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Autore: The Bride of Habaek    20/11/2018    0 recensioni
" I grandi amori sono sempre in cammino. "
- ALDA MERINI -
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Violet Evergarden
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Time Only Know.

In uno dei suoi ultimi sogni, Violet aveva circumnavigato i laghi, le pianure ed i boschi di Leiden, ma nonostante ciò non aveva ancora ritrovato il frutto del desiderio che aveva dato inizio alle sue ricerche: il Maggiore Gilbert Bougainvillea. Dopo anni trascorsi nel buio della solitudine, nell'angolo di una strada di periferia, Violet aveva trovato una luce... una mano distesa pronta a sorreggerla. Era la mano di Gilbert che si era protesa verso di lei e le aveva promesso che l'avrebbe sempre protetta fino al suo ultimo alito di vita. L'esistenza di Violet ora aveva un senso... aveva una casa, degli amici, un lavoro e una famiglia a cui rivolgersi per ogni necessità. Tutto ciò era stato reso possibile grazie al cuore generoso e intrepido del Maggiore. Sono mesi che è scomparso e nessuno sa dirle che fine abbia fatto... vorrebbe ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto per lei, ma per quanto lei si sforzi di cercarlo in ogni dove finisce sempre per ritrovarsi di fronte le solite risposte: " Non l'ho più visto. Non so dove sia, mi dispiace, Violet. " Cosa doveva fare arrivata a questo punto... Gettare la spugna e aspettare che lui torni senza muovere un dito? E se fosse realmente m-morto? Quella parola la disturbava... non le andava affatto a genio anche il solo pensiero di non rivederlo mai più. In cuor suo sentiva che il Maggiore, da qualche parte nell'Universo, era ancora vivo.



Una lettera anonima indirizzata a lei la raggiunse sul fare della sera in un giorno qualunque. Violet la aprì e ne lesse il contenuto: " Vorrei che scrivessi una lettera per me... è di vitale importanza. Presentati tu sola nel luogo indicato nell'indirizzo postale." recitava la lettera. Chi era costui? Cosa voleva da lei? Si trattava forse di un criminale o di un rifugiato? Violet non aveva mai ricevuto una lettera in anonimato e la cosa un po' la preoccupava, ed in parte la incuriosiva. Passò la notte a fissare il soffitto, non riuscì a dormire e mille pensieri affollarono la sua mente, tra cui il pensiero di lui che era scomparso violentemente dalla sua vita. Violet, il mattino seguente, si recò nel luogo indicato dal mittente della lettera... si ritrovò su un verde prato e vide una casa diroccata a ridosso di una collina. Quel luogo era distante decine di vallate dalla cittadina in cui risiedeva. Come richiesto, si era presentata all'appuntamento da sola, armata soltanto della sua macchina da scrivere... sua amabile compagna di avventure, nonostante non fosse più un soldato, lei possedeva una corazza invalicabile: il coraggio. Ne aveva da vendere. " C'è nessuno in casa?" disse bussando alla porta. Poco dopo, la vide spalancarsi ed una luce immensa inondò la casa come per dissipare l'oscurità che vi alloggiava. Come suo solito, Violet si presentò: "Bambola di scrittura automatica, Violet Evergarden." Lì, in piedi sull'uscio, un ragazzo alto, con i capelli castano-blu ed una benda su un occhio le fece segno di entrare. A quel punto Violet gli si fiondò addosso come una calamita, non ebbe più alcun dubbio su chi lui fosse. Era trascorso un anno ma i suoi occhi erano inconfondibili "occhi color smeraldo".



