Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Mary Raven    20/11/2018    3 recensioni
Daenerys è appena una bambina quando Robert Baratheon conquista i Sette Regni, e lei perde tutto. Perde la sua infanzia, i suoi cari e, in seguito a un trauma, anche i ricordi.
Per uno strano caso nessuno sospetterà che una Targaryen è ancora in vita e Dany vagherà a Westeros senza memoria. Un'esperienza che forgerà una nuova Daenerys, diversa da quella che abbiamo conosciuto, mentre ripercorre gli eventi alla scoperta della sua gente, ma soprattutto alla conoscenza di sé stessa.
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Daenerys/Jaime
Sansa/Jon, Arya/Gendry, Robb/Margaery
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Ultimo capitolo pubblicato:
7. Il Porcello Baratheon a Grande Inverno
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8. Il Porcello Baratheon a Grande Inverno



Grande Inverno appariva come un luogo freddo anche se, in realtà, emanava tanto calore umano. Il calore non era precluso alla famiglia degli Stark ma si estendeva a tutti i loro amici. Era impossibile non sentirsi sicuri, a casa. Le mura di quella dimora sembravano in grado di fungere da scudo contro tutti i mali.
Fra quelle mura, con il passare degli anni, Robb Stark divenne un prode uomo, il degno successore di Grande Inverno.
Invece Jon Snow, superati gli ostacoli,  si trasformò in un giovane lupo e si dimostrò il più coraggioso di tutti, sempre riservato e pronto a difendere i deboli.
Sansa crebbe soprattutto in bellezza mentre continuava a sognare di principi fantastici e di cavalieri dalle armature lucenti.
Arya appariva come una ragazzina cocciuta, indipendente e matura. Era sempre pronta a combattere, attività per cui nutriva un amore recondito.
Il quinto figlio degli Stark, Bran, era un bambino altruista, molto intelligente e sempre dinamico.
Rickon, il più piccolo e quello che attirava di meno gli occhi, era dolce e modesto.
Ovviamente ognuno di loro aveva anche dei difetti, ma Daenerys non ci faceva tanto caso. Jon sosteneva che lei fosse troppo impulsiva e permalosa, ovvero il contrario di lui, spesso riflessivo e pacato. D'altro canto Daenerys non riusciva proprio a criticare Arya: forse perché si occupava di lei da una vita.
Gli Stark riuscivano a farla sentire come una sorella; Eddard Stark quasi come una figlia. Grande Inverno o il Nord non erano di certo casa sua, ma si erano dimostrati comunque una meravigliosa dimora in cui crescere.
Theon e Daenerys, invece, non si sopportavano. Il giovane Greyjoy, suo coetaneo, era comunque il miglior amico di Robb e, di conseguenza, passava tanto tempo con loro.
Così avevano imparato a convivere e a diventare complici nelle gioie e nelle sofferenze.
Intanto Josef e Theresa si erano ambientati bene a Grande Inverno, entrando nella vita dei suoi proprietari e mischiandosi ai suoi meccanismi sociali. Theresa era diventata una dama da compagnia per Catelyn Stark, stava sempre con lei. Josef invece era uno degli alfieri di Eddard e serviva il suo Lord Protettore con spada e ingegno.
Tutto sembrava procedere per il meglio, insomma. Nella semplicità e nella quotidianità a Grande Inverno c’era sempre qualcosa da condividere con il prossimo, come il buon cibo o una semplice avventura. Nulla sfuggiva allo schema della realtà monotona. O almeno nulla era riuscito a sconvolgere Grande Inverno e gli equilibri dei suoi abitanti. Sino a quella mattina.

Daenerys era nelle stalle con i più piccoli e con Jon. Bran aveva strappato un arco dalle mani di Arya e continuava a scappare mentre sua sorella minore gridava e Rickon rideva. Jon e Dany se ne stavano in disparte, divertiti dallo spettacolo.
Dopo svariati strilli, Arya riuscì a prendere suo fratello, facendolo cadere dritto dentro una pozza di fango. Bran si sporcò tutti i vestiti e, mentre cercava di rialzarsi, fece peggio e scivolò nuovamente nella pozzanghera. Questa volta fu il turno di Arya per ridere.
« Qui ci vorrà un bel bagno » scherzò Dany e Bran sbuffò, anche se alla fine si unì allo sghignazzo collettivo. 

Furono interrotti da un improvviso rumore. Theresa era entrata nelle stalle come una furia, viso pallido e occhi strabuzzati. Sembrava avesse appena visto un fantasma in effetti. « Robert Baratheon è in arrivo a Grande Inverno. »
Jon e Dany si guardarono, senza reagire. Bran e Arya, invece, si sentirono piuttosto euforici: un Re a Grande Inverno era una notizia meravigliosa.

