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Autore: _thantophobia    19/11/2018    3 recensioni
-Non mi ucciderai.- ride. –Voi Eroi avete così tante regole… -
-I bravi Eroi, quelli degni di questo nome, non hanno bisogno di regole. [...] Spero non arrivi mai il giorno in cui si capirà perché io me ne sono imposte così tante.-
[OC | Bakugou Katsuki | un po' tutti] [parental!Bakugou Katsuki (no, non sto scherzando) | IzuOcha, TodoMomo, KamiJirou + altre?] [future!fic | death!fic | possibili spoiler | probabili trigger] [ooc perché non si sa mai]
[il capitolo 14 partecipa al Writober2019 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: flashback]
[capitolo 18 - In difesa di Caino][questo capitolo partecipa al Writober2020 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: backstory]
[capitolo 19 - ]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Ne parlo da settimane, e finalmente eccola qui! Ci è voluta un’eternità per dare una forma a questa storia, anche solo generica, e io sono esausta.

Spero abbiate letto bene i tag, prima di avventurarvi qui, perché potrebbero esserci un po’ di spoiler acquattati nell’erba alta come i velociraptor e forse qualche trigger (credo, idk, non so di preciso dove mi porterà questa storia, nel dubbio è meglio avvisare).

Per il resto, ci vediamo al fondo!

 

 

 

Hopeless wanderers

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Festa a sorpresa

[o dei tiri mancini del destino]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

15 luglio

Lui neanche ci voleva andare, a quella festa. È stato costretto.

«Andiamo, sono i nostri vecchi compagni! Per una sera smettila di fare l’asociale, Bakugou

Dare retta a Kirishima è stata la più grande cazzata degli ultimi tre giorni, pensa Katsuki, mentre scola l’ennesimo shot della serata e reprime ancora una volta gli istinti omicidi – verso Eijirou che l’ha trascinato qui ma anche verso tutti gli altri coglioni presenti.

E anche verso Deku, che in tutto il suo terribile e nauseante buonismo ha fatto anche finta di non sapere della festa a sorpresa per il suo compleanno che Faccia Tonda stava organizzando da una settimana.

Cazzo, sono tutti così coglioni.

Accanto a Deku c’è un ragazzino con i capelli e gli occhi scuri, insignificante, e si guarda intorno spaesato e terrorizzato— incrocia il suo sguardo, si irrigidisce e guarda altrove, forse spaventato dallo sguardo affilato che gli ha rifilato.

-Kacchan! Non sapevo saresti venuto anche tu.- ecco, parlando proprio di Deku. È da solo e sta sorridendo da un orecchio all’altro e si sta mostrando felice nonostante l’unica cosa che vorrebbe, probabilmente, è togliersi il costume da Eroe e andare a letto a dormire fino alla prossima glaciazione.

-Sono stato letteralmente trascinato qui, Deku.- sbotta, infilando le mani nelle tasche dei jeans per cercare il pacchetto di sigarette. –Non lo faccio per te.-

-E io ti ringrazio lo stesso per aver permesso a chiunque sia stato di trascinarti qui.- Deku ridacchia, poi diventa improvvisamente serio. –Senti… Possiamo parlare?-

Katsuki socchiude un occhio, distraendosi un secondo dalla sua ricerca della nicotina. –In tempi brevi.-

-Da solo, Kacchan.- aggiunge, guardandosi intorno. –Riguarda… quello.-

Oh. Quello.

One for All.

Okay, porca puttana, ora sono cazzi per tutti. Katsuki lo segue a testa bassa, la sigaretta tra le labbra e le mani nelle tasche dei jeans, fuori dalla stanza dove tutti ancora festeggiano e ridono e fanno un casino infernale.

-Volevo che lo conoscessi, Kacchan.- conoscere chi? –Vieni, dai. Sembra pericoloso ma non lo è, te lo assicuro.-

-…non sono un cane, Deku.- sibila, poi incontra di nuovo quegli occhi scuri e fa due più due. -Cazzo.-

Deku sorride, passando un braccio intorno alle spalle del ragazzino. –Lui è Ryu. Erediterà il One for All, un giorno.-

Katsuki è senza parole. Boccheggia, cercando di mettere in ordine le parole per formare una frase di senso compiuto, ma Deku lo batte sul tempo.

