The Wheel of the Year
Ciò che era stato in principio è nel presente, e sempre sarà
“E'
da un po' di tempo che non ci si vede.”
All'appena
grave tono di voce Musa alzò lo sguardo, incontrando gli
occhi –
leggermente annoiati dall'assenza di clienti durante un comune
lunedì
pomeriggio – del commesso che, prima di notarla, era intento
a
sistemare gli ultimi cd arrivati nell'espositore più vicino
all'entrata; aveva forse cambiato taglio di capelli dall'ultima volta
e non sfoggiava con orgoglio la beffarda espressione che quel giorno
aveva colto più volte sul suo volto, per tale motivo ad una
prima
occhiata le pareva di avere a che fare con una persona diversa.
“Eh
già, ho avuto il mio da fare.” gli rispose,
tirando un sorriso: la
situazione non era delle migliori con lei come unica cliente del
negozio, inoltre il motivo per cui si trovava nuovamente lì
la
rendeva tutt'altro che felice.
Ormai
s'era messa il cuore in pace ed aveva deciso di porre rimedio a delle
specifiche mancanze nella propria libreria musicale ricomprando i
vinili perduti. Inizialmente, più per orgoglio che per
buonsenso,
era stata fortemente contraria a ciò: avrebbe ripreso a
tutti i
costi le sue proprietà, soprattutto sapendo a chi fossero in
mano;
eppure non era stata in grado di trovarli da nessuna parte. Anche
dopo la sconfitta di Stormy e delle sorelle la sua ricerca era stata
puramente fallimentare, nonostante avesse avuto il tempo per
controllare in ogni dove.
“Trovato
qualcosa di interessante?” il giovane, chiaramente annoiato,
stava
cercando di intrattenersi: con il mento fiaccamente appoggiato sul
palmo della mano, osservava cosa la fata della musica stesse facendo.
Nonostante capisse la sua noia, avrebbe preferito non la disturbasse
e la lasciasse in balia dei suoi pensieri.
Si
limitò ad alzare le spalle, cercando di dargli l'impressione
di
voler chiudere la conversazione proprio sul nascere: purtroppo
l'altro non colse il messaggio.
“Se
cerchi le nuove uscite sono esposte vicino all'entrata.” la
informò, senza smettere di tenerla di vista ed accennando
con un
pigro inclinarsi della testa agli scaffali da lui citati.
“Veramente
no, devo ricomprare qualcosa che ho 'perso', se
così si può
dire.” il tono divenne alquanto seccato, sottolineando nella
sua
direzione le virgolette con le dita nel pronunciare perso.
“Perso
eh?” disse con un sorrisetto appena impertinente.
“Rubato
da quella ragazza dai capelli verdi che veniva spesso.” le
toccò
ammettere, evitando giri di parole che avrebbero potuto far intuire
la vera identità della suddetta: bruciava a lei per prima
l'essere
stata fregata proprio da Stormy in tale frangente.
Come
se non bastasse, la piena risata del commesso riempì le
vuote mura
del negozio e rimbombò nella sua testa accentuando il suo
ridicolo
errore: e non aveva bisogno di ciò, ne era più
che sicura.
Osservandolo
inclinare la testa all'indietro come un bambino, spalancando la bocca
allo scopo di lasciar sfogare le risa, Musa assunse un'espressione
imbronciata e non si sforzò più di tanto a
nasconderla.
E
s'ostinò a mantenerla, finché lui non si decise a
darsi un
contegno.
“Su,
che reazione ti aspettavi? E' ridicolo farsi fregare da quella
scema.”
“Non
c'è bisogno di rimarcarlo.” gli rispose subito
seccata, sfilando
dalla collezione di vinili il primo dei tre album al quale era
interessata. Nello scorgere la copertina il ragazzo ebbe un'epifania
alquanto teatrale.
Con
tanto di momentaneo stato di trance.
“Aspetta,
ti ha preso la discografia degli Imagine Dragons?” chiese,
con il
volto di qualcuno che pareva aver raggiunto una conoscenza
universale: ogni cosa, in tale istante, aveva di nuovo un senso. La
fata, poco convinta, corrugò la fronte con fare perplesso.
“Sì?”
Serrando
le labbra, lui si chinò leggermente e prese da sotto il
bancone un
sacchetto di plastica. Avvicinandosi, la ragazza cercò di
comprendere lo strano comportamento: e le fu tutto chiaro quando
scorse una copertina dai cangianti colori su sfondo nero, sfoggiata
dal primo disco della fila.
La
sua espressione s'illuminò al riconoscimento del materiale
perduto e
con un movimento fulmineo si riappropriò del sacchetto: per
qualche
motivo a lei sconosciuto il commesso non si stupì del
comportamento.
Fece per andare via con il bottino, ma non riuscì a frenare
la
propria curiosità: Bloom doveva avergliela attaccata.
