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Autore: fotone    17/11/2018    1 recensioni
Una ragazza si nasconde, inseguita dal suo psicopatico amante. Sentiamo i suoi pensieri e il suo punto di vista. Improvvisamente, si sente un rumore di vetri infranti: lo psicopatico diventa il narratore della nostra storia; la sua amata non è mai stata lì, non ha mai pensato quelle cose, era tutto nella sua testa, anche i pensieri di lei. La verità è che lui l'ha uccisa da tempo e ha bisogno di perpetuare un'illusione per convincersi che lei ci sia ancora, che lei possa vederlo davvero e avere paura. Ma non può, perché è morta. È tutto finito. Di lei è rimasto solo un ricordo, della loro storia un'illusione.
Genere: Dark, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Rimango nascosta nell’armadio dello sgabuzzino, tremando. Ho paura. Ho paura di Alessandro. In questi mesi, mi ha fatto sentire amata. Era così… era così calmo, silenzioso, pacifico. Mi diceva cose dolci, amorevoli, riusciva a mostrarmi una calma disarmante che mi proteggeva dall’aggressività del mondo. Mi diceva sempre: “Io farei ogni cosa come sotto voce”, io ci credevo e mi fidavo di lui. Probabilmente era vero, non l’ho mai sentito alzare la voce. Mi chiedo se parlerebbe sottovoce anche mentre mi uccide. Era quasi come un gattino, carino, dolce, innocente e amorevole. Lo amavo veramente tanto. Come è possibile che chi mi faceva battere il cuore di emozione ora me lo faccia battere di paura? Come ha potuto il suo dolce amore tranquillo a trasformarsi in un amore così folle, pericoloso, ossessivo? Sento il suo coltello di freddo metallo che suona mentre lo fa sbattere al muro, canticchiando il mio nome: “A-n-i-t-aaa”. Mi ricordo i baci sulla fronte. Mi ricordo “ti amo, bimba”. Mi ricordo gli abbracci. Mi ricordo come la sua dolcezza sia diventata pian piano violenza, mentre cadevano le barriere. “Anita? Amore? Non nasconderti, su!” lo sento chiamarmi. Tremo. Lo sento che si avvicina. Passo dopo passo… il mio cuore batte forte. Si ferma davanti all’anta del mio armadio. Lui sta pensando, io tremo e il mio cuore batte molto forte. Alla fine, dopo una serie di interminabili istanti, apre l’anta. Rimango paralizzata, trasalisco. Lo guardo, mi sovrasta. Fa una risata isterica e mi dice ridente: “Amore mio, eccoti! Non sai che spavento mi hai fatto prendere! Perché mai ti nascondevi? Su, andiamo a letto.” … no. Non si ricorda che non viviamo più insieme? Non si ricorda che ci siamo lasciati settimane fa? All’inizio era così dolce… Non avrei mai dovuto convivere con lui. Avrei dovuto iniziare a temere ci fosse qualcosa di storto nella sua mente sin dai primi segnali. Mi offre un immotivato sorriso raggiante mentre si avvicina a me. Mi sfiora la guancia con il suo coltello. Avvicina il suo viso al mio, con le labbra lievemente socchiuse. “Amore mio…” mi mormora. “Ale… devi guardare in faccia la realtà.” “Ovvero?” mi domanda, con un tono dolce. Prendo un respiro profondo prima di dirgli: “Io… io non-“ Ed ecco un violento rumore di vetri infranti. Apro gli occhi. Mi guardo allo specchio. Sono pallido. Ho le occhiaie. Ho le nocche insanguinate per il pugno che ho tirato allo specchio, ora infranto e ai miei piedi. Anita… la mia Anita… il mio amore… dov’è finita? La amo, la voglio, la desidero adesso! La amo più di ogni altra cosa! Mi guardo intorno, vedo in camera molti disegni e pasticci… La sento: “Io non esisto. Mi hai uccisa il mese scorso, durante uno dei tuoi giochi…”
   
 
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