-Se dovesse succedermi qualcosa, vorrei che fossi tu a occuparti di lui.-

…cosa?

No, davvero.

C o s a.

La sigaretta gli cade dalle labbra, ancora spenta. -Che cazzo stai blaterando, nerd?-

Deku nemmeno si scompone, come se si aspettasse questa reazione. –Se dovesse succedermi qualcosa, e non avessi la possibilità di insegnargli come controllare il Quirk o seguirlo come All Might ha fatto con me, vorrei che fossi tu a prendere il mio posto.-

-Tu sei completamente impazzito.- ringhia trai denti stretti. –Ti sei definitivamente rincoglionito, Deku.-

-Kacchan… - l’altro sospira, mentre il bambino – Ryu, si chiama Ryu – si nasconde dietro la sua schiena.

-Come puoi chiedermi una cosa del genere? Non sono una cazzo di balia, non puoi lasciare a me i tuoi problemi.-

-Ma sei l’unico che sa del One for All, sei l’unico che sa cosa comporta.- ora Deku sorride. –Per favore, Kacchan. Se non vuoi farlo per me, fallo per… vedilo come un bene superiore. Ti ricordi cosa diceva All Might? Il mondo ha bisogno di un simbolo di pace.-

Ed è lui, no? È Deku, non hanno bisogno di un altro simbolo di pace, basta lui – lui e il suo insopportabile modo di fare, lui che non sa dire di no a nessuno. Lui che, Katsuki ne è certo, prima o poi si farà ammazzare.

E allora sbuffa, esausto. -…perché proprio io?-

-Perché mi fido di te, Kacchan.- Deku scrolla le spalle, come se fosse una risposta ovvia. –E perché so che saprai cosa fare, se dovesse succedere.-

-Ma non succederà, sono stato chiaro?- sbotta, minacciandolo. –Perché non ho alcuna intenzione di fare da balia al moccioso.-

-Promettimelo, però. Promettimi che ci sarai se dovesse succedermi qualcosa.-

-Ma allora non mi ascolti. Ti ho detto… -

-Kacchan.- negli occhi di Deku, Katsuki legge qualcosa – paura, apprensione, senso di colpa? Non riesce a decifrarlo, ma lo spaventa.

E quando è spaventato e non sa come rispondere, Katsuki fa soltanto una cosa.

Scappa.

 

Torna nella stanza della festa con ogni nervo a fior di pelle e l’umore più nero degli ultimi quindici giorni, e l’ultima cosa che vuole in questo momento è che qualcuno gli rivolga la parola e cerchi di trattenerlo lì anche solo per un secondo in più.

-Bakugou! Vai già via?-

…ecco, appunto.

Kirishima gli si para davanti con il suo sorriso da squalo stampato in faccia, impedendogli di raggiungere la sua giacca e il casco. –Resta ancora un po’, dai. Sei qui da meno di un’ora.-

-Fidati, mi è bastato per una vita intera.- ringhia, spostandosi quel tanto che basta per raggiungere l’attaccapanni. –Ora levati dalle palle.-

Kirishima lo afferra per il braccio, costringendolo a voltarsi. –Se c’è qualcosa che non va, se qualcosa ti preoccupa… Lo sai che con me puoi parlarne, vero?-

Katsuki si libera dalla stretta del rosso con uno strattone. –Non ho niente che non va. Ho solo sonno.-

Perché Kirishima non lo sa. Perché Kirishima non deve sapere.