“Com'è
che li hai avuti?”
Lui
piegò l'angolo della bocca assumendo la sua solita
espressione
irritante.
“Quella
scema. Allora il suo messaggio era per te, eh?” lo sguardo
ammiccante che le rivolse non le piacque per niente e fece
involontariamente indurire la sua espressione.
“Quale
messaggio.” la domanda suonò più come
un'affermazione.
Armeggiando
con i foglietti sparsi sulla scrivania, il giovane afferrò
un
post-it di colore giallo fluo, sul quale già si scorgevano
le tracce
di una disordinata, ma ben comprensibile scrittura: le parole su di
esse erano due e Musa non impiegò tanto a riconoscerle prima
ancora
che il pezzetto di carta le venisse dato.
Con
quella volutamente calcata grafia, quasi al centro, 'Fanno
cagare'
dominava il
forte colore di
sfondo, facendo mantenere la concentrazione sui propri grossolani e
due volte ripassati tratti: il piccolo foro su
una delle due
n
presentava in
modo palese la
rabbia con cui era stata scritta.
Le
parole in sé avrebbero dovuto farla almeno innervosire; eppure
immaginando
la mano di Stormy stretta a pugno sulla penna mentre premeva
e premeva sul foglio con fare oltremodo teatrale le venne solo da
ridere.
E
rise, tra sé e sé, cercando di capire cosa mai si
fosse aspettata
da un genere simile, così differente da ciò
che solitamente ascoltava, mentre
usciva dal negozio con i suoi riconquistati tesori.
Stella
che strillava parole d'ogni genere di prima mattina, dopo almeno
quattro anni di convivenza, non era un'allarmante novità;
nemmeno i
tonfi causati dagli oggetti di vita quotidiana scagliati senza
pietà
contro le pareti lo erano più: ciò che
differenziava quella volta
dalle altre era appunto l'assenza di tali suoni.
Il
tutto era cominciato con un trapanante acuto, nel quale s'erano poi
fatte distinguibili le parole 'che schifo' ripetute
molto velocemente: la proprietaria della voce, per esprimere
maggiormente il concetto – come se non fosse stato
sufficientemente
chiaro – s'era
messa a
pestare i
piedi quasi al
ritmo degli
sgraziati suoni che uscivano dalla sua bocca.
Con
lo scopo di capire cosa fosse successo e, se necessario, di
soccorrere l'amica, Flora aveva finito in tutta fretta di bagnare le
proprie piante ed era andata a controllare la situazione: inutile
sottolineare il suo stupore nel trovare l'ambiente perfettamente
pulito e la sola fata del Sole e della Luna intenta a sbraitare
contro il proprio davanzale.
Per
qualche attimo si era ritrovata a pentirsi della scelta compiuta.
“Flora!
Non puoi capire lo schifo!” urlò non appena la
vide sostare sulla
soglia, indicandole per qualcosa come dieci volte consecutive
l'esterno della sua spalancata finestra: la fata della natura,
destabilizzata da tale atteggiamento, si decise ad avvicinarsi.
Avrebbe
potuto trovare qualsiasi cosa sul davanzale della bionda: un insetto
morto, una lumaca; una delle sue piante rampicanti particolarmente
vivaci che avevano la meravigliosa abitudine di avvinghiarsi ai muri
esterni di Alfea; un piccolo gomitolo di polvere ed altro ancora.
La
lista avrebbe potuto tendere ad infiniti termini, dato il
manifestamente schizzinoso carattere del soggetto in questione: non
sarebbe stato insolito sorprenderla a strillare anche per qualcosa di
comune come il muschio sul terreno.
Così,
senza troppe aspettative, l'affiancò rivolgendo lo sguardo
dove il
suo indice ancora puntava: e non vide un insetto morto, né
qualsiasi
altra cosa che aveva ipotizzato di trovare; ma venti mozziconi di
sigaretta posti perfettamente in riga, con il filtro rivolto verso
l'alto.
Effettivamente
l'odore che emanavano non era dei migliori e stava prevalendo sul
dolce profumo che sempre pervadeva la stanza: per una volta la mora
non avrebbe definito esagerato il comportamento della compagna, in
quanto uno spettacolo simile avrebbe disgustato anche lei. Il nero
della cenere sarebbe stato abbastanza complicato da togliere
dall'immacolata pietra e, anche per tale motivo, si sentiva di
compatirla.
“Hai
visto? Chi è l'idiota che si mette a fare certi
scherzi?!” ma
Flora non parve ascoltarla: la sua attenzione era stata catturata da
un bagliore riflesso dall'estremo angolo del davanzale: e,
sporgendosi con cautela, chiuse le sue dita attorno al vuoto
pacchetto dal simbolo dorato.
Stella,
nel vederlo, si zittì: osservò la compagna senza
capire, prima di
accorgersene da sé.
