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Autore: ghostmaker    20/11/2018    0 recensioni
«Questa è la situazione. Gorilla Mangaka è ancora steso per terra, i produttore dicono che senza disegni non possono fare l’Anime e i dirigenti dicono che nessuno vuole fare le animazioni, quindi o (...)
Genere: Azione, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Gintoki Sakata, Kagura, Shinpachi Shimura
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Tre casse sono state aperte ma dell’arma distruttiva neppure l’ombra, una quarta cassa è appena stata avvista da due persone e il loro incontro non fa presagire una chiacchierata amichevole.





ARCO DEL FILLER





 4° capitolo - Se avessi saputo che cos’era un Filler non lo avrei “scaricato” rischiando la galera


«Ho mandato Hijikata nel posto più improbabile per poi ritrovarmi qui con la mocciosa» esclama Okita Sogo.
«E tu che cosa vuoi eh? La precedenza l’hanno le signorine!» risponde Kagura mentre si infila un dito nel naso.
La cassa è a soli dieci metri da entrambi, posta nel pieno centro del parco vicino alla statua. Sono presenti troppe persone per scatenare una battaglia così i due si avvicinano all’oggetto desiderato camminando come se stessero passeggiando, ma partendo entrambi da destra, Sogo e Kagura finiscono per trovarsi braccio contro braccio.
Solo cinque metri li separano dalla cassa.
Kagura spinge Sogo che come risposta gli mette una mano in testa. Allora Kagura gli mette una mano sul viso.
«Levati dai piedi china-girl o ti arresto!»
«Togliti dalle scatole sadico o ti prendo a ombrellate!»
Adesso sono solo a due metri dalla cassa quando un uomo sbucato da dietro la statua ci mette i piedi sopra.
«Ciao sorellina» dice Kamui con il suo solito sorriso beffardo.
Kagura si ferma mentre Sogo estrae la spada.
«Fermi, fermi, perché volete fare tanto rumore» dice Abuto, anche lui uscito dal nascondiglio della statua.
Si sentono le sirene della polizia in lontananza ma in avvicinamento. Una delle macchine si ferma ed esce urlando Yamazaki: «Capitano, deve tornare subito alla Shinsengumi, ci sono delle novità importanti!»
Sogo non presta attenzione al suo compagno e si lancia contro Kamui per colpirlo con la sua spada ma interviene Kagura mettendogli davanti al naso il suo ombrello.
Kamui piomba alle spalle di Kagura e la colpisce con un calcio facendola finire contro la macchina di Yamazaki così Sogo affonda il suo colpo ma lo Yato fa una capriola all’indietro evitando che la lama del poliziotto lo colpisca. Kagura appare alle spalle di Kamui e gli rifila un pugno sulla testa mettendolo al tappeto, Sogo sfrutta l’occasione e si lancia verso la cassa dove, però, ad attenderlo trova Abuto.
Yamazaki si fa coraggio e raggiunge i quattro che stanno combattendo e con un megafono annuncia: «Signori e signorina, in quella cassa ci sono solo degli ombrelli colorati. Nessuna arma, controllate pure.»
Abuto solleva il piede e apre la cassa e da essa estrae un ombrello giallo con disegnati dei cuori rossi.
«Guarda guarda come cavalo c’è qui dentro» esclama Abuto mettendosi la mano sui capelli.
Kagura e Kamui si avvicinano continuando a tenere la mano sulla faccia dell’altro mentre Sogo chiede a Yamazaki puntandogli la spada al viso: «Dimmi che non abbiamo fatto tutto per niente.»
«Sommo imperatore del pianeta dei sadici, l’ultima cassa è ancora al porto e deve essere lì dentro l’arma che può distruggere un pianeta!»