 

 

 

14 ottobre

-Ho parlato con Todoroki, l’altro giorno.- mormora Deku una sera, prima di iniziare il loro turno di pattugliamento. Katsuki odia quei momenti, perché non può scappare da Deku e dai suoi monologhi e dal suo essere l’Eroe perfetto – gli bastano già i giornali, a sbattergli in faccia che come Eroe fa cagare, non gli serve che anche Deku glielo faccia notare. –Sta per diventare papà… -

-Non me ne frega un cazzo se hai parlato con Mezzo e Mezzo.- sibila, sistemando uno dei guantoni intorno all’avambraccio. –Per quanto mi interessa può anche crepare. Lui e tutta la sua stirpe.-

Se Deku se lo stesse chiedendo, sì, è di cattivo umore – pessimo umore, perché quella mattina si era guastato lo scaldabagno e ha dovuto fare una doccia gelata, ha perso il treno e per di più quella sera in televisione trasmettono il finale dell’ultima stagione di How I met your mother e lui se lo sta perdendo per passare un’altra nottata a saltare trai tetti come nemmeno Brandon Lee ne Il Corvo. Cazzo, avesse almeno la metà del fascino di Brandon Lee, sarebbe anche contento.

Per di più quella domenica, che progettava di andare in pista a correre per sfogarsi, danno quello che si preannuncia un Diluvio Universale e quindi col cazzo che la sua moto esce dal garage.

-Kacchan… -

-Non ci provare, Deku. Lo dico per il tuo bene.- lo interrompe subito, perché stasera non ha proprio voglia di ascoltarlo.

Ma Deku non lo ascolta. E quando mai l’ha davvero ascoltato? –Per favore, Kacchan. Ho bisogno di sapere che ti prenderai cura di Ryu.-

-Perché, Deku?- sbotta, fronteggiandolo. –Hai paura di tirare le cuoia?-

-In tutta onestà, sì.- la risposta, schietta e diretta, è una secchiata d’acqua gelida in testa. –Per favore, Kacchan, te lo chiedo in ginocchio.-

-E io ti ripeto che non sono una tata.-

-Non voglio che tu sia la sua tata, voglio che lo prepari alle conseguenze del One for All… -

-Perché io?- lo incalza. –Perché io e non Mezzo e Mezzo? O RoboCop? O Faccia Tonda?-

-Perché loro non lo sanno. E te l’ho già detto, perché mi fido di te.- gli occhi verdi di Deku brillano nel buio come se fossero una fonte di luce, sgranati fino all’inverosimile e fissi nei suoi. È serio, tremendamente serio, Katsuki crede di non averlo mai visto così.

Sbuffa, sconsolato, passandosi una mano trai capelli. –E va bene. Mi occuperò del moccioso, contento?-

Deku sorride raggiante. –Grazie, Kacchan. Significa molto per me.-

-Ma tu vedi di non crepare, sono stato chiaro?-

Deku continua a sorridere, mentre lo supera. –Questo non posso promettertelo, però.-

 

 

 

25 ottobre

Deku parte in missione. Da solo.

Katsuki lo viene a sapere il giorno dopo da Kirishima, che lo sostituisce durante il pattugliamento. Gli spiega che, da quel poco che sa, è una missione semplice e breve, tra una settimana dovrebbe già essere di ritorno.

Katsuki, quella notte, fatica a dormire.

 

 

 

2 novembre

Nei giorni liberi, che sono sempre troppo pochi e troppo lontani tra loro, Katsuki torna a dormire dai genitori. A suo padre fa piacere riaverlo a casa una volta ogni tanto, perché così sua madre si tranquillizza un po’ - visto che lui e il concetto di chiamare casa per dire che è vivo e sta bene e non è stato rapito come cavia dagli alieni non sono mai andati d’accordo.

Quella mattina, come tutte le altre mattine nei suoi giorni liberi, ha dormito fino all’una, in quel letto che ormai è diventato troppo piccolo per lui, fino a quando una chiamata in arrivo non ha disturbato il suo sonno a suon di Thunderstruck degli AC/DC. Nemmeno guarda chi lo stia chiamando: afferra il telefono, lo scollega dal caricabatteria e risponde alla chiamata, il tutto con gli occhi ancora chiusi e con le coperte tirate fin sopra la testa.