« Perché viene qui? »  domandò Bran.

« Ci porterà dei doni? » chiese Rickon.

« Chissà se ci saranno tutti i membri della Corte » esclamò Arya, eccitata.

« Il porcello Baratheon a Grande Inverno » sussurrò Theresa e Dany, che era abbastanza vicina, sentì tutto.

« Come hai detto? »

Theresa sobbalzò e si affrettò a precisare: « Nulla. » Daenerys invece aveva capito perfettamente.

« Dobbiamo andare a prepararci » concluse Jon, nemmeno toccato dalla notizia.
Almeno lui non si innervosisce come Theresa, pensò Daenerys. La coppia di ex contadini non aveva detto delle belle cose su Robert Baratheon, anzi. Theresa diceva che fosse un ghiotto ubriacone, che si era fatto troppe amanti e ancor più figli. Sosteneva che i successori di Robert sarebbero stati dei Re simili a lui, se non peggiori, e diceva di odiare il fatto che lui sedesse sopra il Trono di Spade.
“Rhaegar meritava il Trono” ripeteva e Dany non riusciva a replicare. Non avrebbe avuto molte argomentazioni perché, anche se si era interessata alla politica, non ne sapeva ancora abbastanza.
Mentre tornavano dentro il castello scelse di parlarne con Jon: di lui si fidava ciecamente.

« Perché qui sono tutti fedeli a Robert Baratheon? »

Jon si fermò e si voltò verso di lei, dubbioso. « Forse perché ha combattuto per Lyanna Stark, rapita da Rhaegar Targaryen, e per gli altri parenti di mio padre uccisi da Aerys Targaryen. »

Dany storse il muso, insoddisfatta della risposta. « Non può essere. Avrà agito per sé stesso. Nessuno scatena una guerra per altruismo. »

Jon ci ragionò su. « In effetti lui ci ha guadagnato più di tutti, è diventato Re. »

« Non girano belle voci su Robert Baratheon. » Jon fece un cenno della testa per incoraggiarla a proseguire. « Dicono che sia un ubriacone, che pensa solo alle prostitute e che non è un Re, ma un uomo che ha vinto una guerra grazie a dei sotterfugi. »

« Chi ti ha detto queste cose? »

« Non ha importanza Jon » obbiettò Dany. « Piuttosto perché il Nord, fatto da gente dura e fiera, serve un sovrano simile? »

« Il Nord serve gli Stark, Dany. Qui a nessuno interessa davvero cosa succede nei Sette Regni. Quella guerra fu una mossa di vendetta e il coinvolgimento politico della nostra gente iniziò e terminò lì. »

Daenerys scosse il capo contrariata. « Non possiamo farci i fatti nostri! Ho saputo che molte persone muoiono di fame negli altri Regni. »

« "Dicono", "ho saputo". Parla chiaro Dany e, soprattutto, spiegami perché ti preoccupi tanto. »

Daenerys trattenne il fiato, colpita, senza una risposta pronta. Perché mi sta tanto a cuore?

« Ragazzi, andate a prepararvi » gridò Sansa per attirare la loro attenzione. « Ci sarà anche il principe Joffrey Baratheon. Che bello, incontrerò un principe! »

