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Autore: L o t t i e    21/11/2018    2 recensioni
Occhi; saracinesche bloccate da troppa ruggine. Mi lamento tra me e me, riprendendo lentamente coscienza. Sono svenuta… ancora.
Sangue caldo ribolle tra le mie viscere, si aggrappa sulle pareti molli, scalcia, cercando una disperata via d'uscita.
Occhi; mi osservano, mi giudicano silenti.
Digrigno i denti, i canini scoperti come una bestia inferocita: alla mia destra Claude, il suo fantasma, un'allucinazione ricorrente.

[384 parole]
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Vampire - the series.'
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Deliri Note dell'autrice:
Dopo anni non potevo non pubblicare questa flashfic con William ed un "what if?" grande come una casa.
Se siete nuovi, benvenuti, questa flashfic è in un certo senso collegata alla mia vecchissima storia a più capitoli Vampire - or maybe no..? che non consiglio di leggere perché da autrice non ho molta simpatia verso i mie vecchi lavori /coff. E, siccome crea confusione, tengo a chiarificare che William è una ragazza.
Se invece conoscete già il background di questa povera crista, enjoy.
ps: William rompe un pochino la quarta parete.







AWARE




Occhi; saracinesche bloccate da troppa ruggine. Mi lamento tra me e me, riprendendo lentamente coscienza. Sono svenuta… ancora.
Sangue caldo ribolle tra le mie viscere, si aggrappa sulle pareti molli, scalcia, cercando una disperata via d'uscita. Occhi; mi osservano, mi giudicano silenti.
Digrigno i denti, i canini scoperti come una bestia inferocita: alla mia destra Claude, il suo fantasma, un'allucinazione ricorrente. Fin troppo vivida, penso assottigliando lo sguardo. “Cosa… perché sei qui?”
“Perché sei qui?” mi fa eco, il bastardo, ghignando. “Se smettessi di pensarmi, me ne andrei.”
“…”
“Poveretto” rompe il silenzio, gli occhi verdi guizzano nell'angolo più buio della stanza. Chiazze molto colorate decorano il muro, il pavimento. “Ha, per caso, fatto qualcosa di male per farsi ridurre in questo stato?” non addolcisci nessuno con questa gentile formalità, Claude. “William?”
“Che vuoi?” sbotto.
“Prinzessin, temo tu abbia smarrito qualche rotella. Non sei lucida come una volta.”
Claude si alza, nero come un corvo. “Lascia che ti aiuti.” Alto, alto e spaventoso, la sua figura guizza come fumo davanti a me. Ed io mi sento così piccola, bloccata sul pavimento impolverato e lercio di questo palazzo abbandonato. Io stessa sono ormai un cumulo di polvere, grigio. “A-allontanati!” gracchio, la nausea stretta al collo, no, le sue mani che mi strangolano.
Wow, non posso crederci che mi stai facendo di nuovo questo, tu.
Non posso fare altro che emettere versi strozzati, mentre tento di muovermi disperata, come una insignificante mosca senza ali, preda del sadico volere di un burattinaio inesistente. L'aria mi graffia la gola. “Non… sei reale, non s-sei reale, no no no no no no―” serro gli occhi continuando a ripetermi quel mantra, sempre più piano - un misero ronzio. Le dita di Claude si stringono ancora di più nulla mia pelle e poco prima di avvertire il legno spaccarmi le costole come da copione - del sangue inizia a colare dalla mia bocca, scuro e denso come inchiostro.
Disgustoso.
La lucidità che segue è la cosa peggiore, quando mi accorgo che le mani intorno al collo sono le mie. Claude non è mai reale, è morto, sono passati anni. Eppure quell'ultimo giorno alla villa, Claude stesso, continua a perseguitarmi. Continuerà a farlo, fino a quando non esalerò l'ultimo respiro.
Fin quando non scriverai l'ultima parola. Quando smetterai, quindi, di farmi soffrire?


  
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