***


Manca una sola cassa da aprire e quello che all’inizio nessuno aveva pensato era che fosse ancora nel deposito del porto. Solo due persone avevano intuito che potesse trovarsi ancora lì quello che cercavano: Kijima Matako e Takechi Henpeita. I due membri del Kiheitai accolgono con reverenza l’arrivo di Takasugi Shinsuke.
«Avete avuto notizie da Kamui?» chiede Shinsuke.
«Niente, probabilmente non ha ancora aperto la cassa che dovrebbe essere nel parco» risponde Matako scuotendo la testa.
«Ho l’impressione che anche questa sia una trappola» dice Takechi guardandosi attorno.
Ed è proprio così perché i tre, in pochi istanti, sono circondati dalla Mimawarigumi guidata da Imai Nobune.
«Per quale motivo state cercando una cassa scaricata dall’Antares?» chiede Nobune sfoderando la spada.
«Dovrei chiedere io per quale motivo state proteggendo una cassa che contiene un arma tanto potente da distruggere un pianeta. Voi non siete i “bravi”?» risponde Matako impugnando le pistole.
«Non ho la più pallida idea di che cosa stai parlando» dice Nobune senza esitazione.

Il rumore di un motorino fa voltare tutti verso i cancelli di entrata del porto ed è proprio Gintoki.
«Ehi, alla fine ci ritroviamo tutti qui, vero Sugi?»
Shinsuke sorride e si scaglio subito contro Gintoki ma dall’alto di un container piomba giù Katsura che incrocia la sua spada con quelle degli amici nemici.
«Quando ho visto che una cassa conteneva oggetti normali, ho immaginato che fosse rimasta in questo posto quella vera.»
«Non dire stupidaggini Zura. Tu non avresti capito niente se non mandavo le Hyakka ad avvisarti!» risponde Gintoki urlando.
«La vera domanda è perché siete tutti alla ricerca dell’arma che può distruggere un pianeta» chiede Shinsuke.
«Ho detto che non esiste nessuna arma» urla Nobune. «Il Filler è già partito verso la sua destinazione finale e lo consegneranno oggi.»

Uno degli scaricatori del porto s’intromette nel discorso. «Mi scusi signorina, io ho una cassa da consegnare a un certo… Hentai-Senpai»
Henpeita, che si era nascosto subito dopo l’arrivo della Mimawarigumi, esce da dietro un cassonetto e avidamente apre la cassa davanti agli occhi di tutti.
«Sono arrivati» dice Henpeita con tono compassato mentre mostra ai presenti dei vestiti adatti a giovani ragazzine.


Lasciamo per qualche minuto tutti i nostri personaggi mentre cercano di capire il vero motivo per cui hanno combattuto per delle casse normalissime e spostiamo ci nello spazio, precisamente dentro il porto spaziale di un gigantesco satellite.
«Ecco qui la cassa che il suo padrone ha richiesto» dice Mutsu.
Il vecchio apre la casa e dentro c’è un animale, uno strano topo con le corna da alce. «Un'altra creatura assurda che regala il Bakufu al principe Baka» dice Jii.
Il principe Hata sopraggiunge mentre il suo servitore parla e chiede: «Hai detto principe idiota?»
«No principe Ba… Hata.»
«Io ho sentito bene, non ha detto Baka, ha detto Hata, principe Baka» dice Mutsu.
«Anche tu hai detto principe idiota!» dice spazientito il principe Baka… ops… Hata.
«Il nostro compito è finito, torno alla nostra nave» dice Mutsu voltandosi.
Dietro di lei è arrivato Sakamoto Tatsuma. «Ah… ah… ah…»
«Non c’è niente da ridere. Tanta fatica per quella piccola bestiola!»
«Ah… ah… ah… Mutsu, quello è un rarissimo Filler e si dice che possa distruggere un pianeta.»
«Come può quell’essere così piccolo distruggere un mondo intero?»
«Da solo non può ma se incontra la sua anima gemella e mette su famiglia, nascono circa cinque cuccioli ogni due minuti. Immagina quanti sono dopo solo due anni e immagina soprattutto quanto mangiano. Divorerebbero tutto il cibo di un pianeta distruggendone la fauna e la flora. Ah… ah… ah…»

E al porto?