Più tardi tutti gli Stark, i loro alfieri e i dipendenti, si radunarono in cortile e attesero il Re pazienti.
Dany notò che i suoi genitori adottivi erano molto nervosi, più di tutti i presenti, e non facevano altro che scambiarsi sguardi furtivi. L’odio di Theresa per il Re era stoico, quasi ammirevole nella sua perseveranza.
Più tardi si rese conto che mancava una Stark. Per fortuna Arya li raggiunse in fretta, con un elmetto in testa, e proprio mentre il Re stava per arrivare. Ned fermò sua figlia e sbottò: « Arya, togliti questo! »
Dany e Jon, che stavano vicini e proprio dietro agli Stark, ridacchiarono.
Nessuno fece in tempo a dire altro che un sacco di cavalieri dalle armature lucenti fecero il loro ingresso. Insieme a loro, a cavallo c’era un ragazzo biondo e minuto, che Dany riconobbe immediatamente come il principe di cui aveva parlato Sansa. Non sembrava un bravo ragazzo, per così dire; anzi il suo ghigno ambiguo inquietò Daenerys che sperò sinceramente che Sansa non fosse interessata a lui.
Subito dopo apparve una carrozza e, a suo seguito, colui che doveva essere il Re. Finalmente Dany osservò Robert Baratheon e provò una strana sensazione. Non era rispetto, quello che suscita un potente Re, ma nemmeno disgusto. La sua mente era come paralizzata, bloccata da qualcosa di intangibile. Robert Baratheon era un uomo paffuto, dai capelli lunghi e dalle guancie rosse, colorite dallo sforzo di stare a cavallo. Dovevano aver fatto un lungo viaggio per essere lì e Dany si chiese perché si fossero recati a Grande Inverno.
Quando Robert Baratheon fu abbastanza vicino tutti si inchinarono, compresa Daenerys.
Infine si rialzarono e Robert Baratheon si avvicinò a Lord Stark per fare una battuta. I due si salutarono come amici, poi il Re abbracciò Lady Stark e diede un buffetto a Rickon, che stava vicino a sua madre.
Passò in rassegna dei figli legittimi di Lord Stark e, con gioia di Jon e Dany, ignorò quest’ultimi due.
In contemporanea una donna era scesa dalla carrozza. Dany capì che era la Regina e pensò che fosse molto bella, di una bellezza severa e potente con i suoi bei capelli biondo oro e il vestito regale. Sapeva che il suo nome era Cersei Lannister, i contadini avevano avuto modo di raccontare anche dei Lannister. Di Jaime Lannister, il Traditore, Sterminatore di Re. Di Tywin Lannister, colui che aveva ingannato Aerys Targaryen, era entrato come amico nella Capitale e poi aveva l'saccheggiata come un nemico. Colui che aveva ordinato l'uccisione dei figli di Rhaegar Targaryen: sotto suo ordine, la Montagna violentò Elia Martell e sfondato il cranio ai piccoli Targaryen.
Accanto a Joffrey, invece, Daenerys vide un’altra figura famosa, un uomo nominato spesso nei racconti dei contadini. Si trattava di un cavaliere con il viso sfigurato e i capelli scuri e lunghi. Sandor Clegane, il Mastino, fratello della Montagna. Dany sapeva che si era conquistato il posto uccidendo Viserys e Daenerys, i fratelli di Rhaegar. Quello non gliel’avevano detto i suoi genitori adottivi ma il Maestro Luwin di Grande Inverno, e il racconto le aveva lasciato uno strano amaro in bocca.
Infine un ultimo cavaliere attirò il suo sguardo, quando si tolse l'elmo e mostrò il viso. Daenerys sentì sussurrare Arya: « Jaime Lannister, fratello gemello della Regina. »
Dany deglutì e provò una strana sensazione: pensò che fosse a causa dei racconti, aveva così tanto sentito parlare di lui che ormai gli era diventato familiare. Ecco Jaime Lannister, lo Sterminatore di Re e colui che aveva dato in pasto a Robert Baratheon tutti i piccoli Targaryen, uccidendo Aerys il Folle.
Non sapeva cosa provare a tal proposito. Non voleva schierarsi come i contadini senza conoscere bene i fatti politici, quindi non aveva ancora deciso da che parte stare.
Si voltò verso Jon e notò che anche lui era impressionato dalla figura di Jaime Lannister. Così tornò a fissare il cavaliere. Cosa si nascondeva dietro quella maschera di saccenteria? Purtroppo Ser Jaime si guardò attorno e finì per incrociare il suo sguardo. Daenerys deglutì e abbassò gli occhi, imbarazzata di essere stata beccata da un cavaliere mentre lo fissava. D'un trattò trovò molto interessanti le proprie scarpe. Avrebbe volentieri scavato un buca per tuffarcisi dentro. Pensò a Jaqen, ai suoi rimproveri se avesse visto tanta spudoratezza.

« Tutto bene, Dany? » domandò Jon. Lei si sforzò di sorridere, per rassicurare il suo amico, e annuì. « Sembra che tu abbia appena visto un fantasma. »

« No Jon, ti sbagli. Giuro che sto bene. »

Intanto Cersei Lannister si avvicinò agli Stark e li salutò con un sorriso. Dany pensò che fosse molto falso ma decise che non avrebbe avuto dei pregiudizi nei confronti dei Lannister, quindi ignorò il proprio stesso pensiero.-
Robert Baratheon chiese a Lord Stark di accompagnarlo nelle cripte e insieme si allontanarono. Arya invece si voltò verso lei e Jon. Daenerys sapeva benissimo che gli avrebbe chiesto di Tyrion Lannister, il nano fratello della Regina.

« Secondo voi dove si trova il folletto? »
Sia Dany che Jon sorrisero: entrambi si erano aspettati quella domanda.

« Lontano dai vostri adorabili occhi Mia Signora » scherzo Jon, dandole un buffetto sulla guancia. « Andiamo a cercare il vostro amato folletto nelle stalle? »
Le stalle era un messaggio in codice che significava armi e allenamento. Arya scoppiò a ridere e subito seguì Jon. Daenerys sorrise, guardandoli mentre si allontanavano: ammirava tanto il loro rapporto. Molte volte aveva sognato di incontrare una persona con cui condividere tutto; con Jon e Arya condivideva parecchio ma era normale, infondo li aveva visti crescere.

