Dimmi la verità
“Sai, in prigione non ci
facevo molto caso al fatto che
tutti ti volessero. Eri un ingenuo efebo vergine, insomma avevi scritto
in
fronte ‘principessina’ in quel covo di leoni
affamati.
Ho ecclissato sul fatto che ti
eccitassi facilmente. Da
quello che ho capito eri un ninfomane represso, un passivo che
desiderava
soltanto essere cavalcato.
Ora, però, mi rendo conto
che c’è dell’altro…
Mi sono informato e ho
capito…” disse Marin.
Chris sentiva il suo fiato bollente
sul collo, avvertiva le
mani dell’altro sotto la sua maglia, intente ad accarezzare
il suo petto
smagrito. Si mordicchiò un labbro e gettò
indietro la testa, domandando:
“Ricomincerai con la
faccenda dei poteri paranormali?”.
Marin gli morse la spalla fino a
lasciargli i segni dei
denti, sentendolo gemere.
“La droga che prendevi con
i tuoi amici, quella con cui
passavi gli esami, è andata a incidere sui tuoi ormoni. Non
la prendevi da un
po’, ma da quando eri ancora in fase di sviluppo. Ti ha
sfasato i ritmi, ha
plasmato persino il tuo aspetto, ti ha reso facilmente accondiscendente
e solo
adesso ti stai riprendendo.
Hai iniziato a disintossicarti in
galera, ma resterà
comunque la tua maledizione.
Sai, in fondo quella droga la usano
proprio con quei
ragazzini con cui si vogliono divertire. Maschi o femmine, diventano
tutti
papabili” disse.
< Cazzo… Non potevo
fare un resoconto migliore. Essere un
bravo ragazzo di buona famiglia non voleva dire che non avessi anche io
i miei
problemi. Mia madre era un pezzo di ghiaccio, mio padre mi trovava
inutile
perché gay. Volevo essere un avvocato per renderli
orgogliosi, per avere almeno
un brandello del loro apprezzamento. Mi hanno un po’ vantato
con gli amici
altolocati, ma niente di più.
Sarei potuto morire, ma per loro
contava solo nascondere l’onta
di quando mi avevano arrestato. Non mi hanno dato neanche gli scarti
del loro
affetto > pensò Chris, avvertendo una fitta al petto.
“Lo dici come se fossero
cose che conosci” esalò.
“Il vecchio spacciava
robaccia di tutti i tipi. Questo è
solo uno dei tanti effetti che possono esserci” disse Marin.
< Però se osano
rifilarti di nuovo quella robaccia,
scopriranno l’ira dell’esecutore sulla loro pelle
> promise.
“Sai, il mio ragazzo,
quello con cui stavo prima, era
scappato di casa da bambino. Anche lui era stato sottoposto alla droga
e questa
l’aveva cambiato, ma lo facevano nella speranza non campasse
tanto.
Mio padre lo aveva comprato per
divertirsi con lui, anche
nella mala ci sono quel tipo di depravazioni. Siamo cresciuti insieme e
nessuno
mi toglie dalla testa che il vecchio abbia permesso lo
ammazzassero” raccontò
con voce rauca.
Chris impallidì.
< Temo a chiedergli se sia
diventato così selvaggio perché
vedeva far del male alla persona che amava da suo padre. Ed io che mi
lamentavo
dei miei. Magari hanno toccato anche lui quando era piccolo.
Spiegherebbe il suo gergo e il suo
assurdo modo di fare >
pensò.
Era seduto sulle gambe di Marin, si
voltò, piegando il capo
e gli posò un bacio delicato nell’incavo del collo.
“Sai, sin da bambino, ho
sempre attirato le attenzioni
sbagliate… Da ragazzo mi dicevo che ogni tanto non
significava sempre, per me
non era neanche dipendenza.
Dopo la galera ho scoperto il vero
terrore, ogni volta che
mi sentivo male mentre ero a casa tua rivivevo
quell’esperienza e mi facevo
forza” biascicò Chris.
Marin gli afferrò il viso.
< La tua fortuna è
che quella robaccia abbia incrementato
il tuo desiderio sessuale. Scaricavi le crisi d’astinenza
gridando ‘ancora’ o
il mio nome nel mio letto.
Hai rischiato di bruciarti la tua
intera esistenza,
dannazione > pensò, baciandolo con foga, fino a
mozzargli il fiato.
“Non ho pianto il mio ex
perché volevo sentissi su di te
tutto il desiderio che provavo nei tuoi confronti. Merda, ho sempre
saputo che
l’avrei perso e non volevo che il dolore
m’impedisse di stare con te. Se non
avessi preso l’occasione al volo non saresti stato mai mio e
ti avrebbero fatto
a pezzi in quella cazzo di prigione” ringhiò. Il
suo battito cardiaco era
accelerato e i suoi occhi erano arrossati.
< Ed io che avevo paura lui
sostituisse le persone come
niente fosse > si disse Chris.
“Sono
‘tuo’ e lo resterò. Non me ne
andrò” giurò. Lo sentì
palparlo con foga, fino ad arrossargli la pelle e gemette di piacere.