva imperterrita.

E senza mai ammetterlo a voce alta, Clark fece finalmente quello che si era ritrovato a pensare più e più volte nell’ultimo mese. Aveva baciato Lois.



A/N: Ok, come avete visto, alcune cose son cambiate. All'inizio non ero molto convinta di quel bacio e del comportamento di Clark, ma adoro l'atmosfera che la pioggia crea e un bacio sotto la pioggia è una delle cose più romantiche del mondo! :P
Per cui, sperando che questa piccola differenza non vi abbia sconvolto più di tanto, vi saluto e vi dò appuntamento al prossimo capitolo! :)
   
 
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