« Dany » chiamò Lady Stark. « Vai da Bardo il Gaffiere a ordina otto barili di vino. Stasera terremo una grande festa in onore di Re Robert. »

Dany esitò, dubbiosa. « Non conosco quella zona, nonostante io viva qui da tanto non ci sono mai stata. »

« Lo so cara e so che non è una zona facile da raggiungere, ma tutti gli altri sono occupati nei preparativi quindi tocca a te » ordinò Catelyn.
Daenerys sospirò ma annuì, obbediente, e subito parti alla volta della zona più brutta dei villaggi nei pressi di Grande Inverno. Si sentiva infastidita da quella richiesta: sapeva di essere al servizio degli Stark, però non era bello mandare una giovane ragazza in una zona dove c’erano solo brutti musi e uomini ubriachi. Non intendeva disturbare Jon chiedendogli di andare con lei. Lady Stark non le aveva dato neanche il tempo di prendere i suoi pugnali per questione di sicurezza. A volte avrebbe voluto essere una principessa, per fare e dire ciò che desiderava e non dover risponderne a nessuno.
Prima di andarsene vide che Sansa fissava il Principe e si allontanò ancora più desolata di prima. Quanto avrebbe voluto mettere nella sua testa un uomo, non per forza un cavaliere ma una persona di buon cuore in grado di proteggerla. Purtroppo però non poteva pilotare i sentimenti della giovane Stark.
Con passo indeciso e traballante chiese indicazioni ai presenti, fino a quando non riuscì a giungere nella zona richiesta da Lady Catelyn. Il vicolo era buio, si sentivano lamenti di uomini ubriachi e puzza della peggior specie. Odori forti, maschili e disgustosi. Dany sperò di non vomitare quando entrò nella via. Il terreno era marcio, e qua e là spuntavano delle bottiglie rovesciate. Per fortuna non venne importunata da nessuno. Trovò una serie di locande, tutte molto simili e senza scritte sulle porte. Fra due di esse c’era un cartello. “Bardo il Gaffiere”. Dove sarebbe dovuta andare però? In quella a destra o a sinistra?
Per sua sfortuna scelse quella a sinistra, e incappò in uno spettacolo a dir poco sconvolgente. Entrò nella casa a sinistra, si chiuse la porta alle spalle e si ritrovò davanti a un letto. Sopra il letto c’erano un nano e una prostituta, nudi. Daenerys si coprì gli occhi, scandalizzata, e iniziò a scusarsi.

« Non ti scusare mia bella fanciulla, unisciti a noi » disse il nano con un sorrisino malizioso.

« Primo, non sono una prostituta » sbottò Dany indignata. Stavolta guardava il Lannister dritto negli occhi. « Secondo, non ti vergogni a fare questa proposta a una ragazza? »

Il nano la squadrò come se avesse tre teste. « Hai una bella lingua mia cara, nonostante penso tu abbia capito chi sono. In ogni caso mi chiedo in che mondo vivi. Dentro il mio mondo ogni giorno delle ragazzine sposano uomini vecchi o semplicemente accettano di andare a letto con uomini vecchi. »

« Non sono tua e non sono cara, e non mi interessa se sei un Lannister. Il rispetto deve essere una cosa reciproca. Il mio mondo è quello di Grande Inverno, sono cresciuta qui a servizio degli Stark. »

« Impertinente » osservò Ros. Daenerys aveva capito chi fosse quella prostituta: Theon si vantava spesso di andare a letto con lei. « Comunque il mio nome non è prostituta, ma puttana. Chiama le cose con il proprio nome. »
Daenerys storse il muso, infastidita dal linguaggio e dalla nudità senza pudori dei due. Avrebbe voluto sparire, o semplicemente non essere mai entrata in quel bordello. Inveì interiormente contro Lady Catelyn, senza freni e senza ritegno.

« Dimmi, fanciulla degli Stark, cosa ti conduce in questo posto indecoroso? » domandò Tyrion Lannister con aria divertita. Dany capì che si stava prendendo gioco di lei. Insomma quella giornata non poteva andare peggio.

« Cercavo Bardo il Gaffiere. »

« Sì, i cartelli non sono molto chiari. Pensa tu, volevo arrivare subito qui ma sono finito a bermi tre boccali di vino » disse il nano e Ros scoppiò a ridere. « Non ti facevo tipa da ubriacatura, mia cara fanciullina. »
Ros rise di nuovo e Daenerys desiderò che arrivasse qualcuno a tirarla fuori da quella situazione assurda. Come se chiamato, Jaime Lannister entrò nella stanza. Dany rabbrividì alla sua vista e, per un momento, prese in considerazione di lanciarsi fuori dalla finestra. Tanto si trovava al piano terra, non sarebbe morta. Certo aveva sperato che arrivasse qualcuno, ma di sicuro non lui.