Violet: "Maggiore!" scoppiò in un pianto emotivo, Gilbert non l'aveva mai vista così vulnerabile... temeva quasi che sfiorandola si sarebbe frantumata in mille pezzi, come un fiore di loto che nasce in primavera e muore in inverno. Gilbert: " Violet..." le sussurrò "... non hai più nulla da temere." In quel frangente la strinse, come per non lasciarla fuggire, per incatenarla al suo cuore logorato dai bombardamenti e dai fuochi di guerriglia. Gilbert:"Lo senti? Il mio cuore ha ripreso a battere... è solo grazie a te." "I battiti tumultuosi del mio cuore. Se solo per un attimo avessero la forza di arrestarsi e ammirare rapiti la serenità di un fiore." - Fabrizio Caramagna - Sembravano due bambini, nonostante lui avesse superato la soglia dei 30 anni, così abbracciati con gli occhi lucidi e le parole che sembravano come incastrate nel palato di Violet. Un muto consenso conseguì alle parole del Maggiore Gilbert, l'uomo a cui aveva donato tutta se stessa. Violet: "Stavolta sarò io a proteggerti, anche a costo della mia vita. Perché nulla aveva più senso in tua assenza." Gli disse quando fu rasserenata. Gilbert non era solo un soldato valoroso, lui possedeva un animo gentile, era un uomo compassionevole ed emotivo, questi due lati di sé entravano spesso in conflitto quando si trattava di lei. Voleva proteggerla, ma al contempo finiva con l'abbassare la guardia in sua compagnia. Ciò accadde quella fatidica notte sul campo di battaglia, Gilbert ci rimise un occhio, un braccio e per poco la vita. Violet rimase con lui in quella casa piccola ma confortevole, vicina sia al mare che ai verdi prati fioriti. Una casa improvvisata, il Maggiore voleva rivedere lei per prima, Violet era il primo volto conosciuto che lui incontrava dopo mesi e mesi di cure mediche in prognosi riservata. Gilbert e Violet trascorsero la notte assieme, il loro rapporto si era evoluto, i loro sentimenti nei confronti l'uno dell'altra non facevano altro che crescere di ora in ora. Il Maggiore, per via della stanchezza e delle emozioni provate tutte in una sola volta, si addormentò. Sul suo petto riposava il fiore che aveva donato mille sfumature alle sue giornate e alla sua vita. Prima che lei arrivasse gli unici colori che Gilbert era abituato a distinguere erano: il rosso del sangue, il verde della divisa mimetica, il nero simbolo del nulla o della morte che da sempre aleggiava sul campo di battaglia.



I remain.
Mentre Gilbert riposava serenamente, Violet decise di dare un'occhiata alla benda che copriva il suo occhio destro. Era già vicinissima a lui, fece in fretta e vide qualcosa che un po' la turbò. Sotto la benda al posto dell'occhio color smeraldo, che tanto aveva amato negli anni precedenti, vide una cicatrice profonda e delle cuciture. "Povero Maggiore, chissà quanto avrà sofferto..." pensò dentro di sé mentre veniva assalita da una fitta al petto. "Violet... tutto bene?" disse Gilbert, che in realtà stava solo fingendo di dormire. Violet:"Si, ti chiedo scusa, avrei dovuto chiedere prima di..." lo sguardo intriso di dolore e preoccupazione. Gilbert:"Tranquilla, avrei dovuto parlartene, ma non ne avevo il coraggio..." lo sguardo malinconico e il suo occhio superstite fissavano Violet con comprensione e dispiacere, non sarebbe dovuta andare a finire così. Violet:"L'importante è che ora sei qui con me." interruppe il silenzio che si era generato come una nebbia sottile tra di loro " Perché anch'io Ti Amo, ora so cosa significa." 1 disse con tono deciso. Gilbert era estasiato, tanto che non riuscì a trattenere le miriadi di sensazioni che conservava ormai da tempo nel suo cuore. L'afferrò e la baciò con impeto, la passione prese il posto della ragione. Mille parole non sarebbero mai bastate per esprimere ciò che provava dentro di sé.



" L’amore è il solo fiore che possa fiorire senza l’aiuto delle stagioni. "
(Khalil Gibran)


Back to Black.

