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Autore: nicailuig    18/11/2018    1 recensioni
Sono un collage malridotto di pezzi buttati in discarica, ma dipinti in faccia non ho segni di usura. La pelle è candida i capelli lucenti il sorriso bianco, che chiedi di più? Hai la vita davanti. Ti mancasse la salute. Sei pure intelligente.
Grazie.
*** si ricollega a 'Pezzi di me'
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Addosso c'ho la stanchezza di chi si addormenta alle tre per troppi mesi di fila, e il giorno dopo ha da fare vivere correre. C'ho la mente appannata e i pensieri che fuggono come chi si è ubriacato di nuovo senza avere prima smaltito l'ultima sbornia. C'ho la schiena che duole come se avessi tre volte l'età che ho, le spalle ricurve di chi si ricorda meglio le sconfitte delle vittorie e il passo nervoso di un animale che scappa da un agguato continuo.

Sono un collage malridotto di pezzi buttati in discarica ma dipinti in faccia non ho segni di usura. La pelle è candida, i capelli lucenti, il sorriso bianco. Sei bella, sei giovane, hai la vita davanti. Ti mancasse la salute. Sei pure intelligente, che chiedi di più? 

Grazie

Eppure, già lo so che a cinquant'anni mi ricorderò dei treni che non ho preso e avrei potuto, delle occasioni che non ho colto e avrei dovuto, degli inviti declinati, delle giornate sprecate a far nulla quando fuori c'è il mondo. A cinquant'anni chissà se ci arrivo, mangiata come sono dal rimorso di chi non ha vissuto o di chi ha vissuto ma senza esserci. So esistere come le piante, scambio ossigeno e anidride, mi nutro, cresco inesorabilmente guardando dalla finestra il sole che splende, le auto che passano, la vita che scorre. I parassiti che mi mangiano viva non me li scrollo di dosso, ho la sopportazione di una roccia. Finché non mi divorano, un centimetro alla volta, foglia su foglia. Sono esile che mi spezzo a pensarci. E ci penso. Forse se davvero succede che crepo è anche colpa mia. Eppure, mi dicono sei forte. Sei forte lo dici a chi ha combattuto ed è ancora in piedi. E tu che ne sai delle mie battaglie, che non ne parlo mai. E anche fosse, che vuoi capirne del mio spegnimento volontario; delle rinunce taciute; dei pezzi di cuore asportati e ceduti a chi pensavo ne avesse bisogno. Magari capiresti, ma al mio posto avresti fatto tutt'altro. Meglio per te, davvero. Però lasciami in silenzio, con i miei dolori incompianti, a chiedermi quando finisce, che non finisce mai.

   
 
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