Jaime Lannister guardò suo fratello, poi guardò Dany. « Cosa ci fa una ragazza degli Stark con te? L’hai corrotta? »

“Questo è troppo” pensò Daenerys. « Io non sono una prostituta, sono finita qui per sbaglio. »

« E come avrai notato ha una bella lingua lunga » ribadì Tyrion.

Jaime ignorò suo fratello e si rivolse alla ragazza: « Come ti chiami? »

« Dany. »

« Dany » ripeté lui, pensieroso. Il suo sguardo si fece più cupo, come richiamato da un lontano ricordo. « Sei di famiglia nobile? »

« Sono una Cerwyn. »

Il nano sorrise. « Se sei una Cerwyn perché poco fa hai detto di chiamarti solo Dany e non Dany Cerwyn? » domandò furbamente, e Daenerys capì quanto il Lannister fosse intelligente. Come uomo politico sarebbe diventato un asso.

« Perché non credevo di subire un interrogatorio » si difese. Tyrion sorrise sinceramente: sembrò apprezzare il suo acume. Così si alzò e cominciò a vestirsi mentre Daenerys cercò di non guardare e si ritrovò, ancora una volta, a fissare Jaime.

« Perché mi fissi? » domandò il cavaliere senza peli sulla lingua.

« Io non ti fisso. »

« Sì invece, anche prima a Grande Inverno mi fissavi. »

« Forse, per sbaglio, i miei occhi guardavano in quella direzione. »

Tyrion scoppiò a ridere, assolutamente divertito e deliziato dalla risposta di Dany. « Mia cara, sono felice di averti conosciuta. Se permetti io e mio fratello ti scorteremo da Bardo il Gaffiere e poi a Grande Inverno. Questo non è posto per una fanciulla. »

Dany trovò sospetta quella forma di gentilezza. « Che cosa vuoi in cambio? »

Di nuovo Tyrion rimase colpito. « Per chi mi hai preso? Non era una richiesta, io e mio fratello ti accompagneremo a casa e senza chiederti nulla in cambio. »
Finalmente Daenerys si rilassò e si sciolse in un sorriso. Forse i Lannister non erano così terribili come le erano stati descritti.

« Non ha i piedi per tornarci da sola? Io devo andare da nostra sorella » borbottò Jaime e Tyrion replicò guardandolo male. Certe volte era stupito dalla mancanza di tatto di suo fratello. Daenerys ricambiò quella scortesia andandosene senza salutare e, ancora una volta, lasciò il nano di stucco. Si dimenticò persino di ordinare i barili di vino.

Arrivata a Grande Inverno per distrazione andò a sbattere contro Bran. Il bambino correva verso una torre, sicuramente per arrampicarsi. Prima Sansa, ora Bran. Perché doveva stare sempre in pensiero?
« Non avrai mica intenzione di arrampicarti? »

Bran fece il finto tonto. « Chi? Io? »

Daenerys gli sorrise e scosse il capo. « Tua madre ti ha detto che non devi, quindi ora vieni con me. »

« Anche se vengo con te ora, domani potrei riprovarci. »

« Domani cadrai se ti arrampicherai » scherzò Dany afferrandolo per una mano e trascinandolo dentro il castello. Bran sorrise: non poteva immaginare quanto fossero vere quelle parole.

 

Quella sera si festeggiò una grande festa in onore di Re Robert. La Sala Grande era piena di gente, i tavoli imbanditi e il cibo servito. Oltre alle prelibatezze della cucina arrivò anche il vino. Daenerys si era ovviamente dimenticata di andare da Bardo il Gaffiere ma Tyrion Lannister sembrava averlo fatto al posto suo. Pensò che più tardi lo avrebbe ringraziato.
Alla Festa era seduta con Arya e con altre due ragazzine, anche se spesso passava da Sansa per chiacchierare e per capire qualcosa sulla sua situazione. Sembrava che fosse riuscita a fare un passo avanti, verso Joffrey.
« Sai che forse mio padre mi prometterà in sposa a Joffrey? »

Daenerys per poco non sputò il proprio idromele, a quella rivelazione. « Che cosa? »

« Non è magnifico? Un giorno potrei diventare Regina … » disse, quando improvvisamente una poltiglia marrone gli schizzò in faccia. Molti uomini nella stanza scoppiarono a ridere. Daenerys non aveva bisogno di voltarsi per capire che fosse stata Arya. Lady Catelyn fece un cenno di assenso a Dany: era ora di mettere a letto Arya, e così lei fece. Prese quella piccola Stark in braccio e la portò nelle sue stanze.

