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Autore: ArtemisiaBlack    20/11/2018    1 recensioni
Se vivi abbastanza a lungo puoi vedere gli stessi occhi in persone diverse.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande,

che per mare e per terra batti l'ali,

e per lo 'nferno tuo nome si spande!

Dante Alighieri - Divina Commedia, Inferno, Canto XXVI 
 
Al centro di un fiume in piena. Immobile. Piazza della signoria è attraversata da una fiumana ininterrotta ed io rimango immobile.  L’unica persona senza ombrello a dispetto della pioggia scrosciante. Non posso far a meno di esser grata alla pioggia.
Un anziano signore mi si avvicina; ha il volto limpido e genuino nonostante i profondi solchi lasciati dallo scorrere degli anni. Mi si scioglie il cuore a vederlo porgermi il su ombrello; giura di non averne necessità, scherza sul cappello a falda larga che indossa. Lo protegge da 50 anni, lo proteggerà anche dal diluvio di stamane. Mi si spezza la voce nel ringraziarlo, mi si intristisce il cuore nello scorgere la tristezza nei suoi occhi. Tanta bontà non andrebbe ripagata con mezze parole sussurrate sotto voce. Trattengo le lacrime, lo invito per un caffè. Devo averlo stupito parecchio ma accetta di buon grado. Posso solo immaginare quanto debba sentirsi solo: è il nonno, il padre, il fratello di qualcuno, eppure irrimediabilmente solo. Mi chiedo perché anche le persone così, quelle genuine, che meriterebbero affetto, che si fermano per strada ad aiutare uno sconosciuto, che sembrano fatte di sogni veri e di sentimenti buoni, debbano soffrire l’abbandono. 
Entrando nel bar colmo di turisti scorgo la gioia che sgorga dai suoi occhi ora che ha la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con un altra anima. Mentre ordiniamo mi ringrazia per la compagnia, i figli e i nipoti non si scomodano mai per andarlo a trovare e la solitudine lo assale. Per questo passeggia per Firenze, dice. La folla lo fa sentire meno solo. Quanto ama Firenze, dalle sue parole trasuda l’ammirazione per la bella città di pietra. “Piovene disse che l’architettura ha la magia di uno strumento ottico di precisione nella nostra bella città. Non siete d’accordo?” mentre lo dice osserva la loggia, distante all'altro capo della piazza, come un innamorato che scorge tra la folla la luce die suoi occhi, la ragione del suo cuore. Quasi involontariamente cito il cancelliere von Metternich: 

Tutto qui spira grandezza, gusto, umanità, purezza, e bellezza, nel più alto grado. Credo che sarei più felice qui con voi, che in qualsiasi altro luogo. Ciò è il massimo elogio che io possa fare a questa città. Non so se voi amiate pitture, statue, bronzi, marmi antichi di tutte le qualità. Lo credo, perché lo desidero.

ll gentil signore, il quale ho scoperto chiamarsi Giulio, sorride bonario. Condividiamo un ammirazione viscerale, ineluttabile per la nostra terra natia. Questi sentimenti condivisi, uniti alla sua gentilezza e arguzia nel conversare, suscitano in me una simpatia profonda. Le lacrime smettono di pizzicarmi gli occhi. Nulla più può esser pace se non esser a Firenze in compagnia di chi la ama. 
  
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