-Chiunque tu sia, spero che ci sia un cazzo di buon motivo per svegliarmi nel mio giorno libero.- ringhia, pronto a incenerire la persona che ha osato svegliarlo.

-Accendi il primo televisore che hai vicino, Bakugou.- Kirishima, dall’altro capo della linea, sembra sconvolto. –Davvero, fallo.-

Dopo che Kirishima gli ha spiegato perché, in un attimo è in piedi e sta scendendo di corsa le scale, incurante di essere andato a dormire in mutande per lo scazzamento di cercare un pigiama pulito nell’armadio dopo la doccia. La televisione del soggiorno è accesa, sua madre sta guardando una delle sue soap opera nauseanti e inconcludenti, e allora le strappa il telecomando dalle mani e cambia canale, cercando il primo notiziario dopo essersi parato proprio di fronte allo schermo.

-Ehy, stronzetto!- strilla Mitsuki, inviperita. –Che cazzo ti salta in mente! Ridammi il telecomanE quando avresti fatto quel tatuaggio, tu?!-

-Mamma!- sbotta allora, lasciandola di sasso sul divano. –Stai zitta. Un minuto. Per favore.-

Masaru esce dal suo studio di corsa, preoccupato che si stia per scatenare la terza guerra mondiale in soggiorno, quando finalmente Katsuki trova un notiziario.

-…dopo le notizie per nulla rassicuranti dei medici di poche ore fa… - mormora la giornalista, visibilmente intristita. -…siamo costretti ad annunciare la caduta di un grande Eroe, il migliore di tutti.-

…no. Cazzo no. Stanno scherzando, non può essere.

-…le ferite riportate durante lo scontro con il Villain sono state fatali, per Deku.-

Lo state prendendo per il culo, vero?

-Il suo cuore ha smesso di battere meno di un’ora fa. I tentativi di rianimarlo sono stati inutili.-

Il mondo gli crolla addosso con la stessa potenza di quei pezzi di cemento lanciatigli da Faccia Tonda, durante il Festival Sportivo del primo anno. Solo che questa volta non riesce a evitarli.

 

 

 

 

 

D.D.B.: Deliri Dal Bunker

ASPETTATE METTETE GIÙ I FORCONI POSSO SPIEGARE.

A dire la verità no, non posso spiegare, BUT è tutto partito dalle mie solite idee strampalate durante le notti insonni, un po’ come “Of Monsters and Men”, solo che qui è degenerata per colpa del binge watching di alcune serie tv viste nell’ultimo periodo – tra cui “Dark”, “The Rain” e “American Gods” – e il rewatch delle due stagioni di “Stranger Things”. Quindi è molto probabile che troverete qualche somiglianza con queste serie nei capitoli a venire, innanzitutto nel personaggio di Bakugou – mi è uscito un mix tra Jim Hopper e Shadow Moon che presenta qualche spunto a Ulrich Nielsen con l’ironia pungente di Mad Sweeney e i modi di fare scontrosi del Dodicesimo Dottore e devo ammettere che non mi dispiace. Ne sono piuttosto fiera di come sta prendendo forma.

Sì, mi dispiace tantissimo per Deku, ma era necessario per far iniziare questa storia. Posso dirvi che ogni tanto tornerà, in qualche flashback o con Katsuki che parla a cazzo (perdonate l’assonanza, vi giuro che non era voluta) di lui e con lui, se può consolarvi – no, mi dispiace, ma niente monete di leprecauni questa volta. Chi conosce “American Gods” ha compreso cosa intendo.

 

Detto questo, sperando che non vogliate ammazzarmi in modo molto doloroso, vi ringrazio tutti per essere arrivati fino a qui. Come sempre un grazie alla Conviventeh che si sorbisce i miei scleri e mi fa da beta/consigliera/grillo parlante, e a voi che vorrete lasciarmi un commentino per farmi sapere cosa ne pensate. Ormai lo sapete che mi interessano tantissimo le vostre opinioni.

 

Live long and prosper!

Maki

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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