« Dovresti smetterla di dare fastidio a tua sorella » rimproverò rimboccandole il piumone.

« Ora stai anche tu dalla sua parte? Potevi prestarmi un poco di attenzione in più lì giù. »

Daenerys sorrise: ora capiva il problema di Arya. Gelosia. « Ascoltami, tua sorella ha cose che tu non hai e tu hai cose che non ha lei. Non sarà mai brava come te nei combattimenti e non cavalcherà con destrezza come invece fai tu. Tuttavia Sansa è in una fase delicata e ha bisogno di essere frenata. »

« Ti riferisci a Joffrey? Non mi piace quello, ha una faccia da sadico arrogante. »

« Non piace neanche a me e, a quanto pare, presto saranno promessi. »

« Dici davvero? » domandò Arya disgustata. « Buon per lei, diventerà Regina e comincerà a trattare male tutti i suoi servitori. Come fa quella presuntuosa di Cersei Lannister. »

Dany trovò incredibile quanto lei e Arya si somigliassero. Avevano notato gli stessi difetti nella Regina e in suo figlio. « Forse Sansa diventerà Regina, ma non sarà una bella cosa. Per questo devo stare con lei. »

Stava per uscire dalla stanza quando Arya aggiunse: « Ho sentito che Re Robert desidera mio padre come Primo Cavaliere. Se accetterà alcuni di noi dovranno partire. Tu resterai con me, giusto? »

« Io sarò sempre con te, Arya » sussurrò Daenerys e corse sopra il letto per abbracciarla. Rimasero così a lungo, con Dany che si dondolava e accarezzava i capelli della bambina, finché Arya non si addormentò.  

 

Tornata ai piani inferiori, in mezzo alla confusione, cercò i genitori adottivi. Doveva parlare con loro di Sansa e di Lord Stark. Perché improvvisamente venivano coinvolti nella vita politica della famiglia reale? Non poteva trattarsi di semplici coincidenze.
Si guardò attorno ma tutto ciò che riuscì a vedere fu il Re ubriaco che baciava una donna, Sansa che cercava di ripulirsi il vestito e Robb e Theon che ridevano a crepapelle. Jon non si era presentato alla festa. Il nano era sparito. Dei contadini proprio nessuna traccia.
« Cerchi ancora il Gaffiere? » scherzò una voce alle sue spalle. Daenerys non si voltò neanche, non aveva tempo da perdere dietro un Lannister.

« Spiritoso » disse solamente e continuò a guardarsi attorno, mentre sperava che il disturbatore se ne andasse. Infine individuò i contadini. Ci volle poco che non prese un colpo: Theresa e suo marito stavano discutendo con Robert Baratheon. “Non si può stare tranquilli oggi” pensò concitata. Fece anche per andarsene, quando improvvisamente una mano si strinse attorno alla sua spalla e Dany fu costretta a voltarsi e a fronteggiare Jaime Lannister.
« Che problemi hai Ser? »

Jaime strinse i denti. « Allora hai capito che sono un Ser, e spero tu abbia capito anche che sono un Lannister. Davvero non ti conviene parlarmi con una simile sfrontatezza. »

Daenerys non voleva piegarsi, scusarsi. Il suo atteggiamento derivava dalla scortesia ricevuta quella mattina. Purtroppo Jaime aveva ragione: lei era Nessuno anche se aveva scelto di essere Dany Cerwyn, mentre lui era un Lannister. Non c’era altra soluzione che scusarsi, anche se Jaqen diceva che non doveva farlo e che non era sempre lei a sbagliare. Stavolta sapeva di non aver commesso errori ma scelse di essere umile e di piegarsi. « Scusami. »

Jaime sembrò allentarsi un attimo, come scottato. « Ci siamo già conosciuti io e te? Hai una tonalità di voce familiare. »

Daenerys sentì il battito aumentare e i palmi delle mani sudare. « Non credo, altrimenti me ne ricorderei. » Doveva mentire bene, come aveva imparato dagli Uomini Senza Volto. Come aveva fatto quella mattina con Tyrion Lannister. Ma Jaime aveva iniziato a scrutarla attentamente e sembrava davvero convinto di averla già incontrata. « Forse ti confondi. In realtà ho una voce abbastanza comune, anonima. »

« Può essere, o può non essere. Il tuo viso mi è comunque familiare. »

« Forse assomiglio a qualcun altro » propose. Jaime fece un passo verso di lei, e Dany iniziò a tremare in maniera immotivata. Il Lannister sembrò rendersene conto ma non indietreggiò.