Sul posto sono arrivati tutti. L’intera Yorozuya, il Jouishisi, la Shinsengumi, il Kiheitai, i ninja dell’Oniwabanshuu, gli ex appartenenti all’Harusame e quasi tutta la Mimawarigumi. Gintoki, Kotarou, Kondo, Zenzou, e Shinsuke stanno circondando Nobune e tutti insieme urlano: «Il Filler è un piccolo animale?»
Tutti gli altri presenti nel porto parlottano tra loro senza badare con chi stanno parlando.
«Proprio così, è solo un animale che il governo ha regalato al principe Hata e il Bakufu ha deciso di mettere la Mimawarigumi a guardia di questo prezioso dono per non rischiare che qualcuno se ne impadronisse» risponde seccata Nobune.
I cinque comandanti si guardano in faccia e ognuno di loro volta le spalle a Nobune allontanandosi seguiti dai loro uomini. La Yorozuya si allontana a piedi superando il cancello, l’Oniwabanshuu si allontana saltando sopra i container mentre il Jouishishi ci passa in torno e il Kiheitai, con Kamui e Abuto salpano con una piccola barca. Tutto avviene sotto gli occhi degli agenti della Shinsengumi e della Mimawarigumi che stanno parlottando tra loro quando Nobune riceve un messaggio dal capo Sasaki Isaburo e Kondo una telefonata da Matsudaira Katakuriko. Solo in quel momento i due capitani capiscono cosa hanno combinato e urlano all’unisono: «Maledizione, li abbia lasciati andare via!»


***


[inquadratura dell’esterno della sede della Yorozuya]

«E adesso che l’Arco del Filler non cosa faremo?» chiede Shinpachi.
«Faremo delle vacanza pagate vero Gin-chan» dice Kagura.
«E chi ve li da i soldi che a me non hanno pagato neanche il lavoro faticoso che ho fatto per trovare quella bestia» risponde Gintoki stizzito.
«Secondo me dovremmo andare alla sede e protestare» urla Shinpachi.
«Prima che cosa mangiamo, neh. Quando mangiamo, neh? Devo chiamare il pelatone e dirgli che non sfamate la sua piccola e dolce figlia,neh?»
«Ohi, Ka… Gu... Ra…! Ripeti le battute della prima puntata?» urla Gintoki.
«Potremmo chiedere a Elizabeth se ci presta qualcuno dei nuovi cartelli?» domanda Shinpachi.
«Basta Shinpachi!» urla Gintoki.
«Ehi, quelli sono i miei occhiali!» urla Shinpachi.
«Gin-san, chi è questo qui che ti urla contro?» chiede Kagura.
«Smettetela» urla di nuovo Shinpachi.
«Scusi signor Sakata, posso sapere se…»
«Vero Madao Ghostmaker, mi stavo dimenticando. Hai scritto negli “avvertimenti” violenza e l’unico momento in cui si è visto tanto sangue era quando hai scritto delle emorroidi di Hattori. Ovvio, ti hanno licenziato!»

Bzzz… bzzz… bzzz…










N.d.A.
Termina qui con il quarto capitolo l’Arco del Filler che in realtà avrebbe dovuto continuare per dodici capitoli più un tredicesimo come speciale. Ho preferito fermarmi così da non far diventare il filler, una serie di Filler (scusate il gioco di parole) per un calo d’idee che non solo mi avrebbe “stancato”, ma anche chi ha letto l’intera storia e che si sarebbe trovato davanti delle cose “buttate lì a caso”.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno letto e tutti quelli che vorranno scrivermi e vi do l’appuntamento a presto per altre avventure di Gintama e di tutti i suoi personaggi.


Grazie.
  
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