Era il suo primo bacio, Violet in quel momento capì che era ciò che più desiderava. Gilbert era la persona più decisa e diretta che lei avesse mai conosciuto. Anni addietro pensava che fosse il suo salvatore, un giovane uomo che si era caricato sulle spalle una ragazza orfana e problematica senza chiedere mai nulla in cambio. Lui le aveva donato un tetto sotto cui stare, le aveva insegnato le buone maniere, a leggere e scrivere, tutto ciò che bisognava sapere per cavarsela con le proprie forze, ma ora come ora sentiva che qualcosa stava mutando dentro di lei. Si rendeva conto che senza di lui si sentiva vuota e assonnata e in quegli ultimi mesi, in modo particolare, sopravviveva a fatica. Il Maggiore Gilbert era tutta la sua vita, ne aveva sempre fatto parte. Gilbert:"Spero di non esser stato troppo avventato, ma non sono riuscito a trattenermi." espose i suoi pensieri con sincerità, come era solito fare. Violet:" Se devo essere sincera, non desideravo altro... Maggiore." disse spontanea come una sorgente che sfocia in un fiume " Vorrei che questo momento duri in eterno." Gilbert iniziò a giocherellare con i riccioli dorati di lei, per sdrammatizzare l'imminente discorso che doveva affrontare, anche se ne avrebbe fatto a meno molto volentieri. Doveva parlarle del suo stato di salute. Gilbert:" Violet ascoltami attentamente." il suo tono si fece duro e imperativo, come quando dava ordini nei campi di addestramento dell'esercito. Violet:"Ti ascolto." si fece rigida e la sua euforia per quel che era appena accaduto fra loro si trasformò ben presto in ansia... nella paura di perderlo un'altra volta. Gilbert:"Riguarda il mio stato di salute..." Violet si irrigidì ancora di più, la preoccupazione l'assalì come un cane a nove teste che voleva scaraventare il suo spirito dal Paradiso all'Inferno. Gilbert:"Violet, lo dico per il tuo bene, per il nostro bene..." disse carezzandole il viso con la mano superstite. Gilbert:"Come ben vedi il mio corpo sta marcendo, non so quanto mi rimane da vivere... forse non più di sei mesi o un anno, se sono fortunato potrei tirare avanti tutta la vita con le cure mediche che mi sono state prescritte." disse con un velo di tristezza " La guerra è stata spietata, ha reciso buona parte del mio corpo e del mio spirito... ho perduto un braccio ed un occhio mentre eravamo sul fronte. Non voglio che tu perisca insieme a me, hai tutta la vita davanti ed io sarei solo un peso per te... non potrei mai sopportarlo." disse a malincuore. Violet:" Ed io non potrei sopportare una vita senza di te." disse guardandolo dritto nel suo occhio verde smeraldo. Violet:"Ti starò accanto, non ti perderò di nuovo... non lo permetterò. Non mi separerò mai più da te Maggiore." Le parole uscivano lente, quasi a singhiozzi. Emozioni che non credeva le appartenessero la invasero. Era un nemico onnipotente che cercava di invadere un quartiere debole e incapace di difendersi. Lei si sentiva vulnerabile, come non lo era mai stata prima di allora. Gilbert:"Violet, sei ancora in tempo, puoi vivere la tua vita, puoi essere libera. Non devi sacrificarti, privarti dei tuoi sogni per inseguire un uomo che non sa nemmeno se riuscirà a scorgere l'alba di un nuovo giorno." Violet:"Preferisco morire incatenata a te piuttosto che vivere un solo giorno senza averti al mio fianco." Gilbert:"Sei diventata una donna, 2 il nome che ti ho dato ti dona ogni giorno di più. Sapevo che non avrei dovuto cercarti, ma il mio cuore ha finito col sovrastare la ragione ed ora non posso più continuare a vivere come se nulla fosse..." Gli occhi lucidi, parole mai dette, confessioni che riscaldarono e illuminarono una buia notte senza luna. Gilbert:"Se sei sicura di voler stare con me allora... sposami e staremo insieme per sempre, finché morte non ci separi!" A quella proposta Violet non aveva neanche bisogno di rispondere, il suo sguardo parlava da sé. Violet:"Lo voglio!" Tra una cosa e l'altra furono di nuovo vicinissimi, tanto che sia lei che Gilbert non chiusero occhio quella sera, per paura che fosse solo un miraggio destinato a dissolversi come un bellissimo sogno.



L'Amore che provavano era autentico, come era stata reale la battaglia che avevano combattuto assieme e che continuavano a combattere. Sospesi su di un filo tra la vita e la morte, i due amanti continuavano la loro storia con la speranza che Gilbert potesse vincere anche questa guerra. Lui era forte, sicuramente ce l'avrebbe fatta con Violet al suo fianco.

 
1 Furono le ultime parole proferite a Violet dal Maggiore Gilbert durante la battaglia di Leidenschaftlich.
2 "Saresti d'accordo se ti assegnassi un nome? [vede una violetta] Violet. "Violet" mi piace. Ho la sensazione che ti donerà sempre di più man mano che diventerai grande. Rispecchierai quel nome, e non sarai solo uno strumento. " - Gilbert Bougainvillea


 
   
 
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