« Ser Jaime! » esclamò a gran voce Lord Stark, frapponendosi tra lui e Dany. « Importuni una delle mie dame? Proprio quelle che si occupa delle mie bambine? »

« Non importuno proprio nessuno, ci sono dame più carine » replicò con un sorrisino, prima di voltarsi e sparire in mezzo alla folla. In tutto ciò Daenerys era rimasta immobile come il ghiaccio della Barriera: non gli avrebbe dato il piacere di mostrarsi ferita.

« Non gli dare retta, tu sei molto bella » rassicurò il Lord Protettore. Dany gli sorrise. Apprezzava e rispettava molto il padre di Arya e Sansa: si curava di lei come fosse figlia sua, ma soprattutto non era mai scortese. Quanto desiderò che i suoi veri genitori fossero simili agli Stark e che i suoi fratelli, se ne aveva avuti, assomigliassero a Jon o ad Arya.

« Non gli darò retta, Mio Signore. Mi basta il vostro complimento. »

« Brava, hai capito tutto » ridacchiò Lord Stark. « Vieni con me, Re Robert ha parlato con i tuoi genitori e ora vuole conoscerti. »

« Conoscere me? » chiese stupita. Quella non era assolutamente una giornata tranquilla. Non ne sarebbe uscita viva.

« Certo, seguimi. »
Fece come gli era stato detto e seguì il Lord fino alla tavola dove era seduto Robert Baratheon. Il Re era tornato accanto a sua moglie e a Lady Catelyn. Theresa e Josef se ne stavano lì in silenzio. Dany li conosceva bene e sapeva che, per qualche arcana ragione, non erano tranquilli.
« Vostra Maestà, ecco a voi Dany, figlia dei Cerwyn. »

Robert Baratheon scrutò la ragazza da capo a piedi. « Che bella giovane, molto attraente. »
Dany vide i suoi genitori adottivi stringere i denti e Lord Stark scuotere il capo, contrariato.
« Troppo giovane per me, state tranquilli » disse a gran voce e scoppiò a ridere. I contadini non ci trovarono nulla di divertente, anzi il contrario. Erano ancora più tesi e infastiditi.
« Ho saputo che i tuoi genitori si sono convertiti dopo aver combattuto per Rhaegar Targaryen. In quanto figlia di ribelli cosa ne pensi? »

“Siete voi il ribelle, voi e chi vi seguiva” pensò. « Io servo i miei Lord Protettori, e ovviamente sono fedele a chi siede sopra il Trono. »

« Ottima risposta » concesse Robert. « Sai, non assomigli molto ai tuoi genitori. »

Dany si mise dritta e guardò il Re negli occhi, senza timore. « Sono i miei genitori, che io gli assomigli o no, il mio affetto è immutabile. Come il loro per me. »

« Adorabile » osservò Cersei e Dany riuscì a guardare di nuovo sotto alla sua maschera di finta gentilezza. Non sarebbe mai riuscita a capire a fondo Cersei Lannister se non avesse vissuto per un anno intero con gli Uomini Senza Volto; ma c’era vissuta.
Con un inchino si congedò ai sovrani e uscì a prendere un poco d’aria fresca. Vide Jon e gli andò incontro. Prima di arrivare a lui, però, incrociò Tyrion Lannister.

« Grazie per il vino, me ne ero dimenticata. »

« Non sono stato io, è stato mio fratello » precisò Tyrion e, quando Dany fece una faccia scettica, aggiunse: « Costretto da me. Dovevo farci perdonare, dopo i nostri modi pedanti e sgarbati. »

« Lui non sembra averli corretti parecchio. I tuoi familiari non sanno chiedere scusa, vero? »

« Non mio padre, non i suoi figli. Credo di aver preso questa caratteristica da mia madre, in effetti » ammise il nano. « Tu da chi hai preso, giovane Dany? »

La ragazza ci pensò un poco. « Da Jaqen. »

« Chi è? »

« Un mio amico » disse semplicemente, prima di allontanarsi per raggiungere Jon. Il ragazzo si stava allenando con un manichino, come suo solito quando era arrabbiato.
« Intendi spiegarmi perché non sei alla festa? »

« Sono un bastardo, non ricordi? » chiese retorico Jon. « E il tuo amico me l’ha appena ricordato. »

« Ti riferisci a Tyrion? Lui è un nano, non giudicherebbe uno Snow. Poi non è mio amico. Tu sei mio amico. »

Il giovane Snow sospirò. « Scusami Dany, non sono in vena di chiacchiere. »

« Lo sei mai stato? » domandò Daenerys con un sorrisetto, e riuscì a strappare una risata persino a lui. « Cosa ti prende? Perché non eri con Robb e Theon? »

« Non volevo rovinare una festa a Lady Stark, irritare il suo umore. »

« Jon » sussurrò Dany tristemente. Sapeva cosa aveva intenzione di fare, voleva partire con suo zio Benjen per andare alla Barriera. « Ti unirai davvero ai Guardiani della Notte? Nessuna famiglia? Niente figli? »

« Perfetto, no? Che futuro potrei darei ai miei figli? »

« Jon, ti prego non dire così. Mi fai stare male. Vorrei poter fare qualcosa per te. » Era vero, quella sofferenza che il ragazzo si portava dietro pesava anche su di lei. Perché teneva a Jon, vedeva quanto fosse grande il suo dolore e perché credeva appartenesse anche a lei, racchiuso in un passato difficile da ricordare.