“Non
è uno scherzo, è un messaggio.” le
disse semplicemente, voltando
il lato frontale verso di lei: e quella sgranò gli occhi,
prendendo
un bel respiro per urlare a gran voce il nome della migliore amica,
intenta a cercar di studiare nella stanza accanto.
In
bella calligrafia, con un pennarello nero, si leggeva “Vi
sono
mancata?” proprio sopra all'argentea scritta Marlboro.
Avvertenze
e condizioni per l'uso:
Dopo
secoli e secoli ho scritto questo straccio di epilogo.
Ed
era anche ora che tutto finisse, no?
Ci
ho messo talmente tanto che non saprei cosa dire, se non che con
questo la serie si chiude per davvero: nonostante ciò la
Ruota
dell'Anno è un ciclo e quindi continuerà a
ripetersi.
A
dimostrazione, come spero si sia capito, le streghe evadono
nuovamente e tutto sembra tornare al principio.
Come
leggere l'idea dietro alle storie sta a voi e spero abbiate trovato
anche una vostra interpretazione alle cose. Spero che la serie vi sia
piaciuta e che possa far parte di qualcuna delle vostre giornate
più
noiose (sperando che non sia invece causa di noia).
Ringrazio
Ghillyam,
sempre presente in
tutte le storie che pubblico; con la minaccia pronta qualora non la
avvisi nel preciso istante in cui clicco il tasto “Pubblica
storia”
e che riserva sempre parole stupende per esprimere ciò che
le mie
parole le fanno provare; che con le sue storie mi ha fatta sorridere
anche nelle giornate più nere.
Ringrazio
Applepagly,
onnipresente anche lei da quando mi sono buttata, durante la tesina,
su questo sito; con i suoi intrippunti ed il suo smisurato amore per
come caratterizzo il suo personaggio preferito, cosa che non smette
mai di emozionarmi in quanto io per prima abbia paura di storpiarne
il carattere; che con le sue storie mi ha fatta sognare.
Ringrazio
LadyNabla che da
quando ha cominciato a seguirmi non si è persa nulla; con le
sue
super apprezzate recensioni piene di parole di conforto per quando
lavoravo come cassiera; con la sua perseveranza nel sopportare questo
caso umano.
Ringrazio
JustABitchOnAStroll con
il suo nickname stupendo – e qui potrei scrivere sei pagine
di cose
per cui la ringrazio – e la sua presenza in questo fandom (mi
dispiace averti trascinato così a fondo); con le sue
recensioni
divertenti ed a tratti inquietanti; con la sua pazienza che metto
alla prova tutti i giorni; con la sua sola presenza nella mia vita
quotidiana; con l'enorme aiuto che crede di non fornirmi, ma che non
mi fa mai mancare.
Ringrazio
pappardella e con lei
la sua amica che le consigliò la mia fanfiction su questo
sito,
permettendole di scoprire anche le altre mie storie (in
realtà non
so se la cosa ti abbia giovato, ma spero di sì); con la sua
voglia
di rivalutare il personaggio di Darcy che non le era mai piaciuto;
con la sua passione, che condivido, per One Punch Man che non ha
mancato di farmi notare; e con i suoi complimenti sempre carini e da
me ben apprezzati.
Ringrazio
DarcyRocks99 con la
sua presentazione molto vivace nella prima storia della serie; con le
sue invettive contro Bloom adornate da emoji carine; con le sue
recensioni incalzanti che fanno sempre bene al cuore e danno pace
alla mente; con i suoi splendidi auguri di Halloween.
Ringrazio
Tressa con le sue
recensioni a tono dolce; con i suoi messaggi sulla vita universitaria
che presto anche io avrei scoperto; con il tenero supporto che mi ha
fornito quando sono approdata su questo sito; con il suo modo di
farmi sentire a casa.
Ringrazio
Lady Choc che
dopo aver letto alcune storie ha deciso di iscriversi al sito e
dedicarmi del tempo con il suo parere; con il suo modo di individuare
subito il tono della storia, che fosse pseudo comico o grave; con i
suoi complimenti per i quali non finirò mai di ringraziarla.
Ringrazio
Vlad123 che si è
fatto vedere anche qui alla fine, mandandomi un saluto; con la sua
amicizia che mi offre senza impegno e per la quale spero che la sorte
possa sempre essere a suo favore.
Ringrazio
_Dreamshane che
cominciò a seguire la serie dal principio, con la sua
conoscenza
sulla Ruota dell'Anno; con la sua speranza per una gioia che,
purtroppo per colpa dell'autrice, non arriverà mai.
In
ultimo, ma non meno importante, ringrazio tutti i lettori silenziosi
che hanno seguito la serie; vi ringrazio per avermi sopportata e per
essere arrivati fino a qui, spero che sia stato almeno un pochino
gratificante.
Ora,
dopo aver scritto più note che storia, tornerò a
studiare come una
matta.
Mary