« Grazie Dany, ma non puoi. La vita di un bambino bastardo non è facile. »

« Eppure io ti prometto, con tutto il cuore, che un giorno ti aiuterò. » Dicendo questa frase si appoggiò una mano sul petto, in segno di giuramento.

« Il meglio che puoi fare adesso è accettare che io vada alla Barriera con zio Benjen. »

« Arya ne soffrirà molto. »

« Arya se ne farà una ragione, presto diventerà grande e incontrerà un Lord da sposare. Si dimenticherà di me. »

« Proprio ora che Sansa ha iniziato a vederti sotto una nuova luce » disse, usando le giovani Stark come ultimo appello, pur di trattenere Jon.

« Voglio bene alle ragazze come voglio bene ai ragazzi, tuttavia non riuscirai a farmi cambiare idea mettendole in mezzo » disse il giovane, il suo sorrisino triste.

« Almeno ci ho provato » replicò lei con una risatina. « Comunque ti auguro buona fortuna e di trovare ciò che meriti. »

 

Quella sera Daenerys fu tormentata da uno strana sensazione. Non riusciva a prendere sonno e si sentiva inquieta, quindi passò gran parte della notte a rigirarsi dentro il letto. Era quasi certa che il mattino seguente non sarebbe riuscita a svegliarsi tanto presto, e sperava che Lady Catelyn non richiedesse subito i suoi servigi.
Quella notte Theresa entrò nella sua stanza, dopo aver sentito un poco di confusione. Dany chiese scusa, disse che non riusciva a dormire. La donna assicurò che sarebbe andata personalmente da Lady Stark per comunicarle che sua figlia stava male e che non sarebbe stata in grado di adempiere ai propri compiti in mattinata.
Daenerys ringraziò e tornò a letto, senza riuscire comunque a chiudere occhio.
Soltanto più tardi fu abbastanza sfinita da cedere alla stanchezza, nonostante il tormento interiore, e sognò. Il sogno assomigliava molto a quello che aveva fatto su Aegon il Conquistatore. Soltanto che stavolta si trattava di lei che passeggiava a Grande Inverno. Non sapeva dove le sue gambe la stessero portando ma si lasciò trascinare dalle sensazioni.
Uscita dalla grata, vide quella famosa torre su cui Bran si arrampicava spesso. Soltanto che Bran stava cadendo, spinto da una mano. Precipitava, fino a sbattere contro il suolo come un pupazzo di pezza.
Daenerys si svegliò urlando, in un bagno di sudore. Il sogno era stato così realistico.
« Daenerys, cosa è successo? » domandò Josef che, come una furia, era entrato nelle stanze della figlia adottiva.
Lei non rispose, si precipitò fuori dalla camera e giù dalle scale in vestaglia da notte. Molti uomini di Grande Inverno la videro correre e si girarono a fissarla, ma lei li ignorò. Doveva scoprire se il suo sogno era un semplice incubo o qualcosa di reale.
Arrivata sotto la torre si ritrovò davanti il corpo di Bran, inerte sopra il terreno. Dany gridò, chiamò aiuto. Pensò che fosse morto. Intanto si era accovacciata accanto a Bran, scuoteva il suo corpo inerme pur di svegliarlo ma lui non dava segnali di vita.

« Bran! Aiuto, aiuto! » gridava disperata. Molti uomini, tra cui il Maestro Luwin, accorsero preoccupati e accerchiarono il piccolo di Casa Stark.
In tutta quella confusione Dany si toccò il viso e scoprì di aver pianto.


Angolo autrice !
Salve, non mi sono dimenticata della storia, giuro.
Purtroppo sono una matricola ma il nuovo capitolo è arrivato. Spero che vi piaccia!
Ciò che preferisco è che coincide con l'inizio della serie e Dany deve solo inserirsi nei meccanismi che già conosciamo.
Per adesso, ovviamente. In futuro potrebbero cambiare delle cose. Lei stessa influenzerà gli eventi perché in questa storia non è a Essos ma a Westeros, dentro il Gioco dei Troni.
Ringrazio chi segue questa fanfiction e soprattutto i buoni ShessomaruJunior e Em_Uma che mi fanno sapere spesso cosa ne pensano. Un bacio!

 

   
 
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